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Politica

Conte sfida ancora Renzi, ultima chiamata ai moderati: sulla giustizia il Governo rischia la sfiducia

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Contarsi di nuovo in Aula, registrare una maggioranza numerica anche su un tema divisivo come la giustizia. Giuseppe Conte sembra aver imboccato questa via. C’è ancora chi gli consiglia di dimettersi prima del voto in Senato sulla relazione del ministro Alfonso Bonafede, per provare a incassare un “ter”. Ma senza aver stretto prima un patto politico per una nuova maggioranza, il passaggio sarebbe assai pericoloso. Dunque, si va alla conta. C’è in maggioranza la consapevolezza che dopo una sconfitta in Aula difficilmente il Quirinale potrebbe lasciare che il governo – e il suo premier – vadano ancora avanti come fatto fino a oggi. Ma la scommessa e’ che i numeri – magari complici alcune assenze in FI e una nuova astensione di Iv – ci saranno. Dopo, potrebbe aprirsi il ‘giro di valzer’ finale per allargare la maggioranza ai moderati di centro, ad (almeno parte di) Forza Italia e a una pattuglia di renziani di Italia viva. I numeri (e i nuovi gruppi) per andare avanti e arrivare a fine legislatura oggi non ci sono. Lo testimonia il fatto che al Senato si rischia di non avere i voti neanche per far slittare da mercoledi’ a giovedi’ il voto sulla giustizia. Lo registra il Pd, lo segnalano i timori crescenti tra i parlamentari di maggioranza. Non si puo’ rischiare – inizia a trapelare dalle fila Dem e pentastellate – di precipitare verso le elezioni per il veto posto da Conte, ma anche dai vertici Pd e M5s su Matteo Renzi. Goffredo Bettini e Andrea Orlando in due assemblee locali Dem rassicurano che non e’ quello l’obiettivo, ma aggiungono che rischia di essere l’esito. Lo dice lo stesso Silvio Berlusconi, citando le scelte cui sara’ chiamato il presidente Sergio Mattarella. Ma la scommessa del leader di Iv e’ che proprio per evitare il voto, inizi presto a vacillare la linea del Nazareno e dei vertici M5s secondo cui non c’e’ alternativa a Conte. Renzi ha deciso in questa fase di tacere e Iv ufficialmente non ha ancora scelto una linea: se arriveranno segnali positivi dal governo, c’e’ chi non esclude di astenersi. Ma secondo chi ha sentito il leader di Iv l’orientamento sarebbe il No alla relazione di Bonafede, perche’ e’ un voto “sul ministro non sul governo”. A quel punto per Conte si aprirebbe una sfida rischiosa perche’ i numeri, e’ il ragionamento, potrebbero essere assai risicati o mancare: anche i piu’ dialoganti del centrodestra, da Fi, a Cambiamo e Udc, non possono votare a favore, Sandra Lonardo potrebbe astenersi e un ex M5s Lello Ciampolillo, che contro il ministro si schierava in passato, avrebbe difficolta’ a dire Si’. Dalla maggioranza fanno un ragionamento diverso: non solo la linea del No potrebbe spaccare Iv – di qui una possibile virata verso l’astensione – ma alcune assenze ‘tattiche’ in FI renderebbero il passaggio meno problematico del previsto, perche’ non serve una maggioranza assoluta. Dal M5s negano che, come ipotizza qualcuno anche tra i Dem, Bonafede possa dimettersi prima della relazione. E gli uffici del ministro starebbero lavorando a una relazione che non tocca temi come la prescrizione ma pone al centro i fondi del Recovery fund e anche le riforme che l’Europa ci chiede, a partire da quelle gia’ incardinate in Parlamento. Nella bozza del Recovery, dicono fonti vicine al ministro, i fondi per la giustizia sono saliti a 750 milioni a 2,750 miliardi: ben 2,3 miliardi dovrebbero andare ad assunzioni. Votare contro la relazione sarebbe – e’ il ragionamento – votare contro il Recovery fund. Bastera’? Conte sembra pronto a verificarlo in Aula, per poi aprire la partita finale con i moderati di centro, magari passando da dimissioni e Conte ter, con la prospettiva di un’alleanza antisovranista. Non sfuggono al premier le pressioni di parte degli azzurri per le larghe intese. I gruppi di Fi, raccontano fonti di centrodestra, sarebbero in queste ore solcati da forti fibrillazioni, per la linea portata al Colle da Tajani con Salvini e Meloni, del voto anticipato. Ecco perche’, raccontano, Berlusconi decide di intervenire con una nota, a sottolineare le larghe intese come via proposta da Fi, ma rifiutata da Pd e M5s. La spinta dei moderati, da Gianni Letta a Mara Carfagna e Renato Brunetta, sarebbe quella di farsi promotori dell’unita’ nazionale, in nome della responsabilita’. Se gli alleati di centrodestra rifiutassero le larghe intese, c’e’ chi propone una maggioranza Ursula con Pd e M5s (e magari anche con Iv). Impossibile con Conte premier, dice Tajani. Ufficialmente nessuno si dissocia. Ma i contiani tengono aperto il dialogo con gli azzurri: che centristi e un gruppo di forzisti passino in maggioranza, e’ una via non ancora chiusa.

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Politica

Europee, Avs: la lista del Sud guidata Francesco Borrelli e Mimmo Lucano

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Alleanza Verdi e Sinistra guarda all’Europa affidando la guida della sua lista per la circoscrizione meridionale a Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace. La lista di Avs presentata oggi alla Corte di Appello di Napoli è composta da 9 uomini e 9 donne. Nel cappello di lista c’è anche Francesco Borrelli, ora parlamentare ma in passato già consigliere regionale della Campania e amministratore della Provincia di Napoli, e noto per le sue battaglie a Napoli contro i parcheggiatori abusivi e le occupazioni illegittime delle case popolari. Segue Susan Fatauer, originaria della Palestina, laureata a Napoli in Economia e da anni in prima linea per garantire l’assistenza e la cura a Napoli dei bambini palestinesi. In campo anche l’ex assessore alla Regione Puglia, Anna Grazia Maraschio mentre dalla Calabria punta ad occupare un seggio a Bruxelles, Gerardo Pontecorvo.

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Economia

Bilanci di previsione, virtuoso 86% dei Comuni ma non al Sud

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Comuni diventati virtuosi nella presentazione dei bilanci di previsione. Quest’anno sette su dieci già a metà febbraio avevano approvato e trasmesso il documento e alla data del 15 marzo la percentuale di comuni in linea era salita all’84%. Il dato risulta da un’elaborazione dei dati del Mef fatta dal Centro studi enti locali. Il dato, si spiega, è di netta rottura rispetto al passato e testimonia l’efficacia delle misure adottate lo scorso anno dal Ministero dell’Economia per interrompere il circolo vizioso dei posticipi infiniti che aveva caratterizzato gli ultimi decenni.

Ciò che emerge è però, ancora una volta, è “l’esistenza di divari siderali tra varie aree del Paese che vede contrapposti casi come quello siciliano, dove solo 30 comuni su 100 risultano aver approvato e trasmesso il bilancio, e la Valle d’Aosta e l’Emilia Romagna, dove questa percentuale sale al 96%”. Dopo anni di slittamenti nel 2023 un decreto ministeriale, ha riscritto il calendario delle scadenze contabili e anche se è comunque stata necessaria una proroga al 15 marzo quest’anno ben 4.695 comuni, il 59% del totale, hanno iniziato l’anno corrente con un bilancio di previsione già approvato e non si sono avvalsi del tempo aggiuntivo concesso dal Viminale.

Stando a quanto emerso da un’elaborazione di Centro Studi Enti Locali, basata sui dati della Banca dati delle Amministrazioni Pubbliche (Bdap-Mef), sono stati approvati entro il 15 marzo scorso i bilanci dell’84% dei comuni italiani. All’appello mancano quelli di 1.268 comuni. Questi enti hanno un profilo abbastanza preciso: la stragrande maggioranza è di piccole dimensioni. Nove di questi comuni su dieci hanno infatti meno di 10mila abitanti e il 64% è localizzato al sud e nelle isole. Nel nord Italia, nel suo complesso, risulta essere stato già trasmesso al Mef il 92% dei preventivi. In particolare, spiccano per efficienza: Emilia Romagna e Valle d’Aosta (entrambe a quota 96%) e Trentino Alto Adige e Veneto (95%). Ottimi anche i risultati registrati in: Lombardia (93%), Friuli Venezia Giulia (90%) e Piemonte (89%). Chiude il cerchio la Liguria, con l’85% di comuni adempienti.

Scendendo verso sud la percentuale decresce gradualmente, restando comunque buona al centro, dove mediamente sono stati già approvati e trasmessi 89 bilanci su 100. A trainare verso l’alto questo gruppo sono soprattutto Toscana (95%), Marche e Umbria (93%). Più indietro i comuni laziali, fermi a quota 81%. Meno rosea, ma comunque in netto miglioramento rispetto al passato, la situazione del Mezzogiorno dove i comuni più tempestivi sono stati 6 su 10. In particolare, le 3 regioni in assoluto più distanti dalla media nazionale sono – nell’ordine – la Sicilia, la Calabria e la Campania.

Nella banca dati gestita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla data del 24 aprile, risultano essere stati acquisiti soltanto 117 bilanci di previsione di comuni siciliani su 391, meno di uno su tre. Al di là dello Stretto ne sono stati trasmessi 236 su 404 (58% del totale), in Campania il 67% dei preventivi sono stati approvati nei tempi. Prima della classe, per quanto riguarda il meridione, è la Basilicata (92% di bilanci approvati), seguita a breve distanza dalla Sardegna (885) e dalla Puglia (86%). Chiudono il cerchio l’Abruzzo e il Molise, rispettivamente con l’80% e il 77% di comuni che hanno già inviato al Ministero il proprio preventivo.

Secondo il Centro Studi Enti Locali questi dati, nel loro insieme, testimoniano un effetto tangibile prodotto dalla nuova programmazione ma preoccupa la distanza abissale che continua a caratterizzare i risultati ottenuti da enti di territori diversi. Il processo di riforma della contabilità e dell’ordinamento degli enti locali, i cui cantieri sono aperti, dovrà necessariamente tenere conto anche delle criticità finanziarie e organizzative, ormai strutturali ed endemiche, di alcuni territori e individuare delle soluzioni efficaci per far sì che queste distanze siano colmate.

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Politica

Europee: Vannacci presenta il suo libro giovedì a Napoli

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Roberto Vannacci, candidato della Lega alle elezioni europee, presenterà il suo libro “Il mondo al contrario” giovedì 2 maggio a Napoli. Lo annuncia Luigi Mercogliano, presidente per la Campania del comitato “Il mondo al contrario” che trae il suo nome dal titolo del libro scritto da Vannacci. La presentazione del libro si terrà giovedì 2 maggio alle ore 17 nel teatro del centro culturale “In arte Vesuvio”. Interverranno alla presentazione con l’autore il presidente campano di “Mondo al contrario” Luigi Mercogliano, il giornalista Sergio Angrisano e lo scrittore Massimo Scalfati.

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