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Cronache

I Carabinieri arruolano Saetta, è il primo cane-robot

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 Non abbaia, ma può aprire porte, individuare agenti chimici ed asportare ordigni. Il primo cane-robot è da oggi in servizio nell’Arma dei Carabinieri. È stato chiamato “Saetta”, rievocando il simbolo presente sulle fiancate delle autovetture di pronto intervento, con la tradizionale livrea blu e rossa dell’Arma ed è stato assegnato inizialmente al Nucleo Artificieri di Roma. Controllato da un tablet a distanza (fino a 150 metri), potrà muoversi anche su terreni impervi e non percorribili dai normali veicoli ruotati o cingolati.

Con l’ausilio del cane-robot sarà possibile svolgere rischiose attività di ricognizioni anti-sabotaggio al posto dei militari specializzati, sfruttando le sue spiccate capacità di mobilità come quelle di salire e scendere da rampe di scale ed aprire autonomamente porte e rimuovere ostacoli. Saetta potrà mappare luoghi attraverso avanzatissimi sistemi di rilevazione laser e termici, evidenziando la presenza di minacce e individuando, con l’ausilio di strumentazione dedicata, le più fievoli tracce di esplosivo e di agenti chimici e radiologici.

Il cane robot opererà con il proprio braccio robotico per asportare ordigni, compresi i grossi petardi inesplosi che, specialmente a Capodanno, minacciano l’incolumità dei cittadini nelle aree urbane. Infine, sarà in grado di rifornire equipaggiamenti i militari impossibilitati a muoversi. L’innovazione. informa l’Arma, consentirà di innalzare gli standard di sicurezza complessivi anche in prospettiva del Giubilare del 2025, che vedrà riversarsi a Roma milioni di persone.

Saetta è “un altro passo della costante attività di ricerca e sviluppo dell’Arma nell’ambito delle nuove tecnologie, con lo scopo precipuo di implementare ulteriormente efficienza ed efficacia del servizio offerto al cittadino”. Saetta, si puntualizza, non è stato “arruolato” per sostituire carabinieri e unità cinofile, “bensì per ridurre il pericolo, facilitare la gestione delle situazioni operative più ostili e quindi rappresentare un valore aggiunto nelle attività istituzionali”.

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Cronache

Inchiesta clinica Messina, ai 9 indagati sequestrati 11 milioni

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Nell’inchiesta sulla clinica NeMo Sud e il Policlinico di Messina sono indagati, a vario titolo per peculato e corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, Alberto Fontana, 52 anni, ex presidente della fondazione Aurora onlus (che gestiva il centro clinico Nemo Sud a Messina), Giuseppe Laganga Senzio, 47 anni, ex direttore amministrativo del Policlinico messinese, Mario Giovanni Melazzini, 65 anni, anche lui ex presidente della fondazione Aurora onlus, Giuseppe Pecoraro, 75 anni, commissario straordinario del Policlinico, Paolina Reitano, 64 anni, ex direttrice sanitaria del Policlinico, Marco Restuccia, 60 anni, direttore generale del Policlinico, Giuseppe Vita, 72 anni, medico dirigente dell’unità operativa di Neurologia del Policlinico, l’attuale assessore regionale alla Sanità Giovanna Volo, 68 anni, ex direttore sanitario dell’ospedale universitario, Michele Vullo, 68 anni, ex direttore amministrativo del Policlinico. Giuseppe Vita, Mario Giovanni Melazzini, Alberto Fontana, Giuseppe Laganga Senzio hanno la misura cautelare del divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare impresa in ambito sanitario.

Per tutti e nove gli indagati ciascuno pro quota, è stato disposto il sequestro preventivo di denaro, beni mobili e immobili, per l’importo complessivo di 11 milioni di euro, pari ai fondi pubblici distratti. L’ordinanza delle misure cautelari è stata firmata dal gip Claudia Misale.

Tutti gli indagati sono da considerare innocenti fino al terzo grado di giudizio.

 

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Cronache

Gratteri: auspicavo dimissioni del Csm per voltare pagina

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“La magistratura oggi è molto debole. Noi da anni non riusciamo a salire come credibilità e gradimento per tanti fattori. Intanto non siamo stati bravi a comunicare, siamo stai molto chiusi, arroccati, in difesa ad ogni costo. Io auspicavo che tutti i componenti del Csm si dimettessero perché davi l’idea che volevi voltare pagina. Voltavi pagina, c’è un foglio bianco. Il messaggio era importantissimo per la gente, la gente avrebbe capito qui si fa sul serio, si ritorna a elezioni e si comincia da zero. Questo non è stato fatto per una idea di arroccamento, di difesa a oltranza. Bisognava scendere dal piedistallo e confrontarsi con tutti, essere umili, parlare il linguaggio della gente per essere capiti. Non parlare a noi stessi per giustificare noi stessi”. Lo ha detto a Bari il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, parlando con gli studenti nel corso di una lectio magistralis all’Università.

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Cronache

Camorra: arresti e sequestri, indagato anche poliziotto

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C’e’ anche un poliziotto, oggi in servizio alla stradale di Avellino, tra i cinque arrestati oggi nell’ambito dell’indagine del Gico del Nucleo Pef della Guardia di Finanza di Napoli e della Dda. Una indagine sul riciclaggio del potente clan Contini in attivita’ lecite. L’agente e’ stato portato ai domiciliari dai finanzieri e dalla Squadra Mobile di Napoli. Gli viene contestata l’intestazione fittizia di una societa’ per la produzione e vendita di prodotti da forno.

Gli indagati sono sa considerare innocenti fino a terzo grado di giudizio.

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