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Politica

Il Pd punta sulle primarie a Roma, Calenda si smarca

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Il Pd punta sulle primarie anche per la scelta del candidato sindaco a Roma e Carlo Calenda si smarca definitivamente: “Il dado e’ tratto – ha detto – A questo punto le nostre strade si separano”. Il progetto del segretario dem Enrico Letta, che anche per le amministrative ha come prospettiva un’alleanza di centrosinistra con il M5s, nella Capitale non sembra destinato ad andare a buon fine. Tutt’altro. Come ampiamente previsto, anche i Cinque Stelle faranno una loro corsa. “Per invitarmi a fare un passo indietro non sono mancate pressioni”, ha detto la sindaca Virginia Raggi, ma “andiamo avanti con coraggio”. Le primarie, che Letta ha definito “la via maestra”, potrebbero invece essere la strada della coalizione a Bologna, dove il Pd punta sull’assessore alla Cultura Matteo Lepore, e a Torino, dove i dem pensano al capogruppo in Comune Stefano Lo Russo. Il ricorso ai gazebo non e’ escluso neanche a Napoli. Intanto e’ rottura definitiva fra il Pd e il leader di Azione Calenda, che a Roma e’ appoggiato anche da Italia Viva. Un epilogo che era ormai quasi nei fatti. L’accelerazione sulle primarie l’ha resa definitiva. E dirompente: “Se Calenda sceglie di autoescludersi dalla coalizione del centrosinistra puo’ legittimamente farlo”, hanno detto i segretari regionale e romano del Pd, Bruno Astorre e Andrea Casu. Resta il nodo candidati. Per il Pd si e’ proposta la senatrice Monica Cirinna’, mentre l’ex ministro del Tesoro, Roberto Gualtieri, sarebbe disponibile, ma non ha ancora sciolto ufficialmente la riserva. E ci sono gli indipendenti Tobia Zevi, Giovanni Caudo e Paolo Ciani. Oltre al ventenne Federico Lobuono. Nel partito non si sono mai interrotte le telefonate al governatore Nicola Zingaretti, che i sondaggi darebbero come favorito per la vittoria. Ma lui continua a rispondere “No, grazie”, pur sponsorizzando la via delle primarie: “Su scelte cosi’ importanti coinvolgere i cittadini e’ sempre una cosa positiva”. Per l’alleanza con i 5 Stelle, nel Pd c’e’ ancora chi spera che l’arrivo di Giuseppe Conte alla guida del Movimento possa portare Virginia Raggi a una riflessione. Fra i dem che vedono nell’ex premier un volano per l’alleanza, Goffredo Bettini e’ intervenuto per dare la sua lettura alla fine dell’esperienza di governo: “Conte non e’ caduto per i suoi errori o ritardi (che in parte ci sono stati) ma per una convergenza di interessi nazionali e internazionali che non lo ritenevano sufficientemente disponibile ad assecondarli e dunque, per loro, inaffidabile”. Un’interpretazione su cui ironizza Matteo Renzi, leader di Iv: “Molti chiamano ‘complotto internazionale’ semplicemente la propria incapacita’ di fare politica”. A Bologna il primo obiettivo del Pd e’ far convergere tutti sulla candidatura di Lepore, anche se e’ rimasto in campo l’altro assessore, Alberto Aitini, sostenuto da Base riformista. I confini della coalizione sono ancora un po’ ballerini. Italia Viva ha lanciato la corsa della sindaca di San Lazzaro Isabella Conti: lei si e’ presa un paio di settimane per dire se gareggera’. In ogni caso: “Le primarie non ci spaventano”, dicono da Iv. A Torino la situazione e’ piu’ complessa. Iv sta alla finestra, mentre il M5s e il Pd sembrano orientati a correre insieme. Le primarie non sono escluse. Ma i Cinque stelle non hanno ancora un loro nome da proporre e i dem per ora puntano su Lo Russo, che al Movimento e’ un po’ indigesto. Su Milano il sindaco uscente Giuseppe Sala non ha problemi, anche Iv puntera’ su lui. Per Napoli M5s e Pd stanno tastando il terreno con il presidente della Camera, Roberto Fico, e con l’ex ministro Gaetano Manfredi. Ma ancora non c’e’ un nome ufficiale in campo. Per questo le primarie non sono escluse a priori. Italia Viva e’ pronta a schierare Gennaro Migliore, che potrebbe piacere anche a Calenda, visto che, parlando di Fico, qualche giorno fa ha detto: “Non lo appoggiamo manco morto”. Nel capoluogo campano, il centrosinistra deve fare poi i conti con Antonio Bassolino, che si e’ gia’ candidato autonomanente.

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Economia

Bilanci di previsione, virtuoso 86% dei Comuni ma non al Sud

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Comuni diventati virtuosi nella presentazione dei bilanci di previsione. Quest’anno sette su dieci già a metà febbraio avevano approvato e trasmesso il documento e alla data del 15 marzo la percentuale di comuni in linea era salita all’84%. Il dato risulta da un’elaborazione dei dati del Mef fatta dal Centro studi enti locali. Il dato, si spiega, è di netta rottura rispetto al passato e testimonia l’efficacia delle misure adottate lo scorso anno dal Ministero dell’Economia per interrompere il circolo vizioso dei posticipi infiniti che aveva caratterizzato gli ultimi decenni.

Ciò che emerge è però, ancora una volta, è “l’esistenza di divari siderali tra varie aree del Paese che vede contrapposti casi come quello siciliano, dove solo 30 comuni su 100 risultano aver approvato e trasmesso il bilancio, e la Valle d’Aosta e l’Emilia Romagna, dove questa percentuale sale al 96%”. Dopo anni di slittamenti nel 2023 un decreto ministeriale, ha riscritto il calendario delle scadenze contabili e anche se è comunque stata necessaria una proroga al 15 marzo quest’anno ben 4.695 comuni, il 59% del totale, hanno iniziato l’anno corrente con un bilancio di previsione già approvato e non si sono avvalsi del tempo aggiuntivo concesso dal Viminale.

Stando a quanto emerso da un’elaborazione di Centro Studi Enti Locali, basata sui dati della Banca dati delle Amministrazioni Pubbliche (Bdap-Mef), sono stati approvati entro il 15 marzo scorso i bilanci dell’84% dei comuni italiani. All’appello mancano quelli di 1.268 comuni. Questi enti hanno un profilo abbastanza preciso: la stragrande maggioranza è di piccole dimensioni. Nove di questi comuni su dieci hanno infatti meno di 10mila abitanti e il 64% è localizzato al sud e nelle isole. Nel nord Italia, nel suo complesso, risulta essere stato già trasmesso al Mef il 92% dei preventivi. In particolare, spiccano per efficienza: Emilia Romagna e Valle d’Aosta (entrambe a quota 96%) e Trentino Alto Adige e Veneto (95%). Ottimi anche i risultati registrati in: Lombardia (93%), Friuli Venezia Giulia (90%) e Piemonte (89%). Chiude il cerchio la Liguria, con l’85% di comuni adempienti.

Scendendo verso sud la percentuale decresce gradualmente, restando comunque buona al centro, dove mediamente sono stati già approvati e trasmessi 89 bilanci su 100. A trainare verso l’alto questo gruppo sono soprattutto Toscana (95%), Marche e Umbria (93%). Più indietro i comuni laziali, fermi a quota 81%. Meno rosea, ma comunque in netto miglioramento rispetto al passato, la situazione del Mezzogiorno dove i comuni più tempestivi sono stati 6 su 10. In particolare, le 3 regioni in assoluto più distanti dalla media nazionale sono – nell’ordine – la Sicilia, la Calabria e la Campania.

Nella banca dati gestita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla data del 24 aprile, risultano essere stati acquisiti soltanto 117 bilanci di previsione di comuni siciliani su 391, meno di uno su tre. Al di là dello Stretto ne sono stati trasmessi 236 su 404 (58% del totale), in Campania il 67% dei preventivi sono stati approvati nei tempi. Prima della classe, per quanto riguarda il meridione, è la Basilicata (92% di bilanci approvati), seguita a breve distanza dalla Sardegna (885) e dalla Puglia (86%). Chiudono il cerchio l’Abruzzo e il Molise, rispettivamente con l’80% e il 77% di comuni che hanno già inviato al Ministero il proprio preventivo.

Secondo il Centro Studi Enti Locali questi dati, nel loro insieme, testimoniano un effetto tangibile prodotto dalla nuova programmazione ma preoccupa la distanza abissale che continua a caratterizzare i risultati ottenuti da enti di territori diversi. Il processo di riforma della contabilità e dell’ordinamento degli enti locali, i cui cantieri sono aperti, dovrà necessariamente tenere conto anche delle criticità finanziarie e organizzative, ormai strutturali ed endemiche, di alcuni territori e individuare delle soluzioni efficaci per far sì che queste distanze siano colmate.

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Politica

Europee: Vannacci presenta il suo libro giovedì a Napoli

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Roberto Vannacci, candidato della Lega alle elezioni europee, presenterà il suo libro “Il mondo al contrario” giovedì 2 maggio a Napoli. Lo annuncia Luigi Mercogliano, presidente per la Campania del comitato “Il mondo al contrario” che trae il suo nome dal titolo del libro scritto da Vannacci. La presentazione del libro si terrà giovedì 2 maggio alle ore 17 nel teatro del centro culturale “In arte Vesuvio”. Interverranno alla presentazione con l’autore il presidente campano di “Mondo al contrario” Luigi Mercogliano, il giornalista Sergio Angrisano e lo scrittore Massimo Scalfati.

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Politica

Emiliano all’Antimafia: inopportuno io venga in audizione

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Il presidente della Puglia, Michele Emiliano, ha inviato una lettera alla Commissione parlamentare antimafia in cui spiega di non ritenere opportuna in questo momento una sua audizione, come richiesto già una settimana fa dall’ufficio di presidenza della stessa commissione. La motivazione del governatore sarebbe dovuta ad una serie di delicati impegni legati alla recente fase politica in Consiglio regionale, come la votazione della mozione di sfiducia nei suoi confronti. L’audizione avrebbe riguardato le vicende e le inchieste sui rischi di infiltrazioni mafiose nel territorio pugliese e in particolare a Bari.

“Quello di Emiliano è un evidente gesto di debolezza. Se lui adombra eventuali gesti di strumentalizzazione politica si sbaglia. Noi conosciamo bene i limiti e i poteri dell’Antimafia e confermo da parte mia la richiesta di audizione del presidente della Puglia, affinché venga fatta chiarezza su alcune vicende”. Così la senatrice di Italia Viva e componente della commissione antimafia, Raffaella Paita, in merito alla lettera inviata dal governatore della Puglia, in cui Emiliano ha spiegato alla commissione di non ritenere opportuna una sua convocazione in questo momento.

La commissione Antimafia ha ufficialmente convocato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per il 2 maggio. Lo si apprende da fonti della commissione secondo le quali l’audizione è fissata per le 10.30.

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