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Pm, dipendente arrestato ha ricevuto tangenti per 200mila euro

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Sono state calcolate in 200 mila euro le tangenti che secondo le indagini della GdF e della Procura di Monza il funzionario comunale di Usmate Velate (Monza) arrestato oggi con alcuni imprenditori avrebbe percepito dal 2022. L’uomo avrebbe ricevuto il denaro per mettere a punto varianti al Piano di Governo del Territorio di Usmate con l’obiettivo di far lievitare il valore di aree agricole trasformandole in edificabili e produttive. Per pagare il funzionario comunale gli imprenditori indagati utilizzavano una società che era stata, di fatto, creata ad hoc, verso la quale emettevano fatture per operazioni inesistenti. Gli arrestati (3 in carcere e 6 ai domiciliari), come ha spiegato il procuratore di Monza, Claudio Gittardi, hanno creato un “articolato sistema corruttivo, concepito attraverso e a beneficio” del funzionario pubblico. Oltre agli arresti i finanzieri hanno eseguito perquisizioni nelle province di Monza, Lecco, Bergamo e Brescia.

Ribadiamo  sempre che per noi l’odierno indagato, benché accusato di gravi reati, è da considerare presunto innocente.

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Morti sul lavoro, sono 205 nel primo trimestre

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Nel primo trimestre del 2025 i morti sul lavoro, sia durante il tragitto, in itinere, sia sul posto di lavoro, sono stati 205, ovvero più di 2 morti al giorno con un aumento dell’8,37% sul 2024. Ad aumentare sono state le vittime durante il tragitto mentre quelle sul posto di lavoro sono state 146, quattro in meno rispetto allo stesso periodo del 2024. Il dato più inquietante è il più che raddoppiato numero di studenti morti a scuola o per l’alternanza scuola lavoro. Qui si è passati dai 2 morti del 2024 ai 5 morti del primo trimestre del 2025. Dei 5 incidenti mortali, uno è avvenuto durante il tragitto per recarsi sul posto di lavoro. Gli altri 4 sono avvenuti durante l’attività scolastica o sul posto di lavoro.

Durante l’Alternanza Scuola Lavoro (Pcto: percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento) si sono verificati 600 infortuni nel periodo in esame. Mentre le denunce di infortunio degli studenti di ogni ordine e grado presentate all’Inail entro il mese di marzo 2025 sono state 25.797, in aumento dell’1,9% rispetto alle 25.322 del 2024. Da settembre 2023 è in vigore l’estensione della tutela Inail agli studenti di scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado, tutela che è stata confermata anche per l’anno scolastico 2024-2025. Tornando ai lavoratori adulti, le denunce di infortuni in itinere con esito mortale presentate nel 2025 sono state 59, venti in più rispetto alle 39 registrate nel 2024 (+51,3%).

Quanto alle denunce di infortunio in occasione di lavoro nel complesso presentate all’Inail nel primo trimestre del 2025, spiega l’Inail, sono state 96.944, in diminuzione del 2,6% rispetto alle 99.578 dei primi tre mesi del 2024. Gli infortuni in itinere, ovvero nel percorso casa lavoro denunciati nel primo trimestre sono stati 20.102, in calo dello 0,6% rispetto ai 20.230 del 2024. Tra i settori con più infortuni avvenuti in occasione di lavoro si evidenziano per gli incrementi la Sanità e assistenza sociale (+5,5%), il Trasporto e magazzinaggio (+1,1%) e il Commercio (+0,3%) e per i decrementi il comparto manifatturiero (-7,4%), il Noleggio e servizi di supporto alle imprese (-5,3%) e le Costruzioni (-1,3%).

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Check-point e 4mila agenti, la sicurezza per il conclave

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L’area di San Pietro sorvegliata speciale con un doppio step di controlli, sistemi antidrone e misure modulabili in base all’evolversi della situazione. E’ pronto il piano di sicurezza in vista del conclave e dell’elezione del nuovo Papa. Saranno oltre quattromila le donne e gli uomini delle forze dell’ordine che verranno impiegate per la cerimonia di intronizzazione del nuovo pontefice quando confluiranno nell’area del Vaticano migliaia di fedeli. Il dispositivo per la ‘fase2’ scatterà da mercoledì mattina alle 7 per l’avvio del conclave. Ci sarà una perimetrazione di via Conciliazione, di via di porta Angelica e piazza del Sant’Ufficio con un doppio step di controlli ai più esterni varchi di prefiltraggio e poi ai ‘check point’ permanenti attivi lungo le due ali del colonnato della piazza.

Massima attenzione non solo all’area del Vaticano ma anche alle altre tre basiliche giubilari e, in particolare, a Santa Maria Maggiore dov’è cresciuto notevolmente il flusso di visitatori e fedeli per rendere omaggio alla tomba di papa Francesco. Per mettere a punto le misure di sicurezza stamattina il questore di Roma, Roberto Massucci, ha riunito il Tavolo tecnico e nel pomeriggio si è svolta una nuova riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza presieduto dal prefetto Lamberto Giannini. “Non abbiamo certezza delle date ma siamo attrezzati come se ci dovesse essere fin dal primo giorno la fumata bianca” ha assicurato Giannini al termine della riunione.

“Replicheremo i servizi messi in campo per il funerale quando verranno le personalità estere per salutare il nuovo pontefice. Certamente l’attenzione è massima” ha aggiunto. Sotto la lente anche il momento della fumata bianca quando migliaia di fedeli raggiungeranno in pochi minuti San Pietro per vedere il nuovo Papa. In campo ci saranno per l’occasione tra i 500 e i mille volontari. “La sinergia è importante. Accanto ai dispositivi di sicurezza si aggiunge l’accoglienza dei fedeli da parte del sistema di Protezione civile, così come è stato fatto per le esequie di papa Francesco” ha spiegato il capo del Dipartimento nazionale della Protezione civile, Fabio Ciciliano, che domani mattina ha convocato un Comitato operativo in via di Vitorchiano. Intanto nei giorni scorsi uno dei cardinali chiamati a scegliere il nuovo pontefice ha avuto una piccola disavventura, che si è conclusa fortunatamente con un lieto fine. Giunto a Roma per i funerali di Bergoglio, Jean-Marc Aveline è stato vittima di un furto. Ma la borsa rubata, che conteneva i suoi effetti personali, è stata ritrovata a pochi giorni dall’inizio del Conclave. Quanto successo è stato raccontato durante la messa celebrata ieri dallo stesso arcivescovo di Marsiglia nella parrocchia della Madonna dei Monti. Il ritrovamento è avvenuto proprio nel rione al centro della Capitale, a poca distanza dalla chiesa.

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Caso Uss, chiesti 5 anni e mezzo per coordinatore fuga

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Cinque anni e mezzo di reclusione. È questa la pena chiesta dal pm di Milano Giovanni Tarzia per Dmitry Chirakadze, l’aristocratico russo accusato di essere il coordinatore dell’evasione di Artem Uss. Davanti alla giudice della settima sezione penale del Tribunale di Milano Ombretta Malatesta il pubblico ministero ha ripercorso tutte le “prove” che dimostrerebbero che l’uomo ha organizzato la fuga del figlio dell’oligarca russo vicino a Putin nel marzo del 2023, quando si trovava ai domiciliari a Basiglio, nel Milanese, in attesa di essere estradato negli Stati Uniti. Centrale, nella ricostruzione del pm, la testimonianza di Srdan Lolic, a sua volta indagato per procurata evasione e sentito in videocollegamento dalla Serbia. Quest’ultimo infatti “non ha tratto alcun beneficio dalla sua testimonianza”, ha detto il pm.

“Pensare che Lolic indichi Chirakadze per vendetta in merito ad affari andati male è una tesi davvero poco sostenibile. Inoltre è Lolic che doveva dei soldi a Chirakadze e non viceversa”. Quanto alla “credibilità” del suo racconto, “abbiamo tanti riscontri”. Tra gli altri elementi citati nella discussione finale vi sono poi “l’acquisizione degli atti del traffico telefonico prodotto da Chirakadze, i documenti trovati nel personal computer dell’imputato, le chat e le foto geolocalizzate”. Nel chiedere la pena, il pm ha sottolineato la “pericolosità” dell’imputato, “desumibile anche dalla possibilità di coinvolgere soggetti appartenenti alle forze armate russe”, oltre che dalla sua situazione “economico-finanziaria”.

Una ricostruzione che è stata smontata pezzo per pezzo dai difensori Federico Sinicato e Tatiana Della Marra, i quali hanno chiesto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto”. Lo stesso Chirakadze, che lo scorso 30 aprile ha voluto rendere dichiarazioni spontanee, si dice estraneo alle accuse. “Sono rimasto scioccato quando ho saputo che Artem se ne era andato – ha detto -, io non so chi abbia organizzato l’evasione. È Uss che ha deciso di fuggire perché è cocciuto e instabile”. La penultima udienza del processo a carico del presunto coordinatore della fuga, che dovrebbe concludersi il prossimo 14 maggio per la sentenza, si è aperta con il rigetto da parte della giudice della richiesta avanzata dalla difesa di sentire in videocollegamento un avvocato croato e lo stesso Artem Uss. Quest’ultimo si sarebbe fatto avanti nelle scorse settimane, inviando una lettera ai legali dell’aristocratico russo, affermando di voler essere interrogato da remoto per poter fornire la sua versione dei fatti sulle ragioni per cui è fuggito e le modalità secondo le quali è stata organizzata l’evasione.

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