Non c’e’ piu’ tempo: l’Europa deve capire che lo stop al gas russo serve subito e non tra mesi, magari al ventesimo pacchetto di sanzioni. L’Unione europea mostri la stessa leadership espressa dalla Lituania, che per prima ha deciso il blocco delle importazioni dalla Russia. Volodymyr Zelensky usa un intervento video al Parlamento lituano per sferzare l’Unione europea chiedendogli di fare di piu’ abbandonando le riluttanze egoistiche sull’approvvigionamento di gas. Dopo aver percorso per settimane la strada della richiesta della creazione di una “no fly zone”, e quindi di una maggiore fornitura di armi dall’Occidente, ora il presidente ucraino si concentra sul cuore delle sanzioni, ormai consapevole che le misure varate fino ad oggi hanno infastidito ma non atterrato il regime russo. Il gas e’ l’arma regina e l’Ucraina martella le cancellerie europee affinche’ mostrino coraggio anche se c’e’ un prezzo da pagare. “Se si discute seriamente del petrolio solo per il sesto pacchetto di sanzioni, il mondo non si rende conto a quale guerra si sta preparando la Russia. Se non c’e’ ancora una definizione chiara sul gas russo, allora non ci puo’ essere certezza che l’Europa abbia una volonta’ comune per fermare i crimini militari russi per costringere la Russia alla pace”, ha detto Zelensky nel suo discorso all’emiciclo lituano. “Occorre compiere ogni sforzo per garantire che la risposta dell’Europa all’aggressione russa sia veramente forte e veramente consolidata. Non possiamo aspettare – ha incalzato il presidente ucraino – lo sviluppo del settimo o dell’ottavo o del nono, decimo, ventesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia per prendere decisioni davvero potenti”. Basta traccheggiare, e’ giunto il momento di fissare perlomeno “delle scadenze specifiche per ciascuno stato dell’Unione europea al fine di abbandonare efficacemente o almeno limitare in modo significativo il consumo di gas, e petrolio”. L’allarme di Zelensky sembra essere piu’ che giustificato perche’, al di la’ dell’offensiva militare nel Donbass, il Cremlino si mostra baldanzoso e diffonde, almeno a parole, sicurezza nelle sue capacita’ di resilienza rispetto alle sanzioni. Come sembrano confermare le parole di Vladimir Putin: “La Russia sviluppera’ le proprie competenze per sostituire quelle che prima poteva comprare con le entrate ricevute dalle vendite di energia. Promuoveremo le nostre competenze, svilupperemo cio’ che abbiamo potuto acquistare liberamente in precedenza con i petrodollari e con il gas”, ha assicurato lo zar in un incontro con i lavoratori allo spazioporto di Vostochny. Per questo Zelensky ha lodato la piccola Lituania, “il primo Paese del continente ad abbandonare l’energia russa adesso, quando e’ davvero necessario. Questo e’ esattamente il tipo di leadership di cui l’intera Europa ha bisogno”, ha aggiunto, punzecchiando l’inerzia della gran parte dei governi dell’Unione europea che stanno sfornando una serie di misure progressive contro la Russia senza pero’ mai toccare gli idrocarburi.