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Guerra Ucraina

Guerra in Ucraina, l’Africa prova a mediare tra Zelensky e Putin

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Il presidente congolese Denis Sassou Nguesso ha affermato che l’Africa non può “rimanere in silenzio” di fronte al conflitto in Ucraina, pochi giorni prima della mediazione di diversi capi di Stato del continente a Kiev e a Mosca. “Di fronte a una tale tragedia l’Africa non può restare muta o indifferente”, ha dichiarato Sassou Nguesso durante una conferenza stampa a margine di una visita di Stato ad Abidjan, in Costa d’Avorio. Sassou Nguesso fa parte di una missione di diversi presidenti africani che venerdì e sabato si recheranno a Kiev e a Mosca, dove incontreranno i presidenti Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin.

Secondo una fonte diplomatica congolese, oltre che da Sassou Nguesso la delegazione sarà composta da Cyril Ramaphosa (Sud Africa), Macky Sall (Senegal), Yoweri Museveni (Uganda), Hakainde Hichilema (Zambia), Abdel Fattah al-Sissi (Egitto) e Azali Assoumani (Comore, e attuale presidente dell’Unione Africana). Porteranno “un messaggio di pace o almeno di pacificazione” per “far comprendere ai belligeranti le sofferenze causate da questa guerra ai popoli deboli del mondo e in particolare ai popoli dell’Africa”, ha dichiarato il presidente congolese.

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Esteri

Kiev annuncia l’arrivo dei ‘primi istruttori francesi’

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I primi militari francesi metteranno ufficialmente piede in Ucraina in tempi brevi. Ad annunciarlo è stato il capo delle forze armate di Kiev, Alexander Syrsky, che ha reso noto un accordo con Parigi per l’invio di “istruttori”. Ma è inevitabile che, dopo gli scenari per uno schieramento di truppe occidentali più volte evocato dal presidente Emmanuel Macron, la notizia alimenti i timori di uno scontro diretto tra la Nato e Mosca, accompagnandosi all’invito insistentemente rivolto dal segretario generale Jens Stoltenberg ai Paesi membri di dare il via libera all’Ucraina per colpire il territorio russo con i missili da loro forniti. Sono “già stati firmati i documenti che consentiranno presto ai primi istruttori francesi di visitare i nostri centri di formazione e di familiarizzare con le infrastrutture e il personale”, ha scritto su Telegram Syrsky, riferendo di un incontro in video collegamento tra i ministri della Difesa dei due Paesi.

“Difenderemo l’Ucraina quanto a lungo sarà necessario e con l’intensità che sarà necessaria, la pace non può essere la capitolazione di Kiev”, ha affermato Macron, senza fare riferimento all’annuncio ucraino. Mentre una portavoce del ministero della Difesa di Parigi, interrogata, si è mantenuta vaga. L’invio in Ucraina di “istruttori militari è una pista sulla quale continuiamo a lavorare con gli ucraini, in particolare per comprendere le loro esatte necessità”, si è limitata a dire. Parlando a Sofia, invece, Stoltenberg ha ribadito che l’Ucraina ha il diritto di colpire la Russia con missili di Paesi Nato, lamentando che Kiev attualmente “ha le mani legate a causa delle restrizioni all’uso delle armi” fornite dall’Occidente. Quando ancora la notizia dei militari francesi non era stata resa nota, e quindi riferendosi solo alle parole di Stoltenberg, il Cremlino aveva accusato la Nato di essere caduta in “uno stato di estasi militare”, essendo ormai “coinvolta direttamente” nel conflitto e intenta ad “innalzare il livello dell’escalation”. Ma le parole del segretario generale hanno provocato reazioni opposte all’interno della stessa Unione europea.

La Lituania, tra i convinti sostenitori della linea più dura verso Mosca, si è dichiarata favorevole all’uso dei missili occidentali contro la Russia, rilanciando l’accusa a Mosca di preparare “sabotaggi e azioni terroristiche in Europa”, come aveva scritto tre settimane fa il Financial Times citando servizi d’intelligence occidentali. Decisamente contraria l’Italia: “Non tocca a Stoltenberg decidere sull’uso delle armi, non è una sua competenza”, ha sottolineato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, assicurando che l’Italia vigilerà perché le armi fornite a Kiev non vengano usate contro il territorio russo. Anche il premier spagnolo Pedro Sanchez, che con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato a Madrid un accordo bilaterale di sicurezza e promesso aiuti militari per 1,1 miliardi di euro, ha detto che non è previsto un uso di tali armi al di fuori dell’Ucraina. Intanto, l’Ungheria del premier Viktro Orban, che tre giorni fa aveva denunciato preparativi per “l’entrata in guerra dell’Europa”, ha posto il veto al 14/o pacchetto di sanzioni della Ue contro la Russia. La Polonia, nel frattempo, ha annunciato restrizioni alla circolazione dei diplomatici russi nel Paese come risposta a quella che ha definito “la guerra ibrida contro l’Europa” di Mosca.

E quest’ultima ha annunciato che risponderà con misure che faranno “molto dispiacere” la dirigenza “russofoba” di Varsavia. Sul campo, il ministero della Difesa di Mosca ha annunciato la conquista di altri due villaggi ucraini: Netaylovo, nella regione di Donetsk, e Ivanovka, in quella di Kharkiv. Ma la Russia continua a subire attacchi di droni ucraini anche in profondità sul suo territorio. Una persona è morta e altre tre sono rimaste ferite a seguito dell’esplosione provocata da un velivolo senza pilota che si è schiantato su una stazione di servizio nella città di Livny, nella regione di Oryol. Mentre fonti dell’intelligence di Kiev citate dai media hanno detto che un altro drone ha percorso ben 1.800 chilometri per andare a colpire una stazione radar di rilevamento di bersagli a lungo raggio nella regione russa di Orenburg. Secondo il capo dell’amministrazione militare della regione di Mykolaiv, nel sud dell’Ucraina, tre persone sono state uccise e sei sono rimaste ferite in un attacco russo ad un autolavaggio.

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Esteri

Kharkiv sotto il fuoco, Kiev attacca le raffinerie russe

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Le forze armate russe anche domenica hanno continuato a martellare la regione di Kharkiv. Nei raid sono morti almeno dieci ucraini, tra cui una donna incinta, con le forze di difesa che hanno denunciato la tattica del doppio attacco, che prevede un primo bombardamento e poi un secondo all’arrivo dei servizi di emergenza. Kiev ha risposto lanciando i suoi droni oltre confine, e prendendo di mira un aeroporto militare ed una raffineria nella regione di Krasnodar. Dall’inizio dell’offensiva sul nord-est ucraino, lo scorso 10 maggio, Mosca ha ottenuto le conquiste territoriali più significative dalla fine del 2022. L’avanzata, secondo Kiev, ora è stata fermata, ma i russi hanno smentito. Nell’ultima giornata di conflitto cinque civili sono stati uccisi alla periferia della seconda città ucraina, hanno riferito le autorità locali.

Aggiungendo che in un secondo raid, avvenuto 20 minuti dopo, ci sono stati sedici feriti, incluso un bambino di otto anni, un poliziotto e un soccorritore. In seguito, altri cinque civili sono morti nel fuoco di lanciarazzi multipli sui villaggi di Novoossynove e Kivsharivka. Sul fronte opposto i russi hanno comunicato di aver abbattuto decine di droni nella notte, la maggior parte dei quali nella regione di Krasnodar, nel sud-ovest del Paese. Secondo gli ucraini invece alcuni importanti bersagli nell’area sono stati colpiti: un aeroporto militare e la raffineria di Kushchevsky, una delle più grandi in questa parte del territorio russo.

L’impianto è stato chiuso per registrare i danni. Gli attacchi alla raffinerie sono una delle scelte strategiche degli ucraini per indebolire l’avversario in un asset cruciale per la propria economia, che tanto conta sull’export di greggio. I blitz di questo tipo sono stati una ventina negli ultimi mesi, e Kiev ha rivendicato di aver provocato danni significativi alla produzione russa. Non a caso gli Stati Uniti hanno più volte esortato l’alleato a non colpire questo tipo di impianti, perchè la preoccupazione di Washington è un’ulteriore escalation del conflitto, che allontani ancora di più una prospettiva di dialogo tra le parti. Un altro fronte battuto dagli ucraini è quello dei raid alla flotta russa nel Mar Nero.

L’ultimo bersaglio centrato è stato una dragamine, che secondo Kiev differiva dai suoi predecessori di era sovietica per le attrezzature più avanzate per la ricerca e la distruzione delle mine. Gli ucraini, pur tra mille difficoltà in termini di mezzi e uomini, continuano quindi a resistere, mentre il comandante delle forze di terra Oleksandr Pavlyuk ha parlato di diecimila soldati persi dal nemico nell’ultima settimana. La difesa strenua del territorio è motivata anche dalla convinzione che Vladimir Putin non abbia nessuna intenzione di fermarsi.

Per questo motivo, Volodymyr Zelensky ha respinto l’idea della tregua olimpica proposta da Emmanuel Macron, affermando che dello zar non ci si può fidare. In queste ore fa discutere, soprattutto tra gli alleati di Kiev, anche un’altra iniziativa del presidente francese, che ha invitato una delegazione russa alle celebrazioni del D-Day, il prossimo 6 giugno in Normandia. La Casa Bianca, interpellata in proposito, è apparsa piuttosto fredda: “Rinviamo al governo francese, che organizza la commemorazione in Normandia. Ma forse questo ricorderà ai russi che un tempo in Ucraina combattevano i veri nazisti, non quelli immaginari”, ha detto un portavoce del presidente Biden.

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Esteri

Zelensky cancella visita a Madrid prevista per venerdì

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha annullato la visita che avrebbe effettuato a Madrid venerdì prossimo, secondo fonti della Casa del Re, dopo che oggi aveva annunciato l’incontro che si sarebbe svolto incontro con Filippo VI e il successivo pranzo al Palazzo Reale. Lo scrive l’agenzia spagnola Efe. Il Palazzo della Zarzuela non ha spiegato i motivi della cancellazione della visita, che sarebbe stata la prima visita bilaterale di Zelensky in Spagna e nella quale avrebbe dovuto incontrare il premier Pedro Sánchez e firmare un accordo sulla sicurezza.

Il viaggio di Zelensky avrebbe incluso il Portogallo, tappa anche questa destinata a saltare stando a Rtp, la televisione pubblica portoghese, che – senza specificare le sue fonti – indica come motivo dell’annullata visita “l’aggravarsi della situazione in Ucraina”, si legge nella homepage della Rtp.

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