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Atalanta sull’ottovolante, Salernitana schiantata

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 L’Atalanta batte il mal di casa (non vinceva a Bergamo da metà ottobre, con il Sassuolo) nel modo più roboante possibile a discapito di una Salernitana in crisi (2 punti nelle ultime 6 partite), sconfitta oggi per 8 a 2. Uno punteggio inedito grazie a un primo tempo finito 5-1, con due rigori procurati dal gioiello del 2003 Hojlund, di cui uno trasformato. E grazie a un Boga ritirato dal mercato che rompe il ghiaccio (dopo i due assist della vittoria in rimonta di Bologna) e al doppiettista Lookman sempre più leader e goleador (9 reti in Serie A).

I nerazzurri ci mettono poco a rimediare ai precedenti tre ko di fila a Bergamo con Lazio, Napoli e Inter davanti al co-chairman Stephen Pagliuca. Passano 5′ e il tacco di Pirola fa impennare alle spalle dello spiazzato Ochoa la botta da fuori di Boga dopo il contrasto vinto con Coulibaly. Al 10′, l’unico guizzo granata con Dia a infilarsi per il mancino del pareggio sull’uscita di Musso grazie alla spizzata di Piatek sul rilancio del suo portiere. Il portiere messicano respinge un sinistro dal limite di Lookman (12′), ma presto deve di nuovo arrendersi.

Al ventesimo il check assegna il penalty vedendo in area il contatto sul lato corto di destra fra Fazio e Hojlund con Lookman a piegare la mano dal dischetto al portiere campano. Al 23′ 3-1 di Scalvini schiacciando il primo angolo dalla destra del mancino olandese. La squadra di Nicola non sa reagire e non argina più. Al 29′ Hojlund chiama al tuffo Ochoa, salvato da Pirola sullo scarico di Lookman per Zappacosta. Koopmeiners firma il 4-1 ribadendo in porta il tiro dal dischetto (altro aggancio di Fazio sullo scatenato centravanti danese) paratogli da Ochoa (38′). Si va alla pausa con il 5-1 firmato Hojlund a incrociare (41′) dopo una corsa gagliarda sul lancio basso di De Roon.

Nella ripresa la musica cambia poco. Musso (3′) chiude Bradaric e Piatek non arriva sull’allungo di Dia (6′), Lookman imbraccia la doppietta (9′) girando il suggerimento di Boga dopo aver tagliato verso il centro. Nicolussi Caviglia (11′) tenta di salvare l’onore granata dalla lunetta con un bel rasoterra. Poi c’è gloria per l’ex Ederson, che al 16′, da oltre venti metri, ha tempo e modo di aggiustare nel sette il pallone portogli da Lookman per il primo gol atalantino in gare ufficiali. Il sigillo al punteggio è il diagonale dello slalomeggiante Zortea, già dato prestito ai campani, sullo scambio con Zapata. Al 90′ Ochoa e la traversa negano a Koopmeiners ulteriore gloria.

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Inzaghi sogno Champions: col Barca serve vera Inter

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Una notte per la storia, un sogno lungo tredici anni. L’Inter torna a San Siro per la semifinale di ritorno di Champions League contro il Barcellona, con negli occhi l’eco della storica gara del 2010 e nel cuore la speranza di scrivere un nuovo capitolo europeo, con la coppa dalle grandi orecchie che manca appunto dal 2010 con José Mourinho in panchina. Dopo il pareggio dell’andata al Montjuic, i nerazzurri si giocano tutto davanti al loro pubblico: novanta minuti per tornare in finale a due anni di distanza dal ko con il Manchester Citty, con l’obiettivo di tornare all’ultimo atto anche per vendicare la sconfitta contro Pep Guardiola a Istanbul. Davanti ci sarà ancora il Barcellona, come nel 2010, ma l’Inter stavolta disputerà il ritorno a San Siro.

E la carica del Meazza potrà essere decisiva, perché dopo il 3-3 in Catalogna servirà vincere, a meno di non guardare anche a supplementari ed eventuali rigori. Una carta fondamentale in più per battere i blaugrana risponde al nome di Lautaro Martinez, che va verso un clamoroso recupero: a meno di una settimana dall’infortunio muscolare alla coscia subito proprio all’andata, l’attaccante dell’Inter è stato provato da Simone Inzaghi nella formazione titolare nell’allenamento della vigilia.

La decisione finale sarà presa domani, parlando anche con lo stesso giocatore. “Decideremo insieme allo staff medico e insieme agli stessi calciatori, perché saranno loro che mi dovranno dire le proprie sensazioni”, le parole del tecnico nerazzurro in conferenza stampa, riferendosi anche a Benjamin Pavard che sembra tuttavia andare verso la panchina per la distorsione alla caviglia con Yann Bisseck in pole per una maglia da titolare. “Lautaro meglio dall’inizio o in corsa? Dipenderà anche dalle sue sensazioni. Un giocatore che non può partire dall’inizio è difficile che ci dia una mano negli ultimi 25 minuti”, ha aggiunto Inzaghi, quasi confermando la volontà di farlo partire dal 1′. L’allenatore interista si gioca anche un pezzetto di storia, considerando che in quella nerazzurra solo Helenio Herrera era riuscito a centrare due finali di Coppa dei Campioni/Champions League.

“Sappiamo tutti l’importanza della gara, va fatta insieme: con i tifosi e con il gruppo. Il Barcellona è fortissimo, abbiamo visto tanti video e ci vorrà una grande Inter. Solo Herrera ha fatto due finali? È emozionante”, ha proseguito Inzaghi. “All’andata abbiamo fatto una grande gara, ma potevamo anche fare meglio giocando la palla anche se loro sono bravi nelle riaggressioni. Domani sarà una finale e la giochiamo davanti ai nostri tifosi, ci sarà un vincitore passando anche dai supplementari e dai rigori”. Molto parte anche da quel ko con il City in finale nel 2023. “La sconfitta di Istanbul è stata una notte difficile da digerire, si era giocata una grande partita ma si vive di presente. Quella gara fa parte del percorso fatto in questi quattro anni, ma vogliamo proseguire. Siamo a due partite da un eventuale trofeo, abbiamo portato l’Inter ad essere prima nel ranking e siamo partiti 17esimi: vogliamo prosguire questo grande percorso”.

Di fronte, però, c’è un Barcellona che già all’andata ha impresssionante in fase offensiva, meno in quella difensiva. A partire da Lamine Yamal, osservato speciale dei nerazzurri. “Dobbiamo cercare di non fargli arrivare palla ma è impossibile. Sarà ovviamente raddoppiato, sarà un osservato speciale”, ha spiegato Inzaghi, che potrebbe dover fare i conti anche con il ritorno di Lewandowski, convocato ma verso la panchina. “Lo conosciamo bene, è tra i 3-4 attaccanti più forti al mondo. Ma il Barcellona è forte con o senza Lewandowski”.

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Il Pisa in A, ‘progetto serio, Inzaghi resti qui’

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“Spero che Inzaghi per un po’ rimanga qui, poi se ci saranno offerte più importanti, vedremo. Ma se siamo diventati una palestra per giocatori, allenatori e direttori sportivi rispetto a squadre più blasonate, vuol dire che stiamo lavorando bene”. Manda messaggi al tecnico il presidente del Pisa, Giuseppe Corrado, che stamani si svegliato con la squadra in serie A, un traguardo atteso dai toscani da ben 34 anni. Il numero uno del club nerazzurro, ospite a Radio anch’io lo sport su Radio 1, intanto però spiega i segreti del successo: “Lavoro e organizzazione”.

“Abbiamo approcciato questo progetto – dice – con una programmazione che partiva dalla struttura della società e il risultato sportivo non è mai stato un’ossessione, ma una conseguenza del lavoro. Sappiamo che la serie A ha valori diversi e che dovremo aggiungere altre cose, ma pensiamo di avere già una struttura di giocatori e di asset patrimoniale in grado di gestire la massima serie”. Tocca il cielo con un dito anche il proprietario del club, Alex Knaster, che ringrazia “il presidente Beppe Corrado, suo figlio Giovanni che è il direttore e tutti quelli che lavorano per il Pisa: questa promozione è solo il primo passo verso i nuovi obiettivi sportivi che ci attendono”.

“Arriveranno – conclude – altre gioie, possiamo esserne tutti sicuri e consapevoli. Abbiamo raggiunto un traguardo enorme con una dirigenza perfettamente organizzata, uno staff tecnico eccezionale, una tifoseria esemplare per la passione e l’enorme educazione mostrata in tutte le trasferte a cui hanno partecipato. Ringrazio anche l’amministrazione per tutti gli sforzi profusi per agevolare i nostri progetti e i nostri sogni”. E Superpippo? La consapevolezza di una scelta controcorrente, scommettendo sul gruppo e la rivelazione di “averci sempre creduto alla serie A, fin dal primo giorno di lavoro con questi ragazzi”.

Anche se in tanti, confessa ora, “mi avevano detto di non venire a Pisa, poi spinto dai valori umani dei giocatori, sono stato convinto: ho avuto richieste di altre squadre, ne ho parlato con Calabresi (terzino del Pisa, ndr) che ho avuto a Brescia e quando sembravo in ballottaggio mi ha scritto assieme a Caracciolo, il capitano della squadra, dicendomi ‘Per te ci butteremo nel fuoco’. E l’hanno fatto”.

Saluta la promozione di Pippo anche suo fratello Simone, allenatore dell’Inter pronto ad aspettarlo a San Siro: “La nostra è una simbiosi perfetta – ha confessato intervistato da La Nazione – nella vita privata, come nella professione. I suoi successi sono i miei e viceversa. Ai pisani dico che ci vediamo il prossimo anno in Serie A: avete fatto un capolavoro”

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Il Barça vuole la finale, “possiamo fare la storia”

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Il Barcellona arriva a San Siro per la semifinale di ritorno di Champions League con un solo obiettivo: tornare in finale dopo dieci anni e scrivere una nuova pagina della propria storia europea. Dopo il 3-3 dell’andata, tutto è ancora aperto nella sfida contro l’Inter, con in palio un posto nella finale di Monaco di Baviera. Per i blaugrana, sarebbe il ritorno all’ultimo atto della competizione per la prima volta dal 2014/2015, quando a Berlino sconfissero la Juventus per 3-1 alzando il trofeo. Anche quest’anno, come in quella occasione, i catalani hanno nel mirino l’obiettivo del Triplete, ancora possibile dopo la vittoria in finale di Coppa del Re contro il Real Madrid, che sarà rivale nel Clasico del prossimo weekend, decisivo nel testa a testa tra i due club per il successo nella Liga spagnola. Un Barcellona che sarà ancora in larga parte sulle spalle di Lamine Yamal.

Robert Lewandowski, out dal 18 aprile scorso per un infortunio muscolare, è tornato tra i convocati ma non sarà titolare: “Ne abbiamo parlato ieri, tutto sta andando bene e lui sta meglio di come ce lo aspettassimo. È pronto per la panchina, se avremo bisogno di lui entrerà”, ha confermato nella classica conferenza stampa della vigilia. Al centro dell’attacco quindi ci sarà ancora Ferran Torres, con Raphinha, Dani Olmo e Lamine Yamal a supporto. “È un genio – le parole di Flick sul giovane talento spagnolo -. Ogni passaggio che fa è giusto, è incredibile. La partita dell’andata è stata fantastica, ma sappiamo che può fare queste cose”. Rispetto all’andata, tuttavia, il Barcellona potrebbe cambiare qualcosa nel modo di difendere, più che nei nomi dei titolare, come lasciato intuire dallo stesso Flick: magari niente più difesa altissima, ma una gestione più accorta.

“Siamo in una semifinale di Champions League e dobbiamo godercela, dobbiamo divertirci a giocare insieme – ha proseguito -. L’Inter è una squadra forte, difficile da difendere per i suoi meccanismi rodati. Vogliamo provare a chiudere i loro spazi”. E poi ancora: “Penso che si adatteranno come lo faremo noi, noi proveremo a fare cambi in meglio, ma alla fine tutto dipende da come riusciremo a gestire il possesso di palla e la fase difensiva. Sulle palle inattive dobbiamo difendere meglio – ha aggiunto -. Evitare i corner? Beh, sarebbe un’ottima idea (ride, ndr). Non possiamo farlo, ovviamente, ma i calciatori sanno cosa dovranno fare e speriamo tutto vada bene”.

Motivazione e consapevolezza anche nelle parole di Dani Olmo, che ha sottolineato l’importanza della posta in palio: “È una partita fondamentale, la motivazione è massima. È una grande opportunità, c’è la possibilità di tornare a fare la storia”. Poi uno sguardo al duello più atteso: “Se ci sarà il raddoppio su Lamine? Meglio: se lo marcano in tre, avremo due uomini liberi – ha proseguito -. All’andata abbiamo giocato ad armi pari, ci sono state situazioni in cui avremmo potuto difendere meglio. Può capitare e dovremo essere pronti, il nostro obiettivo è vincere domani, facendo un bel calcio”.

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