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Meloni frena sul Mes e dice sì a Santanchè in Parlamento

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Giorgia Meloni, dopo giorni di polemiche e indiscrezioni, interviene con nettezza sulla delicata questione della ratifica del Mes: “è un errore portarlo ora in Aula. Chi chiede la decisione subito non aiuta l’Italia”. La presidente del Consiglio dà quindi un indirizzo chiaro al dibattito italiano sul meccanismo “salva stati”, anche alla luce della forte spaccatura nella maggioranza sull’argomento. Si attendono ora le indicazioni della conferenza dei capigruppo di metà settimana per certificare se la posizione politica dell’esecutivo per un rinvio delle decisioni in materia alla ripresa dei lavori a settembre, dopo la pausa estiva, sarà formalmente presa in considerazione. Si dovrà decidere di far slittare l’ordine del giorno che prevede l’esame del Mes in Aula alla Camera venerdì 30 giugno.

Un problema pesante per Esecutivo e maggioranza, insieme alla vicenda che vede coinvolta la ministra del Turismo Daniela Santanchè. Anche su questo fronte, dopo qualche giorno di esitazione e tante polemiche, Meloni scende in campo senza giri di parole riconoscendo l’importanza politica di un chiarimento e garantendo, in assoluta tranquillità, che la sua compagna di partito farà tutto quello che sarà necessario, compreso l’intervento davanti al Parlamento per dare tutte le spiegazioni sulla gestione delle sue aziende.

La premier, parlando dal forum sui migranti che si è tenuto in Austria, decide di entrare nel dettaglio sul tema del meccanismo europeo partendo da un presupposto: “il Parlamento aveva votato una mozione nella quale chiedeva al governo di non ratificare il Mes, a maggior ragione in attesa delle decisioni che riguardano il quadro complessivo della governance, vuol dire legge di stabilità, unione bancaria, garanzie dei depositi”.

Per questo – prosegue nel ragionamento – chi oggi chiede di prendere la decisione in questo momento non sta facendo un favore all’Italia. Per cui io, indipendentemente dal merito, spero che chi l’ha calendarizzata voglia riconsiderare questa decisione”. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, aggancia la discussione partendo dalla considerazione che questo strumento è ormai tecnicamente superato.”E’ obsoleto oggi, andava bene tre anni fa. Sul regolamento siamo sempre stati contrari e abbiamo sempre contestato la mancanza di controlli. La nostra è non una critica sovranista ma una critica europeista”.

Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, al convegno di Rapallo invece ha chiesto che il Mes possa essere utilizzato come “elemento di politica industriale”. “Non siamo né pro né contro, ma chiediamo di utilizzare quelle risorse finanziarie a favore della crescita del Paese, non solo economica, ma anche sociale agganciandolo alla transizione”. Un ragionamento su cui concorda, sia pure da una diversa angolazione, il segretario della Cgil Maurizio Landini: “se ci sono risorse che l’Europa mette a disposizione per fare investimenti, vanno utilizzate tutte perché ne abbiamo bisogno.

Quindi io certe discussioni non le capisco proprio”. Ma su questo tema come sulla questione Santanchè la polemica politica non si spegne. “Chiediamo chiarezza e dimissioni. Anche forze di maggioranza hanno chiesto alla ministra di riferire in Aula perché ministri di Italia e di Europa si sono dimessi per fatti molto meno gravi di quelli che si stanno profilando”, dice Elly Schlein. Santanchè, da un convegno a Capri, risponde alla segretaria dem e a tutti coloro che le chiedono di riferire in Parlamento spiegando di essere fiera di parlare in Aula se le sarà chiesto. Una frase in sintonia con le parole di Giorgia Meloni: “Penso non ci sia nessun problema a riferire, è una richiesta legittima. Sono contenta che la ministra Santanchè abbia dato la sua disponibilità, l’ho vista tranquilla in queste ore come sono tranquilla io”.

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Salis: trovino modo di far votare Ilaria e chi è come lei

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“Invece di attaccare un privato cittadino con accuse strumentali, sarebbe il caso che si mettessero d’accordo le due istituzioni europee”: Roberto Salis ha commentato in questo modo le parole del ministro degli Esteri Antonio Tajani e soprattutto del portavoce del governo ungherese Zoltan Kovacs sulla sua denuncia, secondo cui Ilaria, in carcere a Budapest da 15 mesi ed ora candidata per Avs alle europee, non potrà votare. “Mi aspetto che trovino il modo per garantire l’esercizio di diritti fondamentali dei cittadini europei”, ha aggiunto, e non solo per Ilaria ma “per tutti quelli nella stessa situazione”.

– L’impossibilità di votare “non so da chi dipenda, se dall’Italia o dall’Ungheria, ma di fatto mia figlia non può votare” ha spiegato Roberto Salis, quindi “mi aspetto che trovino il modo di far esercitare un diritto fondamentale di una cittadina europea”. “Non si tratta di Ilaria – ha sottolineato – ma di garantire il diritto a qualsiasi cittadino nelle condizioni di Ilaria Salis. Non è una concessione che il ministro fa a Ilaria, ma è garantire il rispetto dei diritti civili”.

La Direzione del Servizio penitenziario ungherese respinge categoricamente le recenti affermazioni di Roberto Salis, secondo cui a sua figlia Ilaria sarebbe stato negato il diritto di voto alle europee, sostenendo che tali affermazioni “non solo sono infondate ma travisano i fatti”. Lo scrive il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs. “La legge stabilisce che ai detenuti sia data l’opportunità di votare e gli istituti penitenziari sono tenuti a facilitare questo fondamentale diritto democratico”, aggiunge invitando il padre ad astenersi “da fake news volte a diffamare le carceri ungheresi e i professionisti che vi lavorano”. (

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Cronache

Inchiesta clinica Messina, ai 9 indagati sequestrati 11 milioni

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Nell’inchiesta sulla clinica NeMo Sud e il Policlinico di Messina sono indagati, a vario titolo per peculato e corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, Alberto Fontana, 52 anni, ex presidente della fondazione Aurora onlus (che gestiva il centro clinico Nemo Sud a Messina), Giuseppe Laganga Senzio, 47 anni, ex direttore amministrativo del Policlinico messinese, Mario Giovanni Melazzini, 65 anni, anche lui ex presidente della fondazione Aurora onlus, Giuseppe Pecoraro, 75 anni, commissario straordinario del Policlinico, Paolina Reitano, 64 anni, ex direttrice sanitaria del Policlinico, Marco Restuccia, 60 anni, direttore generale del Policlinico, Giuseppe Vita, 72 anni, medico dirigente dell’unità operativa di Neurologia del Policlinico, l’attuale assessore regionale alla Sanità Giovanna Volo, 68 anni, ex direttore sanitario dell’ospedale universitario, Michele Vullo, 68 anni, ex direttore amministrativo del Policlinico. Giuseppe Vita, Mario Giovanni Melazzini, Alberto Fontana, Giuseppe Laganga Senzio hanno la misura cautelare del divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare impresa in ambito sanitario.

Per tutti e nove gli indagati ciascuno pro quota, è stato disposto il sequestro preventivo di denaro, beni mobili e immobili, per l’importo complessivo di 11 milioni di euro, pari ai fondi pubblici distratti. L’ordinanza delle misure cautelari è stata firmata dal gip Claudia Misale.

Tutti gli indagati sono da considerare innocenti fino al terzo grado di giudizio.

 

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Ambiente

Legambiente Campania, il dossier “green jobs”

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‘A fronte di una disoccupazione giovanile, nel 2023, pari al 27,9%, con oltre un milione e 210 mila giovani Neet nel Mezzogiorno di cui 402 mila in Campania, pari al 33,2% del totale e con dati drammatici sul fronte dell’emigrazione giovanile come rileva Istat dove tra il 2002 e il 2022 sono ‘spariti’ quasi 360 mila giovani, dati positivi si registrano sul fronte dell’occupazione green dove in Campania sono oltre 44 mila le aziende che nel quinquennio 2018-2022 hanno deciso di investire in tecnologie e prodotti green collocandosi al terzo posto in Italia, dopo Lombardia e Veneto.

La Campania si contraddistingue come tra le regioni più dinamiche, con 143.790 nuovi contratti green jobs attesi nel 2022 (in crescita del 13,5% rispetto al 2021) confermandosi la prima Regione del Mezzogiorno’. Sono questi alcuni dati contenuti nel dossier ‘Green Jobs’ di Legambiente, nell’ambito del progetto Green Energy Revolution, con l’obiettivo di ‘promuovere e diffondere le nuove competenze green; evidenziare le opportunità e le possibili ricadute occupazionali, economiche e sociali legate ai processi di innovazione ambientale; supportare i percorsi di orientamento scolastico, universitario e lavorativo verso i lavori green; fornire strumenti ad attori pubblici e privati al fine di migliorare i sistemi formativi pubblici e potenziare i percorsi di educazione non formale’.

Secondo i dati Istat, si legge nel dossier di Legambiente Campania, la disoccupazione in Campania nel 2023 si assesta al 17,8%, in aumento dello 0,4% rispetto all’anno precedente e superiore di 10,1% rispetto alla media nazionale (7,8%) e del 3,5% rispetto alla media del Mezzogiorno. ‘La situazione di fragilità del contesto campano- evidenziano gli ambientalisti – si aggrava se facciamo riferimento ai dati relativi alla disoccupazione giovanile, nello stesso periodo di riferimento (2023), pari al 27,9% (dato generale), mentre si assesta al 31,7% la disoccupazione giovanile femminile. Nel 2023 i giovani Neet nel Mezzogiorno sono 1 milione e 210 mila, di cui 402 mila in Campania, pari al 33,2% del totale’.

Nonostante i dati negativi, prosegue il dossier, ‘che ci restituiscono un quadro generale preoccupante caratterizzato da disoccupazione, giovani inattivi, intensi processi di emigrazione soprattutto giovanile, la Campania, così come il Mezzogiorno, rappresenta un luogo nel quale possono essere sviluppate politiche industriali e occupazionali capaci di cambiare il segno nella prospettiva della realizzazione di una giusta transizione ecologica.

Infatti, secondo i dati del Rapporto GreenItaly di Fondazione Symbola, la Campania si colloca al terzo posto nelle graduatorie regionali per numero di imprese che hanno effettuato eco-investimenti nel periodo 2018-2022 in prodotti e tecnologie green, con 44.530 imprese in termini assoluti, delle quali 22.980 (il 51,6%) sono localizzate nell’area metropolitana di Napoli (al terzo posto nelle graduatorie provinciali). Sono in totale 143.790 le assunzioni green jobs in Campania nel 2022, la regione si conferma al quinto posto nella graduatoria regionale redatta da Symbola e Unioncamere, con un incremento +17.000 attivazioni rispetto all’anno precedente di rilevazione.

Rispetto alle graduatorie relative alle città metropolitane e alle province, troviamo tre province campane nelle prime 20 posizioni: Napoli, Salerno (15ma con 29.410 contratti) e Caserta (20ma con 23.020 contratti attivati). Nell’area metropolitana di Napoli nel 2022 sono stati attivati 75.680 contratti green jobs, +8.720 rispetto al 2021’. ‘I green jobs – commenta Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania – rappresentano una risposta concreta al fragile mercato del lavoro regionale offrendo nuove occasioni occupazionali, in particolare per l’ampia fascia di popolazione giovanile, e rendendo tangibile la realizzazione di una giusta transizione ecologica. Ampliare le opportunità di lavoro attraverso lo sviluppo sostenibile significa ridurre le disuguaglianze sociali, contrastare la povertà in tutte le sue declinazioni, combattere contro le forme di lavoro illegale e sommerso. In altre parole, la promozione e la diffusione dei green jobs contribuiscono ad ampliare le possibilità occupazionali dei territori, creando nuove occasioni di sviluppo più equo, sostenibile e democratico’.

Nel Dossier è presente anche un focus sul tema dell’occupazione nel settore energetico in Campania con un questionario sottoposto a dieci aziende del settore energetico. Il campione individuato, spiega Legambiente, è variegato in quanto è composto da piccole, medie e grandi aziende.

‘Le dieci aziende individuate occupano un numero complessivo di 1.183 addetti in Italia, di questi il 38,5% – 455 lavoratori – è occupato a vario titolo in Campania. Sette imprese su dieci che hanno risposto al questionario hanno adottato politiche per le pari opportunità al fine di rispondere all’urgente bisogno di occupazione femminile nel settore; infatti, dalle interviste emerge che solo il 12,5% delle addette in Campaniaè rappresentato da donne.

Il 90% degli intervistati risponde che la figura più ricercata è quella dell’ingegnere, segue al secondo posto il ruolo di operaio specializzato con il 70% delle preferenze; diversamente dalla domanda precedente nella quale si faceva riferimento alla progettazione tecnica; segue il permitting manager – figura professionale che si occupa di richiedere agli enti preposti le autorizzazioni necessarie per costruire impianti a energia rinnovabile – con un 40% di preferenze’.

‘La transizione energetica – ancora Imparato – è una sfida che stiamo giocando apertamente per restituire dignità al lavoro e al Mezzogiorno, il cuore della rivoluzione energetica che serve al Paese diventa l’opportunità di riscatto. Per essere pronti alle richieste del mondo del lavoro necessarie alla transizione è fondamentale attrezzarsi per non perdere questa grande opportunità è necessario mettere in atto il ‘Green Deal dei Saperi e del Lavoro’ nella nostra regione per sostenere nuove politiche formative e occupazionali e combattere le diseguaglianze’.

Le proposte di Legambiente Campania, che sono state presentate nell’ambito del seminario ‘Green Jobs: saperi sostenibili per lavori innovativi’ promosso da Legambiente Campania nel corso di Orientalife organizzato dall’Ufficio Scolastico Regionale della Campania, Sviluppo Lavoro Italia e Regione Campania – alla presenza di Ettore Acerra, direttore Ufficio Scolastico Regionale, Valeria Pirone, dirigente Scolastica ITT Marie Curie di Napoli, Rossella De Luca, dirigente Scolastica Liceo Scientifico B. Rescigno di Roccapiemonte, Lucia Fortini, assessora all’Istruzione Regione Campania – sono: Educazione Ambientale ed Energetica. Rafforzare, implementare, e sperimentare percorsi di educazione ambientale ed energetica; utilizzare metodologie e approcci di educazione non formale per aumentare la consapevolezza delle comunità educanti sostenibili e solidali.

Ridisegnare i percorsi di orientamento scolastico e professionale, con un focus sulla prevenzione della dispersione; progettare e sperimentare nuovi percorsi di orientamento scolastico e ripensare il Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO). Potenziare i servizi per l’impiego e le politiche attive per il lavoro, per favorire la giusta transizione ecologica; rafforzamento delle competenze green degli operatori dei Centri per l’Impiego, e maggiore coordinazione tra i servizi.

E ancora: Ripensare la formazione professionale attraverso una specifica programmazione dello sviluppo di competenze in ambito ambientale, in particolare nel settore energetico, implementare il catalogo regionale della formazione professionale, promuovendo sperimentazioni specificamente attraverso gli ITS e gli IFTS. Elaborare politiche industriali e per lo sviluppo sostenibile, che favoriscano la riconversione industriale; potenziare le filiere produttive energetiche e green.

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