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Napoli, peccato perchè a Leicester si poteva anche vincere: grande Osimhen

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Il Napoli conquista in rimonta un pareggio nella prima partita di Europa League in trasferta con il Leicester. Meritava di portare a casa il punteggio pieno per le tante occasioni avute ma non sfruttate a dovere: alla fine è stato bravo a rimontare i due gol di svantaggio. La sconfitta sarebbe stata ingiusta. Continua la serie positiva dei risultati della squadra di Spalletti, il Napoli dirà la sua anche in campo Europeo.
Insigne e Zielinski in campo dal primo minuto per un assetto che vede il Napoli schierato con il 4-3-2-1: in difesa Malcuit, Rrahmani, Koulibaly e Di Lorenzo davanti al portiere Ospina; centrocampo con la nuova coppia Fabian e Anguissa e il trio offensivo Lozano, Zielinski, Insigne dietro all’attaccante nigeriano Osimhen.

Parte bene il Napoli nei primissimi minuti e si rende pericoloso con Osimhen con un bolide da fuori area, respinge Schmeichel. Ma i padroni di casa non scherzano puntando sulla velocità e sulla forza fisica. Al 6’ Barnes arriva a tu per tu con Ospina che devia in corner e salva il Napoli. Nulla può al 9’ quando in una azione prorompente Barnes crossa al centro per Perez che di prima mette la palla in rete per l’1-0.
Prova a reagire il Napoli, a riprendere in mano le redini del gioco. Ma è importante non commettere errori banali a centrocampo e in difesa.


Al 14′ occasione su calcio piazzato per Insigne ma il pallone termina alto sopra la traversa.
Al 27′ occasionissima per Osimhen che con la sua immensa falcata brucia in velocità Evans: la sua apertura è per Malcuit che però non trova la porta.
Al 33’ una rimessa corta di Ospina poteva costare caro ma la difesa azzurra riesce a liberare. Inizia un tiro al bersaglio del Napoli che fallisce di seguito una serie di occasioni clamorose per il pareggio. Al 36’ Zielinski servito da Osimhen non riesce a spedire in porta da due passi; al 39’ è Insigne a sistemarsi la palla in area, ma il suo fendente è di poco a lato; al 41’ il tiro di Osimhen è fuori misura e al 44’ è Lozano a raccogliere in modo eccellente un cross di Malcuit ma Schmeichel si supera e respinge.
Incoraggianti gli ultimi 10 minuti del primo tempo del Napoli che appare arrembante ma al tempo stesso poco concreto: il risultato allo scadere dei primi 45’ vede il Napoli sotto di un gol. Tanti rimpianti e la speranza nella ripresa di riequilibrare il match.

Inizia di nuovo all’attacco il Napoli obbligato ad essere più efficace e preciso sotto porta, sterili i primi 15 minuti di predominio. Doppio cambio per il Napoli: fuori Lozano e Zielinski, dentro Politano ed Elmas.
Come spesso accade quando si sbagliano troppe occasioni e si ha davanti un avversario cinico… si rischia di soccombere. Viene annullato un gol al Leicester al 59’ per fuorigioco di Daka ma è il preludio al 2-0 che arriva al 64’ quando un errore azzurro a centrocampo spalanca la prateria a Iheanacho che apre su Barnes bravo a battere Ospina in diagonale.


Potrebbe abbattersi il Napoli ma così non è. Al 69′ azione nello stretto dei partenopei: lo scambio Fabian-Osimhen consente al nigeriano di andare in porta superando il difensore con una sorta di pallonetto per il 2-1
Al 74’ Spalletti si gioca la carta Ounas, esce Insigne. Più vivace la manovra del Napoli con Elmas e Ounas, gli azzurri ci credono e ci provano: meriterebbero senz’altro il pareggio. Gli azzurri si presentano spesso sotto porta ma faticano a finalizzare.
All’ 84′ fuori Anguissa e Malcuit, dentro Petagna e Juan Jesus. E all’87’ finalmente il faticato, voluto e sospirato pareggio: cross dalla destra di Politano, Osimhen salta più alto di tutti e agguanta il 2-2 per quello che resta fino al 95’ il risultato finale. ù

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Salis: trovino modo di far votare Ilaria e chi è come lei

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“Invece di attaccare un privato cittadino con accuse strumentali, sarebbe il caso che si mettessero d’accordo le due istituzioni europee”: Roberto Salis ha commentato in questo modo le parole del ministro degli Esteri Antonio Tajani e soprattutto del portavoce del governo ungherese Zoltan Kovacs sulla sua denuncia, secondo cui Ilaria, in carcere a Budapest da 15 mesi ed ora candidata per Avs alle europee, non potrà votare. “Mi aspetto che trovino il modo per garantire l’esercizio di diritti fondamentali dei cittadini europei”, ha aggiunto, e non solo per Ilaria ma “per tutti quelli nella stessa situazione”.

– L’impossibilità di votare “non so da chi dipenda, se dall’Italia o dall’Ungheria, ma di fatto mia figlia non può votare” ha spiegato Roberto Salis, quindi “mi aspetto che trovino il modo di far esercitare un diritto fondamentale di una cittadina europea”. “Non si tratta di Ilaria – ha sottolineato – ma di garantire il diritto a qualsiasi cittadino nelle condizioni di Ilaria Salis. Non è una concessione che il ministro fa a Ilaria, ma è garantire il rispetto dei diritti civili”.

La Direzione del Servizio penitenziario ungherese respinge categoricamente le recenti affermazioni di Roberto Salis, secondo cui a sua figlia Ilaria sarebbe stato negato il diritto di voto alle europee, sostenendo che tali affermazioni “non solo sono infondate ma travisano i fatti”. Lo scrive il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs. “La legge stabilisce che ai detenuti sia data l’opportunità di votare e gli istituti penitenziari sono tenuti a facilitare questo fondamentale diritto democratico”, aggiunge invitando il padre ad astenersi “da fake news volte a diffamare le carceri ungheresi e i professionisti che vi lavorano”. (

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Cronache

Inchiesta clinica Messina, ai 9 indagati sequestrati 11 milioni

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Nell’inchiesta sulla clinica NeMo Sud e il Policlinico di Messina sono indagati, a vario titolo per peculato e corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, Alberto Fontana, 52 anni, ex presidente della fondazione Aurora onlus (che gestiva il centro clinico Nemo Sud a Messina), Giuseppe Laganga Senzio, 47 anni, ex direttore amministrativo del Policlinico messinese, Mario Giovanni Melazzini, 65 anni, anche lui ex presidente della fondazione Aurora onlus, Giuseppe Pecoraro, 75 anni, commissario straordinario del Policlinico, Paolina Reitano, 64 anni, ex direttrice sanitaria del Policlinico, Marco Restuccia, 60 anni, direttore generale del Policlinico, Giuseppe Vita, 72 anni, medico dirigente dell’unità operativa di Neurologia del Policlinico, l’attuale assessore regionale alla Sanità Giovanna Volo, 68 anni, ex direttore sanitario dell’ospedale universitario, Michele Vullo, 68 anni, ex direttore amministrativo del Policlinico. Giuseppe Vita, Mario Giovanni Melazzini, Alberto Fontana, Giuseppe Laganga Senzio hanno la misura cautelare del divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare impresa in ambito sanitario.

Per tutti e nove gli indagati ciascuno pro quota, è stato disposto il sequestro preventivo di denaro, beni mobili e immobili, per l’importo complessivo di 11 milioni di euro, pari ai fondi pubblici distratti. L’ordinanza delle misure cautelari è stata firmata dal gip Claudia Misale.

Tutti gli indagati sono da considerare innocenti fino al terzo grado di giudizio.

 

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Ambiente

Legambiente Campania, il dossier “green jobs”

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‘A fronte di una disoccupazione giovanile, nel 2023, pari al 27,9%, con oltre un milione e 210 mila giovani Neet nel Mezzogiorno di cui 402 mila in Campania, pari al 33,2% del totale e con dati drammatici sul fronte dell’emigrazione giovanile come rileva Istat dove tra il 2002 e il 2022 sono ‘spariti’ quasi 360 mila giovani, dati positivi si registrano sul fronte dell’occupazione green dove in Campania sono oltre 44 mila le aziende che nel quinquennio 2018-2022 hanno deciso di investire in tecnologie e prodotti green collocandosi al terzo posto in Italia, dopo Lombardia e Veneto.

La Campania si contraddistingue come tra le regioni più dinamiche, con 143.790 nuovi contratti green jobs attesi nel 2022 (in crescita del 13,5% rispetto al 2021) confermandosi la prima Regione del Mezzogiorno’. Sono questi alcuni dati contenuti nel dossier ‘Green Jobs’ di Legambiente, nell’ambito del progetto Green Energy Revolution, con l’obiettivo di ‘promuovere e diffondere le nuove competenze green; evidenziare le opportunità e le possibili ricadute occupazionali, economiche e sociali legate ai processi di innovazione ambientale; supportare i percorsi di orientamento scolastico, universitario e lavorativo verso i lavori green; fornire strumenti ad attori pubblici e privati al fine di migliorare i sistemi formativi pubblici e potenziare i percorsi di educazione non formale’.

Secondo i dati Istat, si legge nel dossier di Legambiente Campania, la disoccupazione in Campania nel 2023 si assesta al 17,8%, in aumento dello 0,4% rispetto all’anno precedente e superiore di 10,1% rispetto alla media nazionale (7,8%) e del 3,5% rispetto alla media del Mezzogiorno. ‘La situazione di fragilità del contesto campano- evidenziano gli ambientalisti – si aggrava se facciamo riferimento ai dati relativi alla disoccupazione giovanile, nello stesso periodo di riferimento (2023), pari al 27,9% (dato generale), mentre si assesta al 31,7% la disoccupazione giovanile femminile. Nel 2023 i giovani Neet nel Mezzogiorno sono 1 milione e 210 mila, di cui 402 mila in Campania, pari al 33,2% del totale’.

Nonostante i dati negativi, prosegue il dossier, ‘che ci restituiscono un quadro generale preoccupante caratterizzato da disoccupazione, giovani inattivi, intensi processi di emigrazione soprattutto giovanile, la Campania, così come il Mezzogiorno, rappresenta un luogo nel quale possono essere sviluppate politiche industriali e occupazionali capaci di cambiare il segno nella prospettiva della realizzazione di una giusta transizione ecologica.

Infatti, secondo i dati del Rapporto GreenItaly di Fondazione Symbola, la Campania si colloca al terzo posto nelle graduatorie regionali per numero di imprese che hanno effettuato eco-investimenti nel periodo 2018-2022 in prodotti e tecnologie green, con 44.530 imprese in termini assoluti, delle quali 22.980 (il 51,6%) sono localizzate nell’area metropolitana di Napoli (al terzo posto nelle graduatorie provinciali). Sono in totale 143.790 le assunzioni green jobs in Campania nel 2022, la regione si conferma al quinto posto nella graduatoria regionale redatta da Symbola e Unioncamere, con un incremento +17.000 attivazioni rispetto all’anno precedente di rilevazione.

Rispetto alle graduatorie relative alle città metropolitane e alle province, troviamo tre province campane nelle prime 20 posizioni: Napoli, Salerno (15ma con 29.410 contratti) e Caserta (20ma con 23.020 contratti attivati). Nell’area metropolitana di Napoli nel 2022 sono stati attivati 75.680 contratti green jobs, +8.720 rispetto al 2021’. ‘I green jobs – commenta Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania – rappresentano una risposta concreta al fragile mercato del lavoro regionale offrendo nuove occasioni occupazionali, in particolare per l’ampia fascia di popolazione giovanile, e rendendo tangibile la realizzazione di una giusta transizione ecologica. Ampliare le opportunità di lavoro attraverso lo sviluppo sostenibile significa ridurre le disuguaglianze sociali, contrastare la povertà in tutte le sue declinazioni, combattere contro le forme di lavoro illegale e sommerso. In altre parole, la promozione e la diffusione dei green jobs contribuiscono ad ampliare le possibilità occupazionali dei territori, creando nuove occasioni di sviluppo più equo, sostenibile e democratico’.

Nel Dossier è presente anche un focus sul tema dell’occupazione nel settore energetico in Campania con un questionario sottoposto a dieci aziende del settore energetico. Il campione individuato, spiega Legambiente, è variegato in quanto è composto da piccole, medie e grandi aziende.

‘Le dieci aziende individuate occupano un numero complessivo di 1.183 addetti in Italia, di questi il 38,5% – 455 lavoratori – è occupato a vario titolo in Campania. Sette imprese su dieci che hanno risposto al questionario hanno adottato politiche per le pari opportunità al fine di rispondere all’urgente bisogno di occupazione femminile nel settore; infatti, dalle interviste emerge che solo il 12,5% delle addette in Campaniaè rappresentato da donne.

Il 90% degli intervistati risponde che la figura più ricercata è quella dell’ingegnere, segue al secondo posto il ruolo di operaio specializzato con il 70% delle preferenze; diversamente dalla domanda precedente nella quale si faceva riferimento alla progettazione tecnica; segue il permitting manager – figura professionale che si occupa di richiedere agli enti preposti le autorizzazioni necessarie per costruire impianti a energia rinnovabile – con un 40% di preferenze’.

‘La transizione energetica – ancora Imparato – è una sfida che stiamo giocando apertamente per restituire dignità al lavoro e al Mezzogiorno, il cuore della rivoluzione energetica che serve al Paese diventa l’opportunità di riscatto. Per essere pronti alle richieste del mondo del lavoro necessarie alla transizione è fondamentale attrezzarsi per non perdere questa grande opportunità è necessario mettere in atto il ‘Green Deal dei Saperi e del Lavoro’ nella nostra regione per sostenere nuove politiche formative e occupazionali e combattere le diseguaglianze’.

Le proposte di Legambiente Campania, che sono state presentate nell’ambito del seminario ‘Green Jobs: saperi sostenibili per lavori innovativi’ promosso da Legambiente Campania nel corso di Orientalife organizzato dall’Ufficio Scolastico Regionale della Campania, Sviluppo Lavoro Italia e Regione Campania – alla presenza di Ettore Acerra, direttore Ufficio Scolastico Regionale, Valeria Pirone, dirigente Scolastica ITT Marie Curie di Napoli, Rossella De Luca, dirigente Scolastica Liceo Scientifico B. Rescigno di Roccapiemonte, Lucia Fortini, assessora all’Istruzione Regione Campania – sono: Educazione Ambientale ed Energetica. Rafforzare, implementare, e sperimentare percorsi di educazione ambientale ed energetica; utilizzare metodologie e approcci di educazione non formale per aumentare la consapevolezza delle comunità educanti sostenibili e solidali.

Ridisegnare i percorsi di orientamento scolastico e professionale, con un focus sulla prevenzione della dispersione; progettare e sperimentare nuovi percorsi di orientamento scolastico e ripensare il Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO). Potenziare i servizi per l’impiego e le politiche attive per il lavoro, per favorire la giusta transizione ecologica; rafforzamento delle competenze green degli operatori dei Centri per l’Impiego, e maggiore coordinazione tra i servizi.

E ancora: Ripensare la formazione professionale attraverso una specifica programmazione dello sviluppo di competenze in ambito ambientale, in particolare nel settore energetico, implementare il catalogo regionale della formazione professionale, promuovendo sperimentazioni specificamente attraverso gli ITS e gli IFTS. Elaborare politiche industriali e per lo sviluppo sostenibile, che favoriscano la riconversione industriale; potenziare le filiere produttive energetiche e green.

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