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Non solo la festa, Napoli preme per il rinvio gara della partita con la Salernitana

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Una spinta forte e unitaria, che vede insieme le forze dell’ordine, il Comune di Napoli e il club azzurro per spostare Napoli-Salernitana da sabato 29 aprile a domenica 30 aprile, per celebrare nella stessa giornata la possibile festa scudetto della città. E’ questo che emerge dal tavolo che si è tenuto stamattina alla Prefettura di Napoli, dopo un week end che ha accorciato moltissimo la corsa del Napoli verso la certezza aritmetica dello scudetto: la vittoria in casa della Juventus e il ko della Lazio contro il Torino ha infatti reso possibile la chiusura del campionato già nel prossimo week end se il Napoli batterà la Salernitana e la Lazio non riuscirà a vincere a San Siro con l’Inter.

Un doppio risultato possibile che porta a una doppia festa con il calendario attuale, visto che Osimhen e compagni giocheranno sabato alle 15 e la Lazio domenica alle 12.30. Il delirio di diecimila tifosi che hanno aspettato fino a tarda notte l’aereo del Napoli all’aeroporto di Capodichino ha aumentato la tensione delle istituzioni per una città che è decorata già da due mesi e ha voglia di esplodere, di invadere le strade, di sparare fuochi d’artificio e di sventolare bandiere. Un primo punto sul percorso arriva dal sindaco Gaetano Manfredi. “Stiamo valutando: ci sono due proposte sul tavolo della discussione – spiega – ma ovviamente non dipendono solo dal Comune perché l’eventuale spostamento della partita del Napoli, da sabato pomeriggio a domenica, dipende dalla Lega”.

L’ipotesi più forte di richiesta alla Lega è di spostare il match azzurro a domenica, in contemporanea con la Lazio oppure alle 15, per portare l’eventuale inizio della festa dalle 17 in poi. Una richiesta non facile visto l’incastro del calendario che la Lega effettua in coordinamento con le tv che hanno i diritti del campionato di serie A ma che da Napoli porta a una posizione nazionale visto il previsto contatto del prefetto Claudio Palomba con il ministro degli Interni Matteo Piantedosi sul tema. “E’ la Lega – sottolinea infatti anche il Prefetto di Napoli – che determina eventuali spostamenti di partite o meno. Dobbiamo valutare: c’è una concomitanza anche di eventi su Napoli nel fine settimana, sono necessarie valutazioni di tipo sportivo e di ordine pubblico. Sullo spostamento della partita del Napoli non ravvediamo rischi specifici. Il problema è organizzare al meglio questa possibile festa per sabato o domenica. Sotto certi aspetti io immagino che, conoscendo Napoli, avremo 48 ore di festa. Noi faremo tutte le valutazioni del caso e le porremo a chi alla fine dovrà decidere”. Alla riunione in Prefettura ha partecipato anche in collegamento il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis che si è detto d’accordo sullo slittamento del match a domenica.

Poi ci sarà la festa ufficiale del 4 giugno con la Coppa alzata dal capitano del Napoli Di Lorenzo allo stadio Maradona. Manfredi ha ribadito che si sta lavorando per una festa prima dentro lo stadio e poi in quattro piazze della città: Plebiscito, piazza Mercato, una piazza a Bagnoli e Scampia a cui si aggiungeranno anche alcune piazze in comuni della Provincia. “E’ molto importante – ha proseguito il sindaco – che sia una grande festa distribuita e che non ci siano concentrazioni eccessive. Per l’accesso alle piazze non ci saranno biglietti, ma potranno esserci dei limiti alla capienza per motivi di sicurezza. Questa è una valutazione che fa la Questura”. Intanto la Napoli invasa dai turisti si prepara anche al loro coinvolgimento visto che tutti gli alberghi e i B&B sono pieni per il prossimo week end.

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A Bocca della Selva l’urlo di Paret, Pogacar resta rosa

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Sembra quasi non credere a quello che gli sta succedendo, Valentin Paret-Peintre, mentre taglia da solo il traguardo ai 1400 metri di Bocca della Selva. Tra le montagne del Sannio note per il ritrovamento di Ciro, il fossile di cucciolo di dinosauro di 113 milioni di anni fa, il 23enne francese coglie il suo primo successo da professionista staccando il connazionale Bardet di 30 secondi e lo sloveno Tratnik, terzo a un minuto dopo aver coltivato sogni di gloria, in fuga solitaria per quasi 30 chilometri prima di essere ripreso da Paret a meno di tre dall’arrivo.

A oltre tre minuti il gruppo della maglia rosa, con lo sloveno Tadej Pogacar che resta padrone della corsa. Immutata la classifica generale, almeno nelle prime posizioni. Tiberi, sesto, è il primo degli italiani. La prima vittoria importante del più giovane dei fratelli Paret Peintre ha il volto dell’incredulità: Valentin scuote la testa, fa no con le dita, poi si batte i pugni sul capo fino a sfogare la gioia con un urlo liberatorio. L’anno scorso era toccato al fratello maggiore Aurelien vincere una tappa al Giro. “Vorrà dire che verremo tutti gli anni al Giro -scherza a fine gara il francese -. E pensare che alla partenza non mi sentivo bene. E invece con la salita le gambe hanno cominciato a girare. Non avevo mai vinto in una grande corsa, è una gioia immensa”. Lucida fino alla fine la condotta di gara della maglia rosa: “Abbiamo lasciato andare la fuga – dirà lo sloveno – e tenuto il nostro passo. Giusto essere pazienti, il Giro è lungo ventuno giorni. La gara di oggi è di buon auspicio per le prossime montagne”.

Dopo l’arrivo sul lungomare di Napoli e la giornata di pausa, doveva essere una tappa frastagliata, la Pompei-Cusano Mutri, 142 km in buona parte pianeggianti ma con l’arrivo ai 1400 metri della Bocca della Selva dopo una salita lunga 18 km. E così è stato. Il gruppo alla partenza saluta Olav Kooij, vincitore della tappa di Napoli domenica, che abbandona per febbre. L’andazzo della corsa è fedele alle aspettative sin dalle prime battute. A provare per primi la fuga sono Hermans e Clark raggiunti presto da De Marchi: i tre accumulano oltre un minuto di vantaggio sul gruppo. A circa 80 km dall’arrivo restano De Marchi e Clarke con 1’20” di vantaggio.

Le distanze si annullano quando comincia la salita che porta a Camposauro. In venticinque, staccatisi dal gruppone, raggiungono i due per formare una nuova fuga a ventisette: mancano 45 km al traguardo. Del gruppo al comando i corridori dalla classifica migliore sono Zana 13/mo a 7’12″e Bardet 14/mo a 7’51”. Con loro c’è anche Paret, che vincerà la tappa, e che in classifica sconta 26 minuti dalla maglia rosa. Troppi perché Pogacar debba preoccuparsi. Il vantaggio sul gruppo arriva a toccare i 5 minuti a circa 40 km dall’arrivo. Dal gruppo di testa si stacca lo sloveno Tratnik: su di lui si lanciano i francesi Paret e Bardet e gli italiani Frigo e Bagioli. Tratnik accumula fino a un minuto di vantaggio sulla salita che conduce a Bocca della Selva, ma il vantaggio si riduce man mano che si avvicina al traguardo.

A meno di tre chilometri dall’arrivo l’epilogo, con Paret che rientra sullo sloveno e lo stacca per chiudere, confuso e felice, braccia alzate al cielo. Domani l’undicesima tappa: da Foiano di Val Fortore a Francavilla al Mare, sorride ai velocisti. Il Giro, intanto, perde la Cima Coppi sullo Stelvio. Le recenti nevicate, e l’aumento delle temperature, hanno fatto crescere il rischio di slavine. Motivo per cui l’organizzazione ha deciso di modificare il percorso della 16/a tappa, Livigno-Santa Cristina Val Gardena. La Cima Coppi viene spostata sul Giogo di Santa Maria a quota 2489 metri.

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Internazionali: Zverev batte Borges, va ai quarti contro Fritz

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Il tedesco Alexander Zverev e il cileno Nicolas Jarry si sono qualificati ai quarti di finale degli Internazionali di Roma. Il n.5 al mondo si è imposto in due set (6-2, 7-5) sul portoghese Nuno Borges e al prossimo turno se la vedrà con lo statunitense Taylor Fritz. Il sudamericano ha battuto per 7-5, 6-3 il francese Alexandre Muller e affronterà il greco Stefanos Tsitsipas o l’australiano Alex De Minaur.

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Cessione Monza, sfuma la trattativa Fininvest-Orienta

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Nessun passaggio di quote tra Ac Monza e Orienta Capital Partner, il fondo che fa capo ad Augusto Balestra e che nelle scorse settimane era indicato come prossimo socio di maggioranza del club. Un’operazione che, nelle stesse previsioni di Orienta delle scorse settimane, avrebbe dovuto concludersi nel mese di maggio, comunque prima della fine del campionato in corso. Nelle scorse ore la fase di interlocuzione si è interrotta, seppur senza alcuno strappo, dopo che il discorso si era arenato su posizioni differenti in termini di ripartizione della partecipazione ma anche di visione per il club. Per il Monza, di fatto, poco cambia: nel senso che alla finestra era, in attesa di nuovi partner pronti ad entrare nel capitale del club, e alla finestra resta. Il club brianzolo, dopo la matematica certezza della salvezza nel suo secondo anno consecutivo di Serie A, vivrà nella prossima stagione il terzo campionato nella massima serie.

Dopo il rinnovo nei giorni scorsi del consiglio di amministrazione, con scadenza all’approvazione del bilancio 2024, la società biancorossa prosegue così nel solco di Fininvest e di Adriano Galliani, vicepresidente vicario e amministratore delegato del club. Chiamato, innanzitutto, a decidere la guida tecnica per la prossima stagione: sul piatto anche la possibilità di proseguire con l’attuale allenatore, Raffaele Palladino, in scadenza di contratto a giugno. Nei mesi scorsi erano stati accostati al club della famiglia Berlusconi anche grandi attori internazionali: i nomi emersi erano stati quelli di Red Bull (già proprietario di club come il Lipsia e il Salisburgo, ma anche associabile alla Formula 1 che ha in Monza un circuito di riferimento), poi dell’armatore greco Evangelos Marinakis, azionista di maggioranza dell’Olympiakos e del Nottingham Forest, e dei fondi arabi.

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