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Cultura

l premio Sakharov a Navalny, ‘Putin lo liberi’

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Ha una forte valenza simbolica la decisione presa dal Parlamento europeo di assegnare all’oppositore russo Alexei Navalny il Premio Sakharov 2021 per la liberta’ di pensiero, con la richiesta rivolta al presidente Vladimir Putin di liberarlo immediatamente. Non e’ la prima volta che l’Eurocamera prende una posizione netta nei confronti del nemico numero 1 dello zar, salito alla ribalta internazionale per aver organizzato manifestazioni contro il Cremlino, per essersi candidato e per aver sostenuto le riforme anti-corruzione. E che ora e’ in galera dopo essere sopravvissuto ad un tentativo di avvelenamento che l’Occidente fa ricadere sulle autorita’ russe. Il riconoscimento ha fatto esultare lo staff di Navalny, che su Twitter ha parlato di un premio “pienamente meritato” e ha ringraziato tutti per il sostenuto ricevuto. “Urra’!”, ha esclamato Ivan Zhdanov, direttore del Fondo Anti-Corruzione. In un messaggio inviato a Strasburgo il presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha ricordato la figura di Navalny, un uomo che ha condotto “una strenua campagna contro la corruzione del regime di Putin” e, attraverso i suoi account social e le campagne politiche, ha “denunciato gli abusi interni” al sistema riuscendo a mobilitare milioni di russi che hanno sostenuto la sua protesta. “Per questo, e’ stato avvelenato e imprigionato”, ha sottolineato Sassoli. Dopo aver trascorso diversi mesi in convalescenza a Berlino, Navalny e’ stato arrestato al suo ritorno a Mosca nel gennaio 2021. Attualmente sta scontando una condanna di tre anni e mezzo di prigione ed e’ detenuto presso una colonia penale di alta sicurezza. Alla fine di marzo l’oppositore ha iniziato un lungo sciopero della fame per protestare contro la mancanza di accesso alle cure mediche. Ma in giugno un tribunale russo ha accusato la sua Fondazione anti-corruzione, gia’ bollata come “agente straniero” dalle autorita’, di “attivita’ estremiste”. Dal canto suo l’Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell ha osservato che il conferimento del premio Sakharov a Navalny “e’ il riconoscimento del suo impegno a difesa della democrazia in Russia, ad un alto costo personale. L’Ue continua a chiederne il rilascio immediato e incondizionato”. “E’ il riconoscimento del ruolo importante che ha svolto per molti anni nel difendere i valori della democrazia e nell’essere una voce forte in Russia”, ha commentato anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, un “promemoria” per il rilascio immediato, ha aggiunto. Il Premio Sakharov per la liberta’ di pensiero – la cerimonia di consegna si terra’ il 15 dicembre a Strasburgo – e’ assegnato ogni anno dal Parlamento europeo. Istituito nel 1988 per onorare gli individui e le organizzazioni che difendono i diritti umani e le liberta’ fondamentali, e’ intitolato in onore del fisico e dissidente politico sovietico Andrei Sakharov e il corrispettivo in denaro e’ di 50.000 euro. L’anno scorso l’aula di Strasburgo aveva assegnato il premio all’opposizione democratica bielorussa, rappresentata dal Consiglio di coordinamento, un’iniziativa di donne coraggiose e di personalita’ politiche e della societa’ civile. La candidatura di Navalny per il Sakharov e’ stata avanzata e sostenuta dal gruppo dei Popolari europei (Ppe) e da Renew Europa. Il gruppo S&D ha invece presentato la candidatura di un gruppo di donne afghane. La terna di candidati comprendeva anche l’ex presidente ad interim della Bolivia Jeanine Anez.

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Cultura

Il caffè simbolo di Napoli, una due giorni per celebrarlo

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Non c’è giornata dei napoletani che non inizi con un caffè: che sia tradizionale, macchiato, schiumato, freddo o caldo, in tazza o in vetro, ma il buongiorno è sempre accompagnato da un caffè. E per celebrare questo legame imprescindibile tra la città e la sua bevanda, il Comune di Napoli propone una due giorni, il 7 e 8 maggio, dedicata interamente al caffè con la manifestazione ‘Nu bbellu ccafè’ in programma al Maschio Angioino. “Parlare del caffè a Napoli è parlare di noi – ha detto il sindaco, Gaetano Manfredi – il senso del caffè è socialità, cultura, storia, è stare insieme. Il grande valore di Napoli oggi è essere una grande capitale in cui le persone stanno insieme ed è importante soprattutto in un momento fatto di grandi divisioni, sofferenze e guerre e il caffè è anche momento di pace”.

Un legame che è celebrato e raccontato da sempre anche dalla musica, dal teatro, dalla letteratura. “Il caffè, insieme alla pizza, è uno degli emblemi della nostra città – ha detto l’assessora al Turismo, Teresa Armato – vogliamo fare in modo che le nostre tradizioni enogastronomiche diventino sempre più attrattori turistici perché a Napoli vengono per tante ragioni e una di queste sono sicuramente il mangiare e il bere le nostre prelibatezze”. L’idea della manifestazione è nata da un ordine del giorno proposto dalla vicepresidente del Consiglio comunale, Flavia Sorrentino, e approvato all’unanimità, con cui si chiedeva di istituire la Giornata del caffè in città.

Al Maschio Angioino, napoletani e turisti potranno partecipare a incontri che spiegheranno il caffè, le sue varianti e come si è arrivati al rito del caffè, potranno partecipare a workshop, a cui si affiancheranno momenti di assaggio, competizioni e contest. Alla manifestazione parteciperanno esperti di caffè, tutte le torrefazioni napoletane, molti bar napoletani fra cui lo storico Gambrinus. Un’iniziativa che si pone anche nel solco del percorso che la città di Napoli, insieme ad altre città italiane, ha messo in campo affinché il caffè sia riconosciuto patrimonio Unesco.

“Con questa manifestazione proviamo a diffondere questa dipendenza – ha sottolineato lo scrittore Maurizio De Giovanni – cerchiamo di fare da ‘pusher’ di una dipendenza fondamentale per i napoletani per cui il caffè è una modalità di incontro sociale”. Il logo della manifestazione è stato realizzato dagli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.

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Cronache

Strasburgo: Getty restituisca la statua dell’Atleta di Lisippo all’Italia

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L’Italia ha tutto il diritto di confiscare e chiedere la restituzione della statua greca in bronzo dell’Atleta vittorioso attribuita a Lisippo che si trova attualmente nel museo della la villa Getty a Malibu, in California. Lo ha stabilito oggi all’unanimità la Corte europea dei diritti umani respingendo il ricorso presentato dalla fondazione Paul Getty per violazione della protezione della proprietà.

Nella sua sentenza, la Corte di Strasburgo ha quindi riconosciuto la legittimità dell’azione intrapresa dalle autorità italiane per recuperare l’opera d’arte che venne rinvenuta nelle acque dell’Adriatico, al largo delle Marche, nel 1964. E che, dopo varie vicissitudini, venne acquistata dalla fondazioni Getty nel 1977 per approdare infine al museo di Malibu. I giudici, in particolare, hanno sottolineato che la protezione del patrimonio culturale e artistico di un Paese rappresenta una priorità anche dal punto di vista giuridico. Inoltre, diverse norme internazionali sanciscono il diritto di contrastare l’acquisto, l’importazione e l’esportazione illecita di beni appartenenti al patrimonio culturale di una nazione.

La fondazione Getty, sottolinea inoltre la Corte, si è comportata “in maniera negligente o non in buona fede nel comprare la statua nonostante fosse a conoscenza delle richieste avanzate dallo Stato italiano e degli sforzi intrapresi per il suo recupero”. Da qui la constatazione che la decisione dei giudici italiani di procedere alla confisca del bene conteso “è stata proporzionata all’obiettivo di garantirne la restituzione”.

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Cultura

“L’avvocato del D10S”: Angelo Pisani e la battaglia giudiziaria per Maradona

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Il libro “L’avvocato del D10S” di Angelo Pisani non è solo un tributo a Diego Armando Maradona, ma anche una narrazione intensa e appassionata delle battaglie legali che hanno segnato la vita del leggendario calciatore. L’opera, pubblicata da LOG edizioni e lunga 159 pagine, è disponibile al prezzo di 14,90 euro e si rivela un testo cruciale per chi desidera comprendere a fondo le vicende giuridiche e umane del “pibe de oro”.

Angelo Pisani, che ha rappresentato Maradona nelle aule di giustizia, descrive con fervore la sua lotta per dimostrare l’innocenza del calciatore di fronte alle accuse di evasione fiscale e altri gravi addebiti mossi dalla giustizia italiana. Attraverso un lavoro legale che si è esteso per decenni, Pisani è riuscito a infrangere il “muro di titanio” di Equitalia, sancendo giuridicamente l’innocenza di Diego.

Il titolo del libro, “L’avvocato del D10S”, è una chiara dichiarazione di stima e devozione verso Maradona, e il sottotitolo “Un’arringa in difesa di Diego Armando Maradona” stabilisce inequivocabilmente il tono dell’opera. Le prefazioni e le postfazioni scritte da noti esponenti del tifo calcistico partenopeo e figure chiave dell’ambiente sociale latino, come Maurizio de Giovanni, Gianni Minà e Nicola Graziano, arricchiscono ulteriormente il testo, aggiungendo diverse prospettive sulla figura di Maradona.

Il libro offre un ritratto inedito di Maradona, non solo come sportivo eccezionale ma anche come eroe umano e difensore dei più deboli, costantemente in lotta contro figure potenti come i presidenti della FIFA, Joao Havelange e Sepp Blatter. Inoltre, evidenzia il supporto di Maradona ai governi di sinistra in America Latina, una posizione che lo ha reso un bersaglio politico tanto quanto una stella del calcio.

Pisani non manca di ricordare il sostegno di Fidel Castro a Maradona durante i suoi momenti più bui, come la lotta contro la tossicodipendenza, un periodo durante il quale Maradona stesso riconoscerà il suo debito verso il leader cubano tatuandosi l’immagine del Che Guevara.

Il culmine del libro si raggiunge nel racconto del 25 maggio 2014, quando la giustizia italiana, dopo una lunga serie di battaglie legali, ha finalmente scagionato Maradona da ogni accusa di evasione fiscale. Questo evento non solo ha rappresentato una vittoria legale, ma ha anche simboleggiato la riscossa di un uomo contro un sistema che sembrava schiacciarlo.

“L’avvocato del D10S” di Angelo Pisani è quindi molto più di un semplice racconto giuridico; è un’affascinante biografia che intreccia diritto, sport e politica, mostrando come la vita di uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi sia stata incessantemente intrecciata con le dinamiche del potere a livello mondiale.

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