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Spalletti dice una verità: il naufragio del Napoli è solo colpa sua, il sogno scudetto finito grazie a lui

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Luciano Spalletti vuol essere l’unico vero responsabile della clamorosa sconfitta subita in rimonta da un Empoli indomito e con la sua squadra che ha commesso errori mai visti prendendo tre gol in otto minuti ormai a un soffio dal 90′. Spalletti e’ sincero e allo stadio Castellani dove ha iniziato la sua carriera, da’ il definitivo addio alle speranze di scudetto da riportare sotto il Vesuvio. “Ci sono i numeri che lo dicono, inutile stare a nascondersi – dice nel dopopartita -. Con dispiacere e’ un sogno che abbiamo coltivato con grande sacrificio e lavoro, pero’ sono stati piu’ bravi gli avversari di noi”. Cerca poi di spiegare la gara: “Sorprende il finale di questa partita qui, perche’ non se ne vedono molti in questa maniera. Sono cose che nel calcio succedono, che una squadra cali di ritmo e intensita’, e abbiamo trovato un avversario caparbio che ci ha provato sempre. Se non hai una struttura mentale forte diventa tutto un problema. Non e’ la nostra partita se arriva la battaglia, a volte si va in difficolta’. E se succede questo, e’ responsabilita’ dell’allenatore”. In realta’ il Napoli appare in netta frenata e il rendimento di queste ultime gare potrebbe farlo ripensare al futuro. “No, il mio futuro e’ domani l’altro, volevo rimanere qui a trovare mia mamma ma dopo una prestazione cosi’ torno diretto a Napoli con la squadra. Dobbiamo sentirci addosso le responsabilita’, non ci puo’ essere questo divario tra lottare per il campionato e fare dieci minuti di questo genere. Ho sempre messo gas a manetta sempre ma se si fanno queste prestazioni significa che io ho sbagliato qualche cosa nel lavoro”. Sull’opportunita’ di qualche sostituzione diversa Spalletti spiega: “Poteva essere fatto certamente qualcosa di diverso. E’ chiaro quei cambi sono stati fatti male. Ogni volta che si perde, i cambi sono stati sbagliati”. Il Napoli comunque era scarico. “La partita aveva preso una certa china, avevo tentato di mettere un centrocampista in piu’ proprio per questo – prosegue il tecnico -. Abbiamo giocato sempre cosi’, abbiamo messo Zielinski quando avevamo sette-otto partite vinte di fila. Mi chiedevate di levare Insigne perche’ ormai aveva gia’ firmato il contratto eppure l’ho tenuto li’. Ho messo calciatori che ci hanno dato tanto. Il problema e’ la gestione della settimana se facciamo questi cali. E sono io il responsabile”. Dall’altra parte c’e’ un Aurelio Andreazzoli che si gode un’altra incredibile rimonta dopo quelle con Sassuolo e Fiorentina: “Negli spogliatoi ho visto i ragazzi molto concentrati – racconta -. Ci siamo riusciti, nonostante l’inizio del secondo tempo sia stato ancora piu’ gravoso. Credo che non rimarra’ fine a se stessa questa gara. Rimarra’ nella mente e nel cuore di tutte le persone che ci hanno sostenuto. Con una grande squadra come il Napoli potevamo scrivere una pagina da poter raccontare e si tratta di una pagina che rimarra’ nella storia. Sono molto contento per il nostro pubblico che non sempre abbiamo gratificato come meritava”. Decisivi i suoi cambi, finiranno nei manuali del calcio? “Tatticamente non hanno inciso nulla, perche’ abbiamo tenuto lo stesso assetto, ma abbiamo cambiato la nostra energia – spiega Andreazzoli facendo atto di modestia -. Forse Haas, infortunato, ci ha dato questa energia, ieri a telecamere spente vi raccontavo di come fosse energetico, per il sorriso che porta dentro lo spogliatoio. Sara’ un caso, ma forse non lo e'”. Sull’ipotesi di una vittoria soprattutto mentale Andreazzoli si dice “d’accordo, perche’ funziona cosi’. La testa e’ quella che funziona per prima, quando crei valore non solo a parole puoi raggiungere questi traguardi. Il lavoro e’ tutto mentale, e’ lungo. Ma se crei un gruppo omogeneo di persone”. Cosi’ dopo ben 16 gare l’Empoli e’ tornato a vincere dopo una ottima prima parte di stagione: “Era diventato fastidioso dover sentire che eravamo l’unica squadra in Europa a non aver mai vinto nel 2022. Giravano le scatole perche’ i ragazzi erano meritevoli”.

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Coppa Italia alla Juve, Vlahovic stende l’Atalanta

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La Juventus si aggiudica la 15esima Coppa Italia della sua storia. La squadra di Max Allegri si impone 1-0 sull’Atalanta, nella finale andata in scena allo stadio Olimpico di Roma, grazie al gol del suo centravanti Dusan Vlahovic e può festeggiare la conquista del trofeo, staccando ulteriormente Inter e Roma con 9 a testa. Inoltre Allegri diventa il primo allenatore nella storia a vincere cinque volte la Coppa Italia, superando a quota quattro Sven-Göran Eriksson e Roberto Mancini. Risveglio amaro per l’Atalanta di Gasperini che alla sua sesta finale deve rimandare il bis dopo quella vinta nell’edizione 1962-1963. I nerazzurri cercheranno di rifarsi in Europa League il 22 maggio a Dublino con il Bayer Leverkusen.

Allegri parte dal 1′ con la coppia Vlahovic-Chiesa, mentre la novità é Iling da quinto di sinistra con Cambiaso a destra e Nicolussi Caviglia in mezzo al campo. Gasperini, invece, sceglie Lookman e De Ketelaere in avanti, con Koopmeiners a supporto e Pasalic da mediano con de Roon che scala sulla linea di difesa con Hien e Djimsiti. La Juve parte subito forte e sblocca subito il risultato e indirizza la gara. Al 4′ servizio in verticale di Cambiaso per Vlahovic che vince il duello di fisico con Hien e, davanti a Carnesecchi, lo batte per l’1-0. L’Atalanta accusa il colpo e all’8′ nuova ripartenza Juventus iniziata da un bel tacco di Vlahovic, ma sul cross finale di Iling Jr Djimsiti mette in angolo. Passa un minuto e ancora bianconeri pericolosi: cross di Nicolussi Caviglia e Gatti manda alto. L’Atalanta prova la reazione al 10′ su una palla persa di Cambiaso, Lookman calcia di prima intenzione ma respinge Danilo. La formazione di Gasperini alza i giri e al 13′ Pasalic si inserisce centralmente ma un tocco di Bremer facilita l’uscita di Perin.

I bianconeri aspettano gli avversari per ripartire, sfruttando la grande corsa di Chiesa e delle sue mezzali, oltre alla buona vena e condizione psicofisica di Vlahovic. Al 34′ ci prova De Ketelaere ma spreca calciando alto sopra la traversa. Sul finale di tempo al 44′ Pasalic conclude dal limite ma Gatti salva la sua porta in scivolata. Ad inizio ripresa l’Atalanta si riaffaccia subito in avanti e al 50′ su un cross di Ruggeri, Iling non interviene mandando fuori giri Zappacosta. Al 51′ ci prova Lookman ma la conclusione viene deviata in angolo. I nerazzurri premono e schiacciano la Juve nella sua metà campo: al 58′ Koopmeiners di testa manda al lato. La gara si innervosisce e la Juve ne approfitta.

Al 64′ altro contropiede Juventus, con Chiesa che scarica su Vlahovic che supera due avversari e conclude ma una deviazione di de Roon consente la parata di Carnesecchi. Nell’intervento però rimane a terra de Roon dopo la grande chiusura. L’olandese esce in lacrime, al suo posto Tolói. L’Atalanta continua a pressare e al 71′ su un cross di Ruggeri, di controbalzo Miranchuk manda alto. La Juve reagisce al 74′ ma il gol di Vlahovic viene annullato per fuorigioco millimetrico dal Var, con l’attaccante che aveva deviato di testa un cross di Cambiaso. La gara è intensa e al l’Atalanta sfiora il pari: al 79′ Lookman rientra sul destro e conclude di precisione ma colpisce la parte esterna del palo. La Juve trema ma risponde e all’83’ Miretti da poco entrato colpisce la traversa con una conclusione in diagonale. In pieno recupero ancora Atalanta all’arrembaggio: al 94′ Ederson sugli sviluppi di una punizione conclude ma Perin respinge. Allegri va su tutte le furie per le decisioni arbitrali e viene espulso al 95′, ma ormai è finita e la Juve può festeggiare.

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Coppa Italia: Allegri espulso al 94′, “dov’è Rocchi?”

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Un Massimiliano Allegri furioso per una punizione concessa all’Atalanta, è stato espulso al 94′ della finale di Coppa dall’arbitro Maresca. Dopo essersi strappato giacca e cravatta di dosso, Allegri ha continuato a protestare ed uscendo ha urlato più volte verso la tribuna autorità “dov’è Rocchi?”, ovvero il designatore degli arbitri.

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Napoli, terapie per Osimhen, in dubbio per la Fiorentina

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Il Napoli si è allenato questa mattina all’SSCN Konami Training Center di Castelvolturno. Gli azzurri preparano il match contro la Fiorentina in programma venerdì allo Stadio Franchi per la 37esima giornata di Serie A (ore 20.45). La squadra ha lavorato sul campo 1 dove ha iniziato la sessione con attivazione e torello.Successivamente il gruppo è stato impegnato in seduta tecnico tattica e partitina finale.Zielinski ha svolto lavoro personalizzato in campo. Per Mario Rui lavoro personalizzato in palestra e campo. Osimhen ha fatto terapie e lavoro personalizzato in palestra. Lindstrom si è allenato in gruppo.

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