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La mafia nel Nordest c’è ma la gente non la percepisce come pericolosa, don Ciotti: corruzione e mafia cancro del Paese

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“Il Nordest è una regione ricca e tutte le regioni ricche sono obiettivi potenziali per quanto riguarda gli insediamenti economici soprattutto delle mafie che purtroppo per noi sono molte ricche”. Il presidente onorario di Libera, Gian Carlo Caselli, a margine dell’iniziativa “Contromafiecorruzione” a Trieste parla di quella criminalità organizzata che non sempre si vede, ha aggiunto: “Una volta loro sparavano per le strade, esibivano tracotanza, oggi tendono per quanto possibile – l’eccezione sono forse Napoli e Foggia – a non farsi vedere, a rimanere nascoste in modo da poter fare meglio e con maggiore produttività i loschi affari. Non conviene loro essere sotto i riflettori, cercano di starne lontane per quanto possibile e allora i problemi si complicano perchè è più difficile vederli, scoprirli. Ma non è impossibile”. Secondo Caselli, “basta studiare le cose, conoscerle, fare squadra tutti quanti insieme: enti pubblici, agenzie di informazione, associazioni di volontariato, ciascuno mettendo insieme gli elementi che puo’ portare alla riflessione anche degli altri. Sommando questi elementi si possono vedere cose per essere sempre allerta”. “Dove ci sono possibilità di riciclaggio, di investimento proficuo del proprio denaro sporco – ha concluso – ecco li’ la Mafia potenzialmente puo’ sempre esserci e se non la si vede non e’ detto che non ci sia”. Davanti a questo quadro a tinte fosche tracciato da Caselli, c’è poi la percezione della mafia nel Paese e segnatamente in quella parte di Paese dove la mafia c’è ma non si vede o non la si vuole vedere.

Per il 47,3% dei cittadini residenti a Nordest, infatti, la presenza della Mafia in quest’area è marginale, mentre in un caso su cinque è considerata preoccupante ma non socialmente pericolosa. Inoltre solo il 9,3% ritiene la corruzione un fenomeno molto diffuso nella propria zona. E’ quanto emerge dal rapporto LiberaIdee sulla percezione delle mafie e della corruzione a Nordest, presentato da Libera in occasione della plenaria di apertura di Contromafiecorruzione a Trieste. Secondo una ricerca sociale quantitativa e qualitativa svolta su 1.485 questionari, solo il 17,5% di chi vive a Nordest ritiene la presenza locale della Mafia preoccupante e la sua presenza pericolosa. Per gli intervistati, tra le attivita’ principali della Mafia vi e’ in primo luogo il traffico di droga (58,9%); seguono lavoro irregolare (31,3%), riciclaggio di denaro (23,3%), turbativa di appalti (22,7%) e corruzione di funzionari pubblici (22,2%). Sul tema corruzione, se il 9,3% degli intervistati ritiene il fenomeno molto diffuso, il 48,2% pensa invece che lo sia poco. Il 20,8% dichiara di conoscere personalmente o di aver conosciuto in passato qualcuno coinvolto in pratiche corruttive. E secondo il 16,7%, chi potrebbe denunciare non lo fa perche’ ritiene la corruzione un fatto normale. Infine, solo il 18% dice che per contrastare la corruzione e’ utile votare i politici onesti: “un segnale di sfiducia verso le istituzioni – osserva Libera – molto preoccupante”. Dalla ricerca emerge una concezione della politica come di una sfera “altra” rispetto al proprio vissuto quotidiano: soltanto il 6,9% dei rispondenti si ritiene politicamente impegnato, mentre il 49,5% dice di tenersi informato ma senza partecipare. Inoltre, Libera osserva una ridotta tendenza all’associazionismo: quasi un rispondente su due non aderisce ad alcuna associazione. Per quanto riguarda le mafie straniere, circa la meta’ dei rispondenti del Nordest ritiene che nella propria regione vi sia la presenza; la quota risulta piu’ elevata in Friuli Venezia Giulia (6 su 10). Infine, il 54,7% sa che i beni che sono stati confiscati vengono dati in uso per fini istituzionali o sociali, ma quasi uno su tre ritiene che questi beni vadano all’asta. Oltre la meta’ dei rispondenti non conosce beni confiscati nella propria regione.

“Come mai da 150 anni continuiamo a parlare di Mafia? Oggi il problema piu’ grave non sono i migranti, e’ mettere testa sulla corruzione e sulle mafie nel nostro Paese”. Lo ha detto il presidente di Libera, don Luigi Ciotti, a margine della plenaria di apertura di Contromafiecorruzione a Trieste. “Mai come in questo momento – ha aggiunto – dobbiamo alzare la voce quando in molti scelgono prudente silenzio. Non dimentichiamo le cose positive che sono state fatte e che vengono fatte, non dimentichiamo il sacrificio di tante persone, ma una delle risposte che dobbiamo darci e’ come mai continuiamo a parlare di Mafia”. Don Ciotti ha quindi osservato che “non c’e’ regione d’Italia che puo’ considerarsi esente” dalle infiltrazioni della criminalita’ organizzata. E che a Nordest, “ai confini”, questa “fa affari”. “Tocca anche a noi avere leggi non ambigue, non mezze leggi, non qualche piccolo compromesso”. Ma “parole chiare, leggi ferme e una politica forte e chiara. Le mafie sono forti quando la democrazia e’ debole e la politica vacilla”. Secondo don Ciotti “ci vuole una risposta culturale e sociale che appartiene un po’ a tutti”: investimenti in “cultura, educazione, conoscenza, in politiche sociali, in sostegno alla magistratura e alle forze di polizia” per non correre il rischio di “normalizzare” il fenomeno, come “e’ stato per la droga tanti anni fa”.

 

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Stupro di gruppo: gli imputati rinunciano all’abbreviato

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Si svolgerà con il rito ordinario il processo ai sei ragazzi palermitani accusati di aver violentato, a luglio scorso, una 19enne al Foro Italico. Gli imputati avevano presentato richiesta di ammissione al rito abbreviato condizionando l’istanza a una serie di nuove attività tra le quali l’esame in aula della vittima che il gup ha però respinto. La 19enne peraltro è stata sentita dal Gip di Palermo, Clelia Maltese, nel corso di un incidente probatorio, due mesi e mezzo fa. Il giudice ha invece deciso di accogliere la richiesta di disporre una consulenza tecnica sul telefono della ragazza, ma i difensori hanno comunque rinunciato all’abbreviato optando per il dibattimento.

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Otto milioni evasi al fisco, tre aziende irpine nei guai

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False fatturazioni ed altrettante inesistenti operazioni transnazionali per evadere le imposte dirette e i versamenti Iva. Tre aziende operanti in provincia di Avellino sono state denunciate dalla Guardia di Finanza per una evasione complessiva di otto milioni di euro nel corso di altrettante verifiche fiscali. Cinque milioni sottratti alla tassazione dirette e 1,5 milioni all’Iva. Nel corso dei controlli è anche emerso che un professionista del capoluogo ha sottratto mezzo milione di euro all’erario facendo figurare come acquisite prestazioni tecniche, in realtà mai ricevute, ma falsamente fatturate da una società a lui riconducibile.

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Fassino denunciato, informativa Polaria trasmessa a pm

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E’ all’attenzione dei magistrati della Procura di Civitavecchia l’informativa della Polaria sull’episodio del furto di una confezione di profumo da parte del parlamentate Piero Fassino in un negozio del duty free di Fiumicino e costata una denuncia. Allegato all’incartamento anche il video di quanto avvenuto il 15 aprile scorso nello scalo della Capitale e ripreso da una telecamera di sicurezza presente nell’esercizio commerciale. Nei giorni scorsi è emerso dal racconto di alcuni dipendenti del negozio che Fassino sarebbe stato autore già di un tentativo di furto nelle scorse settimane. Spetterà ora ai pm decidere come procedere e se affidare delega alla polizia giudiziaria per svolgere ulteriori approfondimenti.

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