Collegati con noi

Politica

Niente parità genere nella lingua ufficiale Senato

Pubblicato

del

Il Senato avra’ un nuovo Regolamento per affrontare il taglio dei parlamentari nella prossima legislatura. L’Assemblea da’ il via libera alla riforma, pero’ respinge l’emendamento della pentastellata Alessandra Maiorino, per “l’utilizzo di un linguaggio inclusivo”. Nella comunicazione istituzionale scritta di palazzo Madama non si potra’ scegliere, come prevedeva la modifica, se declinare le cariche al femminile: la presidente, la ministra e cosi’ via. Con lo zampino di Fratelli d’Italia, che chiede il voto segreto, la proposta, ottiene 152 voti favorevoli, non sufficienti a raggiunge la maggioranza assoluta (161) necessaria per questa votazione. Ironia della sorte lo stop alla parita’ di genere nei testi istituzionali della Camera Alta riflette la sensibilita’ del suo presidente. Non e’ un mistero per nessuno che Elisabetta Casellati preferisce che la sua carica venga declinata al maschile: il presidente. Lo lascia intendere la stessa Maiorino: “So bene – spiega in Aula – che vi sono anche donne che preferiscono essere chiamate “il presidente”, “il direttore” o “il segretario”, ma potranno continuare a farlo. E’ la scelta che non abbiamo oggi, perche’ il Regolamento contempla solo il maschile”. La festa per il via libera al neo- regolamento e’ rovinata per quello che da molti e’ giudicato un “inutile scivolone”. “Non era facile, a Camere sciolte, arrivare in porto. Noi in Senato ce l’abbiamo fatta” commenta con una punta di orgoglio il presidente della commissione Affari costituzionali Dario Parrini (Pd). Le protagoniste della giornata rimangono pero’ le proteste e la rabbia per l’obiettivo mancato. I 5s arrivano a chiedere di rifare la votazione per vizi procedurali, ma il presidente Casellati taglia corto: “Considerazioni pretestuose. Non si rifa’ una votazione perche’ il risultato non piace”. A puntare l’indice sulle donne del Centrosinistra “allargato” il leghista Luigi Augussori: “erano assenti in 18”. Il Pd rimanda l’accusa al mittente “da noi una sola assente, giustificata”, mentre insorgono le donne dem: “Questa e’ la destra reazionaria che vuole guidare il Paese” dichiara la capogruppo Simona Malpezzi; la vicepresidente Anna Rossomando parla di “oscurantismo”; Valeria Valente, presidente della commissione Femminicidio, dice: “FdI, complice la destra, ha manifestato cosa pensa delle donne”. Per i 5s del Gruppo Pari Opportunita’, e’ “una grande occasione persa” e criticano la presidente Casellati per aver “prontamente concesso” il voto segreto. Difende la scelta da FdI Lucio Malan: “Siamo l’unico partito guidato da una donna, no a ideologismi sul linguaggio”.

Advertisement

Economia

Bilanci di previsione, virtuoso 86% dei Comuni ma non al Sud

Pubblicato

del

Comuni diventati virtuosi nella presentazione dei bilanci di previsione. Quest’anno sette su dieci già a metà febbraio avevano approvato e trasmesso il documento e alla data del 15 marzo la percentuale di comuni in linea era salita all’84%. Il dato risulta da un’elaborazione dei dati del Mef fatta dal Centro studi enti locali. Il dato, si spiega, è di netta rottura rispetto al passato e testimonia l’efficacia delle misure adottate lo scorso anno dal Ministero dell’Economia per interrompere il circolo vizioso dei posticipi infiniti che aveva caratterizzato gli ultimi decenni.

Ciò che emerge è però, ancora una volta, è “l’esistenza di divari siderali tra varie aree del Paese che vede contrapposti casi come quello siciliano, dove solo 30 comuni su 100 risultano aver approvato e trasmesso il bilancio, e la Valle d’Aosta e l’Emilia Romagna, dove questa percentuale sale al 96%”. Dopo anni di slittamenti nel 2023 un decreto ministeriale, ha riscritto il calendario delle scadenze contabili e anche se è comunque stata necessaria una proroga al 15 marzo quest’anno ben 4.695 comuni, il 59% del totale, hanno iniziato l’anno corrente con un bilancio di previsione già approvato e non si sono avvalsi del tempo aggiuntivo concesso dal Viminale.

Stando a quanto emerso da un’elaborazione di Centro Studi Enti Locali, basata sui dati della Banca dati delle Amministrazioni Pubbliche (Bdap-Mef), sono stati approvati entro il 15 marzo scorso i bilanci dell’84% dei comuni italiani. All’appello mancano quelli di 1.268 comuni. Questi enti hanno un profilo abbastanza preciso: la stragrande maggioranza è di piccole dimensioni. Nove di questi comuni su dieci hanno infatti meno di 10mila abitanti e il 64% è localizzato al sud e nelle isole. Nel nord Italia, nel suo complesso, risulta essere stato già trasmesso al Mef il 92% dei preventivi. In particolare, spiccano per efficienza: Emilia Romagna e Valle d’Aosta (entrambe a quota 96%) e Trentino Alto Adige e Veneto (95%). Ottimi anche i risultati registrati in: Lombardia (93%), Friuli Venezia Giulia (90%) e Piemonte (89%). Chiude il cerchio la Liguria, con l’85% di comuni adempienti.

Scendendo verso sud la percentuale decresce gradualmente, restando comunque buona al centro, dove mediamente sono stati già approvati e trasmessi 89 bilanci su 100. A trainare verso l’alto questo gruppo sono soprattutto Toscana (95%), Marche e Umbria (93%). Più indietro i comuni laziali, fermi a quota 81%. Meno rosea, ma comunque in netto miglioramento rispetto al passato, la situazione del Mezzogiorno dove i comuni più tempestivi sono stati 6 su 10. In particolare, le 3 regioni in assoluto più distanti dalla media nazionale sono – nell’ordine – la Sicilia, la Calabria e la Campania.

Nella banca dati gestita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla data del 24 aprile, risultano essere stati acquisiti soltanto 117 bilanci di previsione di comuni siciliani su 391, meno di uno su tre. Al di là dello Stretto ne sono stati trasmessi 236 su 404 (58% del totale), in Campania il 67% dei preventivi sono stati approvati nei tempi. Prima della classe, per quanto riguarda il meridione, è la Basilicata (92% di bilanci approvati), seguita a breve distanza dalla Sardegna (885) e dalla Puglia (86%). Chiudono il cerchio l’Abruzzo e il Molise, rispettivamente con l’80% e il 77% di comuni che hanno già inviato al Ministero il proprio preventivo.

Secondo il Centro Studi Enti Locali questi dati, nel loro insieme, testimoniano un effetto tangibile prodotto dalla nuova programmazione ma preoccupa la distanza abissale che continua a caratterizzare i risultati ottenuti da enti di territori diversi. Il processo di riforma della contabilità e dell’ordinamento degli enti locali, i cui cantieri sono aperti, dovrà necessariamente tenere conto anche delle criticità finanziarie e organizzative, ormai strutturali ed endemiche, di alcuni territori e individuare delle soluzioni efficaci per far sì che queste distanze siano colmate.

Continua a leggere

Politica

Europee: Vannacci presenta il suo libro giovedì a Napoli

Pubblicato

del

Roberto Vannacci, candidato della Lega alle elezioni europee, presenterà il suo libro “Il mondo al contrario” giovedì 2 maggio a Napoli. Lo annuncia Luigi Mercogliano, presidente per la Campania del comitato “Il mondo al contrario” che trae il suo nome dal titolo del libro scritto da Vannacci. La presentazione del libro si terrà giovedì 2 maggio alle ore 17 nel teatro del centro culturale “In arte Vesuvio”. Interverranno alla presentazione con l’autore il presidente campano di “Mondo al contrario” Luigi Mercogliano, il giornalista Sergio Angrisano e lo scrittore Massimo Scalfati.

Continua a leggere

Politica

Emiliano all’Antimafia: inopportuno io venga in audizione

Pubblicato

del

Il presidente della Puglia, Michele Emiliano, ha inviato una lettera alla Commissione parlamentare antimafia in cui spiega di non ritenere opportuna in questo momento una sua audizione, come richiesto già una settimana fa dall’ufficio di presidenza della stessa commissione. La motivazione del governatore sarebbe dovuta ad una serie di delicati impegni legati alla recente fase politica in Consiglio regionale, come la votazione della mozione di sfiducia nei suoi confronti. L’audizione avrebbe riguardato le vicende e le inchieste sui rischi di infiltrazioni mafiose nel territorio pugliese e in particolare a Bari.

“Quello di Emiliano è un evidente gesto di debolezza. Se lui adombra eventuali gesti di strumentalizzazione politica si sbaglia. Noi conosciamo bene i limiti e i poteri dell’Antimafia e confermo da parte mia la richiesta di audizione del presidente della Puglia, affinché venga fatta chiarezza su alcune vicende”. Così la senatrice di Italia Viva e componente della commissione antimafia, Raffaella Paita, in merito alla lettera inviata dal governatore della Puglia, in cui Emiliano ha spiegato alla commissione di non ritenere opportuna una sua convocazione in questo momento.

La commissione Antimafia ha ufficialmente convocato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per il 2 maggio. Lo si apprende da fonti della commissione secondo le quali l’audizione è fissata per le 10.30.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto