Rischia il processo il pm romano Luca Palamara, accusato dalla procura di Perugia di corruzione. I pm umbri gli hanno notificato la chiusura delle indagini a suo carico. E lo stesso hanno fatto nei confronti degli altri indagati nella stessa inchiesta, che dunque corrono lo stesso pericolo: l’ex consigliere del Csm Luigi Spina, l’imprenditore Fabrizio Centofanti, l’amica di Palamara Adele Attisani, e Giancarlo Manfredonia, titolare di un’agenzia di viaggi. L’inchiesta e’ quella che ha terremotato il Csm, portando alle dimissioni di cinque consiglieri, per le intercettazioni di colloqui in cui con esponenti politici discutevano delle nomine al vertice delle procure, a cominciare da quella di Roma. Palamara e’ finito sotto inchiesta per i suoi rapporti con Centofanti, a cui avrebbe messo a disposizione le sue funzioni di magistrato in cambio di viaggi e regali, secondo l’accusa dei pm di Perugia. L’imprenditore avrebbe anche pagato lavori nell’abitazione di Attisani, che e’ accusata di essere stata istigatrice delle presunte condotte illecite e beneficiaria in parte delle utilita’. Ma a conclusione delle indagini, notano con “soddisfazione” i difensori di Palamara, gli avvocati Roberto Rampioni e Mariano e Benedetto Buratti, “le piu’ gravi forme di corruzione originariamente ipotizzate sono state escluse. Infatti, Palamara “non e’ piu’ accusato di aver ricevuto la somma di 40mila euro per nominare il dottor Longo come procuratore di Gela o per danneggiare il dottor Bisogni nell’ambito del procedimento disciplinare che lo vedeva coinvolto”. Per Spina l’accusa e’ di rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento personale, perche’ avrebbe detto a Palamara che era indagato a Perugia e gli avrebbe fornito ulteriori dettagli, “aiutandolo a eludere le investigazioni”. E lo avrebbe anche informato di un esposto del pm romano Stefano Fava contro l’allora procuratore di Roma Giuseppe Pignatone e il suo aggiunto Paolo Ielo. Tra gli indagati in origine c’era anche lo stesso Fava per l’ipotesi che avesse rivelato a Palamara informazioni dell’inchiesta di Perugia a suo carico. Ma il fatto che il suo nome non compaia nell’avviso di conclusione delle indagini fa immaginare che la sua posizione sia stata archiviata. La decisione dei pm di Perugia non potra’ arrivare prima del 31 maggio, a causa della sospensione dell’attivita’ giudiziaria per l’emergenza Coronavirus. E non e’ escluso che venga accorpata a quella sull’ex pg della Cassazione Riccardo Fuzio, indagato per rivelazione di segreto d’ufficio, sempre in relazione all’inchiesta su Palamara: per lui il deposito degli atti e’ stato fatto il 6 aprile scorso.