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Il Napoli di Gattuso alla sfida con la Juventus con due contagiati e Insigne infortunato

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Alla vigilia di Juventus – Napoli, il match clou arriva già alla terza giornata di campionato. Forse un po’ troppo presto. E poi arriva in un momento delicato del campionato di calcio. È lontano ormai il successo con punteggio tennistico degli azzurri al San Paolo con il Genoa: 6-0  7 giorni fa. Quel Genoa – oggi conta 16 calciatori positivi al Covid – che ha sfortunatamente coinvolto – in questa annata balorda e difficile – anche il Napoli per la prima volta nelle spiacevoli ripercussioni determinate dal Coronavirus. E così dopo l’infortunio del capitano Lorenzo Insigne – resterà fuori dal campo per un mese  a causa di una lesione di primo grado del bicipite femorale sinistro – c’è stato lo stop per Piotr Zielinski positivo al Covid-19. Altro contagiato dal secondo giro di tamponi è Elif Elmas. Anche lui, come Zielinsky, è allo stato asintomatico. Il giovane macedone sta bene, avrebbe dovuto rilevare Insigne infortunato nel match. Ma non è finita. Il nuovo giro di tamponi (tutti negativi) non toglie  ansia ai giocatori azzurri. Alla luce dei risultati dei controlli, la gara si farà. È però inevitabile che tutto questo abbia influito e condizionato la settimana della partita più attesa dell’anno. Non sarà stato facile mantenere la concentrazione giusta per Gattuso e i suoi uomini, preparare la partita nel modo migliore possibile, gestire il gruppo e gli allenamenti con la massima attenzione in vista dell’obiettivo.

Quella vista sul campo nelle prime due gare non sembra la solita Juventus imbattibile, ma si conosce il suo cinismo oltre all’esperienza, l’organico con dei campioni che possono fare la differenza in qualunque momento. Si sa, è una partita che entrambe le squadre sentono in modo particolare. Come la sente la città di Napoli, che avrebbe meritato di vivere quantomeno uno ‘scontro’ ad armi pari’ e senza defezioni da pandemia. Cresce l’adrenalina tra i tifosi. Si spera che la squadra, nonostante tutto, sappia restituire passione e determinazione nell’affrontare gli avversari di sempre.

Allo Stadium di Torino probabile conferma del modulo 4-2-3-1 che tanto impressionato nel secondo tempo di Parma-Napoli e nel match al San Paolo. Al momento la formazione più gettonata è: Ospina in porta, Di Lorenzo e Hysaj sugli esterni, Manolas e Koulibaly al centro; centrocampo con Fabiàn e Demme (o Lobotka); Politano o Ciciretti (forse) al posto di Insigne come esterno sinistro, a destra Lozano, con Mertens al centro alle spalle di Osimhen. Intanto si fa sempre più insistente la notizia di mercato che il centrocampista Tiémoué Bakayoko, francese ma di origini ivoriane in forza al Chelsea, possa approdare al Napoli agli sgoccioli di un calciomercato che ha riservato pochissimi colpi.

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A Bocca della Selva l’urlo di Paret, Pogacar resta rosa

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Sembra quasi non credere a quello che gli sta succedendo, Valentin Paret-Peintre, mentre taglia da solo il traguardo ai 1400 metri di Bocca della Selva. Tra le montagne del Sannio note per il ritrovamento di Ciro, il fossile di cucciolo di dinosauro di 113 milioni di anni fa, il 23enne francese coglie il suo primo successo da professionista staccando il connazionale Bardet di 30 secondi e lo sloveno Tratnik, terzo a un minuto dopo aver coltivato sogni di gloria, in fuga solitaria per quasi 30 chilometri prima di essere ripreso da Paret a meno di tre dall’arrivo.

A oltre tre minuti il gruppo della maglia rosa, con lo sloveno Tadej Pogacar che resta padrone della corsa. Immutata la classifica generale, almeno nelle prime posizioni. Tiberi, sesto, è il primo degli italiani. La prima vittoria importante del più giovane dei fratelli Paret Peintre ha il volto dell’incredulità: Valentin scuote la testa, fa no con le dita, poi si batte i pugni sul capo fino a sfogare la gioia con un urlo liberatorio. L’anno scorso era toccato al fratello maggiore Aurelien vincere una tappa al Giro. “Vorrà dire che verremo tutti gli anni al Giro -scherza a fine gara il francese -. E pensare che alla partenza non mi sentivo bene. E invece con la salita le gambe hanno cominciato a girare. Non avevo mai vinto in una grande corsa, è una gioia immensa”. Lucida fino alla fine la condotta di gara della maglia rosa: “Abbiamo lasciato andare la fuga – dirà lo sloveno – e tenuto il nostro passo. Giusto essere pazienti, il Giro è lungo ventuno giorni. La gara di oggi è di buon auspicio per le prossime montagne”.

Dopo l’arrivo sul lungomare di Napoli e la giornata di pausa, doveva essere una tappa frastagliata, la Pompei-Cusano Mutri, 142 km in buona parte pianeggianti ma con l’arrivo ai 1400 metri della Bocca della Selva dopo una salita lunga 18 km. E così è stato. Il gruppo alla partenza saluta Olav Kooij, vincitore della tappa di Napoli domenica, che abbandona per febbre. L’andazzo della corsa è fedele alle aspettative sin dalle prime battute. A provare per primi la fuga sono Hermans e Clark raggiunti presto da De Marchi: i tre accumulano oltre un minuto di vantaggio sul gruppo. A circa 80 km dall’arrivo restano De Marchi e Clarke con 1’20” di vantaggio.

Le distanze si annullano quando comincia la salita che porta a Camposauro. In venticinque, staccatisi dal gruppone, raggiungono i due per formare una nuova fuga a ventisette: mancano 45 km al traguardo. Del gruppo al comando i corridori dalla classifica migliore sono Zana 13/mo a 7’12″e Bardet 14/mo a 7’51”. Con loro c’è anche Paret, che vincerà la tappa, e che in classifica sconta 26 minuti dalla maglia rosa. Troppi perché Pogacar debba preoccuparsi. Il vantaggio sul gruppo arriva a toccare i 5 minuti a circa 40 km dall’arrivo. Dal gruppo di testa si stacca lo sloveno Tratnik: su di lui si lanciano i francesi Paret e Bardet e gli italiani Frigo e Bagioli. Tratnik accumula fino a un minuto di vantaggio sulla salita che conduce a Bocca della Selva, ma il vantaggio si riduce man mano che si avvicina al traguardo.

A meno di tre chilometri dall’arrivo l’epilogo, con Paret che rientra sullo sloveno e lo stacca per chiudere, confuso e felice, braccia alzate al cielo. Domani l’undicesima tappa: da Foiano di Val Fortore a Francavilla al Mare, sorride ai velocisti. Il Giro, intanto, perde la Cima Coppi sullo Stelvio. Le recenti nevicate, e l’aumento delle temperature, hanno fatto crescere il rischio di slavine. Motivo per cui l’organizzazione ha deciso di modificare il percorso della 16/a tappa, Livigno-Santa Cristina Val Gardena. La Cima Coppi viene spostata sul Giogo di Santa Maria a quota 2489 metri.

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Internazionali: Zverev batte Borges, va ai quarti contro Fritz

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Il tedesco Alexander Zverev e il cileno Nicolas Jarry si sono qualificati ai quarti di finale degli Internazionali di Roma. Il n.5 al mondo si è imposto in due set (6-2, 7-5) sul portoghese Nuno Borges e al prossimo turno se la vedrà con lo statunitense Taylor Fritz. Il sudamericano ha battuto per 7-5, 6-3 il francese Alexandre Muller e affronterà il greco Stefanos Tsitsipas o l’australiano Alex De Minaur.

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Cessione Monza, sfuma la trattativa Fininvest-Orienta

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Nessun passaggio di quote tra Ac Monza e Orienta Capital Partner, il fondo che fa capo ad Augusto Balestra e che nelle scorse settimane era indicato come prossimo socio di maggioranza del club. Un’operazione che, nelle stesse previsioni di Orienta delle scorse settimane, avrebbe dovuto concludersi nel mese di maggio, comunque prima della fine del campionato in corso. Nelle scorse ore la fase di interlocuzione si è interrotta, seppur senza alcuno strappo, dopo che il discorso si era arenato su posizioni differenti in termini di ripartizione della partecipazione ma anche di visione per il club. Per il Monza, di fatto, poco cambia: nel senso che alla finestra era, in attesa di nuovi partner pronti ad entrare nel capitale del club, e alla finestra resta. Il club brianzolo, dopo la matematica certezza della salvezza nel suo secondo anno consecutivo di Serie A, vivrà nella prossima stagione il terzo campionato nella massima serie.

Dopo il rinnovo nei giorni scorsi del consiglio di amministrazione, con scadenza all’approvazione del bilancio 2024, la società biancorossa prosegue così nel solco di Fininvest e di Adriano Galliani, vicepresidente vicario e amministratore delegato del club. Chiamato, innanzitutto, a decidere la guida tecnica per la prossima stagione: sul piatto anche la possibilità di proseguire con l’attuale allenatore, Raffaele Palladino, in scadenza di contratto a giugno. Nei mesi scorsi erano stati accostati al club della famiglia Berlusconi anche grandi attori internazionali: i nomi emersi erano stati quelli di Red Bull (già proprietario di club come il Lipsia e il Salisburgo, ma anche associabile alla Formula 1 che ha in Monza un circuito di riferimento), poi dell’armatore greco Evangelos Marinakis, azionista di maggioranza dell’Olympiakos e del Nottingham Forest, e dei fondi arabi.

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