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Macron valuta di limitare i social in caso di sommosse

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A una settimana dalla morte di Nahel, il ragazzo di 17 anni ucciso da un agente di polizia a Nanterre, la situazione sembra quasi tornata alla normalità ma il presidente Emmanuel Macron sta riflettendo sulla possibilità di limitare l’uso dei social in caso di nuove sommosse popolari. Intanto, la giustizia indaga sulla morte di un ventisettenne padre di famiglia ucciso nella notte fra sabato e domenica a Marsiglia dal probabile “shock violento a livello del torace” causato da un proiettile di tipo flash-ball in dotazione della Police Nationale. Un dramma che, almeno per ora, non sembra tuttavia riaccendere la rabbia delle banlieue, dopo una nuova notte relativamente tranquilla sotto i cieli della République. Intervistata da radio Rtl, la moglie ha assicurato che la vittima non stava partecipando alle rivolte ma “guardava la gente, faceva fotografie”. “Ho il video che dimostra che mio marito non faceva nulla di male”, ha detto la vedova sotto shock, aggiungendo: “Quando hanno cercato di salvarlo, era già morto”.

La coppia aveva un bambino ed era in attesa di un secondo figlio. Secondo Bfm-tv, l’uomo sarebbe deceduto per arresto cardiaco: dopo essere stato colpito mentre si trovava a bordo del suo scooter, si è accasciato sul manubrio. E’ stato rinvenuto a terra, lungo il Cours Lieutaud, a poche centinaia di metri dal Vieux-Port e dalle strade del centro saccheggiate in quelle stesse ore dai rivoltosi. Ad evocare una “probabile morte causata dallo shock violento al livello del torace dovuto ad un proiettile di tipo flash-ball” è stata la procuratrice di Marsiglia, Dominique Laurens. Nella notte tra martedì e mercoledì comunque la tensione è continuata a scendere e il bilancio è stato di appena 16 fermi, di cui sette a Parigi e in banlieue.

Al termine del consiglio dei ministri all’Eliseo, il portavoce del governo, Olivier Véran, ha fatto sapere che l’esecutivo sta esaminando la possibilità di “sospendere alcune funzionalità” dei social network in caso di nuove rivolte ma ha escluso qualsiasi ipotesi di “black-out generalizzato” delle piattaforme web. “Su alcuni siti – ha detto – c’è, ad esempio, la geolocalizzazione che permette ai giovani di ritrovarsi in un determinato luogo, mostrando come appiccare il fuoco… Sono appelli all’organizzazione dell’odio nello spazio pubblico e in questo contesto abbiamo l’autorità per sospenderlo”, ha spiegato Véran, annunciando inoltre l’adozione di una circolare ad hoc per consentire ai comuni di ricostruire “senza ritardi” gli edifici pubblici distrutti. Dall’inizio delle sommosse sono stati bruciati o danneggiati 1.100 edifici e 270 commissariati e gendarmeria sono stati assaltati. Per quanto riguarda le forze dell’ordine, l’ondata di violenze ha provocato il ferimento di 800 effettivi. Oltre 3.600 i fermati.

Da parte sua, il ministro francese dei Trasporti, Clément Beaune, ha annunciato il ritorno alla normalità della circolazione di bus e tram. Nell’Ile-de-France, la regione parigina che concentra quasi il 20% della popolazione, la compagnia Ratp ha denunciato una quarantina di bus bruciati, con “danni per almeno 20 milioni di euro”. Continuano intanto le polemiche politiche e 90 organizzazioni della sinistra – tra partiti, sindacati e associazioni – hanno indetto per sabato “cortei civici” in tutto il Paese per esprimere “lutto e collera” e denunciare le politiche ritenute “discriminatorie” nelle periferie. Tra le richieste della gauche c’è anche una “profonda riforma della polizia, delle sue tecniche di intervento e dei suoi armamenti”. Da Bruxelles è giunto invece il monito del commissario Ue alla Giustizia, Didier Reynders. Intervistato dalla Rtbf, l’ex ministro belga si è mostra preoccupato per “il livello molto elevato di violenza” in Francia e ha invocato l’avvio di una “riflessione” sulla dottrina francese di mantenimento dell’ordine pubblico.

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Chico Forti lascia il carcere di Miami: presto in Italia?

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Chico Forti, il 65enne trentino condannato all’ergastolo in Florida per l’omicidio di Dale Pike avvenuto il 15 febbraio 1998, ha lasciato il carcere di Miami. Attualmente, è sotto la custodia dell’Agenzia statunitense per l’immigrazione in attesa del trasferimento in Italia.

Secondo una fonte vicina a Forti, il trasferimento potrebbe avvenire entro due o tre settimane. Tuttavia, altre fonti che seguono attentamente il caso suggeriscono maggiore cautela, stimando un’attesa media di 4-5 mesi per la consegna. Questo periodo di attesa è tipico dopo la sentenza italiana di riconoscimento di quella straniera, un processo di conversione recentemente deciso dalla corte d’Appello di Trento.

La comunità italiana segue con grande interesse e trepidazione gli sviluppi del caso Forti, sperando che il ritorno in patria possa avvenire nel più breve tempo possibile.

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Fico operato: è vigile e in condizioni stabili

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Il premier slovacco Robert Fico è “vigile” ed “in condizioni stabili” dopo l’operazione subita per gli spari che lo hanno colpito nel pomeriggio. Lo riferisce la tv slovacca TA3 che parla di “intervento riuscito”.

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Il premier Robert Fico colpito da più proiettili in un attentato è in fin di vita

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Un responsabile del partito Smer del premier slovacco Robert Fico ha confermato al Guardian che il primo ministro è stato colpito da più proiettili  all’addome ed è ora sottoposto ad un intervento chirurgico. Quali siano le sue condizioni cliniche è difficile da dire. C’è molta confusione ancora su dinamica e su identità dell’uomo arrestato.

In un aggiornamento postato sulla pagina Facebook del premier slovacco Robert Fico e rilanciato dai media slovacchi, c’è scritto che “Fico è stato vittima di un attentato. Gli hanno sparato più volte ed è attualmente in pericolo di vita. E’ stato trasportato in elicottero a Banská Bystrica, perché il trasporto a Bratislava richiederebbe troppo tempo a causa della necessità di un intervento urgente. A decidere saranno le prossime ore”.

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