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Cronache

Claudio Mandia si è impiccato, la famiglia accusa: colpa della punizione del college di New York

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E’ morto per impiccagione lo studente di Battipaglia (Salerno), Claudio Mandia che frequentava un college vicino a New York. Lo ha confermato il dipartimento di polizia di Mt. Pleasant in un comunicato, in cui spiega che la mattina del 17 febbraio ha risposto a una chiamata di emergenza per una persona suicida dalla EF Academy, nello stato di New York. “Entrando nella stanza – si legge nella nota diffusa ad alcuni media – gli agenti hanno scoperto uno studente maschio di 17 anni, deceduto. La morte e’ avvenuta per impiccagione. Immediatamente e’ stata avviata un’indagine”. Accertamenti che serviranno a ricostruire la vicenda nella sua interezza e capire, eventualmente, se vi siano responsabilita’ da parte di terzi. Nelle scorse ore, infatti, la famiglia Mandia, attraverso un comunicato diffuso dall’avvocato americano che si trova a New York, aveva confermato che il decesso era avvenuto per suicidio, accusando l’amministrazione dell’istituto di aver sottoposto Claudio a “trattamenti inimmaginabili”. Il gesto estremo, secondo l’ipotesi ventilata nel comunicato, potrebbe essere conseguenza di una punizione inflitta allo studente (messo in isolamento per tre giorni) per aver copiato un compito importante e propedeutico al conseguimento del diploma finale e quindi all’accesso all’Universita’. La morte di Claudio, come confermato dagli investigatori americani, e’ avvenuta nella mattinata di giovedi’ ed il suo corpo sarebbe stato ritrovato in una camera diversa rispetto a quella dove solitamente dormiva. Agli agenti e’ toccato anche il compito di avvisare i genitori che sono arrivati poche ore dopo all’aeroporto di New York. Il loro era un viaggio programmato per riabbracciare Claudio e festeggiare insieme il suo 18esimo compleanno. Ma all’arrivo negli Stati Uniti hanno dovuto fare i conti con una tragedia inimmaginabile. Sgomento che e’ arrivato subito dall’altra parte dell’Oceano, travolgendo anche Battipaglia, citta’ in cui i Mandia sono molto conosciuti e dove nessuno riesce a capacitarsi di quanto accaduto. “E’ innaturale che una mamma pianga un figlio. Non ci sono parole, non c’e’ rassegnazione. E’ una tragedia che ha sconvolto tutti”, il pensiero di una giovane donna, scossa ed addolorata come tutti i cittadini battipagliesi che attendono il rimpatrio della salma (al momento non c’e’ stato ancora il via libera da parte delle autorita’ americane) per poter abbracciare la famiglia. Purtroppo questa vicenda lascera’ un segno di dolore nel cuore di tutte le famiglie di Battipaglia”, ha detto padre Ezio Miceli, viceparroco della chiesa di Santa Maria della Speranza. “Soprattutto in questo momento particolare non ci voleva una notizia come questa. La nostra vicinanza ai familiari, vorremmo averli vicini per abbracciarli e per dirgli parole di conforto”. Cordoglio espresso anche dai ragazzi e dai docenti del liceo scientifico “Medi”, scuola che Claudio ha frequentato per qualche anno. “Come un rapace strappa la preda e invola verso il cielo”, l’incipit del manifesto affisso dinanzi all’istituto di Battipaglia.

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Nove colpi contro l’auto di un incensurato a Nocera Inferiore

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Nove colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro un’auto a Nocera Superiore. Il fatto è accaduto nella frazione Citola. La vittima dell’intimidazione è un 30enne, incensurato. L’uomo, ascoltato dai carabinieri, non ha saputo fornire alcuna spiegazione su quanto accaduto. I militari del reparto Territoriale nocerino, guidati dal comandante Gianfranco Albanese, sono al lavoro per ricostruire la dinamica di quanto accaduto. L’auto è stata posta sotto sequestro per consentire i rilievi. Non è escluso che i colpi siano partiti da due armi.

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Uccisa da colpo fucile, non fu incidente ma femminicidio

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Svolta nelle indagini sulla morte della cuoca colombiana di 32 anni che il 10 agosto 2024 fu raggiunta e uccisa da uno sparo di fucile alla testa nella casa di Siena dove viveva col fidanzato. Non fu un colpo partito in modo accidentale dall’arma, ma ci fu volontà di spararle per ucciderla. E’, dunque – se il processo confermerà questa ricostruzione – un nuovo caso di femminicidio in Italia. Il gip di Siena ha fatto eseguire oggi dalla polizia di Stato una misura cautelare per arrestare, con l’accusa di omicidio doloso aggravato, il compagno Luis Fernando Porras Baloy, colombiano di 27 anni. Per mesi è rimasto solo indagato ma ora lo inchiodano gli esami balistici.

Porras sparò da vicino alla vittima, la fidanzata Ana Yuleisy Manyoma Casanova, anche lei colombiana. La vicenda per mesi ha ingaggiato il lavoro di inquirenti e investigatori della squadra mobile, i quali hanno dovuto tenere conto delle dichiarazioni che la sera stessa Porras Baloy fece in interrogatorio. Il 27enne ricollegava lo sparo ad un evento accidentale nel manovrare un fucile calibro 16 – arma peraltro detenuta illegalmente – mentre i due erano in camera. A sciogliere il dubbio sono stati delicati accertamenti tecnici, perizie molto complesse, spiega il procuratore Andrea Boni, da cui si ricava la dinamica dell’evento ricostruita “in modo del tutto incompatibile con le dichiarazioni fatte dall’indagato”.

Lo sparo fu un “atto dolosamente diretto a cagionare la morte” e fu tirato “dal Porras mentre si trovava in posizione eretta a breve distanza dalla vittima”. Il colpo risuonò nella casa in strada del Villino, una zona residenziale della città del Palio. Non c’è un ‘perché’ chiaro ma per la procura “il colpo di fucile che ha determinato la morte della giovane donna, è stato esploso volontariamente all’interno della camera da letto ove i due conviventi si trovavano”. Le indagini hanno fatto emergere “elementi per ipotizzare il reato di maltrattamenti di famiglia, reato che, peraltro – conclude il procuratore Boni – risulta assorbito dalla specifica aggravante prevista per il reato di omicidio e sopra indicata”.

Il colombiano 27enne ad agosto fu arrestato per detenzione illecita di arma da fuoco. Misura poi alleggerita coi domiciliari, poi l’accusa di avere il fucile gli è costata a gennaio una condanna in rito abbreviato a 2 anni e 4 mesi. Ora però la sua posizione si aggrava in modo notevole. E’ già stato fissato a martedì prossimo l’interrogatorio: potrà già in questa sede difendersi dall’accusa e spiegare il motivo per cui imbracciava un fucile carico puntandolo alla testa della compagna.

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Milano sperimenta piattaforma per ‘dare voti’ a magistrati

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Una piattaforma web per segnalare “disfunzioni o criticità, ma anche aspetti positivi e virtuosi” di magistrati e personale amministrativo degli Uffici Giudiziari di Milano. L’ha attivata, primo in Italia, l’Ordine degli avvocati milanese. Nelle loro intenzioni lo strumento migliorerà il funzionamento della Giustizia e garantirà il pieno esercizio del diritto di difesa dei cittadini. Ma l’iniziativa potrebbe, secondo alcuni, avere il sapore di strumento di pressione o prestarsi a strumentalizzazioni. La procedura, spiega l’ordine, ottempera a quanto previsto dalla legge 31 del dicembre 2012, n. 247 (art. 29) e dai decreti legislativi n. 25/2006 e n. 160/2006.

Norme che danno agli Ordini forensi il compito di contribuire alla valutazione della professionalità dei magistrati. Un’attività quindi già obbligatoria per legge, ricorda l’Avvocatura milanese. Il passo in più, spiega, è l’attivazione della piattaforma. Il cui funzionamento pare abbastanza semplice. La piattaforma digitale, “riservata e sicura”, è accessibile solo per gli avvocati dall’area riservata del sito dell’Ordine. Una volta entrati, il sistema chiede ai legali di trasmettere le segnalazioni, dettagliate e corredate da documenti (come verbali, provvedimenti, o trascrizioni).

Le segnalazioni vengono poi ricevute da una Commissione per una valutazione preliminare e poi un parere al Consiglio dell’Ordine, cui spetta la decisione finale. Le segnalazioni ritenute “fondate” potranno poi essere trasmesse alle autorità competenti, ovvero i responsabili degli uffici giudiziari, per contribuire alle valutazioni di professionalità e alla risoluzione di eventuali disfunzioni. Impossibile però non pensare che una piattaforma simile, dove “l’identità del segnalante e dei soggetti coinvolti resta riservata fino all’eventuale trasmissione della segnalazione”, possa diventare a volte uno strumento di pressione nei confronti dei magistrati. Ma il presidente dell’Ordine, Antonino La Lumia, è netto: “Siamo orgogliosi di aver realizzato per primi una piattaforma che coniuga trasparenza, riservatezza e spirito collaborativo”.

Ogni segnalazione, spiega, sarà valutata con attenzione “in un’ottica di dialogo costruttivo con la magistratura”. Non solo. I dati personali inseriti nella piattaforma saranno trattati nel rispetto delle norme sulla privacy. La piattaforma quindi, per l’Ordine, rende la funzione prevista dalla legge “più trasparente, accessibile, efficace”. E, soprattutto “tutelante per il magistrato segnalato”.

Plaude all’iniziativa Enrico Costa, deputato di Forza Italia. “Gli avvocati potranno scrivere segnalazioni sull’attività dei magistrati, l’Ordine potrà farle proprie e indirizzarle al Consiglio Giudiziario affinché finiscano nel fascicolo delle valutazioni di professionalità (oggi positive al 99.6%) al Csm – scrive -. Una novità positiva, perché gli errori e i flop possano incidere sulle progressioni di carriera. L’Anm naturalmente protesta, perché giudica ogni critica ‘interferenza’, e cercherà di smontare anche questa novità, come è già riuscita a fare (trovando terreno fertile a Ministero e Csm) per il fascicolo per la valutazione del magistrato. Vigileremo perché non accada”.

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