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Mourinho striglia la Roma, ‘qualcuno deve dare di più’

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 José Mourinho ci ha messo la faccia. Lo ha fatto alla vigilia della sfida con il Milan, nel momento più difficile da quando è a Roma, il primo in cui anche il tifo inizia a contestare squadra e tecnico stesso. Ha rispedito al mittente chi lo ha accusato di mancanza di professionalità per l’allenamento saltato giovedì e ha usato la trasparenza per parlare soprattuto al cuore della sua squadra e dei tifosi. Con i calciatori, però, aveva già fatto una riunione nella giornata di ieri e com’è nello stile dello Special One, è andato dritto al punto. “Non mi sono risparmiato – spiega il tecnico – C’è gente che deve dare di più, ma qui siamo tutte persone serie che soffrono quando perdono”. Non manca l’autocritica da parte dell’allenatore. “Io sono il primo a farla e ieri ai ragazzi ho detto anche di una partita dove sono stato io a sbagliare – aggiunge – Ma non accetto che qualcuno metta in dubbio la mia professionalità”. E qui il riferimento è rivolto a chi lo ha criticato per aver saltato l’allenamento post derby. “Io sono l’esempio perfetto della professionalità – prosegue – In oltre venti anni di carriera non ho saltato una partita e in due anni e mezzo qui mai un allenamento, se non questo del quale ne avevo parlato con il direttore Pinto e la proprietà per un motivo che non sto qui a spiegare”.

Ma l’obiettivo, ora, è ripartire, anche se dovrà farlo senza Paulo Dybala, non convocato per la gara con il Milan per un sovraccarico alla coscia sinistra. Le assenze, poi, non si limiteranno solo all’argentino, per questo Mourinho quando parla dell’obiettivo Champions dice che “il potenziale delle squadre da top 4 non è paragonabile con noi”. E poi ancora: “Alcuni pensano che mi chiami José Harry Mourinho Potter, il livello di aspettativa è altissimo. Noi stiamo a quattro punti dal quarto posto, lottiamo per qualcosa che è quasi impossibile se vediamo il livello delle nostre rivali, ma continueremo a farlo”. Ecco allora che domani in attacco si affiderà alla coppia Belotti-Lukaku, mentre in difesa tornerà Llorente, recuperato e pronto a iniziare nella difesa a tre con Mancini e Huijsen. Qualche cambio rispetto al derby ci sarà e nonostante da alcuni singoli si aspetti di più non ci saranno esclusioni punitive contro il Milan. Non può permetterselo lo Special One viste le limitazioni e un mercato che, al di là del centrale della Juventus, non regalerà altri colpi. Poi un ultimo appello lo fa ai tifosi che “meritano rispetto”. Per questo ci ha messo la faccia parlando in conferenza. Perché José e non un dirigente? “Perché anche io sono la società”, la risposta del portoghese che su una cosa non ha dubbi: “Dentro Trigoria l’orgoglio di essere romanista e l’orgoglio di lavorare per i romanisti è presente, ma è in campo che dobbiamo mettere negli occhi della gente questo atteggiamento extra che va contro tutto e tutti”. La sua speranza è che possa riuscirci già contro il Milan.

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Napoli, terapie per Osimhen, in dubbio per la Fiorentina

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Il Napoli si è allenato questa mattina all’SSCN Konami Training Center di Castelvolturno. Gli azzurri preparano il match contro la Fiorentina in programma venerdì allo Stadio Franchi per la 37esima giornata di Serie A (ore 20.45). La squadra ha lavorato sul campo 1 dove ha iniziato la sessione con attivazione e torello.Successivamente il gruppo è stato impegnato in seduta tecnico tattica e partitina finale.Zielinski ha svolto lavoro personalizzato in campo. Per Mario Rui lavoro personalizzato in palestra e campo. Osimhen ha fatto terapie e lavoro personalizzato in palestra. Lindstrom si è allenato in gruppo.

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Jacobs a caccia del bis ai Giochi: voglio un altro oro

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E’ un Marcell Jacobs diverso quello rientrato a Roma dopo il trasferimento in Florida, più precisamente a Jacksonville. Più tranquillo, rilassato e sicuro delle sue capacità. “Ho stravolto la mia vita per ritrovare quelle sensazioni che mi mancavano. Avevo paura di andare dall’altra parte del mondo, ma era un passaggio necessario, dovevo rimettermi in gioco”, racconta l’oro olimpico di Tokyo dopo due ore di test e con l’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del CONI in uno Stadio dei Marmi tirato a lucido in vista degli europei di atletica che ci saranno tra meno di un mese a Roma. Saranno l’antipasto dei Giochi di Parigi dove l’obiettivo, nemmeno a dirlo, sarà quello di bissare il successo di tre anni fa in Giappone.

“Devo dire che è tanta la responsabilità di arrivare da campione in carica, ma darò il massimo di me stesso. Solo due atleti hanno vinto due ori consecutivi nei 100 e lavoro per quello, non mi nascondo”, le parole di un Marcell più consapevole. “Quando vinci un’Olimpiade hai tante aspettative, dopo l’oro avrei dovuto lavorare di più a livello mentale di quanto non facessi già prima – ha proseguito – Un po’ mi sono perso invece. Ma ora voglio riconquistare quel titolo. Mi sento bene, sono pronto”. Avversari avvisati anche se “in questo momento nessuno ha corso veramente forte, non c’è un vero numero uno per dire che a Parigi vincerà sicuramente. Tutti stanno lavorando al massimo per arrivare al top lì”, ha assicurato Jacobs, la cui stagione sta per entrare nel vivo.

Si comincia sabato a Roma con lo Sprint Festival, poi appuntamento al meeting di Ostrava e nella tappa di Diamond League di Oslo, prima di fare ritorno da campione in carica a Roma in occasione degli Europei. Un’estate che culminerà, come detto, con l’Olimpiade dove il portabandiera sarà Gimbo Tamberi. “E chi meglio di lui per quello che rappresenta come capitano e per i risultati ottenuti – ha detto Jacobs -. Io vorrà dire che mi metterò in lizza per le prossime Olimpiadi”. Nel frattempo la testa è tutta a Parigi con la preparazione di questi ultimi 72 giorni che sarà in Europa. Rientrando nella Capitale, infatti, è passato anche da Desenzano a salutare la mamma, mentre ieri e oggi ha svolto test con l’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del CONI . Andature e sprint con sovraccarico, poi esercizi di ipervelocità trainata. Tutto finalizzato per eguagliare quel 9’80” che nel 2021 è valso un oro a Tokyo. “Ma non mi accontento di quel personale, non mi sono posto limiti e voglio ancora migliorarmi, lavoro per quello”, ha assicurato Jacobs che agli avversari per ora non pensa.

“In questi mesi mi sono focalizzato solo su me stesso, può esserci chiunque in gara, ma io sono concentrato solo su di me”, ha concluso il centometrista azzurro prima di lasciare lo Stadio dei Marmi che ritroverà tra neanche 72 ore per la sua prima gara italiana della stagione.

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Gasperini carica l’Atalanta: vogliamo battere la Juve e alzare la Coppa

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La Coppa Italia, per l’Atalanta di Gian Piero Gasperini, rappresenta il primo match point per rendere la stagione indimenticabile. Alla sesta partecipazione, infatti, la Dea ha l’occasione per portare a casa il trofeo nazionale per la seconda volta nella sua storia; dopo la prima, datata 1963, per i nerazzurri sono arrivate quattro sconfitte all’ultimo atto. Una maledizione che il tecnico vuole interrompere: “Ho sempre pensato che la Coppa Italia fosse l’unico trofeo possibile per l’Atalanta in quanto Champions e scudetto erano troppo distanti. E’ la terza finale in cinque anni; le altre non sono andate bene ma noi siamo testardi. Ora abbiamo tutta l’intenzione di riuscire a vincere la finale”, le parole del tecnico.

Una sfida, per l’Atalanta, per dimostrare la propria forza, frutto di un percorso iniziato da lontano e ora maturo per raccogliere i frutti del duro lavoro. Anche se Gasperini rifiuta il ruolo di favorita tanto da sottolineare come questo “ha sempre contato poco. Spero che arriveremo alla Juventus con lo stesso spirito mostrato con la Roma; se sapremo metterlo in campo avremo più chance. Ma la Juventus rimane una squadra indubbiamente forte”, prosegue il tecnico. A pesare, però, sarà l’assenza di Gianluca Scamacca, ammonito nella semifinale di ritorno e squalificato per l’atto finale: “Tatticamente l’assenza di Scamacca ci costringerà a trovare altre situazioni e mi dispiace per lui che è stato privato di una finale. Forse dovremmo pensare di adeguarci a quello che succede in Europa. Le ammonizioni, almeno nelle semifinali si azzerano perché così diventa un peccato in quanto nelle finali ci devono essere sempre i giocatori migliori”.

Gasperini, nonostante le assenze, è convinto della sua squadra perché “le partite in campo internazionale ci ha dato forza, anche la partita con la Roma ci ha aiutato. Aver giocato tanto ci ha tolto qualcosa, ma ce ne ha date altre molto positive. Merito ai giocatori che hanno dato tutto e hanno avuto la forza mentale facendo una stagione incredibile”. Il tecnico, poi, si concentra per un attimo al futuro, lasciandosi andare a una previsione sulla squadra che “è giovane e potrà diventare ancora più forte nei prossimi anni se saprà crescere e migliorarsi”. Proprio per questo mettere in bacheca il trofeo può essere il primo passo per aprire un ciclo in una stagione che ha vissuto la sua svolta con la partita di Liverpool, almeno in “Europa League. Abbiamo sempre avuto percorsi differenziati, abbiamo sempre cercato di giocare al massimo ogni competizione. La svolta di Coppa Italia, ad esempio, è stata quella contro il Milan”, sottolinea ancora.

Prima di chiudere con un pensiero sulla città di Bergamo che vive “un momento di fibrillazione sportiva, un momento fantastico. A volte si vincono coppe o scudetti che quasi non si festeggiano e invece questo rimarrà per sempre legato alla storia di Bergamo e faremo di tutto per portarla a casa”. Proprio per questo, Gasperini, schiererà la formazione migliore. Al netto dell’assenza di Scamacca, squalificato, il tecnico nerazzurro punterà sul blocco dei titolari con De Ketelaere, reduce dalla doppietta contro la Roma, al posto del romano. Servirà la migliore Atalanta per battere la Juventus, ma Gasperini è convinto che, stavolta, possa essere quella buona per alzare la Coppa Italia al cielo di Roma.

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