Ci sono voluti 22 anni dal suo arrivo in Italia dal Camerun, quando era una bambina di otto e si era ricongiunta al padre, trasferitosi per studio e lavoro a Perugia. Oggi, finalmente, Pamela Malvina Noutcho Sawa, 30 anni, pugile tesserata dell’Asd Bolognina boxe e infermiera al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore di Bologna, citta’ dove vive da quando la scelse per frequentare l’Universita’, e’ ufficialmente italiana. La richiesta di cittadinanza formalmente l’aveva presentata nel febbraio 2021. “Non e’ stato facile – spiega – tanti i requisiti che servivano per raggiungere questo traguardo, dalla residenza per dieci anni nel Paese, i contributi da lavoro versati per almeno tre, i documenti da recuperare nel mio paese natale”. Un lungo percorso di vita e di attesa, fino a questa mattina, quando davanti al sindaco di Bologna Matteo Lepore, a Palazzo d’Accursio, Pamela ha pronunciato il tanto desiderato giuramento: “Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservare la Costituzione e le leggi dello Stato”. Poi, la stretta di mano e il “benvenuto” del primo cittadino con le firme necessarie che la fanno essere anche per lo Stato cio’ che lei gia’ si sentiva: “E’ stato bellissimo – racconta Pamela – oggi ho firmato e domani mi svegliero’ a tutti gli effetti cittadina italiana; sono stata riconosciuta come tale, ma io gia’ mi sentivo cosi'”. Parla sorridendo: “Sono davvero molto emozionata, felice, l’ho attesa per cosi’ tanto tempo”. “Continueremo ad impegnarci affinche’ lo Stato riconosca, in tempi dignitosi e rispettosi, chi nasce o studia in Italia per quello che e’: un cittadino o una cittadina italiani. Serve una legge nazionale sulla cittadinanza”, ha detto Lepore che da Bologna sta portando avanti una battaglia sul tema: recentemente il Comune ha approvato la cittadinanzaonoraria per i minori stranieri che abbiano completato almeno un ciclo scolastico. Ora Pamela deve aspettare ancora qualche giorno, poi potra’ richiedere la nuova carta d’identita’, il passaporto, il codice fiscale. E c’e’ un sogno grande da realizzare, forte adesso dellacittadinanza ottenuta: “Voglio provare a vincere il titolo italiano da pro”. Pamela, infatti, da alcuni mesi ha lasciato il pugilato dilettantistico nel quale si era gia’ affermata campionessa nella categoria 64 kg, per lanciarsi nel professionismo. Resta un altro piccolo ostacolo da superare: “Io e il mio allenatore ci vogliamo rimettere al lavoro, pero’ non abbiamo piu’ la palestra, che e’ stata chiusa dal Comune di Bologna per motivi di rumore – sottolinea – spero si trovera’ presto una soluzione, per ora mi alleno all’aperto in un parco”. Intanto, continua il suo lavoro da infermiera al pronto soccorso: “Festeggero’ anche con i miei colleghi, amo il mio lavoro, mi fa sentire utile; l’ospedale e il ring sono la mia vita, il mio equilibrio”. Con la cittadinanza in tasca, non dimentica coloro che ancora non l’hanno: “La cittadinanza per me non deve essere una questione di merito, ma un diritto. E mi auguro che in particolare i ragazzi che crescono in Italia non debbano aspettare tanto per averla”. La societa’ Asd Bolognina boxe, che ha affiancato la ragazza nel percorso di riconoscimento della cittadinanza, festeggia il risultato come una vittoria collettiva: “Pamela e’ stata “una privilegiata”, in quanto i suoi successi sportivi e la notorieta’ l’hanno avvantaggiata nell’iter burocratico – scrive la societa’ in una nota – continuiamo a sostenere che la cittadinanza e’ un diritto per chiunque viva in Italia e non un privilegio da conquistare in una battaglia tra i vari sportelli immigrazione e neanche grazie ai meriti sportivi”.