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Cronache

Martina e le altre, 124 le donne uccise in un anno

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La violenza contro le donne non sembra avere fine: dopo le 124 uccise nel 2022, sono già due quelle che hanno perso la vita in questi primi 15 giorni del nuovo anno. La prima vittima del 2023 è stata Giulia Donato, una ragazza di 23 anni uccisa il 4 gennaio a Genova dal suo fidanzato, Andrea Incorvaia, una guardia giurata di 32 anni. Giulia aveva l’influenza, era a letto sotto le coperte quando è stata colpita con un colpo di pistola. L’uomo ha poi rivolto l’arma contro sé stesso ed è stato trovato sul pavimento a poca distanza. Giulia e Andrea avevano cominciato la loro storia a maggio ma già dopo pochi mesi erano iniziati i litigi: le amiche della ragazza hanno spiegato che l’uomo era geloso e l’aveva isolata perché voleva controllarla. Il secondo femminicidio è invece quello avvenuto sabato sera a Roma. La vittima è Martina Scialdone, 35 anni uccisa, davanti a un ristorante al culmine di una lite, dal suo ex di 61 anni. Non per mano di un uomo ma della figlia minorenne, il 2 gennaio a Palermo è stata uccisa una maestra elementare di 55 anni. La 17enne ha strangolato la madre con la quale conviveva durante l’ennesima lite esplosa alle 3 di notte. Altre donne dall’inizio dell’anno sono invece fortunatamente scampate alla morte per mano di uomini. Come ad esempio l’episodio avvenuto in un appartamento a Milano, dove è stata accoltellata una donna di 54 anni da un 81enne. La donna ferita era saltuariamente ospite in casa dell’anziano arrestato, aveva problemi di tossicodipendenza e la lite sarebbe scaturita per l’ennesima richiesta di denaro da parte della vittima, colpita dall’anziano con un coltello di cucina all’addome. Secondo i dati del Viminale raccolti dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale, nel 2022 si sono stati registrati complessivamente 312 omicidi, con 124 vittime donne, di cui 101 uccise in ambito familiare e affettivo. Di queste, 59 hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex. Per Differenza Donna, che dal luglio 2020 gestisce il numero nazionale antiviolenza e antistalking di pubblica utilità 1522 attivato nel 2006 dal Dipartimento per le Pari Opportunità – Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’ultimo femminicidio avvenuto a Roma deve portare le istituzioni a comprendere “quanto sia grave la situazione della violenza maschile contro le donne”: non si tratta soltanto di ‘un punto delle agende’ ma di un “problema che dovrebbe togliere sonno a chiunque abbia responsabilità politica e istituzionale”. Per la presidente Elisa Ercoli non c’è più tempo: “pretendiamo – dice – una risposta istituzionale con politiche e fondi adeguati ad un fenomeno che non uccide solo donne innocenti, ma limita imperdonabilmente la democrazia e la libertà di tutte e tutti’. Secondo la presidente del Telefono Rosa Maria Gabriella Carnieri Moscatelli si tratta di un fenomeno inarrestabile e “nulla viene messo in campo per contrastarlo. Sarebbe ora che ci potessimo congratulare anche con i rappresentanti parlamentari per essere riusciti a contrastare questa infinita mattanza”.

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Cronache

Tragedia ad Anzola Emilia: uccisa l’ex vigilessa Sofia Stefani, interrogato ex comandante

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Un tragico evento ha scosso la comunità di Anzola Emilia, in provincia di Bologna. Sofia Stefani, 33 anni, ex vigilessa, è stata uccisa da un colpo di pistola alla testa all’interno della sede del Comando della polizia locale, conosciuta come la ‘Casa Gialla’. Il presunto responsabile del delitto è Giampiero Gualandi, ex comandante dei vigili di Anzola, attualmente sotto inchiesta.

L’incidente è avvenuto poco prima delle 16, in una stanza del comando della polizia locale dove Sofia Stefani e Giampiero Gualandi si erano incontrati. Al momento della tragedia, i due si trovavano soli nella stanza, sebbene nell’edificio fossero presenti altre persone. Le forze dell’ordine stanno conducendo un sopralluogo accurato alla ‘Casa Gialla’ e interrogando i testimoni per ricostruire esattamente quanto accaduto e comprendere la natura del rapporto tra la vittima e il sospettato.

Giampiero Gualandi, ancora in servizio presso il comando di Anzola Emilia, sarà interrogato con l’assistenza di un difensore. Le autorità stanno cercando di chiarire se il colpo di pistola sia stato un tragico incidente o se ci sia stato un movente dietro l’omicidio. Non è ancora chiaro quale fosse la relazione tra Gualandi e Stefani, ma i carabinieri stanno esplorando tutte le possibili piste, inclusa quella di un conflitto personale o professionale.

La notizia ha profondamente colpito la comunità locale, che conosceva bene Sofia Stefani per il suo lavoro come vigilessa. I colleghi della polizia locale e i residenti di Anzola Emilia sono in stato di shock, in attesa di ulteriori sviluppi dalle indagini. Il municipio, situato a pochi passi dal luogo del delitto, è diventato un punto di raccolta per coloro che vogliono esprimere il loro cordoglio e la loro solidarietà alla famiglia della vittima.

La morte di Sofia Stefani rappresenta una tragica perdita e pone interrogativi inquietanti sulla sicurezza e sulle dinamiche interne al comando della polizia locale di Anzola Emilia. Mentre le indagini proseguono, la comunità spera che venga fatta piena luce su quanto accaduto.

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Inchiesta a Genova, interrogatorio Spinelli: gli intricati legami di potere e le promesse mancate

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L’indagine per corruzione che coinvolge importanti figure della politica e dell’economia ligure continua a rivelare dettagli e complicazioni. Durante l’interrogatorio di garanzia, l’imprenditore Aldo Spinelli, posto ai domiciliari insieme al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, ha offerto uno spaccato dettagliato delle sue interazioni con le autorità per ottenere favori legati alla proroga trentennale del Terminal Rinfuse.

Spinelli, durante l’interrogatorio guidato dal giudice Paola Faggioni, ha descritto come ha cercato di influenzare le decisioni a suo vantaggio, sottolineando contatti e telefonate con Toti, a cui si rivolgeva per risolvere problemi analogamente a quanto faceva con predecessori come Burlando. L’imprenditore ha ammesso di aver bonificato 40 mila euro al Comitato Toti come riconoscimento per l’interessamento del presidente, anche se sostiene che non ne sia conseguito alcun vantaggio diretto.

La conversazione ha toccato anche la situazione di Paolo Emilio Signorini, presidente dell’Autorità portuale, a cui Spinelli prometteva un posto di lavoro a Roma da 300 mila euro, illustrando così la rete di promesse e favori che caratterizzano il settore. L’interrogatorio ha anche evidenziato l’accusa verso altri membri influenti dell’autorità portuale, tra cui Rino Canavese, l’unico a votare contro la proroga della concessione, criticato duramente da Spinelli per le sue posizioni.

Le dichiarazioni di Spinelli hanno aperto uno squarcio su una realtà di gestione dei pubblici poteri in cui gli interessi personali e quelli economici sembrano intrecciarsi a discapito della trasparenza e dell’equità. La questione della spiaggia dell’Olmo, che Spinelli sperava di trasformare da libera a privata, è solo un esempio delle molteplici richieste fatte a Toti, tutte rimaste inevasive secondo l’imprenditore.

Questo scenario complesso mostra quanto possano essere intricate le relazioni tra politica, economia e gestione del territorio, soprattutto in contesti dove le risorse economiche si mescolano con le carriere politiche. L’inchiesta, quindi, non solo cerca di fare luce su specifiche accuse di corruzione, ma sottolinea anche la necessità di una maggiore trasparenza e integrità nelle interazioni tra imprenditori e pubblici ufficiali.

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Cronache

Richiesta urgente di intervento al Ministro della Giustizia per risolvere le disfunzioni del processo telematico a Nola

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Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Nola ha trasmesso un appello urgente al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, evidenziando gravi disfunzioni nel sistema di processo telematico (PST) utilizzato dai Giudici di Pace nel circondario del Tribunale di Nola. Questa problematica sta impattando negativamente sul regolare svolgimento delle udienze e, di conseguenza, sul diritto di difesa dei cittadini.

La delibera, esecutiva immediata dal 10 maggio, è stata inviata anche a figure chiave nel sistema giudiziario, tra cui il Dirigente CISIA di Napoli, Giovanni Malesci, la Presidente della Corte di Appello di Napoli, Maria Rosaria Covelli, e la Presidente del Tribunale di Nola, Paola Del Giudice. La comunicazione segnala la costante e quotidiana inefficienza del sistema, che sta causando notevoli ritardi nelle procedure giudiziarie e aumentando gli arretrati a causa dei continui rinvii d’ufficio.

Il documento illustra una serie di incidenti, tra cui verbali d’udienza irreperibili o caricati solo parzialmente nel sistema, testimonianze non registrate a causa di problemi di connettività, e documenti misallocati nei fascicoli telematici. Tali disfunzioni contrastano con l’obiettivo della riforma “Cartabia” di accelerare i processi e ridurre gli arretrati, rendendo il sistema attuale un ostacolo piuttosto che un facilitatore.

Il Consiglio ha richiesto la formazione di un tavolo tecnico urgente che coinvolga tutti gli operatori del settore giudiziario per formulare un piano d’intervento. Nel frattempo, ha proposto un provvedimento provvisorio che permetta ai Giudici di Pace di gestire le udienze attraverso la verbalizzazione cartacea, come soluzione temporanea al doppio binario, fino a quando le disfunzioni del sistema PST non saranno risolte.

Questo appello sottolinea la necessità di un’immediata revisione delle infrastrutture informatiche nel settore giustizia, per garantire l’efficienza del sistema giudiziario e il rispetto dei diritti dei cittadini.

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