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Marco Piovella, l’architetto-capo degli ultras dell’Inter che organizzava agguati ai tifosi avversari rivela: Belardinelli investito lentamente

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A dare il benvenuto con machete, mazze, spranghe e coltelli “c’erano tre gruppi: gli Irriducibili, i Viking e i Boys. Il nostro capo, quello che ha in mano la curva, si chiama ‘il Rosso’. E’ lui che sposta la gente, è lui che decide”.Questa è una delle dichiarazioni rilasciate da Luca Da Ros, uno dei primi tre tifosi arrestati, nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Guido Salvini nei confronti di Marco Piovella, detto il ‘Rosso’. Personaggio sui generis davvero: architetto e imprenditore nella vita normale, ultras e organizzatori di imboscate a tifosi avversari nella seconda vita. Quella che è ora al setaccio degli inquirenti.  “Il ‘Rosso’ – ha spiegato Da Ros – ha detto andiamo e io sono andato. Siamo partiti tutti in macchina, eravamo circa 120 persone”. Grazie a queste dichiarazioni e a qualche primo riscontro, Piovella è in cella.

Daniele Belardinelli, il tifoso ultras morto, ucciso da una auto, pare una Audi, altro personaggio sui generis, papà premuroso e lavoratore che arrivato in curva dell’Inter diventava una belva assetata di sangue, sarebbe stato più che travolto, schiacciato lentamente “da un’auto scura” che gli è passata sopra, “a bassissima velocità”, con “le due ruote della parte destra del mezzo”. Questa è la novità che emerge dalle dichiarazioni rese dal capo ultras Marco Piovella, arrestato oggi, sugli istanti dell’investimento di Belardinelli, morto dopo gli scontri precedenti a Inter-Napoli, il 26 dicembre scorso. La dichiarazione è riportata nell’ordinanza di custodia cautelare che abbiamo potuto visionare dopo che è stata notificata all’arrestato.

“Ricordo di aver visto, sulla via Novara all’altezza di via Fratelli Zoia o qualche metro più avanti rispetto al senso di marcia, Daniele Belardinelli steso a terra, non so se perchè scivolato o caduto accidentalmente – ha messo a verbale Piovella -. Negli stessi istanti ho visto un’autovettura, a bassissima velocità o addirittura quasi ferma, passare sopra il corpo di Daniele, con le ruote anteriore e posteriore destra. Ho avuto anche la sensazione che le ruote slittassero nella circostanza. Non ricordo poi se l’autovettura si allontana immediatamente, lentamente o velocemente. In merito all’autovettura ricordo che era una macchina scura, di dimensioni che mi sono parse normali, ma su questi dettagli non ho certezze perchè la mia attenzione era su Daniele”. Un altro indagato, Flavio Biraghi, giovane ultrà dei Viking che ha reso spontanee dichiarazioni ed è stato denunciato in stato di libertà, ha riferito “di aver assistito all’investimento di un tifoso interista ad opera di una autovettura tipo Suv nero che procedeva ad alta velocita’ in Via Novara”.

La scena dell’investimento non è stata ripresa dalle telecamere della zona, che non inquadravano proprio il punto dell’impatto. Gli investigatori stanno lavorando sulle immagini di auto che immediatamente dopo si allontanano dal punto in questione.

Ad ogni bon conto l’architetto Piovella, trascorrerà in cella Capodanno, poi comparirà mercoledì prossimo davanti al Gip Salvini, per l’interrogatorio di garanzia.  L’ultras, davanti al giudice, dovrà rispondere di lesioni e rissa aggravata per il fatto che dagli scontri è scaturita la morte di Daniele Belardinelli e erano stati feriti a colpi d’arma da taglio quattro supporter del Napoli. Nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere non è contestato l’omicidio.

In relazione all’arresto, la morte di Belardinelli è ritenuta un’aggravante della rissa dal momento che gli scontri hanno avuto come conseguenza, appunto, un morto. “Dagli elementi descritti risultano gravi indizi di colpevolezza anche in capo a Piovella Marco – scrive il gip Salvini nell’ordinanza notificata all’indagato – in ordine ai delitti contestati di rissa aggravata dall’evento lesioni e morte. Lo stesso ha personalmente organizzato l’assalto ai tifosi del Napoli e ha partecipato attivamente allo scontro tra le fazioni svolgendo un ruolo decisivo alla luce del suo ruolo apicale nei gruppi interisti, con assoluta prevedibilità – per le circostanze e modalità del fatto (utilizzo di armi, strada pubblica con traffico intenso, assalto in gruppo numeroso) – del verificarsi degli ulteriori eventi di lesioni e morte per qualcuno dei partecipanti”.

“Quanto avvenuto è espressione tra le più brutali di una ‘sottocultura sportiva di banda’ che richiama piuttosto, per la tecnica usata, uno scontro tra opposte fazioni politiche”. E’ quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Salvini nei confronti di  Pioveva. Nelle ore successive all’interrogatorio dei primi indagati, spiega il gip, è stato acquisito dagli inquirenti un video realizzato da una donna residente in un’abitazione che guarda su via Novara. “Tale documento – si legge nell’ordinanza – rappresenta un vero e proprio film dell’attacco che rende pienamente visibile l’intera azione organizzata che si è svolta in via Novara. Vi è quindi piena conferma che non ci si trova certo di fronte ad un ‘normale’ scontro tra gruppi di tifosi durante una partita. Ci si trova piuttosto – scrive il gip – di fronte ad un’azione di stile militare, preordinata e avvenuta a distanza dallo Stadio Meazza tendendo un agguato ai tifosi della squadra opposta”.

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Ricerca sull’Intelligenza artificiale: il 65 per cento degli studenti italiani la usa per fare i compiti

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L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando ogni settore, compreso quello dell’istruzione. Secondo una ricerca condotta da Tgm Research per conto di NoPlagio su un campione di mille persone, il 71% dei ragazzi dai 16 ai 18 anni usa l’intelligenza artificiale per cercare informazioni il 60% per fare i compiti, il 33% per imparare, il 18% per rispondere ai test, il 21% la usa come assistente personale (per scrivere e mail per esempio), il 13% per scrivere saggi. “Non intendiamo demonizzare l’uso dell’intelligenza artificiale – ha spiegato Chorst Klaus, uno dei fondatori della startup Noplagio.it -, ma promuoverne l’uso consapevole per contrastare l’ignoranza che potrebbe colpire i nostri ragazzi. Gli stessi insegnanti dovrebbero essere i primi ad approfondire la materia per guidare i ragazzi verso un utilizzo corretto dell’intelligenza artificiale. Dalla ricerca emerge chiara la preoccupazione dei ragazzi dell’uso che si può fare dell’IA e la necessità che i governi intervengano nella gestione corretta di questo strumento”.

Rispondendo alla domanda “Hai mai utilizzato ChatGpt o strumenti di intelligenza artificiale simili per completare i compiti”, su coloro che hanno risposto sì all’uso in generale dell’intelligenza artificiale, il 79% dei ragazzi ha risposto che li usa per fare i compiti e scrivere saggi. I sedicenni sono più attivi dei diciottenni con un +3%. Se guardiamo la distribuzione geografica troviamo il 60% dei ragazzi appartiene alle città di Napoli e Torino seguite da Milano con il 56% e Roma con il 53%. I ragazzi sono entusiasti di usare l’intelligenza artificiale tanto che il 68% di loro intende continuare in futuro ad utilizzarla.

I ragazzi sono quelli più propensi a farlo con il 71% contro il 65% delle ragazze. Sicuramente in questo caso i sedicenni sono stati meno propositivi nell’uso futuro dei diciottenni: il 63% contro il 71%. Il 31% delle persone intervistate pensa che l’intelligenza artificiale possa essere uno strumento utile nella vita quotidiana, ma c’è un buon 64% di ragazzi che si dice essere preoccupato dell’uso illimitato che se ne possa fare sia a scuola che a lavoro. Solo il 4% ha paura di questa scoperta. Il sesso femminile spicca il volo su questo aspetto con una percentuale del 70%.

Alla domanda pensi che i contenuti prodotti da ChatGpt possano portare al rischio di opinioni non inclusive e prevenute. Il 48% pensa che l’utente potrebbe raggirare questo rischio. Il 32% risponde positivamente dichiarando che i contenuti prodotti dagli algoritmi seguono un pregiudizio rispetto ai contenuti mainstream su Internet. Il 19% ammette di non saperlo. Il 54% risponde che l’utente dovrebbe fare attenzione e non fare affidamento sui contenuti prodotti da ChatGpt. Il 25% ammette l’affidabilità dello strumento.

Il 18% indica una risposta netta, che non bisognerebbe mai fidarsi. Il 57% dei ragazzi ha risposto di non credere che l’intelligenza artificiale possa arrivare a imporre i suoi algoritmi influenzando l’opinione pubblica, contro il 21% che crede spaventosamente reale questo rischio, seguito da un altro 20% convinto che si possa evitare di essere soggiogati, se i governi intervengono con delle apposite politiche di controllo e restrizioni.

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale da parte dei ragazzi per compiti scolastici e la scrittura di saggi è molto diffuso in Germania, Spagna e Italia. Nonostante ci siano leggere variazioni tra i tre paesi, con il 63% dei ragazzi in Germania, l’70% in Spagna e il 65% in Italia che utilizzano l’intelligenza artificiale per questi scopi, si può notare una tendenza comune verso l’adozione di questa tecnologia nell’ambito dell’istruzione. In particolare, la Spagna si distingue per avere la percentuale più alta di utilizzo dell’intelligenza artificiale in questi contesti rispetto agli altri due paesi.

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Marito violento arrestato, episodio da film horror nella vita reale

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Un episodio di violenza familiare degenerato in azioni da thriller si è consumato a nord di Napoli, a Calvizzano, dove un uomo di 49 anni ha seminato il panico armato di coltello, in una notte che ha terrorizzato i residenti.

Tutto ha inizio in un appartamento a Calvizzano, dove, durante una violenta lite, l’uomo aggredisce la moglie di 50 anni. La donna, riuscita a fuggire, si rifugia nell’appartamento dei cognati a Giugliano in Campania, pensando di essere al sicuro. Ma il marito, non contento, inizia a inviarle minacce di morte tramite smartphone.

In preda alla rabbia, l’uomo esce di casa armato di un coltello da cucina e, giunto a Villaricca, aggredisce un giovane di 17 anni fermo con il suo scooter, rubando il veicolo per proseguire la sua folle corsa verso la moglie. Arrivato sotto la sua abitazione, tenta di entrare, ma le porte chiuse non fermano la sua furia. Scardina le persiane di un appartamento al primo piano, spaventando una donna di 82 anni.

Fortunatamente, l’intervento tempestivo dei carabinieri, chiamati al 112, mette fine all’incubo: gli agenti della sezione radiomobile di Giugliano e della tenenza di Sant’Antimo arrivano e disarmano l’uomo prima che possa fare ulteriori danni o vittime. L’individuo è stato arrestato e portato in carcere, dove dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia, rapina e violazione di domicilio.

L’episodio solleva nuovamente questioni urgenti sulla sicurezza e la violenza domestica, evidenziando la necessità di risposte rapide e decise da parte delle forze dell’ordine e della comunità per proteggere le vittime di tali aggressioni. Nel frattempo, il coltello utilizzato è stato sequestrato e lo scooter è stato restituito al legittimo proprietario.

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Ora è vero, Chico Forti è tornato in Italia dopo anni di detenzione in Florida

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Chico Forti, il 65enne originario del Trentino, è stato rilasciato da un carcere della Florida e atterra oggi in Italia. Forti, che ha trascorso un lungo periodo in detenzione negli Stati Uniti, arriverà in tarda mattinata all’aeroporto militare di Pratica di Mare e sarà trasferito al carcere di Verona per completare le procedure necessarie.

La famiglia e gli amici di Forti hanno scelto di non commentare il suo rientro, ma esprimono la speranza che “questa vicenda, che dura da 25 anni, si possa velocemente concludere”. Hanno inoltre riconosciuto che l’intervento recente del governo Meloni ha accelerato l’iter del rientro.

Il trasferimento di Forti in Italia rappresenta il completamento delle procedure giudiziarie avviate negli USA, come sottolineato dall’avvocato Carlo Delle Vedove, che ha seguito da vicino il caso. “Il ritorno di Chico è una buona notizia,” ha dichiarato Delle Vedove, aggiungendo che Forti era “un po’ ansioso” durante la loro ultima comunicazione.

Il piano originale prevedeva il trasferimento di Forti al carcere di Montorio a Verona, ma la presenza del Papa, atteso per una visita già annunciata, potrebbe modificare temporaneamente questi piani. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha elogiato l’operato silenzioso e efficace del governo e della diplomazia italiana nel gestire il caso, sottolineando che “quando si lavora in silenzio, senza fare polemiche, si ottengono risultati”.

Tajani ha anche enfatizzato che il rientro di Forti è una “scelta giusta” che tutela l’interesse di un cittadino italiano, noto per essere stato un detenuto modello negli Stati Uniti, e che ora potrà continuare a dimostrarlo anche in Italia.

Mentre Forti ritorna in patria, il paese attende ulteriori sviluppi sulla sua situazione e sulle eventuali modifiche alla sua detenzione a causa della visita papale a Verona.

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