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Cronache

Per Ratzinger esequie nella semplicità ma “da Papa”

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Per sua stessa volontà, i funerali del Papa emerito Benedetto XVI dovranno svolgersi “nel segno della semplicità”, quindi saranno “solenni ma sobri”. Tutto il protocollo sarà in qualche modo semplificato, rispetto alle esequie di un “Papa regnante”. Ma anche se non era più un capo di Stato, e se la procedura della “sede vacante” si è già svolta all’epoca della rinuncia nel febbraio 2013, Joseph Ratzinger, benché ‘dimissionario’ è pur sempre stato Pontefice, e sicuramente papa Francesco intende rendergli gli onori dovuti. Questi funerali restano comunque un ‘unicum’ anche dal punto di vista procedurale, non essendosi mai svolte le esequie per un Papa emerito, per di più rimasto a vivere in Vaticano: non certo per gli altrettanto dimissionari Celestino V nel 1294 (morto poi nel 1296) e, l’ultimo prima di Benedetto, Gregorio XII, quasi seicento anni fa, nel 1415 (morto nel 1417). “Nell’eventualità della morte del Vescovo emerito di Roma, Joseph Ratzinger, ogni particolare lo deciderà il Santo Padre”, è la risposta data al sito para-vaticano.

Il Sismografo da importanti ufficiali della Curia ma anche da esperti laici, accademici e studiosi, non appena si è diffusa la notizia, annunciata da Papa Francesco alla fine dell’Udienza generale di mercoledì scorso, hanno cominciato a circolare i riferimenti ai cosiddetti “precedenti”: documenti storici che consentono di sapere e capire in modo documentato come si è comportata la gerarchia vaticana in situazioni simili.

E se non è mai accaduto di dover organizzare funerali per un Pontefice emerito, è intuibile che – a parte qualche ritocco e semplificazione – Bergoglio vorrà che le esequie del suo predecessore siano analoghe a quelle di un Pontefice regnante ancora dal Soglio di Pietro. Analoghi, quindi, anche per quanto riguarda l’afflusso dei fedeli e l’arrivo di delegazioni internazionali – quelle dall’Italia e dalla natia Germania, prima di tutte – a quelle dei funerali dei precedenti cinque Pontefici: Pio XII (ottobre 1958), Giovanni XXIII (giugno 1963), Paolo VI (agosto 1978), Giovani Paolo I (settembre 1978) e Giovanni Paolo II (aprile 2005).

Oggi la Sala stampa vaticana non ha ancora dato dettagli sullo svolgimento delle esequie. Si sa solo che la salma sarà esposta dalla mattina di lunedì 2 gennaio nella Basilica di San Pietro per il saluto dei fedeli. Finora non è previsto quella che era l’esposizione al saluto per la ‘famiglia pontificia’ nella Sala Clementina. Quindi la salma potrebbe restare nel monastero Mater Ecclesiae fino alla mattina di lunedì. Poi, dopo tre giorni di esposizione in Basilica (che resterà chiusa la notte), le esequie saranno celebrate giovedì 5 gennaio, alle 9.30, in Piazza San Pietro, presiedute da papa Francesco.

Mentre già si sta predisponendo, da parte anche delle autorità italiane, il dispositivo di sicurezza attorno a San Pietro, i lavori in Vaticano cominceranno a tutti gli effetti domani pomeriggio, dopo le cerimonie papali di questo pomeriggio (Te Deum) e di domani mattina (messa in Basilica e Angelus). Infine Joseph Ratzinger per espresso suo volere, comunicato all’allora arciprete della Basilica di San Pietro, cardinale Angelo Comastri, sarà sepolto nelle cripte vaticane, nella nicchia dove per 38 anni (dal giugno 1963 al gennaio 2001) è rimasto sepolto san Giovanni XXIII, e poi san Giovanni Paolo II dal 2005 al 2011. Le salme di questi due Papi, come è noto, sono state trasferite all’interno della Basilica nelle cappelle delle navate laterali.

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Anziana investita e uccisa a Napoli, caccia a pirata strada

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Una donna anziana e’ morta a Napoli, vittima di un pirata della strada. Alle 18.15 circa di ieri, in via Labriola, sulla carreggiata in direzione via E. Ciccotti, R.R., 80 anni, e’ stata investita mentre attraversava la strada. Secondo prime ricostruzioni, un’auto si era fermata per consentire il passaggio alla signora, ma una Citroen di colore blu scuro, nel tentativo di sorpassare questa vettura, ha investito la donna e poi e’ fuggita. La Polizia Locale e’ impegnata nelle indagini per identificare il conducente e il veicolo coinvolto. La vittima era stata trasportata all’ospedale Cardarelli in stato di incoscienza e dopo poche ore e’ deceduta.

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Omicidio Giulia Cecchettin, Turetta premeditò il delitto: rischia ergastolo

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E’ un carico accusatorio molto pesante quello che la procura di Venezia contesta nell’avviso di chiusura delle indagini a Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Mentre il ‘rumore’ esploso nelle piazze e nelle coscienze in nome di Giulia non si e’ mai spento, a sei mesi dalla notte dell’11 novembre quando venne ammazzata tra le fabbriche e le strade vuote di Fosso’, pochi chilometri lontano dalla sua casa di Vigonovo, gli inquirenti tirano una linea e sciolgono alcuni nodi giuridici. E decidono che si’, Turetta aveva premeditato di ucciderla come dimostrerebbero, spiega il procuratore Bruno Cherchi, “la ricerca dei luoghi tramite internet, l’acquisto del materiale necessario per immobilizzare la vittima, la cartina geografica, l’atto di silenziare la persona offesa mettendole del nastro adesivo per non farla urlare, serrare i polsi e le gambe della ragazza”.

Aggiungono l’aggravante della crudelta’, da intendersi come la giurisprudenza la intende: aver inflitto “sofferenze gratuite e non collegabili al normale processo di causazione della morte”. In questo caso con venti coltellate, le prime nel parcheggio davanti alla villetta dove viveva quando Turetta l’aggredi’ a bordo della sua Fiat Punto nera. Qui per diverse ore sono rimaste sull’asfalto le tracce di sangue della ragazza ed e’ stato trovato un coltello da cucina. Poi, dopo averla immobilizzata con lo scotch, questa e’ la ricostruzione della Procura, l’ha spinta in auto, superando la sua resistenza, ha raggiunto in pochi minuti Fosso’ e l’ha assalita di nuovo, finendola. Da li’ e’ iniziata la fuga che ha tenuto l’Italia col fiato sospeso per una settimana. Dopo il delitto Turetta era scappato verso il Friuli e, abbandonato il corpo in un dirupo vicino al lago di Barcis, era fuggito verso l’Austria e poi in direzione Germania, dov’e’ stato fermato dalla polizia tedesca, vicino a Lipsia, nella mattinata del 19 novembre. “L’ho uccisa io” ha detto subito Filippo a chi l’ha fermato, una confessione non utilizzabile nel processo mentre lo e’ quella messa a verbale nel carcere Montorio di Verona, dov’e’ detenuto.

Il contesto in cui il delitto e’ maturato sarebbe stato quello dello stalking, come suggerito alla Procura da chat e testimonianze che riferiscono delle insistenze morbose del giovane nei confronti dell’ex compagna dopo che la loro storia era finita. Omicidio aggravato da premeditazione, crudelta’, efferatezza, sequestro di persona, porto d’armi e occultamento di cadavere, e’ il robusto capo d’imputazione da cui dovra’ difendersi davanti alla Corte d’Assise. Non c’e’ spazio per il rito abbreviato, che avrebbe comportato uno sconto di un terzo della pena, perche’ i reati sono cosi’ gravi da ipotizzare l’ergastolo. Si chiude cosi’ la prima parte ‘giudiziaria’ di quella che nel frattempo e’ diventata la storia di Giulia e non, come spesso accade nella narrazione mediatica, quella del suo presunto omicida, sul quale si sono spente le luci. La storia di Giulia, di suo padre Gino e della sorella Elena che mai come prima hanno portato l’attenzione sul tema dei femminicidi con i loro appelli a un cambiamento culturale profondo.

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Adr lancia ‘Airport in the City’: a Termini check-in di Ita

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All’inaugurazione di “Airport in the City” sono intervenuti, tra gli altri , la ministra del Turismo Daniela Santanchè, il presidente di Ita, Antonino Turicchi, il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma, il Presidente di Unindustria, Angelo Camilli. “È con grande soddisfazione che oggi ci uniamo ad Aeroporti di Roma per celebrare l’inaugurazione di Airport in the City, un servizio che rende l’esperienza di viaggio sempre più agile e confortevole – ha detto Turicchi – Questo progetto riflette la stretta collaborazione tra ITA Airways e Aeroporti di Roma, evidenziando il comune impegno per l’innovazione e la sostenibilità nel settore dei trasporti”.

“Il progetto di Adr si inscrive appieno nel processo di innovazione e interconnessione del trasporto aereo che l’Enac persegue da tempo” – ha aggiunto il presidente Enac Pierluigi Di Palma. “L’hub di Fiumicino, prima porta d’accesso all’Italia più volte premiato come migliore scalo d’Europa, sviluppa l’integrazione con la stazione Termini, primo snodo ferroviario nazionale, rafforzando l’intermodalità aria-ferro. Con il check-in off-airport Termini Fiumicino, il comparto aereo italiano si riconferma una realtà innovativa, sostenibile e, soprattutto, attenta ai diritti dei passeggeri con l’offerta di servizi di qualità che, oggi, rappresentano l’elemento più importante per le scelte dei consumatori”.

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