C’è un problema sicurezza nel ciclismo. Se n’è accorto il sindacato dei corridori, che nei giorni scorsi aveva chiesto agli organizzatori della Parigi-Roubaix l’inserimento di una chicane prima della Foresta di Arenberg per rallentare l’andatura di chi sarà impegnato nella Regina delle Classiche. La richiesta è stata accolta, nonostante lo scetticismo del campione del mondo Mathieu Van der Poel (“Ma è uno scherzo?”), e a confermare che certi timori erano giustificati è stato il terribile incidente di oggi durante la quarta tappa del Giro dei Paesi Baschi, a 35 km all’arrivo, in cui hano avuto la peggio il vincitore degli ultimi due Tour Jonas Vingegaard e l’australiano Jay Vine.
E’ stato l’ultima di una serie che aveva visto fra i protagonisti, una settimana fa durante l’Attraverso le Fiandre, uno dei principali rivali di Van der Poel, il belga Wout Van Aert, che dopo una rovinosa caduta aveva riportato un politrauma fratturandosi diverse costole, la clavicola e lo sterno. Oggi ha ripreso a camminare, per 4 chilometri, per cercare di capire a che punto sia compromessa la sua stagione. Ieri è toccato al tedesco Lennard Kamna, investito mentre si stava allenando a Tenerife. Ma il peggio è arrivato oggi: durante la tappa in territorio basco, da Etxarri Aranatz a Legutio, in una curva a destra diversi corridori sono finiti fuori strada – il primo sembra essere stato l’eritreo Natnael Tesfatsion al quale è partita la ruota anteriore – e alcuni sono caduti in un fosso di cemento a bordo strada.
Tra loro, oltre a Tesfatsion, il vincitore gli ultimi due Tour Jonas Vingegaard, il campione del mondo della crono Remco Evenepol, l’olimpionico Primoz Roglic, l’australiano Jay Vine, che è rimasto a lungo immobile a terra, l’americano Sean Quinn e il corridore di casa Markel Beloki. Evenepoel ha subito evidenziato problemi a una spalla, che però invece di preoccuparsi di se stesso è andato a sincerarsi delle condizioni di Vingagaard, uno dei più sofferenti e anche lui, come Vine, immobile a terra. La corsa è stata interrotta per attendere l’arrivo delle ambulanze, e su una di queste è stato caricato Vingegaard, con la maschera di ossigeno sul volto. A complicare le cose il fatto che la caduta sia avvenuta in una zona boscosa nella quale era impossibile fare atterrare gli elicotteri del soccorso medico. Sembra che il danese ‘signore del Tour’ abbia picchiato violentemente la schiena e il bacino. Il suo team, la Visma, ha fatto sapere con un tweet che le sue condizioni sono stabiliti , “Jonas è cosciente e parla”, promettendo ulteriori aggiornamenti. Nel frattempo però i media locali riferiscono di Tour de France a rischio.
Quanto invece a Evenepoel, il suo ds alla Soudal Quick Step, Patrick Lefevere, ha sottolineato che “la strada mi è sembrata piuttosto scivolosa e poteva andare molto peggio per Remco, perché c’erano rocce e alberi ovunque. Tenersi la spalla non è mai un buon segno per un ciclista – ha continuato Lefevere -, e questo è anche il periodo peggiore per farsi male. Bisognerà aspettare prima il referto medico, e poi si capirà”.