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Eriksen di nuovo in campo 8 mesi dopo l’arresto cardiaco

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È tornato in campo 8 mesi dopo l’arresto cardiaco ed ha fatto il suo esordio con la maglia del Brentford in Premier League: era il 52′ minuto di gioco e lo stadio all’ingresso di Christian Eriksen in campo ha fatto sentire il suo applauso.

Era un caldo pomeriggio di giugno e si giocava Danimarca-Finlandia agli Europei quando un calciatore si accasciò per terra, privo di conoscenza. Era Eriksen. A capire subito la gravità della situazione il capitano della sua squadra, Simon Kjaer: il difensore del Milan ha avuto un ruolo fondamentale nei primi, difficili minuti in cui Eriksen era a terra privo di sensi.  È subito scattato verso il centrocampista dell’Inter, lo ha stabilizzato sulla schiena e ne ha evitato così il soffocamento, aiutato dal portiere Peter Schmeichel. Pochi istanti dopo i medici sono intervenuti, hanno praticato al 29enne Eriksen il massaggio cardiaco e lo hanno rianimato. Milioni di persone rimasero col fiato sospeso, tutti commossi per quel giovane che stava male.

Qualche settimana dopo il malore gli era stato applicato un defibrillatore sottocutaneo, un apparecchio indispensabile per la salute del calciatore danese ma vietato agli sportivi professionisti dal CONI, e dunque anche dalla FIGC. Da qui l’inevitabile rescissione del contratto con l’Inter. Senza mai perdere la pseranza di tornare in campo, Eriksen pian piano era tornato a allenarsi Adesso il suo nuovo inizio, un’altra vita.

 

 

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Calcio: Vlasic risponde a Perez, Toro-Venezia finisce 1-1

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Si chiude sull’1-1 la sfida tra Torino e Venezia, con Vlasic che su rigore risponde al vantaggio arancioneroverde di Perez. Si è vissuto qualche attimo di panico a metà ripresa, con il tecnico granata Vanoli che ha accusato un lieve malore: fortunatamente è stato solo un grande spavento, con l’allenatore che ha seguito la gara dalla panchina fino al triplice fischio. Con Gineitis e Vlasic (capitano di giornata) si torna al 4-2-3-1, ma ci sono altre due novità: in attacco Sanabria è preferito ad Adams, a centrocampo Linetty è costretto al forfait per una botta e al fianco di Casadei gioca Ilic. A destra si rivede Walukiewicz, la retroguardia davanti a Milinkovic-Savic è completata dai soliti Coco, Maripan e Biraghi.

Di Francesco sceglie Gytkjaer e non Fila come riferimento avanzato, il danese viene affiancato da Yeboah, lanciato titolare dopo la brillante prova offerta contro il Milan. C’è subito lavoro per il Var, che dopo 5′ annulla il vantaggio del Venezia firmato Zerbin per un fuorigioco dell’assist-man Gytkjaer. Si nota l’enorme differenza nelle motivazioni, con i granata che ormai non hanno più obiettivi e gli arancioneroverdi bisognosi di punti, e serve un bell’intervento di Milinkovic-Savic per respingere il nuovo tentativo del fantasista di proprietà del Napoli. Il Toro continua a non vedersi se non per un colpo di testa di Casadei a lato, e al 37′ passano gli ospiti: Perez si infila tra Coco e Maripan e, con il destro, beffa il portiere serbo sul primo palo.

Il Toro rientra negli spogliatoi tra i fischi, all’intervallo i Senso Unico si esibiscono con “Quel giorno di pioggia”, brano dedicato al Grande Torino scomparso nella tragedia di Superga il 4 maggio 1949, e commuovono lo stadio. Vanoli studia tre cambi e stravolge la squadra con Dembele, Perciun e Adams al posto di Walukiewicz, Casadei e Sanabria, poi si accomoda in panchina e “lascia la guida” al vice Godinho.

Lo scozzese è subito pericoloso ma sbatte con un grande Radu, poi Di Francesco perde Perez e lo sostituisce con Condè. Al 77′ Elmas si conquista un rigore per fallo di mano di Idzes, ma sulla panchina granata si vivono momenti di panico: il tecnico Vanoli perde l’equilibrio e si sdraia a terra, rialzandosi dopo pochi istanti e riaccomodandosi in panchina. La sfida riparte con Vlasic sul dischetto che non sbaglia, poi nel finale e nei sette minuti di recupero il Toro cerca di ribaltarla senza riuscirci. Il Venezia conquista un punto che non basta per uscire dalla zona rossa, con il Lecce ancora a +1. I granata restano decimi, ma rischiano il sorpasso del Como e l’aggancio dell’Udinese.

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Kimi Antonelli conquista la pole della Sprint a Miami: prima volta in carriera per il giovane talento Mercedes

Kimi Antonelli firma la sua prima pole in carriera nella Sprint race del GP di Miami. Precede Piastri e Norris. Leclerc solo sesto, Verstappen quarto.

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Il Gran Premio di Miami si apre con un colpo di scena: Kimi Antonelli, talento emiliano di appena 18 anni, ha conquistato la sua prima pole position in Formula 1 – anche se per la Sprint race – al volante della Mercedes. Con un tempo strepitoso di 1’26″482, Antonelli ha messo in fila le McLaren di Oscar Piastri (+0″045) e Lando Norris (+0″100), lasciandosi alle spalle anche il campione del mondo Max Verstappen, quarto a +0″255 con la sua Red Bull.

Un giro perfetto nel momento giusto

È stata una qualifica molto intensa, l’ultimo giro è stato eccezionale. Sono molto felice, mi è venuto tutto in modo naturale”, ha dichiarato un entusiasta Antonelli ai microfoni di Sky. “Non me l’aspettavo. Nell’ultimo giro ho messo tutto insieme con le soft, sentivo il grip già dalla prima curva e ho spinto al massimo”.

Il giovane italiano ha impressionato per freddezza, ritmo e costanza: “Mi sto trovando bene con la macchina, ogni weekend guadagno fiducia. Ora voglio restare concentrato per la Sprint di domani e poi per la qualifica. Vediamo cosa succede, ma spero di ripetermi”.

La top ten: Ferrari indietro, Verstappen 4°

Alle spalle dei primi tre, come detto, Verstappen si ferma a poco più di due decimi, seguito dalla Mercedes di George Russell (+0″309), la Ferrari di Charles Leclerc (+0″326) e il compagno di squadra Lewis Hamilton, settimo a +0″548. Chiudono la top ten Alexander Albon, Isack Hadjar e Fernando Alonso, staccati rispettivamente di 0″711, 1″061 e 1″308.

Una prestazione che fa sognare la Mercedes

Quella di Antonelli è una pole storica: mai un pilota così giovane aveva brillato così in qualifica in F1 da anni. Per Mercedes, che guarda al futuro post-Hamilton, si tratta di un segnale importante. Domani nella Sprint race l’occasione di dimostrare che il talento di Bologna è pronto anche alla battaglia in gara.

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Sindaca Lecce: incontro col Napoli sia motivo orgoglio tifoserie

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Anche il primo cittadino di Lecce, Adriana Poli Bortone (foto Imagoeconomica in evidenza), scende in campo per la gara di calcio Lecce-Napoli. E lo fa rivolgendo un appello alla tifoseria giallorossa. “La partita di calcio Lecce-Napoli, in questa fase conclusiva del campionato, particolarmente avvertita dalle due tifoserie – si legge in una nota – è certamente un’occasione di sport e di spettacolo, ma anche un momento di incontro tra le tifoserie di due realtà, le uniche società calcistiche del meridione a militare nella massima serie. E deve essere questo, per entrambe le città, un motivo d’orgoglio, capace di cementare le relazioni fra i supporters”.

“Mi associo all’appello del prefetto di Lecce, Manno – prosegue – il quale auspica uno svolgimento tranquillo dell’incontro, sugli spalti, in campo e fuori dallo stadio. Ringrazio a mia volta il sindaco di Napoli, Manfredi, con il quale condivido l’invito a tutti i sostenitori a seguire comportamenti corretti e rispettosi, i soli capaci di dare vero valore allo sport, rafforzando quello spirito di amicizia che deve sempre prevalere in ogni competizione”.

Infine l’appello ai supporters giallorossi e partenopei: “La tifoseria leccese ha sempre dimostrato attenzione e sensibilità per i valori dello sport e lo ha fatto di recente con la partecipazione sentita ed in massa al dolore per l’improvvisa scomparsa del massoterapista Graziano Fiorita. Ad essa e da quella ospite rivolgo l’appello affinché l’incontro di domani pomeriggio sia preceduto e seguito da rispetto reciproco tra i sostenitori delle due squadre, vanto di tutto il Sud”.

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