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Catastrofe negli ospedali, Israele evacuerà i neonati

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Senza corrente, senz’acqua, senza forniture mediche e con la vita di decine di feriti e neonati a rischio. Nella catastrofe che sta travolgendo gli ospedali di Gaza City, stretti nella morsa dei combattimenti tra l’esercito israeliano e i miliziani di Hamas, Israele ha annunciato che faciliterà l’evacuazione dei bebè dallo Shifa, la struttura più grande della Striscia ormai al collasso. “Lo staff ha chiesto aiuto. Domani – ha annunciato in serata il portavoce militare Daniel Hagari – aiuteremo i bambini del reparto pediatrico a raggiungere un ospedale più sicuro e forniremo l’assistenza necessaria”.

Quella degli ospedali è una partita cruciale nella battaglia in corso, non solo dal punto di vista umanitario. Soprattutto allo Shifa, sotto la cui struttura Israele ritiene vi sia il comando centrale di Hamas e il nascondiglio del capo della fazione islamica a Gaza Yahya Sinwar. Tagliato fuori dal mondo, l’ospedale – secondo il suo direttore Muhammad Abu Salmiya – è rimasto “senza elettricità, internet, acqua e forniture mediche. Quello che posso dire – ha spiegato – è che abbiamo cominciato a perdere vite di pazienti. Ogni minuto c’è chi muore: malati, feriti e anche bebè nelle incubatrici”. La ong Physicians for Human Rights Israel, che continua a mantenere i contatti con due medici della struttura, ha annunciato nel pomeriggio che “due neonati prematuri sono morti per l’interruzione della corrente”. Poi ha sostenuto che c’era stato uno errore e che “il neonato deceduto è uno”, nonostante fonti dell’ospedale abbiano successivamente confermato la cifra di due.

“Hamas – ha denunciato un portavoce militare – ha trasformato gli ospedali in postazioni fortificate”. Per questo diversi di loro “devono essere evacuati, per consentire all’esercito di affrontare i miliziani. Da settimane facciamo forzi per evacuare gli ospedali, che sono divenuti posti molto pericolosi”. Portando ad esempio l’ospedale Rantisi, il portavoce israeliano ha precisato che per tre giorni consecutivi prima della sua evacuazione l’esercito ha fatto ricorso “a telefonate e volantini” per indurre i civili ad allontanarsi. Finora Israele sarebbe riuscito a far evacuare il Rantisi e il Nasser. Mentre ha negato di aver compiuto attacchi allo Shifa. “Non c’è alcun assedio, ci sono combattimenti nelle vicinanze ma la parte est dell’ospedale resta aperta” per chi voglia uscire, ha detto un portavoce smentendo le affermazioni di Hamas secondo cui l’esercito avrebbe bombardato l’ospedale. L’esplosione, secondo la versione israeliana, sarebbe invece da attribuirsi ad un lancio fallito di un razzo da parte delle fazioni palestinesi. Inoltre, nell’evacuazione dei civili del Rantisi l’esercito ha accusato “terroristi di Hamas” di aver aperto il fuoco “per spaventare la folla e farla rientrare. Altri cinque o sei miliziani si sono poi mischiati ai civili quando hanno cominciato a defluire. Li hanno utilizzati come scudi umani. I nostri cecchini avrebbero potuto colpirli, ma non volevamo creare panico”.

Le organizzazioni umanitarie internazionali, compresa l’Onu, hanno invece attaccato Israele. “Niente – ha ammonito il responsabile degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite Martin Griffiths – giustifica atti di guerra contro strutture sanitarie”. Dello stesso avviso Msf, secondo cui allo Shifa è stato “colpito un reparto di maternità”, mentre la Croce Rossa si è detta “scioccata per le notizie” e Oxfam ha parlato di “crimini di guerra”. Ma il premier Benyamin Netanyahu ha avvertito che “nessuna pressione internazionale ci fermerà dal proteggere noi stessi”, ripetendo che “quando Hamas sarà sradicata, manterremo il controllo di sicurezza nella Striscia”, che non sarà affidato dall’Anp. Israele continua intanto ad eliminare tunnel e strutture dei miliziani, rafforzando la sua posizione nel nord, dove “Hamas ha ormai perso il controllo”.

In un raid è stato ucciso Ahmed Siam, comandante del Naser Radwan Company che si era nascosto all’interno di una scuola. Siam, ha sostenuto l’esercito, teneva in ostaggio circa 1.000 abitanti di Gaza proprio nell’ospedale Rantisi e aveva impedito loro di evacuare verso sud. Per favorire l’esodo della popolazione dal nord, Israele oggi ha tenuto aperto per 7 ore un corridoio umanitario lungo la strada Salah ad Din, la lunga arteria che taglia la Striscia. Per lo stesso motivo ha annunciato uno stop alle operazioni militari sul campo profughi di Jabalya, dov’era forte la presenza di Hamas. In tre giorni – secondo i militari – sono evacuate verso il sud circa 200mila persone. Se Gaza resta il fronte principale, si infiamma sempre di più il confine con il Libano. Continuando ad attaccare Israele, ha avvertito il ministro della Difesa Yoav Gallant, “gli Hezbollah sono vicini a commettere un grave errore”, trascinando il loro Paese in guerra. Mentre sulle Alture del Golan sono arrivati due lanci dalla Siria: Israele ha replicato colpendo postazioni in territorio siriano.

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Il premier Robert Fico colpito da più proiettili in un attentato è in fin di vita

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Un responsabile del partito Smer del premier slovacco Robert Fico ha confermato al Guardian che il primo ministro è stato colpito da più proiettili  all’addome ed è ora sottoposto ad un intervento chirurgico. Quali siano le sue condizioni cliniche è difficile da dire. C’è molta confusione ancora su dinamica e su identità dell’uomo arrestato.

In un aggiornamento postato sulla pagina Facebook del premier slovacco Robert Fico e rilanciato dai media slovacchi, c’è scritto che “Fico è stato vittima di un attentato. Gli hanno sparato più volte ed è attualmente in pericolo di vita. E’ stato trasportato in elicottero a Banská Bystrica, perché il trasporto a Bratislava richiederebbe troppo tempo a causa della necessità di un intervento urgente. A decidere saranno le prossime ore”.

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Il premier slovacco Robert Fico ferito a colpi di pistola dopo una riunione di Governo: è in fin di vita

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Il premier slovacco Robert Fico è stato ferito a colpi di arma da fuoco subito dopo la riunione di governo a Handlova, vicino Bratislava. Lo riferisce la Bbc. Fico è stato colpito davanti a un centro culturale della città di Handlova, dove si era tenuta una riunione di governo. Secondo i giornalisti presenti sul posto, sono stati uditi diversi spari.

Il premier slovacco Fico sarebbe stato colpito all’addome, al petto e ad un arto da almeno 3-4 colpi d’arma da fuoco e sarebbe stato trasportato in eliambulanza in ospedale. Lo riferiscono le prime ricostruzioni dei media sottolineando che l’attentatore, che si nascondeva tra la folla radunata davanti all’edificio dove stava parlando il primo ministro, è stato fermato da alcuni passanti e dalle forze di sicurezza.

Il leader slovacco è stato portato in ospedale, ma non sono emersi dettagli sulle sue condizioni.

Il Parlamento slovacco ha sospeso la seduta alla luce del ferimento del premier Robert Fico in un’aggressione a colpi d’arma da fuoco ad Handlova. Lo ha annunciato il vice speaker del Parlamento, Lubos Blaha, citato dal sito di informazioni locale Dennikn.

Il premiero Robert Fico colpito da più proiettili in un attentato è in fin di vita

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Algeria, uomo rapito da un vicino di casa ritrovato dopo 30 anni

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Le autorità giudiziarie di Djelfa, 300 km a sud di Algeri, capitale dell’Algeria, hanno arrestato oggi un uomo accusato di aver sequestrato per circa trent’anni un vicino di casa, trovato ieri sera sano e salvo, seppure in stato di grave abbandono, in una buca coperta di fieno in un allevamento di pecore. Lo riferisce il tribunale di Djelfa in una nota. La Procura ha ricevuto due giorni fa, il 12 maggio 2024, tramite la divisione regionale della gendarmeria nazionale di El Guedid, una denuncia contro uno sconosciuto secondo cui il fratello del denunciante, Omar Ben Amrane, scomparso da circa 30 anni, si trovava nella casa di un loro vicino, all’interno di un recinto per le pecore”.

https://x.com/Belhassine_Bey/status/1790483411179601969

“In seguito a questa segnalazione, il pubblico ministero del tribunale di Idrissia (provincia di Djelfa) ha ordinato alla gendarmeria nazionale di aprire un’indagine approfondita e gli ufficiali di giustizia si sono recati nella casa in questione. La persona scomparsa (B.A.) è stata ritrovata e il sospetto, di 61 anni, proprietario della casa, è stato arrestato”, aggiunge la nota. “La Procura ha ordinato un trattamento medico e psicologico per la vittima e il sospetto sarà portato davanti alla Procura non appena l’indagine sarà completata”, ha precisato il tribunale.

La nota conclude sottolineando che “l’autore di questo efferato crimine sarà perseguito con tutta la severità richiesta dalle leggi della Repubblica”. Sui social algerini è diventato virale il video del ritrovamento dell’uomo, ritrovato in uno stato pietoso, con abiti trasandati e una lunga barba. Secondo quanto riportato dai media locali algerini, la famiglia della vittima riteneva in precedenza che fosse stata rapita e uccisa da gruppi terroristici islamici armati attivi in Algeria negli anni ’90, quando aveva solo 16 anni.

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