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Cronache

1400 migranti a Lampedusa. Altro stop a nave Aurelia

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Sbarchi senza sosta a Lampedusa con la presenza record di oltre 1400 migranti. Problemi per la nave-quarantena Aurelia, con a bordo 250 persone delle quali una ventina risultati positivi al covid-19, che dopo il no allo sbarco di ieri del sindaco di Trapani, oggi ne incassa un altro dal sindaco di Augusta. Proteste dei lampedusani per 40 tunisini fuggiti ieri dall’hotspot che giravano senza indossare la mascherina; i residenti hanno scattato foto e richiesto interventi delle forze dell’ordine. E’ una situazione incandescente quella che si va delineando in Sicilia confermata dal timore espresso dal governatore Nello Musumeci: “Non vogliamo che l’isola diventi un campo profughi” e aggiungendo che se fosse per lui chiuderebbe i porti pur di tutelare la salute dei siciliani. Ad incendiare ancor di piu’ gli animi ci pensa il leader dell’opposizione Matteo Salvini, il quale annuncia: “Denunceremo il Governo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. La prefettura di Agrigento e’ corsa ai ripari ed ha gia’ disposto il trasferimento di 220 migranti ospiti dell’hotspot di Lampedusa: 150 partiranno in serata con il traghetto di linea per raggiungere Porto Empedocle (Ag) e saranno poi trasferiti nella struttura d’accoglienza di Pian del Lago, a Caltanissetta. Sempre oggi partiranno altri 70 migranti a bordo di due motovedette che raggiungeranno a Pozzallo (Rg). Una situazione d’emergenza che dalla mezzanotte ha visto sette sbarchi a Lampedusa e nell’arco di 8 ore ben 276 profughi approdati nell’isola delle Pelagie che vanno ad aggiungersi ai 250 arrivati ieri con sei imbarcazioni. Si tratta per lo piu’ tunisini, ma anche libici e subsahariani. Sull’aumento degli sbarchi sulle coste siciliane Salvini ha sottolineato: “Io andro’ a processo il 3 ottobre a Catania per aver bloccato gli sbarchi, secondo me dovrebbero invece andare a processo coloro che gli agevolano e spendono milioni di euro di denaro pubblico per mettere su una nave queste persone” riferendosi al Governo, mentre ha avuto parole di plauso per il sindaco di Trapani e gli altri sindaci d’Italia che “difendono i loro cittadini” alludendo ai divieti di sbarco imposti per la nave quarantena Aurelia. Intanto l’Organizzazione mondiale delle migrazioni (Oim) ha annunciato il primo volo di rimpatrio umanitario volontario di migranti dalla Libia, dopo un’interruzione temporanea del programma di rimpatrio negli ultimi 5 mesi: un charter con a bordo 118 migranti ghanesi e’ partito ieri alla volta di Accra. Sempre in tema di migranti oggi il Governo, tramite il sottosegretario Matteo Mauri, ha fatto sapere che sono state 207 mila le regolarizzazioni dei rapporti di lavoro definendo questi numeri “un risultato molto positivo. Che coincide perfettamente con le previsioni che avevamo fatto”. Ririvolgendosi alle opposizioni il viceministro ha sottolineato: “Lasciamo ad altri le inutili polemiche e la propaganda. Ricordiamo solo che dal 2002 in poi siano stata realizzate ben tre regolarizzazioni del tutto equivalenti dai governi di centrodestra, con Berlusconi presidente e con la Lega al governo”.

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Inail, non può accertare legame malattia-lavoro Franco Di Mare

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La pratica di malattia professionale per Franco Di Mare,” non è “bloccata dall’Inail”, come riferito in alcuni articoli: l’Istituto all’inizio di dicembre non ha potuto fare altro che prendere atto che si trattava di “persona non tutelata” ai sensi della normativa Inpgi”. Lo scrive l’Inail in una nota spiegando che “le malattie dei professionisti dell’informazione titolari di un rapporto di lavoro subordinato sono tutelate solo dall’inizio del 2024, dopo la fine del periodo transitorio di passaggio dalla tutela dell’Inpgi a quella dell’Istituto”.

”Per questo motivo l’Inail non è legittimato ad accertare il nesso causale tra la professione svolta dal giornalista e la patologia che ha contratto né a rilasciare una certificazione che attesti o meno questa correlazione”, spiega ancora l’istituto.

“Con riferimento a quanto riportato in alcuni articoli dedicati alla vicenda del giornalista Franco Di Mare, che ha fatto comprensibilmente scalpore perché coinvolge un professionista di riconosciuto valore colpito da un tumore a lunga latenza e particolarmente aggressivo come il mesotelioma pleurico, provocato dall’esposizione all’amianto, spiega l’Inail, occorre fare alcune precisazioni sul ruolo dell’Istituto. L’Istituto, si legge nella nota, è venuto a conoscenza del caso alla fine dello scorso mese di ottobre, durante il periodo transitorio di passaggio dalla tutela dell’Inpgi, l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani, a quella dell’Inail.

Come stabilito dalla legge di bilancio 2022, fino al 31 dicembre 2023 l’assicurazione contro gli infortuni dei giornalisti professionisti, pubblicisti e praticanti titolari di un rapporto di lavoro subordinato di natura giornalistica ha continuato a essere gestita secondo le regole previste dalla normativa vigente presso l’Inpgi alla data del 30 giugno 2022, che non prevede la tutela dalle malattie professionali.

Dal primo gennaio 2024, invece, i giornalisti dipendenti sono tutelati dall’assicurazione obbligatoria Inail sia contro gli infortuni sul lavoro sia contro le malattie professionali manifestatesi a partire dalla stessa data. Per quanto riguarda nello specifico Franco Di Mare l’Istituto all’inizio di dicembre non ha potuto fare altro che prendere atto che si trattava di “persona non tutelata” ai sensi della normativa Inpgi. Per questo motivo l’Inail non è legittimato ad accertare il nesso causale tra la professione svolta dal giornalista e la patologia che ha contratto né a rilasciare una certificazione che attesti o meno questa correlazione”.

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Aggrediscono un uomo dopo una lite, arrestati due fratelli

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I carabinieri della compagnia di Cefalù hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Termini Imerese, su richiesta della procura, nei confronti di due fratelli di 39 e 35 anni, di origine balcanica, accusati di lesioni personali aggravate, violazione di domicilio e minaccia. Le indagini sono scattate dopo una lite tra i due indagati e un 40 enne loro connazionale in un bar a Campofelice di Roccella, scoppiata una sera ad inizio del mese di aprile. In poco tempo i militari sono riusciti a risalire agi autori del raid che dopo il diverbio hanno organizzato una spedizione punitiva contro la vittima. Gli indagati infatti, avrebbero rintracciato la vittima e l’avrebbero aggredita nel suo appartamento con calci e pugni davanti alla moglie e al figlio minore.

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G7: Scontri al corteo, polizia respinge gli antagonisti

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Serata di tensione, nel centro di Torino, per il corteo contro il G7 promosso dal centro sociale Askatasuna e dai collettivi studenteschi, nel primo giorno della riunione dei ministri dell’Ambiente alla Reggia di Venaria. La polizia ha usato prima gli scudi per respingere i manifestanti poi ha fatto ricorso a idranti e lacrimogeni, infine anche a qualche manganellata. I manifestanti, che volevano dirigersi verso gli alberghi che ospitano le delegazioni e Palazzo Madama, sede della serata di gala, hanno continuato a spostarsi nel centro cittadino cercando varchi, ma i cordoni di polizia hanno chiuso ogni possibile accesso. Dal corteo sono state lanciate a più riprese uova, fumogeni e qualche bottiglia contro le forze dell’ordine. Il primo momento caldo a poche decine di metri dalla partenza del corteo, da Palazzo Nuovo, la sede universitaria dove militanti dei centri sociali e dei collettivi studenteschi si erano riuniti in assemblea. La polizia ha subito fatto indietreggiare i manifestanti all’imbocco di via Po. Il corteo si è poi ricomposto e diretto verso altre zone del centro nel tentativo di avvicinarsi il più possibile alle zone transennate, dove si sono verificati altri momenti di tensione. Vicino al cinema Massimo alcuni antagonisti hanno lanciato tavolini di un dehors e sono stati fatti indietreggiare anche con qualche manganellata. Nel pomeriggio erano stati gli attivisti di Extinction Rebellion a prendersi la scena salendo a sorpresa sul tetto di un edificio in piazza Carlo Emanuele II, sede della facoltà di biologia, da dove hanno mostrato uno striscione con la scritta ‘The king is nake, G7 is a scam’ (Il re è nudo, il G7 è una presa in giro’.). Poi gli attivisti avevano bloccato una strada ballando al ritmo della musica techno: una cinquantina le persone identificate dalla Digos della questura di Torino che durante le perquisizioni ha sequestrato corde da arrampicata e coltellini modello svizzero.

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