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Politica

Partiti contro Mosca, Di Maio nel mirino di Fdi-Lega

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Le minacce della Russia all’Italia – per le sanzioni economiche che porterebbero a “conseguenze irreversibili” se aumentassero, azzarda Mosca – compattano i partiti. E tutti si allineano anche sulla solidarieta’ al ministro della Difesa, Lorenzo Guerini bollato dai russi come un ‘falco’. Da una parte del centrodestra invece viene messo sotto osservazione il titolare della Farnesina. Per Lega e Fratelli d’Italia, infatti, gli ‘strali’ anti Putin lanciati nei giorni scorsi da Luigi Di Maio non aiutano il dialogo e sono “una miccia” che potrebbe rallentare la diplomazia. Il casus belli e’ l’intervista del direttore del dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo, Alexei Paramonov. L’eco arriva minaccioso per il governo italiano, difeso nettamente da tutti gli schieramenti in patria. Tranne, appunto, qualche distinguo nel centrodestra rivolto alla Farnesina. In particolare, e’ il presidente dei deputati di FdI, Francesco Lollobrigida, a contestare gli atteggiamenti “sbagliati’ di Di Maio dei giorni scorsi, schierandosi al contrario a difesa di Guerini: “Sta facendo quello che il Parlamento ha deciso con una risoluzione votata all’unanimita’”. Non va per il sottile nemmeno il leghista Paolo Grimoldi, presidente della delegazione italiana dell’Osce Parlamenti e reduce da poco di una missione al confine con l’Ucraina per conto dell’organizzazione internazionale. Per lui le dichiarazioni di Di Maio sono “gravi” e “cosi’ diventa difficile far sedere Putin al tavolo per la pace”. Il 5 stelle Sergio Battelli respinge come “surreali” quelle critiche. Anzi, spiega il presidente della commissione Politiche europee della Camera: “Bene ha fatto Di Maio a usare parole chiare fin dall’inizio del conflitto, togliendo ogni alibi a Mosca e a Putin”. Quindi invoca compattezza: “Almeno in questo frangente mettiamo da parte la sterile dialettica politica”, chiede. Piccoli indizi della tensione che cova tra le forze politiche, al di la’ dell’unita’ ritrovata di fronte alle immagini di distruzione e morte che arrivano dall’Ucraina. Non e’ in discussione l’invasione di Mosca e nemmeno la scelta delle sanzioni, che pure pesano sull’economia italiana. Ma qualche dubbio sull’esposizione del ministro degli Esteri rispetto al presidente russo c’e’. Dopo le precisazioni fatte da Di Maio per i “toni alti” utilizzati nei confronti di Putin, nel mirino restano le accuse del ministro per la guerra “atroce” voluta dallo ‘zar’ che “non sembra voler la pace”. Da qui la preoccupazione di Grimoldi che insiste: “Insultare senza guardare agli effetti per il nostro Paese significa giocarsi la reputazione dell’Italia. Ora bisogna garantire responsabilita’ ed equilibrio”. Piu’ misurato il capogruppo leghista alla Camera Riccardo Molinari che si concentra sulle minacce russe: “Dobbiamo dimostrarci superiori a queste provocazioni, che vanno respinte e continuare a lavorare perche’ la diplomazia possa andare avanti”, si limita a dire. Soft ma netta anche Forza Italia con Stefania Craxi, vicepresidente azzurra della commissione Esteri del Senato quando ammette: “E’ giusto rimandare al mittente le minacce, piu’ saranno dure le sanzioni e piu’ saremo credibili nel pretendere un tavolo negoziale”. Per il resto e’ un coro bipartisan pro Guerini. E va da Enrico Letta contro le “farneticazioni inaccettabili” del ministero degli Esteri russo a Matteo Renzi che si schiera con il titolare della Difesa perche’ “l’Italia e’ fortunata ad avere un ministro saggio e credibile come lui”, passando per Antonio Tajani, numero due di FI: “Condanniamo l’invasione dell’Ucraina e respingiamo ogni attacco al governo e al ministro della Difesa da parte di Mosca”, e’ il suo tweet.

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Economia

Bilanci di previsione, virtuoso 86% dei Comuni ma non al Sud

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Comuni diventati virtuosi nella presentazione dei bilanci di previsione. Quest’anno sette su dieci già a metà febbraio avevano approvato e trasmesso il documento e alla data del 15 marzo la percentuale di comuni in linea era salita all’84%. Il dato risulta da un’elaborazione dei dati del Mef fatta dal Centro studi enti locali. Il dato, si spiega, è di netta rottura rispetto al passato e testimonia l’efficacia delle misure adottate lo scorso anno dal Ministero dell’Economia per interrompere il circolo vizioso dei posticipi infiniti che aveva caratterizzato gli ultimi decenni.

Ciò che emerge è però, ancora una volta, è “l’esistenza di divari siderali tra varie aree del Paese che vede contrapposti casi come quello siciliano, dove solo 30 comuni su 100 risultano aver approvato e trasmesso il bilancio, e la Valle d’Aosta e l’Emilia Romagna, dove questa percentuale sale al 96%”. Dopo anni di slittamenti nel 2023 un decreto ministeriale, ha riscritto il calendario delle scadenze contabili e anche se è comunque stata necessaria una proroga al 15 marzo quest’anno ben 4.695 comuni, il 59% del totale, hanno iniziato l’anno corrente con un bilancio di previsione già approvato e non si sono avvalsi del tempo aggiuntivo concesso dal Viminale.

Stando a quanto emerso da un’elaborazione di Centro Studi Enti Locali, basata sui dati della Banca dati delle Amministrazioni Pubbliche (Bdap-Mef), sono stati approvati entro il 15 marzo scorso i bilanci dell’84% dei comuni italiani. All’appello mancano quelli di 1.268 comuni. Questi enti hanno un profilo abbastanza preciso: la stragrande maggioranza è di piccole dimensioni. Nove di questi comuni su dieci hanno infatti meno di 10mila abitanti e il 64% è localizzato al sud e nelle isole. Nel nord Italia, nel suo complesso, risulta essere stato già trasmesso al Mef il 92% dei preventivi. In particolare, spiccano per efficienza: Emilia Romagna e Valle d’Aosta (entrambe a quota 96%) e Trentino Alto Adige e Veneto (95%). Ottimi anche i risultati registrati in: Lombardia (93%), Friuli Venezia Giulia (90%) e Piemonte (89%). Chiude il cerchio la Liguria, con l’85% di comuni adempienti.

Scendendo verso sud la percentuale decresce gradualmente, restando comunque buona al centro, dove mediamente sono stati già approvati e trasmessi 89 bilanci su 100. A trainare verso l’alto questo gruppo sono soprattutto Toscana (95%), Marche e Umbria (93%). Più indietro i comuni laziali, fermi a quota 81%. Meno rosea, ma comunque in netto miglioramento rispetto al passato, la situazione del Mezzogiorno dove i comuni più tempestivi sono stati 6 su 10. In particolare, le 3 regioni in assoluto più distanti dalla media nazionale sono – nell’ordine – la Sicilia, la Calabria e la Campania.

Nella banca dati gestita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla data del 24 aprile, risultano essere stati acquisiti soltanto 117 bilanci di previsione di comuni siciliani su 391, meno di uno su tre. Al di là dello Stretto ne sono stati trasmessi 236 su 404 (58% del totale), in Campania il 67% dei preventivi sono stati approvati nei tempi. Prima della classe, per quanto riguarda il meridione, è la Basilicata (92% di bilanci approvati), seguita a breve distanza dalla Sardegna (885) e dalla Puglia (86%). Chiudono il cerchio l’Abruzzo e il Molise, rispettivamente con l’80% e il 77% di comuni che hanno già inviato al Ministero il proprio preventivo.

Secondo il Centro Studi Enti Locali questi dati, nel loro insieme, testimoniano un effetto tangibile prodotto dalla nuova programmazione ma preoccupa la distanza abissale che continua a caratterizzare i risultati ottenuti da enti di territori diversi. Il processo di riforma della contabilità e dell’ordinamento degli enti locali, i cui cantieri sono aperti, dovrà necessariamente tenere conto anche delle criticità finanziarie e organizzative, ormai strutturali ed endemiche, di alcuni territori e individuare delle soluzioni efficaci per far sì che queste distanze siano colmate.

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Politica

Europee: Vannacci presenta il suo libro giovedì a Napoli

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Roberto Vannacci, candidato della Lega alle elezioni europee, presenterà il suo libro “Il mondo al contrario” giovedì 2 maggio a Napoli. Lo annuncia Luigi Mercogliano, presidente per la Campania del comitato “Il mondo al contrario” che trae il suo nome dal titolo del libro scritto da Vannacci. La presentazione del libro si terrà giovedì 2 maggio alle ore 17 nel teatro del centro culturale “In arte Vesuvio”. Interverranno alla presentazione con l’autore il presidente campano di “Mondo al contrario” Luigi Mercogliano, il giornalista Sergio Angrisano e lo scrittore Massimo Scalfati.

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Politica

Emiliano all’Antimafia: inopportuno io venga in audizione

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Il presidente della Puglia, Michele Emiliano, ha inviato una lettera alla Commissione parlamentare antimafia in cui spiega di non ritenere opportuna in questo momento una sua audizione, come richiesto già una settimana fa dall’ufficio di presidenza della stessa commissione. La motivazione del governatore sarebbe dovuta ad una serie di delicati impegni legati alla recente fase politica in Consiglio regionale, come la votazione della mozione di sfiducia nei suoi confronti. L’audizione avrebbe riguardato le vicende e le inchieste sui rischi di infiltrazioni mafiose nel territorio pugliese e in particolare a Bari.

“Quello di Emiliano è un evidente gesto di debolezza. Se lui adombra eventuali gesti di strumentalizzazione politica si sbaglia. Noi conosciamo bene i limiti e i poteri dell’Antimafia e confermo da parte mia la richiesta di audizione del presidente della Puglia, affinché venga fatta chiarezza su alcune vicende”. Così la senatrice di Italia Viva e componente della commissione antimafia, Raffaella Paita, in merito alla lettera inviata dal governatore della Puglia, in cui Emiliano ha spiegato alla commissione di non ritenere opportuna una sua convocazione in questo momento.

La commissione Antimafia ha ufficialmente convocato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per il 2 maggio. Lo si apprende da fonti della commissione secondo le quali l’audizione è fissata per le 10.30.

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