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Economia

Landini: l’auto è a rischio, il governo convochi Tavares

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“Siamo di fronte a un rischio molto concreto. La capacità produttiva degli impianti italiani di Stellantis arriva fino a un milione e mezzo di auto, oggi se ne fabbricano meno di 500mila. È evidente che se questa prospettiva non viene cambiata, i rischi sono molto concreti per tutto il sistema dell’automotive nazionale”. Il leader della Cgil Maurizio Landini da Cassino rinnova al governo la richiesta di convocare l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, per avviare “una trattativa vera con i sindacati, nella quale prendere impegni precisi”.

Condivide le preoccupazioni dei sindacati il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Io mi auguro che Stellantis non lasci l’Italia: c’è una tradizione nell’industria dell’auto – osserva – che non può essere abbandonata e trovo giusto che questa azienda continui ad investire nel nostro Paese, perché ci sono anche dei vincoli di coscienza. Siamo in un sistema di libero mercato, nessuno può obbligare nessuno, il mio è un richiamo al senso di responsabilità. Ma siamo un Paese attrattivo e al momento opportuno vedremo con chi aprire trattative”. Al ministero delle Imprese e del Made in Italy proseguono intanto i tavoli sugli stabilimenti di Stellantis. Dopo Melfi e Mirafiori, al centro del confronto la fabbrica di Atessa in Abruzzo dove si producono i furgoni Fiat. E’ quello che gode di migliore salute, ma – secondo la Fiom – restano le incertezze anche su questo stabilimento.

“Per arrivare a un accordo di sviluppo del settore dell’auto – spiega Ferdinando Uliano, segretario generale della Fim – bisogna puntualizzare gli elementi di garanzia, sui quali finora l’azienda non ha dato risposte, per consentire la crescita dei volumi e la tenuta dell’occupazione. Per Mirafiori non abbiamo avuto risposte positive, a Melfi bene la conferma dei cinque modelli elettrici, ma rimangono le incognite sull’indotto, per Atessa vogliamo garanzie che il sito polacco non riduca la leadership nei furgoni della fabbrica abruzzese”. Procede nel frattempo il piano per le uscite incentivate.

Sono 150 quelle alla Maserati di Modena, annunciate da Stellantis nell’ambito dell’accordo quadro nazionale non sottoscritto dalla Fiom Cgil “perché considerato solo l’ennesimo segnale operativo della dismissione del gruppo in Italia”. Oltre 300 titolari di concessionarie italiane e delle Reti Distrigo di Stellantis hanno partecipato all’Italian Product Day, all’Heritage hub di Torino, con oltre 200 dipendenti di Stellantis, dove sono state presentate le strategie commerciali del gruppo grazie alla presenza fisica di 36 nuovi modelli o prototipi di tutti i brand del gruppo che saranno lanciati in Italia e nel mondo da quest’anno nell’ambito del piano strategico Dare Forward 2030.

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Apple, bloccate transazioni fraudolente per 7 miliardi dollari

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Dal 2020 al 2023 Apple ha evitato sull’App Store transazioni potenzialmente fraudolente per un totale di oltre 7 miliardi di dollari, di cui oltre 1,8 miliardi nel solo 2023. Nello stesso periodo, la società ha bloccato più di 14 milioni di carte di credito rubate e vietato a più di 3,3 milioni di account di effettuare ulteriori transazioni. Sono i dati illustrati nella quarta analisi annuale sulla prevenzione delle frodi, pubblicata dalla società di Cupertino. Dall’analisi emerge anche che nel 2023 Apple ha rifiutato più di 1,7 milioni di app “perché non rispettavano i rigorosi standard dell’App Store in materia di privacy, sicurezza e contenuti”. Inoltre, “il continuo impegno per fermare e ridurre le frodi sull’App Store – aggiunge l’azienda – ha portato alla chiusura di quasi 374 milioni di account sviluppatore e cliente, e alla rimozione di quasi 152 milioni di valutazioni e recensioni per il sospetto di frode”.

L’anno passato la società “ha chiuso quasi 118.000 account sviluppatore, in calo rispetto ai 428.000 dell’anno precedente, grazie ai continui miglioramenti dei sistemi usati per prevenire la creazione di account potenzialmente fraudolenti”. Inoltre, l’azienda ha rifiutato più di 91.000 richieste di iscrizione al Developer Program, “di fatto impedendo a questi soggetti di pubblicare app problematiche sull’App Store”. L’impegno di Apple si estende oltre l’App Store: negli ultimi 12 mesi, l’azienda ha individuato e bloccato più di 47.000 app illegittime su store pirata.

Dall’analisi annuale sulla prevenzione delle frodi, emerge che Apple ha un team di oltre 500 esperti ed esperte che valuta ogni app inviata all’App Store da sviluppatori di tutto il mondo prima che raggiunga l’utente. In media, il team verifica circa 132.500 app a settimana; nel 2023 ne ha controllate quasi 6,9 milioni, aiutando nel contempo più di 192.000 developer a pubblicare la loro prima app sull’App Store. Il team effettua una serie di controlli sfruttando processi automatizzati e una revisione condotta da persone fisiche. Nel 2023, più di 1,7 milioni di app sono state rifiutate per vari motivi, tra cui violazioni della privacy e attività fraudolente.

Riguardo le valutazioni e le recnesioni, nel 2023 Apple ne ha processate oltre 1,1 miliardi: quasi 152 milioni sono state giudicate fraudolente e quindi rimosse dall’App Store. Cupertino “si impegna a proteggere le informazioni finanziarie di ogni utente attraverso tecnologie di pagamento sicure come Apple Pay e StoreKit, che quasi 1 milione di app utilizzano per vendere beni e servizi sull’App Store. E mentre le perdite per frodi hanno raggiunto nuovi picchi a livello globale, nel 2023 Apple ha contribuito a evitare transazioni potenzialmente fraudolente per più di 1,8 miliardi di dollari sulla sua piattaforma”.

“Apple – aggiunge l’analisi – sfrutta anche tecnologie evolute abbinate a controlli condotti da persone fisiche per rilevare quando una carta di credito rubata viene utilizzata per scopi illeciti. Solo nel 2023 ha evitato che oltre 3,5 milioni di carte di credito rubate venissero utilizzate per acquisti fraudolenti e ha vietato a oltre 1,1 milioni di account di effettuare ulteriori transazioni. Continueremo a investire per proteggere la qualità e la sicurezza dell’App Store nell’interesse di ogni utente e di ogni developer”.

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Ai distributori automatici 5 miliardi di consumazioni

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Il caffè è il protagonista delle consumazioni italiane ai distributori automatici: nel 2023, infatti, sono stati quasi 2,3 miliardi (+0,27%) quelli bevuti davanti a una vending machine. L’Italia ha la più ampia rete distributiva alimentare automatica d’Europa con oltre 830 mila vending machine (la maggior parte installate in uffici pubblici, aziende, scuole e ospedali) che, nel 2023, hanno erogato quasi 4 miliardi di consumazioni (3.974.040.247) a cui si sommano 1,1 miliardi in capsule e cialde per un totale di oltre 5 miliardi di consumazioni.

È quanto emerso dai dati dello studio Ipsos per Confida, Associazione Italiana Distribuzione Automatica, presentati oggi all’apertura di Venditalia 2024, la più importante manifestazione internazionale del settore a Fiera Milano Rho, fino al 18 maggio. Se il caffè rappresenta il 57% delle consumazioni totali, sono in aumento anche tè (+5,7%) e ginseng (+5,2%). Seguono gli snack, che rappresentano il 16% delle consumazioni (626.251.484): i preferiti rimangono quelli dolci (+4%) come barrette (+12%), biscotti (+9%) e merendine (+3%); ma nel 2023 si è riscontrato un aumento significativo anche di quelli salati (+7%) e del confectionery (+26%).

Tra gli snack salati crescono maggiormente i crackers (+9%) e le patatine (+7%). Nel 2023 le bevande fredde hanno registrano un calo del 2,56% in particolare quelle gasate (-4,09%). Per l’acqua si preferisce la liscia (70%). I nuovi stili di vita spingono anche sul consumo di bevande con più del 20% di frutta (+19%) e i succhi 100% frutta (+6%). “Oggi con la connettività è possibile gestire una vending machine da remoto – ha detto Ernesto Piloni, Presidente di Venditalia – Nelle ultime generazioni di distributori automatici, inoltre, gli schermi touch sono installati al posto delle tradizionali pulsantiere e aumentano i sistemi di pagamento digitali cashless”. Ma il settore punta anche alla sostenibilità con il progetto RiVending un circuito chiuso di riciclo per bottigliette e bicchierini in plastica dei distributori automatici.

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Economia

Giorgetti da Vestager, Ita-Lufthansa ancora in salita

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Un’altra fumata grigia. Al termine del faccia a faccia tra Giancarlo Giorgetti e Margrethe Vestager, la Commissione europea non usa nemmeno le formule di facciata che di solito descrivono i colloqui politici. Tanto basta a lasciar intravedere una strada ancora in salita per il placet alle nozze tra Ita e Lufthansa. Il governo, si è limitato a dire il titolare del Tesoro all’uscita da Palazzo Berlaymont, ha “ribadito” la sua posizione all’Ue. E adesso aspetta “il verdetto”, in arrivo entro il 4 luglio. Nel mezzo però ci sono ancora quasi due mesi: l’ultimo pacchetto di impegni su slot e rotte presentato la scorsa settimana, nel giudizio che trapela a Bruxelles, “non è ancora sufficiente”.

Tuttavia, è la sollecitazione, le parti hanno ancora tempo per apportare miglioramenti. Lasciato l’Ecofin, il ministro dell’Economia si è presentato a Palazzo Berlaymont per la seconda volta nel giro di quindici giorni. Sul tavolo, i persistenti timori dell’antitrust che da qualche giorno ha avviato il market test. Il caso è “complesso”. E il negoziato, stando alle indicazioni offerte da alcune fonti vicine al dossier, resta incagliato sui tre fronti più problematici. Davanti al rischio di posizione dominante di Ita e Lufthansa a Milano-Linate, nel giudizio della squadra di Vestager manca ancora una soluzione solida che permetta di far subentrare un vettore capace di stabilirsi come presenza “credibile”.

Le proposte di compromesso messe sul piatto dalla compagnia di Carsten Spohr e dal Mef per aprire alle rivali sulle rotte a corto raggio dall’Italia all’Europa centrale restano poi da perfezionare. E, allo stesso modo, non convince del tutto l’idea di congelare soltanto in via temporanea – per due anni – l’alleanza tra la compagnia della gru e la newco sorta dalle ceneri di Alitalia sui lunghi collegamenti da Fiumicino con destinazione Stati Uniti e Canada, dove Lufthansa detiene già un’ampia porzione di mercato con la sua joint venture formata con United Airlines e Air Canada. Per capire se sia possibile raggiungere un punto di caduta prima del 4 luglio servirà altro tempo. “E’ sempre complicato, bisogna sempre avere tanta pazienza”, ha osservato Giorgetti. A Bruxelles però l’avvertimento che circola è chiaro: c’è ancora tempo per lavorare. A patto che ci sia “la volontà delle parti”, Lufthansa in testa.

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