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Covid, in 7 giorni diminuiti i contagi ma 1000 i morti

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Curve Covid stabili. Verso l'estate senza mascherine

Dopo la fase di ‘plateau’, arrivano i primi segnali di una discesa della curva epidemica: nell’ultima settimana, dal 30 marzo al 5 aprile, si e’ infatti registrata una lieve diminuzione dei nuovi contagi di Covid-19, ma resta l’allerta per il numero dei decessi che e’, invece, in crescita. E se rimane stabile l’occupazione dei reparti ospedalieri, non migliorano i dati sulle nuove vaccinazioni con le quarte dosi che hanno raggiunto una copertura totale pari solo all’8%. In questo quadro, sul fronte delle misure il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha annunciato che si sta valutando una proroga dell’utilizzo delle mascherine al chiuso in alcuni luoghi, come i mezzi pubblici, anche dopo l’1 maggio. In sette giorni dunque, secondo l’ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe, i nuovi casi sono stati 469.479, ovvero -6,9% rispetto alla settimana precedente. Mentre i decessi tornano sopra quota mille, da 953 a 1.049, con un aumento del 10,1%. Continua inoltre ad aumentare, seppure solo del 5,2%, e meno rispetto alla scorsa settimana, il numero dei pazienti Covid nei reparti ospedalieri, mentre tornano a scendere quelli in intensiva, che vedono un -3,3%. Su base giornaliera invece, secondo la rilevazione dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), nelle ultime 24 ore la percentuale di terapie intensive occupate da pazienti Covid e’ stabile al 5%. E’ stabile al 16% anche l’occupazione di posti nei reparti ordinari. Stabili pure i dati del bollettino giornaliero del ministero della Salute: sono 69.596 i nuovi contagi (ieri 69.278). Le vittime sono 150 (erano state 150 anche ieri). Il tasso di positivita’ e’ al 14,8%, in calo. Negli ospedali, sono 471 i pazienti in intensiva, 5 in piu’ di ieri. I ricoverati nei reparti ordinari sono 10.078 (-86). Il quadro resta dunque eterogeneo, come evidenzia il presidente Gimbe, Nino Cartabellotta, rilevando che “dopo la stabilizzazione della scorsa settimana, i nuovi casi settimanali si attestano a 469 mila, con una riduzione del 6,9%, ma rimane molto difficile fare previsioni, sia per la eterogeneita’ delle situazioni regionali, sia perche’ in alcune Regioni del Nord iniziano a vedersi segnali di risalita”. Ma dopo la stabilizzazione della scorsa settimana, tornano a crescere i decessi: 1.049 negli ultimi 7 giorni. Il numero dei decessi che “non accenna a scendere – sottolinea Cartabellotta – merita particolare attenzione: infatti, accanto a fattori non modificabili (eta’ avanzata, comorbidita’), esistono determinanti legate al calo dell’efficacia vaccinale sulla malattia grave e al sottoutilizzo dei farmaci antivirali su cui, invece, e’ possibile intervenire”. Di antivirali, infatti, ne sono stati prescritti finora circa 21.000 trattamenti nell’arco di tre mesi. Numeri “troppo esigui” imputabili, afferma Gimbe, “alla mancata abilitazione dei medici di famiglia alla loro prescrizione”. Altro elemento di preoccupazione deriva dalla campagna vaccinale che, rileva Cartabellotta, “si e’ ormai fermata”: solo 64.792 quarte dosi sono state somministrate agli immunodepressi, con una copertura dell’8,2%, mentre sono state 38,9 milioni le terze dosi somministrate, con una copertura dell’83,5%. Uno stallo si registra anche per le vaccinazioni pediatriche ed il sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri rinnova l’invito a vaccinare i piu’ piccoli. Cio’ considerando che nei primi tre mesi del 2022, secondo i dati dell’Istituto superiore di sanita’, oltre 3.600 bambini under-5 sono finiti in ospedale a causa del Covid; di questi 33 hanno avuto bisogno della terapia intensiva e 8 sono morti. Quanto all’estensione della quarta dose, “si e’ espressa l’Ema e attendiamo che si esprima l’Aifa, ma e’ ragionevole pensare che possa essere prevista per gli over 80”, ha affermato Costa. Intanto, continua invece a salire la curva dell’influenza stagionale: nella scorsa settimana l’Iss ha censito 335mila nuovi casi, 30mila in piu’ rispetto al picco registrato durante la settimana tra Natale e Capodanno. I casi, da inizio stagione, sono 5,7 milioni.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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