Dieci milioni di nuovi posti di lavoro, un fisco piu’ equo, lotta alle diseguaglianze economiche, eliminando il piu’ possibile le discriminazioni di genere e razziali. Joe Biden tira dritto per la sua strada e, nonostante Donald Trump continui a non concedergli la vittoria ostacolando la transizione da un’amministrazione all’altra, presenta la sua Bidenomics. E’ un piano di lungo termine per il rilancio dell’economia americana devastata da un’emergenza sanitaria senza precedenti. Una strategia che punta a spazzare via ogni traccia del trumpismo e a forgiare una nuova idea di sviluppo fondata anche su un principio di giustizia sociale. Il presidente eletto, parlando dalla sua Wilmington insieme alla vice Kamala Harris, traccia dunque l’agenda post-Covid, quella che seguira’ i primi 100 giorni alla Casa Bianca dedicati quasi esclusivamente a fronteggiare la pandemia con un piano nazionale che prevede anche aiuti alle imprese e alle famiglie piu’ colpite. Poi scattera’ l’ambizioso progetto che, come piu’ volte ripetuto in campagna elettorale, prevede una spesa di oltre 7 mila miliardi di dollari in 10 anni: risorse per ammodernare il Paese e riportare sul mercato del lavoro gli americani tagliati fuori dall’emergenza virus. Per discuterne insieme alle forze sociali Biden ha anche incontrato prima del suo intervento i vertici sindacali e leader aziendali tra cui Mary Barra di General Motors e Satya Nadella di Microsoft. Premesso che senza contenere la pandemia non si va da nessuna parte, per Biden gli investimenti saranno innanzitutto rivolti al capitolo grandi opere, con l’intervento sulle infrastrutture piu’ obsolete: strade, ponti, ferrovie, quei cantieri in grado di rimettere in moto l’economia tradizionale.
Ma a questo nella Biden Economy si aggiunge uno sforzo senza precedenti sul fronte dell’energia pulita e delle fonti rinnovabili, con massicci investimenti sulle nuove tecnologie e dunque in ricerca e sviluppo. C’e’ poi, anche sotto la spinta dell’ala sinistra del partito democratico, l’obiettivo di un’economia piu’ giusta, che passa anche per una nuova riforma fiscale. Biden punterebbe ad un aumento delle tasse per chi guadagna piu’ di 400.000 dollari l’anno in modo da rendere il sistema piu’ giusto e colmare quel gap fra i Paperoni sempre piu’ ricchi e una classe media sempre piu’ in difficolta’. Tra le misure sul fronte della lotta alle diseguaglianze sociali nell’agenda Biden-Harris ci sono poi quelle per attenuare il peso delle rette universitarie, o gli aiuti per chi compra o affitta casa. Nel mirino soprattutto le differenze di genere ma anche quelle che penalizzano le minoranze degli afroamericani e degli ispanici, comunita’ spesso ai margini della societa’. Certo, la realizzazione di un piano cosi’ ambizioso dipendera’ in gran parte da come andra’ a finire la partita del Senato, con i due ballottaggi in Georgia che diranno se i democratici riusciranno nell’impresa di strappare ai repubblicani la maggioranza. Anche se il neo presidente potra’ agire a colpi di decreti su una serie di questioni come quelle legate alle politiche commerciali. Qui l’obiettivo di Biden e’ soprattutto quello di ricreare un clima di fiducia con l’Europa e gli alleati, ma anche di ripartire con una strategia ferma ma meno conflittuale nei confronti della Cina. Trump intanto medita un nuovo giro di vite proprio contro Pechino, con sanzioni e restrizioni tese a rendere piu’ difficile, se non a sabotare, il cambio di approccio dell’amministrazione Biden. La nuova stretta sarebbe motivata ancora una volta con ragioni legate alla sicurezza nazionale e con la necessita’ di punire le autorita’ cinesi per la violazione dei diritti umani a Hong Kong e contro la minoranza degli uighuri nella regione dello Xinjang.
La Russia ha dichiarato stanotte di aver sventato un attacco di droni ucraini contro Mosca, pochi giorni prima delle celebrazioni del 9 maggio per la vittoria sulla Germania nazista nel 1945. Non è la prima volta che la capitale russa è bersaglio di simili operazioni di Kiev, sebbene rimangano rare. Il sindaco Sergei Sobyaninen ha dichiarato su Telegram che le difese aeree hanno “respinto un attacco di quattro droni diretti verso Mosca” senza causare “danni o vittime”.
L’attacco dei droni ucraini avviene pochi giorni prima della parata militare del 9 maggio nella Piazza Rossa, alla quale si prevede parteciperanno il presidente cinese Xi Jinping, il suo omologo brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva e altri partner e alleati di Mosca. La commemorazione della vittoria sulla Germania nazista, avvenuta esattamente 80 anni fa il 9 maggio, è fondamentale per la narrativa patriottica del Cremlino, che insiste sul fatto che il conflitto armato contro l’Ucraina è una continuazione di quello contro Berlino durante la Seconda guerra mondiale.
In occasione delle celebrazioni del 9 maggio, il presidente russo Vladimir Putin ha proposto all’Ucraina una tregua di tre giorni, dall’8 al 10 maggio, allo scopo, a suo dire, di testare la volontà di Kiev di raggiungere la pace. Ma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato domenica di “non credere” che la Russia rispetterà la tregua. I colloqui separati tra Mosca e Kiev, guidati da Washington, sono in corso da oltre due mesi e finora faticano a produrre risultati nella ricerca di una soluzione al conflitto scatenato dall’attacco russo all’Ucraina nel febbraio 2022.
Il presidente americano annuncia su Truth il ritorno della famigerata prigione federale: sarà ampliata e usata per i detenuti più pericolosi
Donald Trump ha annunciato ufficialmente di aver ordinato la ricostruzione e la riapertura del carcere federale di Alcatraz, l’ex penitenziario simbolo della durezza del sistema carcerario americano, situato su un isolotto nella baia di San Francisco e chiuso dal 1963.
Con un post pubblicato su Truth Social, Trump ha dichiarato che la nuova Alcatraz ospiterà “i criminali più spietati e violenti d’America“. Il presidente ha inoltre anticipato che il complesso sarà “sostanzialmente ampliato” rispetto alla struttura originale, rimasta celebre per aver ospitato gangster del calibro di Al Capone e per la sua reputazione di carcere inespugnabile.
La scelta ha già provocato reazioni contrastanti negli Stati Uniti: un’operazione simbolica dal sapore fortemente propagandistico, che richiama l’idea di legge e ordine tanto cara alla narrazione trumpiana, soprattutto in vista delle prossime elezioni.
Non sono ancora stati diffusi dettagli tecnici né un cronoprogramma ufficiale per la ricostruzione. Ma l’annuncio rilancia l’uso di Alcatraz come deterrente mediatico, riportando nell’attualità una prigione che da sessant’anni era diventata solo un’attrazione turistica.
Sarà il sindaco di Bucarest filoeuropeo Nicusor Dan lo sfidante del candidato di estrema destra George Simion (nella foto) al ballottaggio delle elezioni presidenziali in Romania, secondo i risultati quasi definitivi del voto di ieri. Con il 99% delle schede scrutinate il leader del partito nazionalista Aur e sostenitore del presidente americano Donald Trump ha ottenuto il 40,5% dei voti e se la vedrà ora nel secondo turno con Dan, balzato al secondo posto con il 20,9% delle preferenze contro il 20,3% del candidato della coalizione di governo Crin Antonescu.