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Fondi per lavori pubblici e cantieri da aprire, il governo si gioca tutto sulla revoca delle concessioni ad autostrade

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 Sbloccare i pagamenti e i cantieri, semplificare le norme, aiutare le famiglie. E’ tutta qui, nelle prossime settimane, la partita del governo. Il premier Giuseppe Conte, dice chi ha avuto modo di parlargli, ne e’ consapevole. Le riaperture hanno senso solo se accompagnate da una presenza tangibile, per i cittadini, degli aiuti dello Stato. Se nei prossimi due mesi non si avvertira’ un cambio di passo, se la fase di riavvio della scuola a settembre non sara’ impeccabile, sara’ la tenuta stessa del governo – osserva un ministro – a essere messa in discussione. Ma intanto i nodi al pettine aumentano. Sui cantieri gia’ emergono tensioni perche’ ogni partito di maggioranza ha la sua ricetta, difficile da conciliare con le altre, e l’annuncio da parte di Aspi del blocco degli investimenti sulle autostrade riporta in primo piano il tema della revoca della concessione, su cui il governo non puo’ rinviare ancora a lungo: il ministro Paola De Micheli, spiegano fonti parlamentari Dem, ha consegnato a Palazzo Chigi la sua istruttoria a partire dalla quale si dovra’ prendere tutti insieme una decisione. Il M5s resta sulla linea dura: “Minacciano il governo e attaccano il viceministro Buffagni, ora basta”, dice un esponente di rilievo pentastellato. Ma la partita, per la quale si sono ipotizzate anche vie come una revoca parziale della concessione con un piano di investimenti, e’ assai complessa, visto che restano posizioni opposte nella maggioranza (contro la revoca si e’ schierata Iv). Intanto a impensierire e’ piu’ in generale il clima nel Paese. Il premier negli ultimi giorni ha passeggiato piu’ di una volta tra i negozi del centro che rialzavano le saracinesche e si e’ fermato a parlare con i commercianti, promettendo loro quello che ha detto anche in Parlamento: ora i fondi stanziati arriveranno piu’ in fretta. La prossima settimana c’e’ l’atteso passaggio della proposta della Commissione Ue sul Recovery Fund, su cui si gioca gran parte dello spazio di manovra del governo nei prossimi mesi e anche la possibilita’ di fare a meno, come vorrebbe il premier, del Mes. Il rischio e’ una proposta al ribasso anche rispetto all’idea franco-tedesca dei 500 miliardi a fondo perduto: i contatti con le cancellerie si intensificheranno nelle prossime ore. Quanto alla liquidita’, la pressione sulle banche, non solo da parte dell’esecutivo, e’ forte: la commissione guidata da Carla Ruocco ha inviato a 147 istituti un questionario per verificare perche’ non siano erogati i prestiti garantiti dal decreto Cura Italia. “Fate presto”, avverte il presidente dell’Anci Antonio Decaro in un’inervista all’Huffington post, perche’ “il fuoco della rabbia cova sotto la cenere e vi e’ il rischio di infiltrazioni” delle mafie. Conte sa, dicono a Palazzo Chigi, che ora deve agire su due importanti fronti: il primo e’ concretizzare gli aiuti disposti per le imprese, la cassa integrazione, i bonus; il secondo e’ la “madre di tutte le riforme”, quella per la semplificazione e lo sblocco dei cantieri. A complicare il percorso c’e’ una coalizione assai litigiosa e una conflittualita’ con le Regioni sempre pronta a riesplodere, come insegna la sortita del deputato Ricciardi in Aula alla Camera. Sminare e’ in questa fase l’imperativo del premier. Poi si affronteranno i grandi temi del rapporto con le Regioni e anche della sanita’ lombarda (“Non e’ lesa maesta’”, dice Francesco Boccia). Prima c’e’ da completare la fase delle riaperture gestendo dal 3 gli spostamenti tra Regioni e poi da settembre il riavvio della scuola. “Sugli studenti – dice un ministro – dobbiamo fare gioco di squadra perche’ il governo se sbaglia rischia di saltare”. Quanto agli equilibri nella maggioranza, e’ gia’ partito il grande risiko delle commissioni parlamentari: si sostituiranno i presidenti leghisti con esponenti della maggioranza. Al Senato 4 presidenze dovrebbero andare al Pd e 1 al Misto. Mentre alla Camera Iv punta ad avere dalle 2 alle 4 presidenze, a partire dalla Bilancio per Marattin e la Giustizia per Annibali, o la Affari costituzionali per Boschi. Se ne parlera’ a giugno, ma le tensioni gia’ si avvertono.

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Binaghi riapre al Coni: “È finita un’era, ora serve discontinuità. Ma Buonfiglio? No, grazie”

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Angelo Binaghi (foto Imagoeconomica in evidenza), presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel (Fitp), torna a parlare del Comitato Olimpico Nazionale Italiano e lo fa con la consueta schiettezza, in un’intervista al Corriere della Sera. Da anni in polemica con il Coni di Giovanni Malagò, Binaghi lascia intendere di essere pronto a tornare a occuparsi attivamente dell’istituzione sportiva nazionale: “Sto partecipando a tutte le riunioni. Voglio vedere se, finita un’era, si può costruire qualcosa di nuovo, completamente diverso rispetto al passato”.

ANGELO BINAGHI, PRESIDENTE FEDERAZIONE ITALIANA TENNIS E PADEL, JANNIK SINNER (Foto Imagoeconomica)

Binaghi non ha mai fatto mistero della sua visione riformista e anti-sistema: nel novembre 2024 aveva dichiarato al Corriere “Il Coni non serve, io lo salto”. Una posizione che gli costò un deferimento poi archiviato, con opposizione del Coni. Ora però, con l’uscita di scena di Malagò imposta dai limiti di mandato, il clima potrebbe cambiare.

Buonfiglio bocciato, Pancalli “ultimo in lista”

Nessuna apertura, invece, verso l’eventuale candidatura di Luciano Buonfiglio, presidente della Federcanoa: “È il peggior esponente del vecchio sistema. Una volta mi chiese di parlare, gli risposi: ‘Caro Luciano, io no’”, racconta Binaghi, ricordando il suo ruolo nella defenestrazione di Raffaele Pagnozzi e la successiva promozione da parte di Malagò.

Rispetto invece per Luca Pancalli, ma senza sostegno: “Candidato degnissimo, ma lo considero l’ultimo della lista”.

“La politica non è un nemico, la riforma Giorgetti è stata efficace”

Altro punto centrale della visione di Binaghi è il rapporto con la politica: “Non è possibile considerare i politici come nemici. La riforma Giorgetti ha funzionato molto meglio del Coni. Chi parla di invadenza politica racconta una bugia”.

Rivendica anche l’autonomia finanziaria degli Internazionali d’Italia (“l’unica manifestazione senza un euro di contributo pubblico”) e ricorda di aver cacciato i politici dalla tribuna del torneo.

Il futuro del Coni? Binaghi resta alla finestra, ma si prepara

Con gli Internazionali di Roma imminenti e il grande ritorno in campo di Jannik Sinner, “il vero Fenomeno”, Binaghi rivendica di essere “un uomo fortunato”. Ma tiene il piede dentro la porta del Coni, in attesa di vedere quale sarà la grande sorpresa che guiderà il nuovo corso dello sport italiano.

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Bisnonna inglese 115enne diventa la persona più anziana al mondo

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Una bisnonna britannica di ben 115 anni ha raccolto questa settimana la palma di persona più vecchia del mondo – stando alle statistiche internazionali censite – dopo l’annuncio della morte di uno suora 116enne in Brasile. Lo racconta oggi con dovizia di particolari il Daily Telegraph. La nuova titolare del record di longevità si chiama Ethel Caterham ed è nata il 21 agosto del lontano 1909 in un villaggio dell’Hampshire, in Inghilterra meridionale: prima del diluvio della Grande Guerra, mentre sul trono di quello che era ancora l’Impero britannico sedeva re Edoardo VII, figlio della regina Vittoria, bisnonno della defunta Elisabetta II e trisavolo dell’attuale monarca, il 76enne Carlo III.

Ultima di 8 figli, nonna Ethel vive attualmente in una residenza per anziani nella contea del Surrey, pure in Inghilterra del sud, dove – dopo l’ufficializzazione del suo primato – ha ricevuto una lettera personale di re Carlo: che si felicita per il “rimarchevole traguardo” da lei raggiunto. Tuttora lucida, Catheran è in grado di ricordare le tappe salienti della sua vita.

A 18 anni si trasferì nell’India coloniale, assunta come au pair nella famiglia di un ufficiale dell’esercito di Sua Maestà; poi, al ritorno in Gran Bretagna, conobbe a una festa il futuro marito Norman, sposato nel 1933 e col quale ha vissuto a Hong Kong e a Gibilterra prima di tornare in terra inglese. Rimasta vedova quasi mezzo secolo fa, nel 1976, Ethel ha smesso di guidare solo alla soglia dei 100 anni. Mentre a quasi 111 è riuscita a guarire pure da un contagio di Covid. Il segreto della sua longevità? “Non aver litigato con nessuno”, ha risposto a un giornalista.

Oltre alla scelta di dare priorità “alla famiglia, la cosa più importante dell’esistenza”, ai figli, ai nipoti e ai pronipoti. A una testata locale ha spiegato del resto di non avere rimpianti, di essere “felice d’aver girato il mondo” fino ad approdare in “questa bella casa” di riposo in patria: “Ho detto sì a ogni opportunità di vita, mantenendo un’attitudine mentale positiva e accogliendo ogni cosa con moderazione”. Giusto l’anno scorso il Regno Unito aveva celebrato la conquista del record di un altro suddito britannico come ‘uomo più anziano del pianeta’: record ereditato da un giapponese e detenuto per qualche mese nel 2024 dal veterano di guerra John Tinniswood, deceduto a novembre a 112 anni d’età.

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Esteri

Ivanka Trump News elogia Giorgia Meloni: “Donna pulita e leader più attraente dell’UE”

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Un post pubblicato su X dall’account Ivanka Trump 🇺🇲 🦅 News ha acceso i riflettori su Giorgia Meloni, definita “la leader più attraente dell’Unione Europea”. L’immagine allegata ritrae la presidente del Consiglio italiana sorridente su un lettino, con indosso un costume da bagno che richiama i colori della bandiera italiana.

Il messaggio che accompagna lo scatto recita: “Lascia un ❤️ per una donna pulita, fantastica e senza tatuaggi, la leader più attraente dell’UE 🇪🇺!!!”. Una dichiarazione che va oltre l’elogio estetico, sottolineando valori considerati simbolici dalla destra americana: ordine, sobrietà e conservatorismo nei costumi.

Il post è solo l’ultimo segnale dei rapporti calorosi tra la famiglia Trump e Giorgia Meloni, rafforzati da un’intesa ideologica su immigrazione, difesa dell’identità nazionale e visione tradizionale della società. Donald Trump, tornato presidente degli Stati Uniti, ha già espresso pubblicamente ammirazione per la premier italiana in più occasioni.

L’episodio conferma la crescente sintonia politica e mediatica tra due mondi che, seppur geograficamente lontani, condividono una visione del potere fondata su patriottismo, sovranismo e comunicazione diretta con il popolo.

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