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Meloni: a Caivano lo Stato ha fallito, bonifica radicale

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Un’assunzione di responsabilità e una promessa “impegnativa”. A Caivano “lo Stato ha fallito”, ma “in tempi brevi ci sarà una bonifica radicale”, dice Giorgia Meloni, provando a tracciare il futuro del Parco Verde, il quartiere maledetto della camorra, dello spaccio e dello stupro delle due cuginette. Le proteste (o peggio) paventante alla vigilia non ci sono state: ieri, sui social, la premier era stata minacciata da chi l’attacca per la stretta sul reddito, ma i contestatori sono rimasti a casa. Come la gente del quartiere, del resto. Pochi i cittadini scesi in strada per salutarla.

Chiuse le finestre dei palazzi. Qualche applauso, qualche “Giorgia, Giorgia”, due uomini che hanno urlato “vogliamo il lavoro”. Per il resto, soprattutto uniformi: massiccio il dispositivo delle forze dell’ordine. Prima tappa della visita della presidente del Consiglio – accompagnata da tre ministri (Piantedosi, Valditara e Abodi), il sottosegretario Mantovano, le autorità locali – è stata la parrocchia di don Maurizio Patriciello, il prete anti-clan che l’ha invitata.

“Meglio di così non poteva andare”, dice il sacerdote al termine di un colloquio di oltre 40 minuti, durante il quale le chiede anche un intervento per “oscurare i siti porno”. “Ha preso degli impegni e noi le crediamo. Abbiamo un desiderio grande di applaudire, ma se le promesse, come accaduto altre volte, non verranno mantenute sapremo anche fischiare”, avverte. Dalla chiesa alla scuola, l’istituto superiore ‘Francesco Morano’, dove Meloni ha presieduto un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica e ha incontrato alcuni studenti e la preside, Eugenia Carfora, figura apprezzata e amata da queste parti per avere avuto il coraggio di andare casa per casa a riprendersi i suoi ragazzi. Tema centrale è stato proprio quello della dispersione scolastica.

“Bisogna rafforzare le norme per contrastarla”, ha detto Meloni, e secondo Valditara bisogna colpire i genitori: “E’ ridicola un’ammenda di 30 euro per chi priva i figli del loro futuro”. Ma il problema, qui, è dato anche dalla precarietà delle strutture e dalla mancanza dei professori. “Servono insegnanti bravi. I più bravi d’Italia”, chiede Carfora. Le risponde il ministro annunciando uno stanziamento di “un milione e mezzo di euro per quattro scuole, venti docenti in più e istituti aperti anche di pomeriggio”. Per la presidente del Consiglio è tempo di bilanci. Comincia ringraziando don Patriciello, “un uomo straordinario”, e assumendosi la responsabilità di quello che definisce “il fallimento dello Stato a Caivano”: “siamo venuti a qui a dire che ci mettiamo la faccia”. Poi gli impegni: “Questo territorio sarà radicalmente bonificato”, assicura, perchè “non possono esserci zone franche e non intendiamo abbandonare i cittadini nell’illegalità. Presto vedrete i frutti” di questa azione.

“L’obiettivo è che domani Caivano sia un modello: da problema a esempio”. Il primo pilastro di questa azione di rinascita, accanto agli investimenti sulla scuola, è la ricostruzione del centro sportivo Delphinia, il probabile luogo dello stupro delle due ragazzine ed oggi “una discarica a cielo aperto. Vogliamo riaprirlo entro la prossima primavera”. Sarà ripulito dal Genio militare, riqualificato da Sport e Salute e gestito dalle Fiamme oro della Polizia di Stato. Dentro ci saranno anche una biblioteca e una sala lettura. Ventidue milioni l’investimento complessivo. C’è poi il tema della criminalità, la necessità che a Caivano, dice la premier, “si torni a respirare sicurezza”: “forze dell’ordine e magistrati saranno meno soli”, garantisce Meloni, annunciando un rafforzamento della loro presenza e della loro azione.

Della carenza dei servizi sul territorio e della possibile assunzione di 30 assistenti sociali la presidente del Consiglio ha parlato col governatore De Luca, assente a Caivano e incontrato a Napoli, mentre sul versante del lavoro ha ricordato che da domani sarà attiva la piattaforma alla quale gli ex percettori di reddito, ma non solo, possono rivolgersi per i corsi di formazione retribuiti e il servizio civile. Per le conclusioni Meloni si affida a Sant’Agostino: “inizia a fare il necessario, poi il possibile, alla fine può darsi che arriverai a fare l’impossibile”. Ma come San Tommaso, invece, la donna affacciata alla finestra del condominio vicino alla chiesa, se non vede non crede: “Ora aspettiamo la prova dei fatti. Lei non è l’unico politico venuto qui, ma in 35 anni non è cambiato niente. Vedremo”.

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il giornalista Marc Innaro e la censura Rai: Russia demonizzata, Europa marginale

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Marc Innaro (foto Imagoeconomica in evidenza), storico corrispondente Rai da Mosca e oggi inviato dal Cairo, torna a parlare in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, affrontando con lucidità e tono critico le tensioni tra l’Occidente e la Russia, il suo allontanamento da Mosca e la crescente russofobia nelle istituzioni europee.

Dal 1994 al 2000 e poi dal 2014 al 2022, Innaro ha raccontato la Russia da dentro, cercando – come lui stesso dice – di “corrispondere” la realtà e il punto di vista di Mosca. Una scelta giornalistica che gli è costata accuse di filoputinismo e, di fatto, l’interruzione della sua esperienza russa da parte della Rai, ufficialmente per motivi di sicurezza legati alla nuova legge russa contro le “fake news”.

Ma Innaro contesta apertamente questa versione: “Quella legge valeva per i giornalisti russi, non per gli stranieri accreditati. Commissionai persino uno studio legale russo-italiano che lo dimostrò. Nessuno mi ascoltò”. A detta sua, la vera censura arrivava “non dai russi, ma dagli italiani”.

Nato, Ucraina e verità scomode

Un episodio televisivo emblematico segnò la sua posizione pubblica: una cartina sull’allargamento della Nato a Estmostrata in diretta al Tg2 Post, che gli offrì l’occasione per dire: “Ditemi voi chi si è allargato”. Una verità storica, sottolinea, che rappresenta “la versione di Mosca” e che fu raccontata anche da Papa Francesco, quando parlò del “latrato della Nato alle porte della Russia”.

Da lì in poi, dice Innaro, cominciò l’isolamento. Non gli fu consentito di intervistare Lavrov né di andare embedded con i russi nel Donbass, mentre altri inviati Rai furono autorizzati a farlo con le truppe ucraine, anche in territorio russo.

“La Russia non vuole invadere l’Europa”

Secondo Innaro, la narrazione di Mosca come minaccia globale è costruita ad arte: “La Russia è un Paese immenso con 145 milioni di abitanti. Come può voler invadere un’Europa da 500 milioni?”. L’obiettivo russo, dice, è sempre stato chiaro: la neutralità dell’Ucraina e il rispetto per le minoranze russofone.

Nel commentare le dichiarazioni dei vertici Ue e Nato, come quelle di Kaja Kallas o Mark Rutte, Innaro osserva che “alimentare la russofobia non aiuta a risolvere nulla” e ricorda che è grazie al sacrificio sovietico se l’Europa è stata liberata dal nazifascismo.

“L’Europa doveva includere la Russia”

La guerra, secondo Innaro, “diventa sempre più difficile da fermare”, anche per il consenso interno a Putin. Ma l’errore strategico dell’Occidente, dice, è stato non costruire una nuova architettura di sicurezza con la Russia dopo la Guerra Fredda: “Abbiamo più in comune con i russi che con altri popoli. Ma ora i 7/8 del mondo si riorganizzano e l’Europa resta ai margini”.

Un’analisi lucida e controcorrente, che rimette in discussione molte certezze del racconto dominante.

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Una 14enne precipita dal terzo piano e muore nel Tarantino

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Una ragazza di 14 anni è morta dopo essere precipitata dalla finestra al terzo piano dell’abitazione di Massafra (Taranto) dove viveva con i genitori. La ragazzina è stata soccorsa dal personale del 118 e trasportata d’urgenza all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, ma è deceduta poco dopo il suo arrivo al pronto soccorso. Il pm di turno, a quanto si è appreso, ha aperto un’inchiesta per fare luce sull’accaduto. La madre, che era con lei nell’appartamento, l’avrebbe vista lanciarsi dalla finestra. L’attività investigativa è affidata ai carabinieri.

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Nove colpi contro l’auto di un incensurato a Nocera Inferiore

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Nove colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro un’auto a Nocera Superiore. Il fatto è accaduto nella frazione Citola. La vittima dell’intimidazione è un 30enne, incensurato. L’uomo, ascoltato dai carabinieri, non ha saputo fornire alcuna spiegazione su quanto accaduto. I militari del reparto Territoriale nocerino, guidati dal comandante Gianfranco Albanese, sono al lavoro per ricostruire la dinamica di quanto accaduto. L’auto è stata posta sotto sequestro per consentire i rilievi. Non è escluso che i colpi siano partiti da due armi.

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