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Cronache

Chiusa dai Nas la pizzeria dove nacque la Margherita, subito lavori manutenzione per riaprire

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E’ un locale censito da tutte le guide turistiche su Napoli, frequentato da vip e buongustai di ogni nazionalità. Qui, secondo la tradizione, nel 1889 fu inventata la pizza Margherita, come ricorda una targa all’interno del locale. Eppure da oggi l’Antica Pizzeria Brandi, nel cuore del salotto buono di Chiaia, è chiusa: i Nas e la Asl hanno decretato lo stop per carenze igienico-sanitarie, dopo un’ispezione che ha riscontrato come non fossero state adempiute tutte le prescrizioni frutto di un precedente controllo due mesi fa. Il locale – che vanta anche il titolo di “più antica pizzeria del mondo”, aperta nel 1760 – avvisa i propri clienti con uno stringato avviso multilingue sui social (tradotto anche in arabo e cinese) comunicando il fermo almeno fino a venerdì per “manutenzione straordinaria”. Prenotazioni annullate, avventori increduli fuori del locale. Gli habitué manifestano solidarietà al personale e al titolare, Eduardo Pagnani. Partono subito i lavori per mettersi in regola con le indicazioni dell’autorità sanitaria. Pagnani annuncia un comunicato del suo legale e confida in una riapertura in tempi molto rapidi, forse già nel prossimo weekend. I suoi collaboratori minimizzano l’entità dei rilievi: si tratterebbe di un’infiltrazione d’acqua in un locale, di alcune mattonelle rotte e della mancata messa a norma del bidone per la raccolta del vetro. Si vedrà: intanto la notizia della chiusura mette a rumore la Napoli della gastronomia e del turismo, ancora affollata di visitatori grazie all’inedito clima estivo di ottobre. “Il provvedimento non colpisce solo Brandi, ma la storia della Margherita e di un intero sistema che gira intorno alla pizza e che è reduce da tre anni di sofferenza, prima per la pandemia e poi per il caro bollette”, riflette Antonio Pace, presidente dell’Associazione Verace Pizza Napoletana. “Non conosco nel merito le inadempienze contestate – dice Pace – ma mi sembra una misura severa. Penso che si potesse essere meno energici e concedere un po’ di tempo in più per mettersi in regola”. Il presidente dell’associazione teme il danno di immagine per tutta la categoria: “Si tratta di un provvedimento che farà il giro del mondo. Non avrebbe fatto notizia se avesse riguardato un locale qualunque, ma qui siamo di fronte alla storia della pizza che ha in Brandi un testimonial d’eccezione. Nelle prossime settimane sono atteso in Canada e Giappone e non mi meraviglierei se il clamore fosse arrivato anche laggiù…”.

Sui social network della pizzeria c’è un avviso alla “gentile clientela che la Pizzeria Brandi resta chiusa per manutenzione straordinaria oggi Giovedì 20 e domani Venerdì 21 Ottobre. Per info e prenotazioni per i prossimi giorni si prega di chiamare allo 081416928”. Avviso in cinque lingue.

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Ucciso a colpi di pistola in auto mentre fa benzina

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Omicidio questa mattina in una stazione di benzina di Mondragone, comune del litorale casertano. Un commerciante, L.M., è stato ucciso a colpi di pistola da un uomo, un imprenditore, che ha fatto fuoco mentre la vittima era in auto, per poi allontanarsi sotto gli sguardi terrorizzati del gestore del distributore, situato sulla statale Domiziana, e di altri avventori. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno avviato le indagini.

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Ucciso con una fiocina, l’omicidio in assenza di una minaccia

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In assenza di una minaccia diretta, per sé e per la propria compagna, uccise un 23enne con un colpo di fiocina sparata da un fucile subacqueo in via Cilea a Sirolo (Ancona) il 27 agosto del 2023: un omicidio che non sarebbe scaturito dall’iniziale “diverbio stradale” ma dal successivo intervento dei fratelli della vittima, uno dei quali lo colpì con un pugno per il quale l’omicida intese “vendicarsi”.

Lo scrive la Corte d’Assise di Ancona nella motivazione della sentenza con la quale, il 21 gennaio scorso, ha condannato a 18 anni di carcere Melloul Fatah, 28 anni, per l’omicidio volontario, senza l’aggravante dei futili motivi, di Klajdi Bitri, albanese 23enne. Il delitto avvenne di primo pomeriggio a seguito di un litigio per motivi stradali, all’altezza di una rotatoria. Si era creato un ingorgo di auto e dopo vari insulti, che avevano coinvolto anche parenti e amici della vittima, Fatah era tornato al proprio veicolo per prendere la fiocina e puntarla al petto del giovane poi deceduto. Subito dopo era risalito a bordo dell’auto, dove si trovava anche la fidanzata, e se ne era andato.

Era stato arrestato prima di cena, a Falconara, dai carabinieri. L’imputato, difeso dall’avvocato Davide Mengarelli, ha sostenuto di non essersi accorto del colpo mortale e di aver preso il fucile solo per spaventare il gruppetto che gli dava addosso. Secondo i giudici, però, la sua versione non è plausibile. “Ha scelto in totale autonomia di inseguire, in assenza di qualsivoglia minaccia, per sé e per la propria compagna, – scrive la Corte a proposito dell’imputato – di prelevare il fucile elastico con fiocina a tre punte, che utilizzava per la pesca subacquea, di imbracciarlo e di puntarlo alla vittima che in piedi, dietro la Mercedes, dopo pochi attimi decedeva nell’impotenza e nello sconforto generale”. Secondo la Corte, il 28enne agì per vendicare il pugno che aveva subito nella lite: “compreso di non poter prevalere e attesa l’inferiorità numerica – osserva nella sentenza il presidente della Corte Roberto Evangelisti – non reagiva e si dirigeva verso la propria auto dando l’impressione di desistere e di voler riprendere la marcia, apparenza però ingannevole poiché il fine che muoveva Melloul era antitetico”. La fidanzata “non aveva eccepito alcun pericolo, per nulla allarmata si chinava a recuperare gli occhiali caduti in precedenza al fidanzato nel corso dello scontro con la vittima e i suoi amici”.

La Corte ripercorre i drammatici attimi dell’omicidio: Fatah “ha premuto a distanza di circa due metri e mezzo il grilletto del suo fucile subacqueo munito di tridente contro Klajdi, facile bersaglio in quanto in posizione eretta, disarmato e impossibilitato a opporre qualsivoglia difesa se non tentare di disporsi in posizione di chiusura alzando il ginocchio sinistro in funzione di scudo”. I familiari della vittima erano parte civile nel processo con gli avvocati Marina Magistrelli e Giulia Percivalle.

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Indossa un passamontagna al porto di Ischia ed evade dai domiciliari: arrestato un 21enne

A Ischia, un 21enne evade dai domiciliari e tenta di imbarcarsi per Napoli con un passamontagna: riconosciuto e arrestato dai Carabinieri.

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Iniziamo questa storia dalla fine, da un epilogo inaspettato, frutto di una scelta maldestra di un 21enne di Barano d’Ischia. Il giovane si trovava in fila al porto, pronto a imbarcarsi su uno degli ultimi traghetti della giornata con destinazione Napoli. Nulla di strano, se non fosse per un dettaglio singolare: indossava un passamontagna.

Alcune persone presenti hanno manifestato curiosità, altre preoccupazione. A porsi domande sono stati anche i Carabinieri del nucleo radiomobile di Ischia, impegnati nei controlli serali. Avvicinatisi al giovane, gli hanno chiesto di mostrare il volto. A quel punto, come in un colpo di scena da film, il ragazzo ha tolto il passamontagna e si è dato alla fuga verso una pineta.

Riconosciuto e arrestato dopo l’inseguimento

I militari lo hanno inseguito, bloccato e immediatamente riconosciuto: era lo stesso giovane che poche ore prima aveva rubato uno scooter, fuggendo tra le strade di Ischia e venendo arrestato dai Carabinieri. Dopo il primo arresto, era stato sottoposto agli arresti domiciliari.

Questa volta, in manette per la seconda volta nel giro di poche ore, il 21enne dovrà rispondere anche dei reati di evasione e resistenza a pubblico ufficiale. In attesa dell’udienza in Tribunale, resterà in camera di sicurezza.

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