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Politica

M5s, Lega e FdI contro nuove misure sulla Dad a scuola

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Fare di tutto per mantenere il piu’ possibile la scuola in presenza, evitando stop nella ripartenza e discriminazioni: e’ questo – al termine di una giornata caratterizzata da critiche e prese di posizione rispetto alle previste modifiche sulla dad – l’orientamento del Governo che nel Cdm del 5 gennaio affrontera’ anche questo tema, in vista del rientro a scuola il 7 gennaio. In particolare, a pronunciarsi contro le ipotizzate nuove norme per la ripresa della scuola in sicurezza – che prevederebbero tra l’altro la Dad per gli alunni non vaccinati in caso di due positivi in classe – sono M5s, la Lega, Fdi ma anche i sindacati, i quali, dopo il netto no al ritorno sui banchi “con modelli ingestibili” arrivato dalla Cisl, domani incontreranno il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Alcune novita’ sono gia’ state decise – al rientro dalle vacanze, cosi’, gli insegnanti dovranno indossare la mascherina Ffp2 nelle scuole dell’infanzia e, nelle primarie e secondarie, laddove ci siano alunni esentati dal portarla – ma al vaglio del Governo c’e’ soprattutto la possibilita’ di cambiare il sistema di quarantene e Dad per gli studenti, dopo le proposte avanzate dalle Regioni. Visto l’avvio della campagna vaccinale per la fascia 5-11, anche per le scuole elementari e la prima media, come gia’ succede per le superiori, l’ipotesi e’ di prevedere nel caso di due studenti risultati positivi in una classe, solo l’autosorveglianza (5 giorni) per i ragazzi vaccinati, che resteranno in presenza, e la quarantena di 10 giorni con Dad e test al termine dell’isolamento per i non vaccinati. Nelle scuole dell’infanzia resterebbe la quarantena di dieci giorni per tutti con tampone con un solo caso positivo. “Non si puo’ pensare di discriminare i bambini, prevedendo per alcuni la Dad e per altri la frequenza in presenza. Si continui ad investire risorse per la sicurezza, anzi si aumentino le risorse per la scuola, e si migliori il protocollo affinche’ sia piu’ efficace. Ma le scuole devono restare aperte”, dice la sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia, dei Cinque stelle. “Lasciare a casa 3 milioni e mezzo di bambini a gennaio, non e’ la soluzione”, sottolinea la Lega, che piuttosto chiede di intervenire sull’aereazione e sull’uso delle mascherine perche’ “discriminare bambini e famiglie non ha nessun senso”. Per i deputati del M5s in commissione Cultura “la scuola e’ il luogo dove si insegna l’inclusione e la non discriminazione: lasciare alcuni studenti a svolgere didattica in presenza e altri in dad perche’ non vaccinati sarebbe davvero grave, oltre che particolarmente difficile da attuare da un punto di vista didattico-organizzativo”. E chiedono di aumentare la sicurezza nelle scuole con piu’ fondi e nuovi protocolli per la gestione delle quarantene: “altre scorciatoie per noi non sono contemplabili”. Altrettanta ferma la posizione del sottosegretario della Lega Rossano Sasso: “la campagna di vaccinazione per i piu’ piccoli e’ appena partita e inasprire i protocolli su contagi e quarantene ci esporrebbe al rischio di eccessive penalizzazioni. Non possiamo permetterci di relegare in Dad milioni di studenti. La risposta non puo’ essere sacrificare il diritto all’istruzione di milioni di studenti”. E annuncia: “Siamo pronti a far sentire forte la nostra voce”. Dello stesso avviso anche Fratelli d’Italia che bolla come “una follia discriminatoria e inaccettabile” l’ipotesi Dad per gli studenti non vaccinati. Per le parlamentari Paola Frassinetti ed Ella Bucalo, responsabili del settore, la strada percorribile “per salvare la scuola” e’: aerazione meccanica controllata come suggerito anche dall’Oms, potenziamento del trasporto pubblico, piu’ spazi e sanificazione costante delle classi, implementazione degli organici.

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Economia

Bilanci di previsione, virtuoso 86% dei Comuni ma non al Sud

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Comuni diventati virtuosi nella presentazione dei bilanci di previsione. Quest’anno sette su dieci già a metà febbraio avevano approvato e trasmesso il documento e alla data del 15 marzo la percentuale di comuni in linea era salita all’84%. Il dato risulta da un’elaborazione dei dati del Mef fatta dal Centro studi enti locali. Il dato, si spiega, è di netta rottura rispetto al passato e testimonia l’efficacia delle misure adottate lo scorso anno dal Ministero dell’Economia per interrompere il circolo vizioso dei posticipi infiniti che aveva caratterizzato gli ultimi decenni.

Ciò che emerge è però, ancora una volta, è “l’esistenza di divari siderali tra varie aree del Paese che vede contrapposti casi come quello siciliano, dove solo 30 comuni su 100 risultano aver approvato e trasmesso il bilancio, e la Valle d’Aosta e l’Emilia Romagna, dove questa percentuale sale al 96%”. Dopo anni di slittamenti nel 2023 un decreto ministeriale, ha riscritto il calendario delle scadenze contabili e anche se è comunque stata necessaria una proroga al 15 marzo quest’anno ben 4.695 comuni, il 59% del totale, hanno iniziato l’anno corrente con un bilancio di previsione già approvato e non si sono avvalsi del tempo aggiuntivo concesso dal Viminale.

Stando a quanto emerso da un’elaborazione di Centro Studi Enti Locali, basata sui dati della Banca dati delle Amministrazioni Pubbliche (Bdap-Mef), sono stati approvati entro il 15 marzo scorso i bilanci dell’84% dei comuni italiani. All’appello mancano quelli di 1.268 comuni. Questi enti hanno un profilo abbastanza preciso: la stragrande maggioranza è di piccole dimensioni. Nove di questi comuni su dieci hanno infatti meno di 10mila abitanti e il 64% è localizzato al sud e nelle isole. Nel nord Italia, nel suo complesso, risulta essere stato già trasmesso al Mef il 92% dei preventivi. In particolare, spiccano per efficienza: Emilia Romagna e Valle d’Aosta (entrambe a quota 96%) e Trentino Alto Adige e Veneto (95%). Ottimi anche i risultati registrati in: Lombardia (93%), Friuli Venezia Giulia (90%) e Piemonte (89%). Chiude il cerchio la Liguria, con l’85% di comuni adempienti.

Scendendo verso sud la percentuale decresce gradualmente, restando comunque buona al centro, dove mediamente sono stati già approvati e trasmessi 89 bilanci su 100. A trainare verso l’alto questo gruppo sono soprattutto Toscana (95%), Marche e Umbria (93%). Più indietro i comuni laziali, fermi a quota 81%. Meno rosea, ma comunque in netto miglioramento rispetto al passato, la situazione del Mezzogiorno dove i comuni più tempestivi sono stati 6 su 10. In particolare, le 3 regioni in assoluto più distanti dalla media nazionale sono – nell’ordine – la Sicilia, la Calabria e la Campania.

Nella banca dati gestita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla data del 24 aprile, risultano essere stati acquisiti soltanto 117 bilanci di previsione di comuni siciliani su 391, meno di uno su tre. Al di là dello Stretto ne sono stati trasmessi 236 su 404 (58% del totale), in Campania il 67% dei preventivi sono stati approvati nei tempi. Prima della classe, per quanto riguarda il meridione, è la Basilicata (92% di bilanci approvati), seguita a breve distanza dalla Sardegna (885) e dalla Puglia (86%). Chiudono il cerchio l’Abruzzo e il Molise, rispettivamente con l’80% e il 77% di comuni che hanno già inviato al Ministero il proprio preventivo.

Secondo il Centro Studi Enti Locali questi dati, nel loro insieme, testimoniano un effetto tangibile prodotto dalla nuova programmazione ma preoccupa la distanza abissale che continua a caratterizzare i risultati ottenuti da enti di territori diversi. Il processo di riforma della contabilità e dell’ordinamento degli enti locali, i cui cantieri sono aperti, dovrà necessariamente tenere conto anche delle criticità finanziarie e organizzative, ormai strutturali ed endemiche, di alcuni territori e individuare delle soluzioni efficaci per far sì che queste distanze siano colmate.

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Politica

Europee: Vannacci presenta il suo libro giovedì a Napoli

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Roberto Vannacci, candidato della Lega alle elezioni europee, presenterà il suo libro “Il mondo al contrario” giovedì 2 maggio a Napoli. Lo annuncia Luigi Mercogliano, presidente per la Campania del comitato “Il mondo al contrario” che trae il suo nome dal titolo del libro scritto da Vannacci. La presentazione del libro si terrà giovedì 2 maggio alle ore 17 nel teatro del centro culturale “In arte Vesuvio”. Interverranno alla presentazione con l’autore il presidente campano di “Mondo al contrario” Luigi Mercogliano, il giornalista Sergio Angrisano e lo scrittore Massimo Scalfati.

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Politica

Emiliano all’Antimafia: inopportuno io venga in audizione

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Il presidente della Puglia, Michele Emiliano, ha inviato una lettera alla Commissione parlamentare antimafia in cui spiega di non ritenere opportuna in questo momento una sua audizione, come richiesto già una settimana fa dall’ufficio di presidenza della stessa commissione. La motivazione del governatore sarebbe dovuta ad una serie di delicati impegni legati alla recente fase politica in Consiglio regionale, come la votazione della mozione di sfiducia nei suoi confronti. L’audizione avrebbe riguardato le vicende e le inchieste sui rischi di infiltrazioni mafiose nel territorio pugliese e in particolare a Bari.

“Quello di Emiliano è un evidente gesto di debolezza. Se lui adombra eventuali gesti di strumentalizzazione politica si sbaglia. Noi conosciamo bene i limiti e i poteri dell’Antimafia e confermo da parte mia la richiesta di audizione del presidente della Puglia, affinché venga fatta chiarezza su alcune vicende”. Così la senatrice di Italia Viva e componente della commissione antimafia, Raffaella Paita, in merito alla lettera inviata dal governatore della Puglia, in cui Emiliano ha spiegato alla commissione di non ritenere opportuna una sua convocazione in questo momento.

La commissione Antimafia ha ufficialmente convocato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per il 2 maggio. Lo si apprende da fonti della commissione secondo le quali l’audizione è fissata per le 10.30.

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