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Politica

Opposizioni a ranghi sparsi. Conte guarda a sinistra

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Cantiere delle opposizioni aperto. Pd, Terzo Polo e M5s attendono il nuovo governo alla prova dei fatti in Parlamento e si riorganizzano, per il momento, a ranghi sparsi. M5s continua nel proprio percorso che guarda a sinistra, mentre il Pd è sul punto di avviare, alla direzione di venerdì, il proprio percorso congressuale. “Spero i tempi non siano troppo lunghi”, si augura Stefano Bonaccini convinto, tra l’altro, che “stare all’opposizione ci farà bene”. I Dem, intanto, rilanciano la necessità di un dialogo tra le opposizioni che vede, però, la freddezza da parte di M5s (“no ad alleanze solo strategiche”, dice Silvestri”) e del Terzo Polo. Nel frattempo, nelle stesse ore in cui l’esecutivo Meloni giura al Colle, Giuseppe Conte tiene a battesimo la prima assemblea di ‘Verso il polo progressista’ raggruppamento che mette insieme società civile, esponenti del mondo ecologista e della sinistra come gli ex ministri Alfonso Pecoraro Scanio e Stefano Fassina. Una sinistra che punta al dialogo con M5s anche in chiave elettorale. L’assemblea si chiude, infatti, con la nascita del ‘Coordinamento 2050’, che, si spiega, “senza velleità di fondare l’ennesimo partitino, avvia una relazione politica con il M5S al fine di promuovere un credibile polo progressista”. Il polo progressista “non si costruisce attraverso la sommatoria di ceti politici ma nel merito”, attacca il co-portavoce dei Verdi, Angelo Bonelli che ricorda come, proprio a partire dalle Regionali, se si vogliono evitare gli errori “che hanno portato al governo della destra” sia necessario ragionare sul fatto che “non c’è autosufficienza da parte di qualcuno”. Intanto Conte continua con la linea che guarda a sinistra e dal palco dell’assemblea, va all’attacco del nuovo governo (“ci sono segnali di restaurazione identitaria”). Ma lo chiama anche sul tema delle riforme. “Una legge elettorale – dice – è assolutamente urgente. Dico al centrodestra, volete discutere di riforme e siete in buona fede? Allora ragioniamo insieme su come superare questa legge elettorale e, inoltre, su un percorso di riforme che non sia avventuroso. La sfiducia costruttiva – ragiona – potrebbe essere uno strumento concreto per evitare che il protagonista di turno non crei una crisi al buio come già è successo”. Da Conte stoccate anche al Pd. “Elimini le derive correntizie – dice – o non cambierà mai”. I Dem, che venerdì daranno di fatto via al loro percorso congressuale, rilanciano la necessità di un dialogo tra le opposizioni. A farlo è il braccio destro di Enrico Letta, Marco Meloni. “Le forze di opposizione – dice alla Stampa – devono creare una prospettiva di governo opposta rispetto a questa e devono farlo insieme”. Il Pd, del resto, continua in qualche modo a subire quella che più di qualcuno ha paventato come un’opa ostile dal lato sia di M5s che del Terzo Polo. “Un pezzo riformista del Partito Democratico – è l’invito di Carlo Calenda – deve prendere il coraggio e aiutarci a costruire quest’area che stiamo creando, fondamentale per ridare al Paese una prospettiva riformista”. Una linea sulla quale, però, Bonaccini chiude. “In tante città d’Italia e in diverse regioni governiamo insieme a quelle due forze che hanno dato vita al Terzo Polo – sottolinea – ma io non vedo nessuna possibilità che rientrino nel Partito Democratico”.

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Economia

Bilanci di previsione, virtuoso 86% dei Comuni ma non al Sud

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Comuni diventati virtuosi nella presentazione dei bilanci di previsione. Quest’anno sette su dieci già a metà febbraio avevano approvato e trasmesso il documento e alla data del 15 marzo la percentuale di comuni in linea era salita all’84%. Il dato risulta da un’elaborazione dei dati del Mef fatta dal Centro studi enti locali. Il dato, si spiega, è di netta rottura rispetto al passato e testimonia l’efficacia delle misure adottate lo scorso anno dal Ministero dell’Economia per interrompere il circolo vizioso dei posticipi infiniti che aveva caratterizzato gli ultimi decenni.

Ciò che emerge è però, ancora una volta, è “l’esistenza di divari siderali tra varie aree del Paese che vede contrapposti casi come quello siciliano, dove solo 30 comuni su 100 risultano aver approvato e trasmesso il bilancio, e la Valle d’Aosta e l’Emilia Romagna, dove questa percentuale sale al 96%”. Dopo anni di slittamenti nel 2023 un decreto ministeriale, ha riscritto il calendario delle scadenze contabili e anche se è comunque stata necessaria una proroga al 15 marzo quest’anno ben 4.695 comuni, il 59% del totale, hanno iniziato l’anno corrente con un bilancio di previsione già approvato e non si sono avvalsi del tempo aggiuntivo concesso dal Viminale.

Stando a quanto emerso da un’elaborazione di Centro Studi Enti Locali, basata sui dati della Banca dati delle Amministrazioni Pubbliche (Bdap-Mef), sono stati approvati entro il 15 marzo scorso i bilanci dell’84% dei comuni italiani. All’appello mancano quelli di 1.268 comuni. Questi enti hanno un profilo abbastanza preciso: la stragrande maggioranza è di piccole dimensioni. Nove di questi comuni su dieci hanno infatti meno di 10mila abitanti e il 64% è localizzato al sud e nelle isole. Nel nord Italia, nel suo complesso, risulta essere stato già trasmesso al Mef il 92% dei preventivi. In particolare, spiccano per efficienza: Emilia Romagna e Valle d’Aosta (entrambe a quota 96%) e Trentino Alto Adige e Veneto (95%). Ottimi anche i risultati registrati in: Lombardia (93%), Friuli Venezia Giulia (90%) e Piemonte (89%). Chiude il cerchio la Liguria, con l’85% di comuni adempienti.

Scendendo verso sud la percentuale decresce gradualmente, restando comunque buona al centro, dove mediamente sono stati già approvati e trasmessi 89 bilanci su 100. A trainare verso l’alto questo gruppo sono soprattutto Toscana (95%), Marche e Umbria (93%). Più indietro i comuni laziali, fermi a quota 81%. Meno rosea, ma comunque in netto miglioramento rispetto al passato, la situazione del Mezzogiorno dove i comuni più tempestivi sono stati 6 su 10. In particolare, le 3 regioni in assoluto più distanti dalla media nazionale sono – nell’ordine – la Sicilia, la Calabria e la Campania.

Nella banca dati gestita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla data del 24 aprile, risultano essere stati acquisiti soltanto 117 bilanci di previsione di comuni siciliani su 391, meno di uno su tre. Al di là dello Stretto ne sono stati trasmessi 236 su 404 (58% del totale), in Campania il 67% dei preventivi sono stati approvati nei tempi. Prima della classe, per quanto riguarda il meridione, è la Basilicata (92% di bilanci approvati), seguita a breve distanza dalla Sardegna (885) e dalla Puglia (86%). Chiudono il cerchio l’Abruzzo e il Molise, rispettivamente con l’80% e il 77% di comuni che hanno già inviato al Ministero il proprio preventivo.

Secondo il Centro Studi Enti Locali questi dati, nel loro insieme, testimoniano un effetto tangibile prodotto dalla nuova programmazione ma preoccupa la distanza abissale che continua a caratterizzare i risultati ottenuti da enti di territori diversi. Il processo di riforma della contabilità e dell’ordinamento degli enti locali, i cui cantieri sono aperti, dovrà necessariamente tenere conto anche delle criticità finanziarie e organizzative, ormai strutturali ed endemiche, di alcuni territori e individuare delle soluzioni efficaci per far sì che queste distanze siano colmate.

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Politica

Europee: Vannacci presenta il suo libro giovedì a Napoli

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Roberto Vannacci, candidato della Lega alle elezioni europee, presenterà il suo libro “Il mondo al contrario” giovedì 2 maggio a Napoli. Lo annuncia Luigi Mercogliano, presidente per la Campania del comitato “Il mondo al contrario” che trae il suo nome dal titolo del libro scritto da Vannacci. La presentazione del libro si terrà giovedì 2 maggio alle ore 17 nel teatro del centro culturale “In arte Vesuvio”. Interverranno alla presentazione con l’autore il presidente campano di “Mondo al contrario” Luigi Mercogliano, il giornalista Sergio Angrisano e lo scrittore Massimo Scalfati.

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Politica

Emiliano all’Antimafia: inopportuno io venga in audizione

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Il presidente della Puglia, Michele Emiliano, ha inviato una lettera alla Commissione parlamentare antimafia in cui spiega di non ritenere opportuna in questo momento una sua audizione, come richiesto già una settimana fa dall’ufficio di presidenza della stessa commissione. La motivazione del governatore sarebbe dovuta ad una serie di delicati impegni legati alla recente fase politica in Consiglio regionale, come la votazione della mozione di sfiducia nei suoi confronti. L’audizione avrebbe riguardato le vicende e le inchieste sui rischi di infiltrazioni mafiose nel territorio pugliese e in particolare a Bari.

“Quello di Emiliano è un evidente gesto di debolezza. Se lui adombra eventuali gesti di strumentalizzazione politica si sbaglia. Noi conosciamo bene i limiti e i poteri dell’Antimafia e confermo da parte mia la richiesta di audizione del presidente della Puglia, affinché venga fatta chiarezza su alcune vicende”. Così la senatrice di Italia Viva e componente della commissione antimafia, Raffaella Paita, in merito alla lettera inviata dal governatore della Puglia, in cui Emiliano ha spiegato alla commissione di non ritenere opportuna una sua convocazione in questo momento.

La commissione Antimafia ha ufficialmente convocato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per il 2 maggio. Lo si apprende da fonti della commissione secondo le quali l’audizione è fissata per le 10.30.

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