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Politica

Bossi boccia Salvini,alla Lega serve un nuovo leader

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“Serve un nuovo leader che porti avanti l’obiettivo dell’autonomia e rimetta al centro la questione settentrionale”: è il messaggio di Umberto Bossi per i 40 anni della Lega, lanciato in compagnia di un centinaio di fedelissimi da Gemonio dove il Senatùr risiede da anni. Una bocciatura a Matteo Salvini, i cui effetti nel partito saranno chiari solo nelle prossime settimane. Il diretto interessato, chiusi i lavori del G7 Trasporti, per ora replica con una nota. “Alle critiche di Umberto Bossi sono abituato da trent’anni, ne parlo anche nel mio libro che uscirà a fine aprile. Le ascolto con attenzione e gratitudine, rispondo solo – conclude il segretario leghista – che vederlo in salute è il miglior regalo per questa festa”.

I due non si incroceranno nelle prossime ora a Varese, il fondatore ha declinato l’invito del partito per la festa di piazza. “Una festa a settimana basa”, taglia corto da Gemonio, godendosi l’abbraccio dei fedelissimi. “Padania Libera” è il saluto che l’ex ministro Roberto Castelli rivolge ai militanti della prima ora del Sole delle Alpi, riuniti a festeggiare l’anniversario davanti casa del fondatore. Che alla fine si concede. “Ho una sorpresa per voi – annuncia a un certo punto Castelli – Umberto vuole salutarvi uno per uno”. Tutti dalla piazza si spostano davanti a casa del Senatùr, al cancello due bodyguard regolano gli accessi. Massimo 5, 6 persone alla volta. Ci sono anche l’ex segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi, Marco Reguzzoni, oggi candidato alle Europee per FI, Dario Galli, ex deputato e presidente della Provincia di Varese, l’altro fondatore della Lega Giuseppe Leoni, il notaio Franca Bellorini, che autenticò l’atto fondativo della Lega Lombarda. E ci sono militanti arrivati da Lombardia, Marche e Umbria. Bossi riceve la stampa dopo aver tagliato una torta al cioccolato con la scritta ‘Caro Umberto ti vogliamo bene’. Sulla strada intrapresa dalla Lega di Salvini, è chiaro: “È una strada diversa dalla nostra”.

E per questo “serve un nuovo leader”. A chi gli chiede se vedrebbe bene in quel ruolo Giancarlo Giorgetti, Bossi risponde: “Giorgetti è uno bravo, ma il nome lo avete fatto voi, non io. Altrimenti lo massacrano”. La prima reazione dai vertici del partito arriva dal vicesegretario della Lega, Andrea Crippa. “Faremo le valutazioni quando ci sarà il congresso: io esplicito il mio voto, se si candida Salvini io voto Salvini. Perché secondo me senza Salvini in questo momento non esisterebbe più la Lega – dice il fedelissimo del Capitano -. Bossi ha creato la Lega, Maroni l’ha salvata e Salvini l’ha rilanciata. Siamo arrivati al 35% con Salvini e tra poche settimane si approva l’Autonomia. Quello che ha fatto Salvini rimarrà nella storia della politica e della Lega”. Assoluto silenzio, invece, da altri big leghisti: né Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia, né Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, né tantomeno Giorgetti vogliono commentare l’uscita del Senatùr.

“Oggi sono molto contento, ho visto tanta gente che non vedevo da anni. È la Lega di 40 anni fa. Salvini ha preso la sua strada, ciascuno prende la sua strada – ragiona ancora Bossi, rivelando che Giorgetti nelle ultime ore lo ha chiamato mentre Salvini no -. Ci vuole un po’ di testa. La Lega di allora era radicata nella base popolare, in consiglio a Varese si parlava in dialetto. Se le radici sono forti è difficile che si fermino. Sicuramente abbiamo fatto un grande sforzo, era un mondo diverso, c’era necessità di nuovo e chiunque avesse intuito politico l’avrebbe capito. Lì siamo nati noi. Oggi serve un’altra spallata per cambiare le cose, la Sanità, ad esempio che mi pare non funzioni tanto bene. La Lega deve essere uno sprone”.

E se Castelli parla di una “Lega che non esiste più”, Grimoldi è convinto che “Salvini debba fare un passo di lato e lasciare che il partito torni ai temi identitari che lo hanno contraddistinto 40 anni fa. Salvini è ministro, faccia il ministro”. Reguzzoni sottolinea che “la grande presenza di persone oggi qui è un segno di affetto nei confronti di un uomo che ha rappresentato, rappresenta e sempre rappresenterà la bandiera del Nord”. A Gemonio anche tanti militanti rimasti fedeli al Senatùr, dall’autista alla guida dell’ambulanza che lo soccorse nel 2004 quando ebbe il grave malore, al primo autista, Modesto Verderio: “Primo autista a titolo gratuito. Fu un onore – racconta – Salvini è un traditore. Ha tradito tutti gli ideali del Nord”.

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Politica

La Rai annulla il confronto televisivo tra Meloni e Schlein per le Europee

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La Rai ha annullato il previsto confronto televisivo tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, in programma per il 23 maggio. Questa decisione arriva dopo la comunicazione dell’Agcom che ha sottolineato come un confronto del genere potesse avvenire solamente con il consenso di tutti i gruppi parlamentari rappresentati, condizione non soddisfatta dato che solo quattro degli otto gruppi hanno dato il loro assenso.

Il dibattito, che avrebbe avuto luogo nel contesto delle imminenti elezioni europee e che sarebbe stato moderato dal noto giornalista Bruno Vespa, è stato cancellato per mancanza della maggioranza richiesta dall’Agcom. La decisione di annullare l’evento è stata annunciata dalla Rai attraverso una nota ufficiale in cui si spiega che “nessun confronto è possibile in assenza della maggioranza richiesta”.

La Rai ha inoltre precisato che continuerà a garantire il rispetto della par condicio nei suoi notiziari e programmi di approfondimento, seguendo le linee guida dell’Autorità di regolamentazione. Con questa mossa, il servizio pubblico italiano si impegna a mantenere un equilibrio e una correttezza nella copertura delle campagne elettorali, riconosciute e sostenute dall’Agcom.

Questo annullamento segna un momento significativo nel dibattito politico italiano, influenzando non solo la visibilità dei candidati ma anche la dinamica dell’informazione politica in vista delle elezioni europee.

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Politica

Ultima stretta sul Superbonus e tutte le nuove norme finanziarie: l’esame approfondito

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Nell’arena politica italiana, la giornata di oggi segna un passaggio cruciale con la conclusione della prima fase di esame parlamentare del decreto legge sul Superbonus al Senato. Il dibattito è stato particolarmente acceso, evidenziando le fratture interne alla maggioranza, con Forza Italia che si è distinta in opposizione a specifiche misure proposte dal governo.

Il decreto, che introduce significative modifiche normative, è stato al centro di aspre discussioni, specialmente per quanto riguarda l’introduzione della misura dello spalma-crediti su 10 anni e la retroattività di tale provvedimento per le spese del Superbonus del 2024. Inoltre, Forza Italia ha combattuto, con successo parziale, la proroga della sugar tax, supportata dal resto della maggioranza e posticipata al 1° luglio 2025.

Durante i lavori della 6a Commissione, si sono verificati momenti di tensione significativa. In particolare, Forza Italia si è astenuta durante il voto su un emendamento cruciale, che è passato solo con il sostegno del presidente della commissione, Massimo Garavaglia (Lega), e di Italia Viva, che ha giocato un ruolo decisivo. La fiducia posta dal governo sul testo è stata approvata senza sorprese con 101 voti a favore, dimostrando una solida tenuta della maggioranza nonostante le divergenze interne.

Tra le novità più rilevanti approvate, si evidenzia il fondo di 35 milioni di euro istituito per il 2025, destinato al sostegno di interventi su edifici danneggiati da sismi, non coperti da precedenti decreti. Questo si aggiunge alle modifiche alla ripartizione dei crediti di imposta e alle diverse proroghe, come quella della Plastic tax al 1° luglio 2026 e varie nuove disposizioni per le banche e le assicurazioni riguardo la gestione dei crediti del Superbonus.

Importanti anche le risorse aggiuntive destinate a migliorare la gestione delle emergenze e del demanio, con significativi aumenti di fondi destinati a vari aspetti della gestione pubblica e infrastrutturale.

Il decreto ora passerà alla Camera per l’approvazione definitiva, prevista entro il 28 maggio, in una fase in cui il governo spera di consolidare ulteriormente le misure introdotte senza ulteriori ostacoli.

In sintesi, il cammino del decreto Superbonus si dimostra emblematico delle dinamiche politiche e delle priorità economiche attuali, rappresentando un tassello fondamentale nel più ampio quadro delle politiche di incentivazione e regolamentazione fiscale italiane.

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Accolto ricorso, Ilaria Salis va ai domiciliari a Budapest

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E’ stato accolto dal tribunale di seconda istanza ungherese il ricorso presentato dai legali di Ilaria Salis che può quindi uscire dal carcere e andare ai domiciliari a Budapest. Il ricorso era stato presentato dai legali di Ilaria Salis contro la decisione del giudice Jozsef Sós che nell’ultima udienza del 28 marzo le aveva negato i domiciliari sia in Italia che in Ungheria. In appello, la richiesta è stata invece accolta e quindi la 39enne attivista milanese, candidata con Avs alle prossime Europee, potrà lasciare il carcere a Budapest dove si trova da oltre 15 mesi con l’accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra. Il provvedimento, che prevede il braccialetto elettronico, diventerà esecutivo non appena verrà pagata la cauzione prevista dal tribunale.

“Ilaria è entusiasta di poter finalmente uscire dal carcere e noi siamo felicissimi di poterla finalmente riabbracciare”: così Roberto Salis ha commentato la decisione del tribunale ungherese di concedere i domiciliari a sua figlia Ilaria che, dopo oltre 15 mesi, potrà lasciare il carcere dove è detenuta con l’accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra. “Non è ancora fuori dal pozzo – ha aggiunto ma sarà sicuramente molto bello poterla riabbracciare dopo 15 mesi, anche se finché è in Ungheria io non mi sento del tutto tranquillo”.

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