Collegati con noi

Cronache

Caronte è al picco ma nel week end temporali al Nord

Pubblicato

del

L’anticiclone africano, ribattezzato Caronte, ha raggiunto il picco e dovrebbe ora attenuare la sua presa sull’Italia: nel week end sono infatti in arrivo temporali al Nord e le città contrassegnate dal bollino rosso di allerta caldo del ministero della Salute scendono dalle 23 di oggi alle 18 di domani e venerdì. Il Sud, tuttavia, nei prossimi giorni segnerà ancora temperature da record e gli ospedali, per evitare il sovraffollamento dei Pronto soccorso, stanno puntando sulla telemedicina e l’assistenza domiciliare delle persone più a rischio. Da oggi è anche attivo il numero di pubblica utilità 1500 del ministero della Salute per avere informazioni su come comportarsi per proteggersi dal caldo e indicazioni sui servizi socio-sanitari presenti sul territorio nazionale.

Il 1500 sarà attivo tutti i giorni dalle 8 alle 20. Anche gli ospedali si stanno attivando: monitorare i pazienti fragili al proprio domicilio e tenere tutti i canali di comunicazione aperti con i cittadini, dai tradizionali numeri verdi ai social network, per prevenire scompensi cardiaci, respiratori o metabolici le cui complicanze potrebbero rendere necessario il ricovero in ospedale, è la strategia messa in campo dalla Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere Fiaso per evitare un iperafflusso nei Pronto soccorso. Intanto, le temperature anche oggi hanno segnato livelli record in molte località e sono state Roma e Rieti le città italiane con più bollini rossi dall’inizio dell’estate fino a oggi: ne hanno contati 10 ciascuna, 11 con quelli previsti per la giornata di domani.

E se al 118 di Napoli sono circa 3mila al giorno le richieste di assistenza, le conseguenze della canicola hanno fatto registrare oggi due decessi: un operaio è morto in seguito ad un malore che lo ha colto nel cantiere per la realizzazione dell’hub logistico Amazon in Vallesina, in provincia di Ancona. Si tratta di un addetto ad una gru e tra le ipotesi anche che il malore sia legato al caldo. Il secondo decesso è quello di un camionista 62enne trovato morto a bordo del suo camion. Anche in questo caso, non si esclude che il caldo abbia contribuito al malore fatale. Un caso analogo si è verificato anche ieri. Proprio per prevenire simili episodi, arrivano i bollini rossi dell’allerta caldo per la salute dei lavoratori. Una classificazione in base ad aree geografiche, di tre giorni in tre giorni, dove andare a vedere le ore da evitare per tipologia di lavori, dai più pesanti a quelli più leggeri, cliccando sul sito www.worklimate.it. Insomma, una situazione ancora di allerta, anche se le previsioni meteo indicano un lieve miglioramento ma con un’Italia divisa in due. Almeno per il momento. Già da domani, spiega Bernardo Gozzini, direttore del Laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale del Cnr (Lamma-Cnr), “si registrerà un cambiamento delle condizioni meteo a partire dal Centro-nord, dove le temperature cominceranno ad abbassarsi, anche se solo di 1-2 gradi.

Al Sud, invece, si avranno ancora per i prossimi giorni temperature molto alte, anche di 40 gradi, soprattutto in Sicilia, Puglia e Sardegna. Un calo delle temperature al Meridione comincerà a registrarsi infatti solo verso la fine del mese, intorno al 25-26 luglio”. Questo perchè, chiarisce l’esperto, “al Sud permarrà ancora la massa di aria calda di origine africana, mentre al Nord inizieranno a farsi sentire gli effetti di correnti piu fresche provenienti dall’Atlantico”. Secondo il sito www.iLMeteo.it., l’anticiclone tra poco raggiungerà il picco di potenza a livello nazionale, dopo di che inizierà a indebolirsi al Nord con un conseguente calo termico che coinvolgerà almeno mezza Italia. Temporali anche forti interesseranno dunque l’Italia settentrionale già da oggi, mentre al Centro-Sud è attesa una nuova fiammata ancora con picchi di 39-41 gradi su molte città.

Advertisement

Cronache

‘Ndrangheta e droga, sospeso finanziere

Pubblicato

del

C’é anche un appartenente alla Guardia di finanza tra le 142 persone indagate nell’inchiesta “Recovery”, su ‘ndrangheta e traffico di sostanze stupefacenti a Cosenza, condotta dalla Dda di Catanzaro. Il finanziere coinvolto é E. D.. A suo carico é stata applicata la misura interdittiva della sospensione dal servizio . La gran parte delle persone coinvolte nell’operazione scaturita dall’inchiesta sono state condotte in carcere. Per 20 sono stati disposti gli arresti domiciliari e per altre 12 l’obbligo di dimora e di firma.

Ovviamente la sospensione del finanziere non è una sentenza di condanna ma una misura cautelare che nulla toglie alla presunzione innocenza.

Continua a leggere

Cronache

Intrighi e accuse di corruzione a Genova, Spinelli dice: pagavo tutti i partiti, Toti mi ha preso in giro

Pubblicato

del

Gli interrogatori di garanzia di Roberto Spinelli e di suo padre Aldo hanno rivelato dettagli intriganti su una storia di presunta corruzione che intreccia politica, affari familiari e lotta per il potere nelle dinamiche portuali di Genova. Durante gli interrogatori, che hanno durato poco più di un’ora ciascuno, si è delineata una difesa incentrata sulla vulnerabilità personale di Aldo Spinelli, nonostante l’apparenza di un uomo in salute e determinato all’età di 84 anni.

La vicenda giudiziaria ha preso una svolta significativa quando Aldo Spinelli ha accusato apertamente il governatore Giovanni Toti di averlo ingannato, affermando di essere stato “preso in giro” in relazione alla concessione demaniale del terminal Rinfuse, per il quale avrebbe pagato tangenti per ottenere favori. Questa concessione ha permesso alla sua azienda, Spinelli srl, di aumentare notevolmente il proprio valore di mercato.

Inoltre, Aldo ha messo in luce promesse non mantenute riguardanti la privatizzazione di un tratto di spiaggia a Varazze, una situazione complicata dalla direttiva europea Bolkestein sulla gestione delle coste, che ha impedito qualsiasi sviluppo immobiliare in quell’area. Questo ha sollevato questioni su come le politiche e le regolamentazioni possano influenzare significativamente gli investimenti e le decisioni aziendali.

I legami tra Aldo Spinelli e Paolo Signorini, ex presidente dell’Autorità portuale e unico detenuto in questa vicenda, emergono come particolarmente intensi. Spinelli sostiene di aver aiutato Signorini, considerato amico, in momenti di difficoltà economica, fino a pagare il catering per il matrimonio della figlia di Signorini, con un totale di regali e benefit promessi per quasi 400 mila euro.

Queste accuse si estendono oltre il contesto familiare, mostrando come Aldo Spinelli abbia cercato di mantenere un’influenza nel porto che ha plasmato gran parte della sua carriera e vita. L’imprenditore genovese afferma di aver finanziato legalmente diverse figure politiche, inclusa Emma Bonino, nonostante non la conoscesse personalmente, il che solleva domande sulla natura dei finanziamenti politici e delle relazioni imprenditoriali.

Roberto Spinelli, difeso anch’esso dall’avvocato Andrea Vernazza e coinvolto nelle vicende giudiziarie del padre, ha espresso rispetto e difesa nei confronti di Aldo, evidenziando come il padre sia stato “tirato per la giacchetta” da molti, inclusi Toti e Signorini, in un momento di particolare vulnerabilità emotiva dopo la morte della moglie.

Al termine dell’interrogatorio, Aldo Spinelli ha lasciato l’aula con un’energia inalterata, dichiarando di meritare la libertà e di non essere preoccupato per i futuri sviluppi dell’inchiesta. Questa affermazione sottolinea una fiducia forse incrollabile o una sfiducia nel sistema che lo ha visto protagonista per decenni.

Questo caso solleva questioni profonde sulla corruzione, la solitudine e la lotta per il potere in un contesto dove la legge e le relazioni personali si intrecciano in modi spesso indistinguibili, lasciando una scia di domande senza risposta sulla legalità e l’etica nelle più alte sfere del potere economico e politico italiano.

Continua a leggere

Cronache

Camorra e riciclaggio, sequestrata la pizzeria “dal Presidente” in via dei Tribunali a Napoli

Pubblicato

del

Anche la società che gestisce la notissima pizzeria del centro storico di Napoli “dal Presidente”, che si trova in via dei Tribunali, sarebbe riconducibile al clan Contini: è quanto emerge dalle indagini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli che hanno portato all’arresto di cinque persone (tre in carcere e due ai domiciliari). La Dda partenopea (pm Alessandra Converso e Daniela Varone) contesta il trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio, aggravato dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare la camorra. La pizzeria è stata sequestrata dai finanzieri insieme con altri beni.

La pizzeria “Dal presidente”, chiamata così perché aperta dal pizzaiolo che preparò la pizza all’allora presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, si trova in uno dei due decumani del capoluogo partenopeo, meta turistica tra le più frequentate in città. Il valore dei beni sequestrati oggi dai finanzieri ammonta a circa 3,5 milioni di euro. L’impresa di ristorazione sarebbe stata acquistata grazie all’apporto economico e alla “protezione” fornita da un esponente di spicco del clan, alla cui famiglia sarebbe stata destinata una parte dei relativi proventi anche dopo la sua detenzione conseguente a una condanna per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Le risultanze investigative e dei social network avrebbero permesso di stabilire che la società era gestita, di fatto, dal cognato del detenuto, anch’egli gravato da numerosi precedenti penali, il quale si sarebbe poi affrancato dalla joint venture criminale avviando una nuova attività nel campo della vendita di prodotti da forno. Le indagini, corroborate dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, avrebbero consentito di appurare anche la fittizia intestazione di un’impresa individuale operante nel settore dei servizi turistici, che il precedente titolare sarebbe stato costretto a dismettere con minacce, percosse e intimidazioni, e di sette immobili di pregio siti nel capoluogo partenopeo. Gli indagati avrebbero reimpiegato nelle società di ristorazione e panificazione e nell’acquisto di beni immobili ben 412.435 euro versati in contanti con reiterate operazioni sui conti societari e personali. Il denaro è stato sequestrato oggi insieme con le quote delle società, l’impresa individuale e gli immobili intestati a prestanome: il valore complessivo è stato stimato in oltre 3,5 milioni di euro.

Come sempre facciamo, ribadiamo che tutte le persone citate in questo articolo e a vario titolo indagate perchè coinvolte nell’inchiesta sono da considerare innocenti, come prevede la nostra Costituzione.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto