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Economia

Mediaset approva fusione Spagna, nuove sinergie

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Mfe-MediaforEurope, l’holding Mediaset, ha avviato la fusione delle attività spagnole, cioè quella Mediaset Espana già ampiamente controllata con circa l’83% delle quote e sulla quale sono trascorsi i sei mesi dalla fine dell’Offerta pubblica di offerta e scambio riuscita parzialmente quest’estate. I rispettivi Cda hanno approvato le delibere, con la semplificazione della catena di controllo che punta a sinergie più efficienti, oltre che a piattaforme comuni sui contenuti televisivi e sulla raccolta pubblicitaria, con l’obiettivo di non praticare tagli ai posti di lavoro mantenendo la sede fiscale e quindi il pagamento delle tasse nei Paesi nei quali il Biscione opera e non nella sede della holding in Olanda. Ma la visione resta quella dell’espansione in Europa, con Mfe che ha già in ‘pancia’ quasi il 30% di Prosieben. “Come stabilito, procede il percorso di Mfe verso la creazione di un gruppo mediatico paneuropeo”.

Così Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato di Mfe, commenta la fusione di Mediaset Espana. “Il progetto approvato, nonostante le difficoltà causate dalla pandemia e dalla crisi economica generata dal conflitto in Ucraina, rappresenta un passo avanti nella costruzione di un polo televisivo europeo in grado di sostenere la competizione internazionale con maggiore solidità` e dimensioni più adeguate”, aggiunge Pier Silvio Berlusconi.

Nel gruppo tedesco Mfe per ora non ha rappresentanti diretti e a Cologno monzese si studia sempre una grande acquisizione all’estero, per la quale le munizioni finanziarie proprie, in cordata con altri o tramite sostegno bancario ci sono in abbondanza. La cifra immediatamente disponibile è di circa un miliardo e la Borsa tra l’altro adesso aiuta, con un recupero evidente dai minimi di ottobre sia per i titoli Mfe sia per quello di Prosieben, tutti saliti più dei mercati di riferimento. Ma il primo passo avviene in Spagna: un’integrazione societaria porta a decisioni strategiche più snelle e a maggiori sinergie, a partire dalle acquisizioni di programmi televisivi fino alla gestione della piattaforma pubblicitaria, che potrà essere fusa anch’essa.

Mfe da subito con la fusione per incorporazione di Mediaset Espana avrà subito vantaggi sul debito e Fininvest, che è quasi al 50% di Mfe, potrà attuare decisioni più rapide sulle strategie di crescita. Quello che i Cda stanno deliberando è l’ultimo passaggio formale di una decisione già presa dopo l’Opas conclusa in estate, con un’offerta finale da parte di Mfe che era arrivata a 4,32 euro ogni due azioni della controllata spagnola, lasciando invariata la parte non in contanti. La fusione delle due concessionarie, Publitalia e Publiespana, in particolare darebbe vita a un’entità molto più grande, che possa presentare numeri allettanti per altri investitori che vogliano unirsi al gruppo partendo dalla base offerta dalla holding Mfe con sede ad Amsterdam.

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Françoise Bettencourt Meyers lascia il consiglio di L’Oréal

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Dopo quasi 30 anni, Françoise Bettencourt Meyers (foto Imagoeconomica) lascia il consiglio di amministrazione di L’Oréal, pur mantenendo la presidenza della holding familiare Tethys, primo azionista del gruppo. Al suo posto nel board entrerà un altro rappresentante di Tethys, mentre il ruolo di vicepresidente sarà assunto dal figlio Jean-Victor Meyers, 38 anni. Françoise Bettencourt Meyers, 71 anni, è l’unica erede diretta del fondatore di L’Oréal, Eugène Schueller.

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Cambio ai vertici di Engineering: Aldo Bisio nuovo amministratore delegato

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Cambio della guardia al vertice di Engineering, multinazionale specializzata nella trasformazione digitale. Maximo Ibarra (foto Imagoeconomica sotto) ha rassegnato le dimissioni da amministratore delegato con effetto immediato. Al suo posto, il consiglio di amministrazione della società – controllata dai fondi Bain e Renaissance – ha nominato Aldo Bisio (foto Imagoeconomica in evidenza), ex numero uno di Vodafone Italia dal 2014 al 2024.

MAXIMO IBARRA EX AD ENGINEERING

Prima della sua lunga esperienza in Vodafone, Bisio ha ricoperto incarichi di rilievo in Ariston Thermo e in McKinsey. Attualmente siede anche nel board di Coesia, produttore globale di soluzioni industriali per l’imballaggio.

Il bilancio della gestione Ibarra

Maximo Ibarra lascia Engineering dopo quasi quattro anni di gestione che hanno visto la società crescere significativamente: circa 14.000 dipendenti, oltre 80 sedi tra Europa, Stati Uniti e Sud America, con un fatturato che ha raggiunto quasi 1,8 miliardi di euro, generato da oltre 70 società controllate in 21 Paesi.

«Negli ultimi mesi ho maturato la volontà di prendermi del tempo per valutare nuovi progetti professionali», ha dichiarato Ibarra, aggiungendo che resterà disponibile fino al prossimo 1° settembre per garantire un efficace passaggio di consegne e che continuerà a essere investitore nella società.

La sfida per Bisio: crescita e nuove operazioni strategiche

Il presidente di Engineering, Gaetano Micciché, ha ringraziato Ibarra per il lavoro svolto ed espresso fiducia nella capacità di Bisio di guidare l’azienda verso una nuova fase di sviluppo e innovazione.

Tra i primi dossier sul tavolo del nuovo amministratore delegato c’è la valutazione sulla vendita di Municipia, società del gruppo attiva nei servizi ai Comuni. Engineering ha incaricato Klecha di esplorare il mercato alla ricerca di investitori interessati, con una valutazione che si aggira intorno ai 250 milioni di euro.

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Wsj, Trump verso un alleggerimento dei dazi sulle auto

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Donald Trump intende attenuare l’impatto dei dazi sulle auto prodotte all’estero, impedendo che si accumulino ad altre tariffe dazi da lui imposte e alleggerendo alcuni dazi sui componenti esteri utilizzati per la produzione di veicoli negli Usa. Lo scrive il Wall Street Journal citano una persona a conoscenza del dossier. In base a questa mossa, le case automobilistiche che pagano i dazi di settore non saranno soggette anche ad altri dazi, come quelli su acciaio e alluminio. La decisione sarebbe retroattiva, hanno affermato le fonti, il che significa che le case auto potrebbero essere rimborsate per tali tariffe già pagate.

Il dazio del 25% sulle auto finite prodotte all’estero è entrato in vigore all’inizio di questo mese. L’amministrazione Usa, sempre secondo il Wsj, modificherà anche i dazi sui ricambi delle auto estere – previsti al 25% e in vigore dal 3 maggio -, consentendo alle case automobilistiche di ottenere un rimborso per tali dazi fino a un importo pari al 3,75% del valore di un’auto prodotta negli Stati Uniti per un anno. Il rimborso scenderebbe al 2,75% del valore dell’auto nel secondo anno, per poi essere gradualmente eliminato del tutto. Si prevede che Trump adotti queste misure in vista di un viaggio in Michigan per un comizio alla periferia di Detroit martedì sera, in occasione dei suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca. Le misure mirano a dare alle case automobilistiche il tempo di riportare le catene di approvvigionamento dei componenti negli Usa e rappresenterebbero probabilmente un significativo impulso per le case automobilistiche nel breve termine, ha affermato una fonte a conoscenza della decisione. Le case auto dovranno presentare domanda di rimborso al governo, ma non è immediatamente chiaro da dove arriveranno questi fondi.

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