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400 italiani ancora in Ucraina, 34 sono intrappolati

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Ci sono ancora 400 italiani in Ucraina, dei 2.000 che vivevano nel Paese prima della guerra. Di questi, 34 sono bloccati nelle citta’ assediate, tra cui Mariupol, ha fatto sapere in serata il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Duecento li abbiamo gia’ salvati – ha precisato il titolare della Farnesina -, per i 34 che sono ancora intrappolati lavoriamo ogni giorno per portarli fuori. Ma se l’evacuazione non puo’ avvenire in sicurezza, preferiamo dire loro di aspettare”. In precedenza era stato l’ambasciatore Pier Francesco Zazo, intervistato da Fabio Fazio su Rai 3 in collegamento da Leopoli, a parlare dei connazionali rimasti in Ucraina. “Molti di loro vogliono rimanere perche’ hanno la loro vita qui, con mogli e figli. Ma alcuni sono purtroppo intrappolati, non riescono a lasciare il Paese”. “Il fatto che l’ambasciata italiana sia ancora presente in Ucraina rappresenta un aspetto importante, apprezzato dal governo ucraino, ma anche un sostegno psicologico per gli italiani presenti”, ha spiegato Zazo. Tra i Paesi del G7, ha sottolineato il diplomatico, solo l’Italia e la Francia hanno mantenuto l’ambasciata in Ucraina, spostandola da Kiev a Leopoli, nell’ovest del Paese. La maggioranza degli altri si sono invece riposizionati nella vicina Polonia. “I bombardamenti – ha detto l’ambasciatore – non sono arrivati a Leopoli. Speriamo che l’escalation militare non arrivi anche qui. C’e’ molta trepidazione perche’ i russi hanno accerchiato le grandi citta’. La vita a Leopoli prosegue in modo quasi normale, ma si sente la tensione”. Quanto alla situazione militare sul terreno, non c’e’ dubbio che la Russia sia “superiore”, ma cio’ non significa che potra’ prendere il controllo politico dell’Ucraina. “Potra’ arrivare con i carri armati al centro delle citta’ ucraine – ha osservato Zazo – ma poi non sara’ in grado di insediare un regime fantoccio filo-russo. Persino nelle citta’ gia’ conquistate c’e’ una sollevazione popolare. C’e’ un forte sostegno popolare per il presidente Zelensky, e’ in corso una lotta per la liberta’” e “c’e’ il rischio di una guerriglia urbana, che potrebbe diventare in futuro una lotta partigiana”, nell’analisi del diplomatico italiano. Infine, sui rischi che l’intervento russo in Ucraina possa portare ad un conflitto su larga scala, l’ambasciatore ha espresso qualche preoccupazione, relativa soprattutto alle intenzioni del presidente russo: “Putin – ha detto – non potra’ mai accettare l’umiliazione di una sconfitta militare. L’orgoglio russo si basa soprattutto sulla potenza militare. Non credo a una guerra mondiale perche’ la Nato non la vuole, ma il momento e’ pericoloso”.

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Russia, respinto attacco di droni ucraini contro Mosca

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La Russia ha dichiarato stanotte di aver sventato un attacco di droni ucraini contro Mosca, pochi giorni prima delle celebrazioni del 9 maggio per la vittoria sulla Germania nazista nel 1945. Non è la prima volta che la capitale russa è bersaglio di simili operazioni di Kiev, sebbene rimangano rare. Il sindaco Sergei Sobyaninen ha dichiarato su Telegram che le difese aeree hanno “respinto un attacco di quattro droni diretti verso Mosca” senza causare “danni o vittime”.

L’attacco dei droni ucraini avviene pochi giorni prima della parata militare del 9 maggio nella Piazza Rossa, alla quale si prevede parteciperanno il presidente cinese Xi Jinping, il suo omologo brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva e altri partner e alleati di Mosca. La commemorazione della vittoria sulla Germania nazista, avvenuta esattamente 80 anni fa il 9 maggio, è fondamentale per la narrativa patriottica del Cremlino, che insiste sul fatto che il conflitto armato contro l’Ucraina è una continuazione di quello contro Berlino durante la Seconda guerra mondiale.

In occasione delle celebrazioni del 9 maggio, il presidente russo Vladimir Putin ha proposto all’Ucraina una tregua di tre giorni, dall’8 al 10 maggio, allo scopo, a suo dire, di testare la volontà di Kiev di raggiungere la pace. Ma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato domenica di “non credere” che la Russia rispetterà la tregua. I colloqui separati tra Mosca e Kiev, guidati da Washington, sono in corso da oltre due mesi e finora faticano a produrre risultati nella ricerca di una soluzione al conflitto scatenato dall’attacco russo all’Ucraina nel febbraio 2022.

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Trump riapre Alcatraz: “Ospiterà i criminali più spietati d’America”

Donald Trump ordina la ricostruzione e riapertura del carcere di Alcatraz. “Ospiterà i criminali più violenti d’America”, ha dichiarato su Truth.

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Il presidente americano annuncia su Truth il ritorno della famigerata prigione federale: sarà ampliata e usata per i detenuti più pericolosi

Donald Trump ha annunciato ufficialmente di aver ordinato la ricostruzione e la riapertura del carcere federale di Alcatraz, l’ex penitenziario simbolo della durezza del sistema carcerario americano, situato su un isolotto nella baia di San Francisco e chiuso dal 1963.

Con un post pubblicato su Truth Social, Trump ha dichiarato che la nuova Alcatraz ospiterà “i criminali più spietati e violenti d’America“. Il presidente ha inoltre anticipato che il complesso sarà “sostanzialmente ampliato” rispetto alla struttura originale, rimasta celebre per aver ospitato gangster del calibro di Al Capone e per la sua reputazione di carcere inespugnabile.

La scelta ha già provocato reazioni contrastanti negli Stati Uniti: un’operazione simbolica dal sapore fortemente propagandistico, che richiama l’idea di legge e ordine tanto cara alla narrazione trumpiana, soprattutto in vista delle prossime elezioni.

Non sono ancora stati diffusi dettagli tecnici né un cronoprogramma ufficiale per la ricostruzione. Ma l’annuncio rilancia l’uso di Alcatraz come deterrente mediatico, riportando nell’attualità una prigione che da sessant’anni era diventata solo un’attrazione turistica.

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Romania, il sindaco di Bucarest filoeuropeo Nicusor Dan al ballottaggio contro George Simion

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Sarà il sindaco di Bucarest filoeuropeo Nicusor Dan lo sfidante del candidato di estrema destra George Simion (nella foto) al ballottaggio delle elezioni presidenziali in Romania, secondo i risultati quasi definitivi del voto di ieri. Con il 99% delle schede scrutinate il leader del partito nazionalista Aur e sostenitore del presidente americano Donald Trump ha ottenuto il 40,5% dei voti e se la vedrà ora nel secondo turno con Dan, balzato al secondo posto con il 20,9% delle preferenze contro il 20,3% del candidato della coalizione di governo Crin Antonescu.

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