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Esteri

Recovery, Berlino vuole intesa a 27 ma studia piano B

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Sara’ un vertice di fine anno pieno di incognite, trappole e giochi di tattiche quello che si terra’ giovedi’ e venerdi’ a Bruxelles. I leader si incontreranno di persona per cercare di portare a casa il tanto atteso Next Generation EU, che contiene il fondamentale Recovery fund, ma il veto di Polonia e Ungheria obbliga tutti a restare sulla difensiva e a tenersi pronti al contrattacco. La presidenza tedesca della Ue e’ determinata a trovare un accordo a 27, per non aprire la strada a pericolose divisioni che cambierebbero l’Unione per sempre. Ma dietro le quinte c’e’ chi prepara il piano B ormai da settimane, un po’ per tattica e un po’ per necessario realismo visto che, senza un accordo sul bilancio entro il 31 dicembre, l’Europa saluterebbe il 2021 senza i soldi per pagare i suoi programmi, nemmeno quelli in corso. E senza il Recovery fund non potrebbe sostenere la ripresa, gia’ cosi’ precaria da spingere le Confindustrie Ue a lanciare un appello ai leader a “fare presto”. La situazione e’ molto complicata, simile a quella della Brexit secondo fonti europee, perche’ esauriti tutti i possibili movimenti nei negoziati tecnici bisogna ora prendere delle decisioni puramente politiche. Ma senza che nessuno passi per perdente a casa propria. Polonia e Ungheria continuano ad opporsi alla clausola sullo Stato di diritto, che vincola i fondi Ue al rispetto delle regole democratiche. Gli altri 25, piu’ il Parlamento europeo, non sono assolutamente disposti ad arretrare di un millimetro. “Sarebbe irresponsabile ritardare ulteriormente” il pacchetto del Next Generation EU, ha detto il ministro tedesco degli Affari europei Michael Roth, spiegando pero’ che la sua presidenza “continuera’ a lavorare fino all’ultimo minuto della mezzanotte del 31 dicembre” per trovare un accordo “che tutti e 27 possano accettare”. Un altro tedesco, il presidente del gruppo del Ppe al Parlamento europeo Manfred Weber, ha invece rilanciato l’idea che circola gia’ da settimane di andare avanti escludendo i due contrari. “I 25 sono uniti, mentre Polonia e Ungheria sono isolate e dobbiamo a questo punto sostenere un piano B a 25, l’idea di Ursula von der Leyen, che e’ una opzione sul tavolo anche se nessuno la vuole, ed e’ un chiaro segnale per i nostri partner”, ha detto Weber. In realta’ e’ un’idea di cui molti parlano ma che nessuno ha messo ancora nero su bianco perche’ porta con se’ implicazioni legali potenzialmente infinite. La Commissione sta certamente lavorando al cosiddetto ‘bilancio provvisorio’, cioe’ la gestione dei fondi anno per anno qualora il bilancio pluriennale non dovesse passare entro il 31. Ma non ha ancora un piano per far eventualmente partire anche il Recovery. Non sarebbe impossibile, e una ‘cooperazione rafforzata’ a 25 sarebbe la strada piu’ plausibile. Altra possibilita’ sarebbe creare un meccanismo come SURE, il nuovo fondo creato con emissioni di titoli comuni grazie a garanzie dei 27. In entrambi i casi, pero’, gli Stati dovrebbero far uscire dai propri bilanci le garanzie per le nuove emissioni che faranno nascere il Recovery fund, perche’ non ci sarebbe un bilancio comune da mettere a garanzia, come prevede il Next Generation EU. E alcuni potrebbero avere riserve, come gia’ successo proprio con SURE, ad assicurare di tasca propria i fondi che andranno a fondo perduto per la maggior parte a Italia e Spagna.

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Esteri

Naufraga barca di migranti alle Canarie, decine i dispersi

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Naufraga un’imbarcazione con migranti a bordo al largo de El Hierro, una delle isole Canarie, lasciando decine di dispersi in mare. Stando a quanto si apprende da diverse fonti, 9 persone sono state soccorse con un elicottero e portate sull’isola per fornite loro assistenza sanitaria e alcuni di essi, scrive l’agenzia Efe, hanno raccontato ai soccorritori che la barca si è ribaltata due giorni fa, e che in quel momento a bordo c’erano circa “60 persone”. In seguito, alcune di loro sarebbero riuscite a rigirarla e tornarvici sopra.

L’incidente, avvenuto a circa 60 miglia nautiche a sud de La Restinga (El Hierro), è stato notificato dall’equipaggio di una nave mercantile di passaggio, chiamata Beskidy. Secondo questa segnalazione, la barca dei migranti era in situazione di “semi-affondamento”. Il servizio di salvataggio marittimo spagnolo, che per ora non conferma cifre di morti e dispersi in questo naufragio, ha mobilitato per i soccorsi, oltre all’elicottero, anche un’imbarcazione di emergenza.

(la foto in evidenza è di archivio e non ha a che vedere con la vicenda narrata)

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Cronache

Le gang criminali in Svezia seducono la polizia e s’infiltrano

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Un’inchiesta giornalistica del quotidiano svedese Dagens Nyheter ha portato alla luce numerosi casi in cui agenti di polizia avrebbero divulgato informazioni sensibili a membri di gang criminali. Alcuni di questi agenti avrebbero agito sotto pressioni da parenti, mentre altri avrebbero avuto rapporti intimi con individui legati alla criminalità organizzata.

Il giornale ha reso pubblici estratti di lettere d’amore inviate da una poliziotta a un membro della nota gang Foxtrot: “Sono al lavoro. Quante ore del mio tempo lavorativo ho dedicato a te? Se solo la gente sapesse”, riporta una delle lettere citate. In un altro caso, la capo squadra ‘Camilla’, specializzata in criminalità organizzata, è stata licenziata dopo essere stata sorpresa uscire da una stanza d’albergo con un membro di una gang al tempo imputato per riciclaggio: “Ci siamo accorti che qualcosa non andava”, ha dichiarato l’ex capo di Camilla al quotidiano. “Abbiamo notato un cambiamento di comportamento nei criminali che stavamo monitorando. Come se sapessero. Questo è successo più volte.

“Molti dei suoi colleghi sono rimasti scioccati dall’improvviso licenziamento di Camilla, avvenuto senza alcuna spiegazione a causa della segretezza. Lo scoop giornalistico rivela che dal 2018 è stato presentato un totale di 514 denunce per presunte divulgazioni di informazioni, ma che non tutte hanno portato a sentenze e in diversi casi non si è riusciti a individuare la fonte della fuga d’informazioni. Durante questo periodo, 30 agenti di polizia sono stati giudicati un “rischio per la sicurezza” e sono stati licenziati o invitati a lasciare il loro incarico. Le informazioni divulgate comprendono dettagli su gang rivali, metodi investigativi e dettagli privati di agenti di polizia, nonché avvertimenti di arresto e perquisizioni. Dopo la rivelazione, il Ministro della Giustizia, Gunnar Strömmer, ha convocato una riunione con i vertici della polizia: “Si tratta di un fatto molto grave” ha dichiarato a Dagens Nyheter “La divulgazione di informazioni sensibili ai criminali è un reato e può avere conseguenze molto dannose per il lavoro condotto dalle forze di polizia. A lungo termine, rischia di minare la fiducia nel sistema di giustizia e ledere la democrazia”, ha concluso il Ministro.

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Esteri

‘Da banche Occidente in Russia 800 mln euro in tasse a Cremlino’

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Le maggiori banche occidentali che sono rimaste in Russia hanno pagato lo scorso anno più di 800 milioni di euro in tasse al Cremlino, una cifra quattro volte superiore ai livelli pre-guerra. Lo riporta il Financial Times sottolineando che le imposte pagate, pari allo 0,4% delle entrate russe non legate all’energia per il 2024, sono un esempio di come le aziende straniere che restano nel Paese aiutano il Cremlino a mantenere la stabilità finanziaria nonostante le sanzioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano, “le maggiori sette banche europee per asset in Russia – Raiffeisen Bank International, Unicredit, Ing, Commerzbank, Deutsche Bank, OTP e Intesa Sanpaolo – hanno riportato profitti totali per oltre tre miliardi di euro nel 2023. Questi profitti sono stati tre volte maggiori rispetto al 2021 e in parte generati dai fondi che le banche non possono ritirare dal Paese”.

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