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Scricchiola l’impero di Chiara Ferragni, fine della collaborazione con Safilo e indagini della procura di Cuneo

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Il “pandoro-gate” continua a gettare ombre sul mondo dell’influencer marketing, e Chiara Ferragni, celebre imprenditrice digitale e fashion influencer, è nuovamente al centro dell’attenzione. Il gruppo Safilo, specializzato nell’occhialeria made in Italy, ha annunciato la fine dell’accordo di licenza con Chiara Ferragni per la progettazione, produzione e distribuzione delle collezioni eyewear a marchio dell’influencer.

La partnership, sottoscritta nel settembre 2021, era stata pensata per una linea da vista e da sole per la primavera-estate 2022. Tuttavia, il gruppo Safilo ha dichiarato che la decisione di porre fine alla collaborazione è maturata a seguito di “violazioni di impegni contrattuali assunti dalla titolare del marchio”. Non è stata fornita una specifica sui dettagli delle violazioni, ma sembra che il “pandoro-gate” e le questioni legali precedenti abbiano pesato sulla decisione.

Le controversie riguardano la sanzione dell’Antitrust nei confronti delle società riconducibili a Chiara Ferragni, per oltre un milione di euro, e di Balocco per 420 mila euro. Le sanzioni sono state comminate per pratica commerciale scorretta, poiché, secondo l’Autorità, avevano insinuato che l’acquisto del pandoro “griffato” Ferragni avrebbe comportato una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino.

In risposta, Chiara Ferragni ha parlato di “errore di comunicazione” e ha assicurato una donazione di un milione di euro all’ospedale. La sua affermazione è stata seguita dalla decisione di Safilo di interrompere la collaborazione in linea con il contratto firmato tra le due parti, basato su principi di correttezza e buona fede nella condotta.

Questa non è la prima licenza da cui Chiara Ferragni si distacca nel corso degli anni. Le sue collaborazioni commerciali includono nomi come Swinger, Mofra, Velmar, Pigna, Monnalisa e Angelini. Nel 2017, ha assunto la carica di presidente e AD di TBS, la società che gestisce il suo blog e The Blonde Salad. Inoltre, è AD e direttrice creativa di Fenice, che gestisce la sua linea di prodotti. Nel 2022, entrambe le società hanno registrato ricavi notevoli, rispettivamente 14,6 milioni e 14,2 milioni di euro.

Il caso si complica ulteriormente con l’apertura di un fascicolo da parte della procura di Cuneo, in risposta agli esposti inviati da Codacons e Assourt a oltre cento procure italiane. Le accuse ipotizzano il reato di truffa per la vendita dei pandori firmati “Pink Christmas”. Al momento, il fascicolo non ha ipotesi di reato né indagati, differenziandosi dal caso aperto presso la Procura di Milano.

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha riferito che non eserciterà il veto sulla revoca dell’Ambrogino d’oro, proposta da Fratelli d’Italia. Nel frattempo, il numero di follower di Chiara Ferragni su Instagram sembra subire un calo, con circa 94 mila seguaci che hanno abbandonato l’account dall’15 dicembre. La situazione ha raggiunto persino le cronache internazionali, con la BBC che si occupa del caso.

In un’inedita mossa, persino Wanna Marchi, condannata a 9 anni per truffa, ha commentato il caso affermando: “Qualcuno ha scritto che Chiara Ferragni ha sorpassato Wanna Marchi… Io ritengo di essere l’unica vera influencer e l’unica truffatrice vera.” La situazione continua a svilupparsi, suscitando interrogativi sulla gestione delle collaborazioni e delle attività commerciali nell’era degli influencer.

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Anziana investita e uccisa a Napoli, caccia a pirata strada

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Una donna anziana e’ morta a Napoli, vittima di un pirata della strada. Alle 18.15 circa di ieri, in via Labriola, sulla carreggiata in direzione via E. Ciccotti, R.R., 80 anni, e’ stata investita mentre attraversava la strada. Secondo prime ricostruzioni, un’auto si era fermata per consentire il passaggio alla signora, ma una Citroen di colore blu scuro, nel tentativo di sorpassare questa vettura, ha investito la donna e poi e’ fuggita. La Polizia Locale e’ impegnata nelle indagini per identificare il conducente e il veicolo coinvolto. La vittima era stata trasportata all’ospedale Cardarelli in stato di incoscienza e dopo poche ore e’ deceduta.

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Omicidio Giulia Cecchettin, Turetta premeditò il delitto: rischia ergastolo

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E’ un carico accusatorio molto pesante quello che la procura di Venezia contesta nell’avviso di chiusura delle indagini a Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Mentre il ‘rumore’ esploso nelle piazze e nelle coscienze in nome di Giulia non si e’ mai spento, a sei mesi dalla notte dell’11 novembre quando venne ammazzata tra le fabbriche e le strade vuote di Fosso’, pochi chilometri lontano dalla sua casa di Vigonovo, gli inquirenti tirano una linea e sciolgono alcuni nodi giuridici. E decidono che si’, Turetta aveva premeditato di ucciderla come dimostrerebbero, spiega il procuratore Bruno Cherchi, “la ricerca dei luoghi tramite internet, l’acquisto del materiale necessario per immobilizzare la vittima, la cartina geografica, l’atto di silenziare la persona offesa mettendole del nastro adesivo per non farla urlare, serrare i polsi e le gambe della ragazza”.

Aggiungono l’aggravante della crudelta’, da intendersi come la giurisprudenza la intende: aver inflitto “sofferenze gratuite e non collegabili al normale processo di causazione della morte”. In questo caso con venti coltellate, le prime nel parcheggio davanti alla villetta dove viveva quando Turetta l’aggredi’ a bordo della sua Fiat Punto nera. Qui per diverse ore sono rimaste sull’asfalto le tracce di sangue della ragazza ed e’ stato trovato un coltello da cucina. Poi, dopo averla immobilizzata con lo scotch, questa e’ la ricostruzione della Procura, l’ha spinta in auto, superando la sua resistenza, ha raggiunto in pochi minuti Fosso’ e l’ha assalita di nuovo, finendola. Da li’ e’ iniziata la fuga che ha tenuto l’Italia col fiato sospeso per una settimana. Dopo il delitto Turetta era scappato verso il Friuli e, abbandonato il corpo in un dirupo vicino al lago di Barcis, era fuggito verso l’Austria e poi in direzione Germania, dov’e’ stato fermato dalla polizia tedesca, vicino a Lipsia, nella mattinata del 19 novembre. “L’ho uccisa io” ha detto subito Filippo a chi l’ha fermato, una confessione non utilizzabile nel processo mentre lo e’ quella messa a verbale nel carcere Montorio di Verona, dov’e’ detenuto.

Il contesto in cui il delitto e’ maturato sarebbe stato quello dello stalking, come suggerito alla Procura da chat e testimonianze che riferiscono delle insistenze morbose del giovane nei confronti dell’ex compagna dopo che la loro storia era finita. Omicidio aggravato da premeditazione, crudelta’, efferatezza, sequestro di persona, porto d’armi e occultamento di cadavere, e’ il robusto capo d’imputazione da cui dovra’ difendersi davanti alla Corte d’Assise. Non c’e’ spazio per il rito abbreviato, che avrebbe comportato uno sconto di un terzo della pena, perche’ i reati sono cosi’ gravi da ipotizzare l’ergastolo. Si chiude cosi’ la prima parte ‘giudiziaria’ di quella che nel frattempo e’ diventata la storia di Giulia e non, come spesso accade nella narrazione mediatica, quella del suo presunto omicida, sul quale si sono spente le luci. La storia di Giulia, di suo padre Gino e della sorella Elena che mai come prima hanno portato l’attenzione sul tema dei femminicidi con i loro appelli a un cambiamento culturale profondo.

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Adr lancia ‘Airport in the City’: a Termini check-in di Ita

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All’inaugurazione di “Airport in the City” sono intervenuti, tra gli altri , la ministra del Turismo Daniela Santanchè, il presidente di Ita, Antonino Turicchi, il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma, il Presidente di Unindustria, Angelo Camilli. “È con grande soddisfazione che oggi ci uniamo ad Aeroporti di Roma per celebrare l’inaugurazione di Airport in the City, un servizio che rende l’esperienza di viaggio sempre più agile e confortevole – ha detto Turicchi – Questo progetto riflette la stretta collaborazione tra ITA Airways e Aeroporti di Roma, evidenziando il comune impegno per l’innovazione e la sostenibilità nel settore dei trasporti”.

“Il progetto di Adr si inscrive appieno nel processo di innovazione e interconnessione del trasporto aereo che l’Enac persegue da tempo” – ha aggiunto il presidente Enac Pierluigi Di Palma. “L’hub di Fiumicino, prima porta d’accesso all’Italia più volte premiato come migliore scalo d’Europa, sviluppa l’integrazione con la stazione Termini, primo snodo ferroviario nazionale, rafforzando l’intermodalità aria-ferro. Con il check-in off-airport Termini Fiumicino, il comparto aereo italiano si riconferma una realtà innovativa, sostenibile e, soprattutto, attenta ai diritti dei passeggeri con l’offerta di servizi di qualità che, oggi, rappresentano l’elemento più importante per le scelte dei consumatori”.

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