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Cronache

Femminicidio di Ornella Pinto, tensione ai funerali in Duomo a Napoli e indagini per fare luce sulla premeditazione

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La tensione ai funerali in Duomo a Napoli di Ornella Pinto, l’insegnante uccisa a coltellate dal marito nella notte tra il 12 ed il 13 marzo, si tagliava a fette. Una sorella della vittima, Valeria, all’arrivo di una corona e di un cuscino di fiori inviati dai suoceri, ha strappato il biglietto che li accompagnava e li ha respinti. I fiori sono stati poi deposti davanti ad un altare. Nel Duomo nessuna telecamere e nessun fotografo. La famiglia finto ha voluto tenere fuori i giornalisti dai funerali celebrati dall’Arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia.  Proprio Valeria Pinto, sorella minore di Ornella Pinto, al termine dei funerali, rivolgendosi ai cronisti presenti all’esterno del Duomo ha accusato. “Avete scritto cose false. Io non ho mai usato il termine belva parlando del marito. Adesso, ve ne prego. Non scrivete più niente”.

Sul fronte delle indagini, si procede per accertare se c’è stata premeditazione nell’omicidio. Le indagini dei carabinieri coordinati dalla Procura di Napoli vanno avanti. L’omicidio di Ornella Pinto con 15 coltellate inferte dall’ex, Pinotto Iacomino, il 43enne che sabato scorso, al termine di una fuga, si è costituito nella stazione carabinieri di Montegabbione, in provincia di Terni, deve ancora essere scandagliato in ogni suo dettaglio. Ai militari e al pm, il 43enne ha confessato di avere ucciso Ornella Pinto in preda a un raptus. Si tratta anche di una linea difensiva che porta al delitto d’impeto. Al raptus. Non ne sono convinti però gli inquirenti che sono al lavoro per verificare la sussistenza dell’aggravante della premeditazione. Si tratta di un elemento di non poco conto in quanto, da quasi due anni, ormai, con la contestazione della premeditazione, che prevede come pena anche l’ergastolo, non è piu’ consentita la scelta del giudizio con il rito abbreviato con il quale e’ possibile ottenere uno sconto di pena. Il 16 marzo, dopo avere convalidato il fermo e disposto il carcere per Pinotto Iacomino, il gip di Terni ha trasferito gli atti alla Procura di Napoli.

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Calcio: il Bari condanna l’aggressione al direttore sportivo

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Il Bari “esprime vicinanza e solidarietà al ds Ciro Polito vittima nella serata di ieri di una vera e propria aggressione avvenuta, ad opera di ignoti, nel post gara di Cittadella-Bari”. Secondo quanto denunciato da Polito, un gruppo di tifosi baresi lo ha aggredito in un autogrill in provincia di Rovigo. “Il dirigente biancorosso, mentre si trovava in sosta in un autogrill sulla via di ritorno dalla città veneta – scrive il club di Luigi De Laurentiis – è stato raggiunto e aggredito, verbalmente e fisicamente, da un gruppo di ignoti che subito dopo si sono dileguati. Le autorità competenti intervenute hanno da subito avviato le procedure per l’individuazione dei soggetti responsabili”. “La società biancorossa – si legge ancora – condanna con forza quanto accaduto ad opera di ‘vigliacchi’ che nulla hanno a che vedere con il tifo barese e con lo sport. In attesa che la giustizia faccia il suo corso, quando la ragione lascia spazio alla violenza abbiamo già perso tutti”.

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L’Italia: terra di santi, poeti, navigatori… e commercialisti

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L’Italia, patria di santi, poeti, navigatori e… commercialisti? Sembrerebbe proprio di sì, se guardiamo ai dati recentemente pubblicati dalla Fondazione nazionale di ricerca dei commercialisti. Nel loro rapporto annuale sull’albo della categoria professionale, emerge un trend in crescita che potrebbe far sorridere gli amanti delle espressioni stereotipate sul popolo italiano.

Nel corso del 2023, il numero di nuovi iscritti alla professione di commercialista ha registrato un significativo incremento, con ben 1.864 nuovi membri che hanno varcato la soglia dell’Albo. Ma non è tutto: sono state anche costituite 161 nuove Società tra professionisti, segno di un interesse sempre più vivo per questa professione.

Secondo i dati riportati, rispetto al 2007, anno cruciale che ha segnato la formazione dell’Albo unico tra dottori e ragionieri, il numero degli associati è aumentato del 12%, raggiungendo la considerevole quota di 120.424. Una crescita significativa, che testimonia l’importanza e la rilevanza che questa figura professionale continua a rivestire nell’ambito economico italiano.

Ma non è solo il numero degli iscritti a destare interesse. Anche la composizione della professione sta subendo delle trasformazioni. Secondo il rapporto, al 31 dicembre scorso le professioniste hanno raggiunto il 33,8%, mentre i giovani rappresentano il 14,7% della platea professionale. Un segno di cambiamento e di inclusione che caratterizza il tessuto dei commercialisti italiani.

Tuttavia, non mancano le sfide. Se da un lato si registra una crescita costante degli iscritti, dall’altro si osserva un rallentamento in alcune aree geografiche. Le regioni settentrionali e centrali, ad esempio, mostrano un tasso di crescita inferiore rispetto agli anni precedenti, mentre nelle regioni meridionali si assiste addirittura a un’inversione di tendenza.

Il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, interpreta questi dati come una testimonianza della resilienza della professione di commercialista in un momento di crisi per molti altri settori professionali. La crescita costante e il recupero del reddito medio negli ultimi due anni dimostrano, secondo de Nuccio, la solidità e la dinamicità di questa figura professionale.

Insomma, se l’Italia è stata storicamente celebrata per i suoi santi, poeti e navigatori, sembra che ora i commercialisti abbiano conquistato un posto di rilievo nella narrazione del paese. Forse è proprio vero quello che si dice: in Italia c’è posto per tutti, anche per i numeri e le cifre.

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Scontro fra Vannacci e Paglia, consigliere di Crosetto

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Scontro a distanza fra Roberto Vannacci e il tenente colonnello Gianfranco Paglia , consigliere del ministro della Difesa Guido Crosetto, che a Zona Bianca, su Rete4, ha sostenuto che il generale, sospeso dal servizio e ora candidato con la Lega alle Europee, con il suo libro “ha macchiato l’uniforme, e noi militari non possiamo permettercelo”.

“Il mio dovere – ha aggiunto Paglia – è spiegare all’Italia tutta che il pensiero Vannacci non è il pensiero della Difesa”. “Io non ho visto la TV ma mi faccio una domanda – la replica di Vannacci su Facebook -: parlando in Uniforme esprimeva un suo parere personale o quello dell’Istituzione a cui appartiene? Perché io, per aver scritto un libro a titolo personale nel mio tempo libero, sono stato accusato e sospeso anche per aver suscitato l’associazione tra l’autore e le idee dallo stesso espresse all’Istituzione di appartenenza! Ma non mi preoccupo….si tratta di un fuoco di PAGLIA!”.

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