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Politica

Mattarella, in Europa pace e sicurezza a rischio

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“Pace e sicurezza sono state colpite e messe a gravissimo rischio dalle allarmanti vicende che nel centro Europa si stanno svolgendo”. Sono le parole che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha pronunciato a proposito della guerra in Ucraina, all’inaugurazione dell’anno accademico-scolastico 2022-2023 degli istituti di formazione dell’Esercito, a Torino. Un accento, quello su “pace e sicurezza”, che Mattarella ha piu’ volte ribadito rivolgendosi agli allievi. “Pace e sicurezza – ha affermato – che le nostre forze armate, i nostri corpi militari hanno costantemente contribuito a cercare nell’ambito delle iniziative della comunita’ internazionale, sotto la guida delle Nazioni Unite o nell’ambito delle iniziative dell’Unione europea o dell’Alleanza atlantica”. Un auspicio, la pace, che e’ stato anche nell’intervento del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, parlando di quella all’Ucraina come di “un’aggressione ingiustificata e ingiustificabile, che ha visto il nostro Paese convintamente accanto alle sofferenze del popolo ucraino, con l’obiettivo di raggiungere il prima possibile una pace vera, duratura e che ristabilisca i principi del diritto internazionale”. Presenti, tra gli altri, il capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, il capo di stato maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Pietro Serino, la cerimonia ha sancito l’avvio delle attivita’ del comando e degli istituti per la formazione dell’Esercito: Scuola di applicazione di Torino, Accademia militare di Modena, Scuola sottufficiali di Viterbo, Scuola di lingue estere di Perugia e i due istituti Nunziatella di Napoli e Teulie’ di Milano. E il ministro ha aggiunto: “Viviamo una stagione caratterizzata da molteplici focolai di crisi, in atto o in potenza. Un Paese importante come l’Italia e’ chiamato a essere protagonista, nei consessi internazionali e nell’ambito delle alleanze di cui e’ parte, per dare il suo contributo per la stabilita’ di diverse parti del mondo, in primo luogo nella vasta area dove risiedono i nostri interessi nazionali, il Mediterraneo”. Un’Italia, che “sa badare a se’ stessa nel rispetto della Costituzione e dei valori dell’Unione europea” ha poi affermato Mattarella, rispondendo ai cronisti sull’ipotesi di una necessita’ di “vigilanza” da parte dei governi esteri dopo il voto del 25 settembre. La domanda e’ arrivata nella sua seconda tappa piemontese, ad Alba (Cuneo), accolto dagli applausi di giovani studenti, per il centenario della nascita dello scrittore Beppe Fenoglio e il bicentenario di quella del ministro dell’Istruzione Michele Coppino. Proprio ripercorrendo le azioni di Coppino, Mattarella ha evidenziato l’importanza dell’istruzione quale strumento di “ampliamento della democrazia”. Ha citato, tra l’altro, al riguardo la riforma elettorale del 1882, con “il voto a tutti i cittadini di sesso maschile, maggiorenni, che avessero superato l’esame del corso elementare obbligatorio. Sembra strano – ha detto rivolgendosi alle ragazze presenti – sentire parlare di voto concesso ai maschi maggiorenni, ma e’ stato cosi’ fino al 1946. Siamo arrivati in ritardo come Paese sul traguardo del voto alle donne: incomprensibile e inconcepibile che non ci fosse”.

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Economia

Bilanci di previsione, virtuoso 86% dei Comuni ma non al Sud

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Comuni diventati virtuosi nella presentazione dei bilanci di previsione. Quest’anno sette su dieci già a metà febbraio avevano approvato e trasmesso il documento e alla data del 15 marzo la percentuale di comuni in linea era salita all’84%. Il dato risulta da un’elaborazione dei dati del Mef fatta dal Centro studi enti locali. Il dato, si spiega, è di netta rottura rispetto al passato e testimonia l’efficacia delle misure adottate lo scorso anno dal Ministero dell’Economia per interrompere il circolo vizioso dei posticipi infiniti che aveva caratterizzato gli ultimi decenni.

Ciò che emerge è però, ancora una volta, è “l’esistenza di divari siderali tra varie aree del Paese che vede contrapposti casi come quello siciliano, dove solo 30 comuni su 100 risultano aver approvato e trasmesso il bilancio, e la Valle d’Aosta e l’Emilia Romagna, dove questa percentuale sale al 96%”. Dopo anni di slittamenti nel 2023 un decreto ministeriale, ha riscritto il calendario delle scadenze contabili e anche se è comunque stata necessaria una proroga al 15 marzo quest’anno ben 4.695 comuni, il 59% del totale, hanno iniziato l’anno corrente con un bilancio di previsione già approvato e non si sono avvalsi del tempo aggiuntivo concesso dal Viminale.

Stando a quanto emerso da un’elaborazione di Centro Studi Enti Locali, basata sui dati della Banca dati delle Amministrazioni Pubbliche (Bdap-Mef), sono stati approvati entro il 15 marzo scorso i bilanci dell’84% dei comuni italiani. All’appello mancano quelli di 1.268 comuni. Questi enti hanno un profilo abbastanza preciso: la stragrande maggioranza è di piccole dimensioni. Nove di questi comuni su dieci hanno infatti meno di 10mila abitanti e il 64% è localizzato al sud e nelle isole. Nel nord Italia, nel suo complesso, risulta essere stato già trasmesso al Mef il 92% dei preventivi. In particolare, spiccano per efficienza: Emilia Romagna e Valle d’Aosta (entrambe a quota 96%) e Trentino Alto Adige e Veneto (95%). Ottimi anche i risultati registrati in: Lombardia (93%), Friuli Venezia Giulia (90%) e Piemonte (89%). Chiude il cerchio la Liguria, con l’85% di comuni adempienti.

Scendendo verso sud la percentuale decresce gradualmente, restando comunque buona al centro, dove mediamente sono stati già approvati e trasmessi 89 bilanci su 100. A trainare verso l’alto questo gruppo sono soprattutto Toscana (95%), Marche e Umbria (93%). Più indietro i comuni laziali, fermi a quota 81%. Meno rosea, ma comunque in netto miglioramento rispetto al passato, la situazione del Mezzogiorno dove i comuni più tempestivi sono stati 6 su 10. In particolare, le 3 regioni in assoluto più distanti dalla media nazionale sono – nell’ordine – la Sicilia, la Calabria e la Campania.

Nella banca dati gestita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla data del 24 aprile, risultano essere stati acquisiti soltanto 117 bilanci di previsione di comuni siciliani su 391, meno di uno su tre. Al di là dello Stretto ne sono stati trasmessi 236 su 404 (58% del totale), in Campania il 67% dei preventivi sono stati approvati nei tempi. Prima della classe, per quanto riguarda il meridione, è la Basilicata (92% di bilanci approvati), seguita a breve distanza dalla Sardegna (885) e dalla Puglia (86%). Chiudono il cerchio l’Abruzzo e il Molise, rispettivamente con l’80% e il 77% di comuni che hanno già inviato al Ministero il proprio preventivo.

Secondo il Centro Studi Enti Locali questi dati, nel loro insieme, testimoniano un effetto tangibile prodotto dalla nuova programmazione ma preoccupa la distanza abissale che continua a caratterizzare i risultati ottenuti da enti di territori diversi. Il processo di riforma della contabilità e dell’ordinamento degli enti locali, i cui cantieri sono aperti, dovrà necessariamente tenere conto anche delle criticità finanziarie e organizzative, ormai strutturali ed endemiche, di alcuni territori e individuare delle soluzioni efficaci per far sì che queste distanze siano colmate.

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Politica

Europee: Vannacci presenta il suo libro giovedì a Napoli

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Roberto Vannacci, candidato della Lega alle elezioni europee, presenterà il suo libro “Il mondo al contrario” giovedì 2 maggio a Napoli. Lo annuncia Luigi Mercogliano, presidente per la Campania del comitato “Il mondo al contrario” che trae il suo nome dal titolo del libro scritto da Vannacci. La presentazione del libro si terrà giovedì 2 maggio alle ore 17 nel teatro del centro culturale “In arte Vesuvio”. Interverranno alla presentazione con l’autore il presidente campano di “Mondo al contrario” Luigi Mercogliano, il giornalista Sergio Angrisano e lo scrittore Massimo Scalfati.

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Politica

Emiliano all’Antimafia: inopportuno io venga in audizione

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Il presidente della Puglia, Michele Emiliano, ha inviato una lettera alla Commissione parlamentare antimafia in cui spiega di non ritenere opportuna in questo momento una sua audizione, come richiesto già una settimana fa dall’ufficio di presidenza della stessa commissione. La motivazione del governatore sarebbe dovuta ad una serie di delicati impegni legati alla recente fase politica in Consiglio regionale, come la votazione della mozione di sfiducia nei suoi confronti. L’audizione avrebbe riguardato le vicende e le inchieste sui rischi di infiltrazioni mafiose nel territorio pugliese e in particolare a Bari.

“Quello di Emiliano è un evidente gesto di debolezza. Se lui adombra eventuali gesti di strumentalizzazione politica si sbaglia. Noi conosciamo bene i limiti e i poteri dell’Antimafia e confermo da parte mia la richiesta di audizione del presidente della Puglia, affinché venga fatta chiarezza su alcune vicende”. Così la senatrice di Italia Viva e componente della commissione antimafia, Raffaella Paita, in merito alla lettera inviata dal governatore della Puglia, in cui Emiliano ha spiegato alla commissione di non ritenere opportuna una sua convocazione in questo momento.

La commissione Antimafia ha ufficialmente convocato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per il 2 maggio. Lo si apprende da fonti della commissione secondo le quali l’audizione è fissata per le 10.30.

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