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Il 42% degli italiani vorrebbe usare di più il bus

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Torna la Settimana europea della mobilità, iniziata sabato che durerà fino al 22 settembre, per promuovere l’uso dei mezzi pubblici, delle bici, dei monopattini e pure dei piedi. Fra premi per la città dove si gira di più in bici, giornate del BikeToWork e pedalate di donne in abito elegante, sarà un’occasione per riflettere su come ridurre il traffico nelle nostre città e renderle più vivibili. Intanto, un sondaggio rivela che gli italiani sono gli europei che vorrebbero di più andare in autobus. Per la Settimana sono previsti eventi in circa 3000 città di 50 paesi.

Il clou sarà la Giornata mondiale senza auto, venerdì 22 settembre o un altro giorno nella settimana, quando i centri urbani saranno riservati a pedoni e ciclisti. In Italia, Legambiente dedica alla Settimana due iniziative. A Torino, Roma, Bologna, Milano e Napoli saranno lanciate campagne per chiedere alle amministrazioni locali di adottare “Zone a Basse Emissioni” e “Città 30” (cioè col limite di velocità a 30 km all’ora). Il 20 settembre in 33 città Legambiente organizzerà la tredicesima edizione del “Giretto d’Italia – bike to work 2023”: sarà premiato il Comune che avrà totalizzato il maggior numero di spostamenti con mezzi di mobilità sostenibile.

La Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (Fiab) propone centinaia di eventi locali e nazionali. Fra questi, il CarFreeWeek, la sfida che invita a muoversi per una intera settimana senza mai usare l’auto privata, e la decima Giornata Nazionale del Bike To Work, venerdì 22. Oggi in 17 città italiane è tornata la “Fancy Women Bike Ride”, la pedalata delle donne in abito elegante, per chiedere città più sicure, più verdi e più amichevoli per le biciclette (fancywomenbikeride.com). In occasione della Giornata europea, la app per gli spostamenti Freenow ha diffuso una ricerca sulla mobilità in 8 paesi europei (Austria, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito).

Dallo studio è emerso che il 42% degli italiani vorrebbe usare di più i mezzi pubblici. E’ la percentuale più alta in Europa, dove la media è al 33%. Il 27% degli italiani poi vorrebbe integrare il trasporto pubblico con sharing mobility o con veicoli di micromobilità condivisi. Tra le cause più citate per il mancato uso dei mezzi pubblici, c’è la limitata disponibilità di orari e i lunghi tempi di percorrenza. Sono motivazioni che valgono per il 55% degli europei, ma addirittura per il 63% degli italiani. Sulla micromobilità elettrica, il 38% degli europei è bloccato da distanze troppo lunghe, costi elevati e mancanza di infrastrutture. Sulle eBike, i problemi variano da paese a paese.

Nel Nord Europa il problema sono le condizioni meteorologiche, come in Germania (53%), Irlanda (68%) e Polonia (77%). In Italia la pioggia spaventa meno, ma il 54% incolpa la mancanza di infrastrutture, cioè di piste ciclabili. Gli italiani sono i più scettici fra gli europei rispetto all’auto elettrica: solo il 12% ritiene che sarà il futuro della mobilità urbana, contro una media europea del 68%.

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Mostra pistola e parte colpo, morto il vigile 22enne

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E’ morto l’agente di polizia locale di 22 anni di Mortara (Pavia) che oggi pomeriggio era rimasto gravemente ferito da un colpo partito dalla sua pistola, mentre si trovava nelle mani di una sua amica. Il dramma è accaduto in una villetta di Gropello Cairoli (Pavia), in Lomellina. Il vigile è stato subito soccorso dal 118 e trasportato in ambulanza al Policlinico San Matteo di Pavia. Una volta arrivato in ospedale, già in gravissime condizioni, è stato sottoposto ad un intervento chirurgico nel disperato tentativo di salvargli la vita. Purtroppo gli sforzi dei medici sono stati vani. Il 22enne è morto in sala operatoria.

I carabinieri di Pavia e Vigevano (Pavia) hanno avviato gli accertamenti per ricostruire la dinamica del fatto. Secondo una prima ricostruzione il giovane ha mostrato la sua pistola d’ordinanza all’ amica. Mentre la ragazza stava maneggiando l’arma, è partito il colpo che ha raggiunto il vigile all’altezza del petto.

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Procura stoppa pressing Toti, nessun obbligo per sentirlo

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Il presidente della Regione Giovanni Toti “così come qualsiasi indagato, può presentare una memoria” o fare “spontanee dichiarazioni al Riesame”. Una precisazione che arriva dal procuratore capo di Genova dopo giorni in cui si rincorrono indiscrezioni su possibili date sull’interrogatorio chiesto dal governatore, agli arresti domiciliari dal 7 maggio per corruzione. Perché, come spiegano in procura, “in questa fase non è più un interrogatorio di garanzia” e dunque il pubblico ministero “non è obbligato a farlo”. Sempre in via generica, continua il procuratore “l’indagato che decide di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip, può fare dichiarazioni spontanee. Anche al Riesame e se c’è urgenza può presentare memorie”. L’unico momento in cui la procura è obbligata a interrogare l’indagato “è nella fase della chiusura indagini”. In tutte le altre fasi, “è una decisione del pm sul se e sul quando”.

E intanto chi preme per farsi ascoltare dagli investigatori è anche il sindaco di Genova Marco Bucci, più volte intercettato in particolare nella vicenda del rinnovo della concessione a 30 anni per il Terminal Rinfuse data agli Spinelli. Il primo cittadino ha mandato una mail al procuratore capo spiegando di mettersi “a disposizione dei magistrati”. Nei giorni scorsi Bucci aveva detto ai cronisti “non mi pento di nulla… Forse di qualcosina sì, ma me lo tengo per me. Anzi lo dirò ai pm”. Non è ancora stato deciso quando verrà sentito. E’ rimasto invece quasi 5 ore davanti al pubblico ministero Luca Monteverde e al generale della Gdf Andrea Fiducia un altro testimone chiave Giorgio Carozzi, ex giornalista de Il Secolo XIX membro del comitato portuale in rappresentanza del Comune di Genova.

“Non mi sorprendo dello scandalo, sono 50 anni che scrivo di porto”, ha detto prima di entrare dai pm. Carozzi si era mostrato in un primo momento contrario alla concessione per 30 anni del Terminal Rinfuse. Con lui avevano espresso perplessità anche l’avvocato Andrea La Mattina, che nel board rappresenta la Regione, e all’ex presidente dell’autorità portuale di Savona Rino Canavese. Secondo l’accusa ci sarebbero state pressioni affinché votassero a favore. La Mattina e Carozzi poi cambiarono il loro voto mentre Canavese fu l’unico a opporsi. E dai verbali emergono ancora nuovi dettagli. Da un lato le dichiarazioni di Roberto Spinelli, imprenditore figlio di Aldo che ha rivelato come avesse più volte pensato ad un “amministratore di sostegno” per l’anziano genitore.

“Toti chiamava mio padre, faceva delle sceneggiate perché voleva finanziamenti leciti”. ha anche detto. Un passaggio che ha necessitato di una precisazione depositata dai legali dell’imprenditore, gli avvocati Sandro Vaccaro e Andrea Vernazza, oggi al gip dopo avere letto il verbale. Nel documento, infatti, era stato trascritto “finanziamenti illeciti”. Dall’altro le frasi di Ilaria Cavo, deputata e giornalista, sentita come persona informata dei fatti. “Avvisai il presidente che i fratelli Testa non mi piacevano”, la sua dichiarazione al pubblico ministero Federico Manotti. I fratelli Testa, Angelo Arturo e Italo Maurizio, sono indagati loro per voto di scambio aggravato dall’aver agevolato la mafia. Nelle prossime ore, con una consulenza tecnica irripetibile verrà effettuata la copia del contenuto dei telefoni e dei dispositivi elettronici sequestrati a Toti e agli altri indagati. Anche per questo passaggio tecnico i tempi per l’interrogatorio del governatore si potrebbero allungare.

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Ex vigilessa Sofia Stefani uccisa, la difesa fermato: è stato un incidente

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“Nell’udienza di convalida domani intendiamo rispondere all’interrogatorio e chiariremo ogni aspetto di quello che è successo. E’ stato un incidente, non è stato volontario, non è stato un femminicidio. E’ una tragedia immane per cui siamo tutti devastati”. Lo dice l’avvocato Claudio Benenati, difensore di Giampiero Gualandi, l’ex comandante della polizia locale di Anzola fermato per l’omicidio della ex collega Sofia Stefani, uccisa con la pistola di ordinanza del 62enne, nel suo ufficio del comando.

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