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Cronache

Qatargate, Andrea Cozzolino arrestato in una clinica a Napoli

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Il calendario conta otto giorni senza immunità parlamentare: tanti sono bastati per far finire Andrea Cozzolino e Marc Tarabella a pieno titolo nella rete giudiziaria del Qatargate. Con un blitz partito dal Belgio all’alba di venerdì mattina, la polizia federale ha prima preso in custodia l’eurodeputato belga per poi mettersi sulle tracce del collega italiano, senza però trovarlo nella sua abitazione di Bruxelles. Un buco nell’acqua che ha fatto passare il testimone alla Guardia di Finanza di Napoli: giunti alla residenza partenopea dell’eurodeputato dem i finanzieri però non lo hanno trovato neanche lì. Cozzolino era ricoverato in una clinica napoletana e appena è stato dimesso gli è stato notificato il provvedimento con tanto di mandato di arresto europeo ed è stato condotto nel carcere di Poggioreale.

Chiare le accuse: l’eurodeputato – per lungo tempo presidente della delegazione per le relazioni con i paesi del Maghreb e le commissioni parlamentari miste Ue-Marocco dell’Eurocamera -, avrebbe ricevuto “direttamente” fondi e regali da Abderrahim Atmoun, l’ambasciatore del Marocco in Polonia, in cambio di una politica favore da dettare al Parlamento europeo. La duplice operazione – da tempo pronosticata – getta nuove ombre sulla posizione dei due ex compagni di partito socialisti, sospettati di essere coinvolti nello scandalo euro-marocchino-qatariota sotto il peso delle rivelazioni del deus ex-machina, il pentito Pier Antonio Panzeri, e dell’assistente Francesco Giorgi. Accuse già finite sui verbali a più riprese e sintetizzabili per il belga nell’accusa di aver contribuito alla trama di corruzione facendosi versare bonifici a rate tra i 120mila e i 140mila euro per il belga; e per l’italiano di aver agito per orientare le politiche Ue a favore di Doha e Rabat con contatti “diretti” anche con gli 007 marocchini.

Erano le 6 di mattina quando gli investigatori belgi hanno dato il via alle operazioni con una serie di perquisizioni concentrate nei luoghi della vita di tutti i giorni dei due politici, tra Liegi, Bruxelles e Napoli. Sulla via della piccola Anthisnes, paesino di quattromila anime governato dallo stesso Tarabella dal lontano 1994, gli agenti hanno cercato evidenze utili in una cassaforte di proprietà del politico custodita in una banca a Liegi e tra gli uffici del municipio del borgomastro. Quando poi hanno bussato alla sua porta per prelevarlo e portarlo con loro a Bruxelles mettendolo in stato di fermo, l’europarlamentare – che dall’inizio si proclama completamente estraneo ai fatti – non ha opposto resistenza, e ha anzi riferito di aver atteso “da due mesi” quel momento per poter essere “finalmente ascoltato” dopo un fuoco incrociato di accuse che lo ha colpito per settimane sui giornali di tutta Europa. Del tutto diversa la convulsa ricerca di Cozzolino, terminata solo in serata dopo due tentativi andati a vuoto tra Bruxelles e Napoli.

Dimesso da una clinica della città dove si era recato per problemi di salute, gli uomini del Gico del Nucleo di polizia-economico finanziaria della Gdf partenopea hanno notificato la misura all’europarlamentare, per il quale ora rischia di profilarsi una lunga trafila giudiziaria da affrontare nell’immediato in Italia, ma che potrebbe farlo finire nelle mani del combattivo giudice istruttore Michael Claise in Belgio. Che ora in mano ha nuovi elementi come la possibile partecipazione di Cozzolino, insieme alla europarlamentare del Pd Alessandra Moretti, Tarabella e l’altra socialista Maria Arena, a un “quadriumvirato” impegnato a “colpire con precisione, attenzione ed efficacia” in favore di Doha.

Accuse rispedite prontamente al mittente da Moretti, che ha negato ogni coinvolgimento riferendo di aver “sempre votato contro il Qatar” e non aver “mai partecipato a riunioni su questo argomento”. Gli sviluppi per l’esponente del Pd sospeso in via cautelativa andranno via via chiarendosi nei prossimi giorni, quando anche Tarabella – su giudizio insindacabile di Claise – saprà se il suo stato di fermo si trasformerà in una custodia cautelare a tutti gli effetti. Un destino legato a doppio filo al collaboratore di giustizia Panzeri, che intanto ha fatto segnare un nuovo punto a suo favore: la commercialista di famiglia, Monica Rossana Bellini, arrestata nel milanese il 17 gennaio su mandato d’arresto europeo dei magistrati belgi, è tornata libera con solo il divieto di espatrio.

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Stupro di gruppo: gli imputati rinunciano all’abbreviato

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Si svolgerà con il rito ordinario il processo ai sei ragazzi palermitani accusati di aver violentato, a luglio scorso, una 19enne al Foro Italico. Gli imputati avevano presentato richiesta di ammissione al rito abbreviato condizionando l’istanza a una serie di nuove attività tra le quali l’esame in aula della vittima che il gup ha però respinto. La 19enne peraltro è stata sentita dal Gip di Palermo, Clelia Maltese, nel corso di un incidente probatorio, due mesi e mezzo fa. Il giudice ha invece deciso di accogliere la richiesta di disporre una consulenza tecnica sul telefono della ragazza, ma i difensori hanno comunque rinunciato all’abbreviato optando per il dibattimento.

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Otto milioni evasi al fisco, tre aziende irpine nei guai

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False fatturazioni ed altrettante inesistenti operazioni transnazionali per evadere le imposte dirette e i versamenti Iva. Tre aziende operanti in provincia di Avellino sono state denunciate dalla Guardia di Finanza per una evasione complessiva di otto milioni di euro nel corso di altrettante verifiche fiscali. Cinque milioni sottratti alla tassazione dirette e 1,5 milioni all’Iva. Nel corso dei controlli è anche emerso che un professionista del capoluogo ha sottratto mezzo milione di euro all’erario facendo figurare come acquisite prestazioni tecniche, in realtà mai ricevute, ma falsamente fatturate da una società a lui riconducibile.

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Fassino denunciato, informativa Polaria trasmessa a pm

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E’ all’attenzione dei magistrati della Procura di Civitavecchia l’informativa della Polaria sull’episodio del furto di una confezione di profumo da parte del parlamentate Piero Fassino in un negozio del duty free di Fiumicino e costata una denuncia. Allegato all’incartamento anche il video di quanto avvenuto il 15 aprile scorso nello scalo della Capitale e ripreso da una telecamera di sicurezza presente nell’esercizio commerciale. Nei giorni scorsi è emerso dal racconto di alcuni dipendenti del negozio che Fassino sarebbe stato autore già di un tentativo di furto nelle scorse settimane. Spetterà ora ai pm decidere come procedere e se affidare delega alla polizia giudiziaria per svolgere ulteriori approfondimenti.

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