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Cronache

Il locale albanese ringrazia Meloni, una madre che dà l’esempio

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“Ringraziamo di cuore Giorgia Meloni una vera signora”, il suo è “un grande esempio di dignità da una buona madre severa che dà l’esempio a sua casa!!”. Lo scrive su Facebook la proprietaria del ristorante Guva Mangalem di Berat, in Albania, mostrando in una foto un barattolo di vetro con all’interno i soldi “che ci ha inviato con l’ambasciata”, con cui la premier ha saldato il conto che quattro turisti italiani non avevano pagato nei giorni scorsi: “Resteranno qui nel ristorante come ricordo straordinario e anche contro malocchio”.

“Giornalisti e televisioni albanesi e italiani ci hanno sommerso ma non abbiamo concesso nessuna intervista – spiega la donna sforzandosi di usare l’italiano -. Quelli cittadini italiani che son andati senza pagare ci hanno fatto una grande pubblicità al nostro città. Li ringraziamo! Abbiamo detto già quel giorno che non c’era alcun problema: gli italiani sono a casa loro qui, vengono tanti così come la nostra famiglia in Italia quando eravamo emigrati. Abbiamo detto anche che il cibo gli e piaciuto molto. Speriamo che hanno speso quei soldi per qualcosa di bello!”.

“Ringraziamo di cuore Giorgia Meloni una vera signora! – aggiunge – Noi non siamo ricchi, lavoriamo duramente come famiglia, non guadagniamo così tanto da non farci impressione quei soldi! Ma questa non è una questione di denaro per noi e siamo molto toccati da suo gesto! Un grande esempio di dignità da una buona madre severa che dà esempio a sua casa! Grande Giorgia! La amiamo molto anche come mezzo italiani che siamo. Ci ha onorato tantissimo venendo in vacanza a Valona!”.

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Il prefetto di Napoli riceverà nel pomeriggio don Patriciello

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Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, riceverà nel pomeriggio di oggi negli uffici di Palazzo di Governo, il parroco del Parco Verde di Caivano, don Maurizio Patriciello, ed il vescovo di Aversa, Angelo Spinillo.

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Caso Iovino, dubbi su motivi lite tra Fedez e personal trainer

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Non è certo che la lite scoppiata alla discoteca The Club tra Fedez e Cristiano Iovino abbia riguardato una ragazza che era in compagnia del rapper. Anzi, secondo fonti vicine al cantante, ex di Chiara Ferragni, ci sarebbero altre ragioni relative ai dissapori tra lui e il personal trainer romano, poi aggredito, quella notte tra il 21 e il 22 aprile scorso, da un gruppo di 8-9 persone, tra cui ultras rossoneri legati all’artista, fuori dal suo appartamento milanese qualche ora dopo. I motivi che avrebbero originato la lite a cui sarebbe seguita la presunta spedizione punitiva al momento, però, non vengono chiariti. Intanto, stando a quanto riportato oggi da alcuni quotidiani, subito dopo i fatti di quella notte, dopo aver sentito alcuni testimoni, tra cui due guardiani del palazzo di via Marco Ulpio Traiano, abitazione milanese di Iovino, e dopo aver visionato le immagini delle telecamere (sia quelle del locale che quelle fuori dalla casa di Iovino) i carabinieri hanno denunciato in Procura Fedez per rissa. Il fascicolo è coordinato dal pm Michela Bordieri. Fedez, con dichiarazioni di ieri, ha negato di essere stato presente davanti a casa di Iovino, dove è avvenuto il pestaggio (non denunciato dal 37enne), ma sia le testimonianze che le immagini delle telecamere confermerebbero la sua presenza.

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Giubileo: indulgenza anche astenendosi da media e social network

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L’Indulgenza plenaria giubilare potrà essere conseguita anche “astenendosi, in spirito di penitenza, almeno durante un giorno da futili distrazioni, reali ma anche virtuali, indotte ad esempio dai media e dai social network, e da consumi superflui”. È quanto stabiliscono le norme della Penitenzieria apostolica per il Giubileo Ordinario 2025. L’indulgenza giubilare è concessa anche praticando la tradizionale astinenza del venerdì, nonché “devolvendo una proporzionata somma in denaro ai poveri; sostenendo opere di carattere religioso o sociale, in specie a favore della difesa e protezione della vita in ogni sua fase e della qualità stessa della vita, dell’infanzia abbandonata, della gioventù in difficoltà, degli anziani bisognosi o soli, dei migranti dai vari Paesi che abbandonano la loro terra alla ricerca di una vita migliore per se stessi e per le loro famiglie; dedicando una congrua parte del proprio tempo libero ad attività di volontariato, che rivestano interesse per la comunità o ad altre simili forme di personale impegno”.

La Penitenzieria esorta inoltre tutti i sacerdoti ad offrire ai fedeli “la più ampia possibilità” di accedere al Sacramento della Riconciliazione, “adottando e pubblicando fasce d’orario per le confessioni, in accordo con i parroci o i rettori delle chiese limitrofe, facendosi trovare in confessionale, programmando celebrazioni penitenziali a cadenza fissa e frequente, offrendo anche la più ampia disponibilità di sacerdoti che, per raggiunti limiti di età, siano privi di incarichi pastorali definiti”, con la possibilità di confessarsi anche durante le messe.

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