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Cronache

Morto dopo errori medici, in due rinviati a giudizio

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Il gup di Velletri ha rinviato a giudizio un ortopedico dell’ospedale di Anzio e il medico radiologo di una casa di cura per l’accusa di concorso in omicidio colposo in relazione alla morte di Aldo Scione, 64 anni, di Ardea, centro in provincia di Roma, avvenuta il 21 gennaio del 2017. Per i due imputati il processo e’ stato fissato al prossimo 15 novembre davanti al tribunale monocratico. Nel procedimento si costituiranno parte civile la moglie e i figli assistiti dallo Studio3A-Valore. Il dramma di Scione inizia il 3 dicembre 2016 dopo caduta in casa e un’errata diagnosi. Il 64enne lamenta forti dolori alla gamba sinistra e il figlio, dopo averlo condotto senza risultato al Pronto Soccorso di Anzio, lo accompagna presso la casa di cura per effettuare una visita. Secondo il capo di imputazione il radiologo, nonostante l’accertamento radiografico non “rileva la frattura del collo del femore (nonostante la presenza di indicazioni specifiche che avrebbero dovuto orientare verso tale opzione) – scrive il pm nel capo di imputazione – in questo modo ritardando in maniera rilevante un trattamento chirurgico che in realta’ avrebbe dovuto essere praticato nel minor tempo possibile per ridurre il rischio di insorgenza delle complicanze connesse all’allettamento prolungato”. Passano alcuni giorni, i dolori continuano ad essere forti e il 21 dicembre una seconda radiografia individua la frattura. Il paziente, due giorni dopo, viene sottoposto ad intervento chirurgico nell’ospedale di Anzio ma qui si consuma un secondo errore medico: una catena di sbagli che se evitata forse avrebbe potuto salvare la vita al paziente che a detta dei familiari, a parte un ictus ben superato, godeva di buona salute fino a quella maldestra caduta in casa. Secondo l’accusa lo specialista commette un “evidente errore tecnico” consistito “nel non corretto posizionamento della vite cefalica in questo modo rendendo “necessario un nuovo intervento, eseguito il 24 dicembre di sei anni fa, per la rimozione e successiva riposizionamento della vite” e “sottoponendo il paziente ad ulteriore stress operatorio aumentando il rischio di infezioni, come poi verificatosi, con prolungamento della immobilizzazione”, spiega il pm. Di fatto Scione non si riprendera’ piu’ e dopo alcune settimane di calvario muore il 21 gennaio del 2017. “Un mese e mezzo letale nelle mani delle sanita’ italiana, ora chiediamo giustizia”, afferma il figlio Nicola commentando il rinvio a giudizio dei due medici.

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Cronache

Stupro di gruppo: gli imputati rinunciano all’abbreviato

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Si svolgerà con il rito ordinario il processo ai sei ragazzi palermitani accusati di aver violentato, a luglio scorso, una 19enne al Foro Italico. Gli imputati avevano presentato richiesta di ammissione al rito abbreviato condizionando l’istanza a una serie di nuove attività tra le quali l’esame in aula della vittima che il gup ha però respinto. La 19enne peraltro è stata sentita dal Gip di Palermo, Clelia Maltese, nel corso di un incidente probatorio, due mesi e mezzo fa. Il giudice ha invece deciso di accogliere la richiesta di disporre una consulenza tecnica sul telefono della ragazza, ma i difensori hanno comunque rinunciato all’abbreviato optando per il dibattimento.

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Cronache

Otto milioni evasi al fisco, tre aziende irpine nei guai

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False fatturazioni ed altrettante inesistenti operazioni transnazionali per evadere le imposte dirette e i versamenti Iva. Tre aziende operanti in provincia di Avellino sono state denunciate dalla Guardia di Finanza per una evasione complessiva di otto milioni di euro nel corso di altrettante verifiche fiscali. Cinque milioni sottratti alla tassazione dirette e 1,5 milioni all’Iva. Nel corso dei controlli è anche emerso che un professionista del capoluogo ha sottratto mezzo milione di euro all’erario facendo figurare come acquisite prestazioni tecniche, in realtà mai ricevute, ma falsamente fatturate da una società a lui riconducibile.

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Cronache

Fassino denunciato, informativa Polaria trasmessa a pm

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E’ all’attenzione dei magistrati della Procura di Civitavecchia l’informativa della Polaria sull’episodio del furto di una confezione di profumo da parte del parlamentate Piero Fassino in un negozio del duty free di Fiumicino e costata una denuncia. Allegato all’incartamento anche il video di quanto avvenuto il 15 aprile scorso nello scalo della Capitale e ripreso da una telecamera di sicurezza presente nell’esercizio commerciale. Nei giorni scorsi è emerso dal racconto di alcuni dipendenti del negozio che Fassino sarebbe stato autore già di un tentativo di furto nelle scorse settimane. Spetterà ora ai pm decidere come procedere e se affidare delega alla polizia giudiziaria per svolgere ulteriori approfondimenti.

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