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La Fiorentina vince con merito, brusco stop in casa per il Napoli

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Il Napoli perde al Maradona 3-2 con la Fiorentina e forse brucia non solo una ennesima partita in casa ma anche probabilmente le chance legate alla volata scudetto. Tre errori in difesa che sono costati molto cari alla squadra diretta da Luciano Spalletti, che nonostante un buon secondo tempo non sono riusciti a raddrizzare la gara.  Per la  32ª giornata di campionato formazione azzurra oggi in maglia rossa recuperato in extremis Rrahmani dopo un principio di influenza,  il giocatore ritorna al suo posto in difesa al fianco di Koulibaly. A completare la linea a quattro davanti Ospina confermato Zanoli a destra e Mario Rui a sinistra. Nel centrocampo a tre rientra Fabian Ruiz al fianco di Lobotka e Zielinski con Anguissa squalificato. In attacco i titolari sono Politano e Insigne sugli esterni al fianco del rientrante Osimhen.

Dopo i primi minuti di studio il Napoli inizia ad esercitare sugli avversari una discreta pressione nell’intento di dare un indirizzo preciso al match, sostenuto anche da uno stadio Maradona sold out al pieno della sua capienza.
Al 7′ Mario Rui mette in mezzo rasoterra, Politano svirgola da buona posizione. Passa un minuto ed è Osimhen a sprecare di testa mandando a lato.


Al 9′ Lorenzo Insigne prova un  pallonetto: palla alta, la Fiorentina è salva.
Due minuti dopo Milenkovic sgambetta Lobotka e si prende la prima ammonizione della gara.
Al 14′ viene annullato un gol al Naloli per fuorigioco. Fabian  imbuca in area per Zielinski: il cross al centro trova Osimhen che da due passi insacca ma da posizione irregolare.

Due occasioni per i viola: al 17′ Biraghi che calcia forte in porta ma è pronto Ospina a deviare in angolo. Dopo poco occasione per Castrovilli, il suo tiro è fuori misura.
Al 25′ contrasto Igor-Osimhen, resta a terra il nigeriano poi per fortuna si riprende.
Si fa sentire la tifoseria viola nel settore ospite, anche con cori poco edificanti (‘lavali col fuoco’) ed è il prologo del gol dei gigliati al 29′:
Un batti e ribatti in area azzurra:  cade Koulibaly in area che chiede il fallo, l’arbitro Mariani lascia continuare, Duncan rimette al centro, Rrahmani allontana di testa ma non troppo. La palla finisce sui piedi di Nico Gonzalez che di sinistro da centro area trafigge Ospina per lo 0-1.

Napoli un po’ imbambolato dopo il gol e fa fatica a ritrovare gioco e pericolosità in attacco. Insigne e Osimhen generosi ma troppo imprecisi. Finisce il primo tempo: die minuti di recupero e squadre negli spogliatoi con il Napoli in svantaggio.
Il Napoli inizia la ripresa  già con un cambio: Lozano al posto di Politano. Una prima occasione per il pareggio già al 46′: Zielinski conquista un calcio di punizione dal limite ma il tiro di Insigne finisce fuori.
Di nuovo pericoloso il Napoli dopo poco con Osimhen che calcia di corsa dalla sinistra ma il suo tiro termina sull’esterno della rete.


Bella discesa di Lorenzo Insigne al 54′ sulla sinistra con palla al centro e viola che si salvano in angolo.  Entra al 55′ Dries Mertens al posto di Fabian Ruiz. Ovazione del pubblico.
Cambio indovinato per Spalletti: al 58′ Osimhen scende in profondità e raccoglie  il passaggio di Insigne. Il nigeriano vede accorrere Mertens libero al limite dell’area, lo serve, preciso il tiro del belga che supera Terracciano per l’1-1.
Al 66′ doppio cambio per la Fiorentina: fuori Saponara e Duncan, dentro Ikone e Maleh. Vede giusto Italiano per un risultato che in pochi minuti cambia di nuovo.


Nico Gonzalez in contropiede trova Ikoné dalla parte opposta che di sinistro trova il gol. Viola in vantaggio per 2-1.
Dopo tre minuti annullato a Lozano il gol del pareggio. Scatto del messicano che salta sia Terracciano che un difensore  depositando la palla in rete. Ma il guardalinee non è d’accordo e alza la bandierina.
Incredibile ma vero….al 72′  Fiorentina di nuovo in gol. Cabral sulla sinistra supera Lobotka e arriva in area. Perfetto e imparabile il suo tiro a giro che frutta l’1-3 per i toscani.
Due imperdonabili disattenzioni della difesa del Napoli rischiano  di compromettere i sogni di gloria della squadra azzurra.

All’ 80′ due sostituzioni  per il Napoli: fuori Insigne e Lobotka dentro Elmas e Demme.
Piccolo problema fisico per Osimhen ad un polpaccio ma non è niente: segna infatti all’84’ il nigeriano che stoppa di petto in area e di destro batte Terracciano. Spera il Napoli almeno in in pareggio. Sono 5 i minuti di recupero ma a nulla servono. Perde il Napoli al Maradona per 3-2.

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Marino: campionato squilibrato da anni, troppa disparità fatturati e ricavi

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“Il nostro campionato non è equilibrato da diversi anni, ci sono disparità di fatturati e ricavi, non è una questione di oggi. Però è stato un bel campionato per quanto riguarda lo spettacolo offerto dalle squadre e anche per certe novità tecnico-tattiche. L’Inter ha ripercorso il campionato del Napoli dell’anno scorso. A volte ci sono anche i demeriti che determinano certi divari in classifica. Demeriti di alcune squadre che dovevano fare e non hanno fatto”. Così ai microfoni di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1 Pierpaolo Marino, decano dei dirigenti sportivi italiani, sul campionato di Serie A ormai alle ultime curve, a quattro giornate dalla fine. Si dovrebbe tornare a un campionato a 18 squadre? “Ho fatto tanti anni con l’Avellino e con il Napoli con campionati a 16 squadre. Sia a 16 che a 18 squadre sono campionati che nella loro brevità non fanno emergere i reali valori tecnici. Una sconfitta determinava una classifica in maniera inappellabile. Sono contrario alla riduzione delle squadre. I format migliori sono la Premier e la Liga, tutti campionati a 20 squadre che non vanno a ridurre l’organico. A mio avviso, quello attuale è il format giusto”.

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Napoli bello, Roma fortunata: è pari al Maradona

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– Napoli e Roma si annullano nella sfida valevole per la 34 giornata di Serie A. Al Maradona finisce 2-2 una bella sfida, accesa ed emozionante soprattutto nella ripresa: apre Dybala su rigore, Olivera e Osimhen (altro rigore) la ribaltano, poi nel finale il prezioso ritorno al gol di Abraham permette ai giallorossi di tornare a casa con un punto abbastanza importante per la corsa alla Champions League. La squadra di De Rossi sale a 59 punti restando a -4 dal Bologna, ma vede accorciare l’Atalanta che ora e’ dietro di sole due lunghezze e con una gara da recuperare. Amaro in bocca invece per gli uomini di Calzona, che scivolano a -5 dal settimo posto della Lazio.

La prima nitida occasione del match capita al 6′ in favore dei giallorossi (sara’ l’unica del primo tempo), quando da corner del solito Dybala arriva una sponda area di Mancini che pesca Pellegrini, il cui colpo di testa termina di poco alto sopra la traversa. Dopo una prima parte di gara giocata a ritmi bassi da ambo le squadre, i partenopei provano a crescere dalla mezz’ora: Osimhen tenta da posizione defilata trovando la respinta di Svilar, graziato invece poco piu’ tardi da Anguissa che sbaglia tutto a tu per tu.

Al 40′ si fa vedere Kvaratskhelia con il suo classico destro a giro, deviato in tuffo ancora da un attento Svilar, mentre a pochi istanti dal riposo un colpo di testa di Di Lorenzo sfila di poco a lato. Nella ripresa il Napoli continua nella propria produzione offensiva, ma al 56′ e’ ancora decisivo un intervento di Svilar ad evitare il possibile vantaggio di Lobotka. Passano un paio di minuti e, dall’altra parte, e’ invece la Roma a trovare l’episodio per sbloccare: Azmoun va giu’ in area a contatto con Jesus, l’arbitro fischia il penalty e Dybala lo trasforma alla perfezione nell’1-0 ospite.

Gli azzurri non ci stanno e al 64′, grazie ad un pizzico di fortuna, la pareggiano con Olivera: l’esterno calcia di mancino da fuori area, Kristensen devia e di fatto mette fuori causa Svilar che stavolta non puo’ nulla. Il match prende ritmo e i partenopei in particolare ritrovano morale, sfiorando il vantaggio al 73′ con Osimhen, che svernicia Mancini in velocita’ ma trova un miracoloso Svilar davanti a se’. Nel finale succede di tutto: Osimhen porta avanti il Napoli grazie ad un calcio di rigore fischiato dopo un contatto tra Renato Sanches e Kvaratskhelia (decisivo intervento del Var), poi all’88’ la Roma trova il nuovo pari con un colpo di testa di Abraham, che segna dopo una sponda aerea da corner di Ndicka ed esulta dopo un altro intervento del Var (gol inizialmente annullato per offside).

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30 anni senza Ayrton Senna, nel mondo saudade senza fine per un mito dell’automobilismo

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“Un giorno che non sarà mai dimenticato dai brasiliani” titolava ‘O Globo’. E non era per celebrare la vittoria in uno dei cinque mondiali conquistati dalla nazionale del paese dove il futebol’ è un’autentica religione. No, era riferito al prossimo 1 maggio, quando saranno 30 anni dalla scomparsa, quel tragico giorno del 1994 a Imola, di Ayrton Senna. Un idolo nel suo paese, ma una icona mondiale il cui mito vive anche nelle generazioni che i prodigi del pilota non hanno potuto ammirare. Per capire cosa significhi tuttora per i suoi connazionali il ‘tricampeao’ del mondo della formula uno, morto a soli 34 anni, basta andare al cimitero di Morumbi (il quartiere dell’alta borghesia di San Paolo, di cui Senna faceva parte) dove è sepolto.

Caro Ayrton, un libro di Anna Maria Chiariello a 25 anni dalla scomparsa del grande Senna

Lì, vicino alla lapide coperta dai fiori, c’è un albero che ‘custodisce’ le testimonianze lasciate dai visitatori in onore del loro idolo scomparso tragicamente e troppo presto, ci sono anche pezzi di carta con preghiere e invocazioni, quasi degli ex voto con scritto “proteggimi” o “fammi trovare un lavoro”. Proprio così, perché Senna per tanti è una divinità, e non è certo un’esagerazione il detto secondo cui non esiste brasiliano dai 40 anni in poi che non si ricordi cosa stesse facendo in quel momento, quando da Imola arrivò la terribile notizia. Ayrton Senna è un sentimento, non solo saudade ma fede, amore, qualcosa, anzi qualcuno, che non potrà mai essere dimenticato, e in Brasile ancora oggi le sue 161 gare disputate vengono analizzate una per una, per capire quale fosse il suo segreto, oltre al talento che Dio, nel quale Ayrton credeva fortemente, gli aveva donato.

Sono giorni che a Rio, San Paolo, Porto Alegre e in ogni altro angolo del Brasile si parla e si scrive di Senna, non solo dei 30 anni dalla sua morte, ma anche, è successo a marzo, dei 40 anni dal suo esordio in F1 con la Toleman, e subito “fu l’inizio di un amore – hanno scritto i giornali locali – e della sua consacrazione”. I grandi network nazionali hanno ricordato che Senna è stato il modello di Lewis Hamilton, sette volte campione del mondo, che non ha mai nascosto l’amore per il Brasile e per quel fenomenale campione di cui possiede un casco, mentre il fenomeno di oggi, Max Verstappen ha ricordato che “le vetture di allora erano molto differenti, e sono certo che se Senna corresse oggi guiderebbe in modo diverso. Ma vincerebbe ugualmente”.

Al Corinthians, squadra del cuore del pilota è stato chiesto, in vista del trentennale di Imola, per onorare le memoria del suo tifoso così speciale di riutilizzare la maglia di qualche stagione fa, quando al posto della scritta dello sponsor sul petto dei giocatori del ‘Timao’ era stato stampato l’autografo di Senna. Intanto alcuni facoltosi appassionati stanno partecipando all’asta per acquistare la Honda NSX che Ayrton utilizzava per spostarsi nei periodi che trascorreva in Portogallo.

Apparteneva ad una persona di nazionalità britannica, di cui non si è fatto il nome, che ora l’ha messa in vendita, al prezzo base di 500mila sterline, circa 580mila euro. In Brasile non se la vogliono far sfuggire, e sarà una sfida all’ultimo real. Intanto, e soprattutto, rimane quel volto che è anche su tanti murales, amato da tutti e sinonimo di 41 gran premi vinti e tre titoli mondiali. Una striscia che avrebbe potuto continuare chissà fino a quando, ma il destino ha deciso diversamente. Di sicuro Ayrton Senna continua a vincere nei cuori della gente.

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