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Cultura

“Zeus in Trono” lascia il Getty Museum e torna a casa sua, nel Castello di Baia, dove sarà in mostra permanente assieme ad altre meraviglie flegree

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Al Castello di Baia, alla presenza  
del direttore dell’ente parco archeologico dei campi Flegrei, Paolo Giulierini, il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Giovanni Melillo; il Capo di Gabinetto del Mibac, Tiziana Coccoluto; il Console generale degli Usa a Napoli, Mary Ellen Countryman; il sostituto procuratore presso la Procura di Napoli, Ludovica Giugni; il magistrato americano di collegamento con l’Italia, Cristina Posa, è stata inaugurata la Mostra “ZEUS in TRONO torna a CASA”.

La statua di “Zeus in trono” risale al I secolo a.C. Alta 74 centimetri, rappresenta l’iconografia classica del dio greco. Proviene probabilmente dalle acque del golfo flegreo, considerate anche le sue condizioni: un lato ricoperto da incrostazioni marine (esposto a lungo nelle acque), un lato liscio (si ipotizza seppellito nella sabbia e dunque protetto). È stata esposta dal 1992 fino al 2017 al Getty Museum di Los Angeles, dopo essere finita in un giro di ricettatori. Nel 2012 attraverso l’analisi di un frammento di marmo ritrovato a Bacoli, si è trovata la corrispondenza con lo spigolo del bracciolo del trono di Zeus: la Guardia di Finanza, attraverso un’immagine disponibile in rete, ha potuto sovrapporre virtualmente la particella riemersa alla statua esposta al museo californiano, trovando una perfetta corrispondenza. Successivamente, a marzo 2014, è stata eseguita una verifica diretta e successivamente le analisi tecniche specifiche hanno determinato l’appartenenza e la provenienza. Grazie alle operazioni degli inquirenti e alle azioni di diplomazia della Magistratura e del Ministero dei Beni Culturali, la statua è ritornata a giugno 2017 al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

 

 

 

 

Fotogiornalista da 35 anni, collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani. Ha raccontato con le immagini la caduta del muro di Berlino, Albania, Nicaragua, Palestina, Iraq, Libano, Israele, Afghanistan e Kosovo e tutti i maggiori eventi sul suolo nazionale lavorando per agenzie prestigiose come la Reuters e l’ Agence France Presse, Fondatore nel 1991 della agenzia Controluce, oggi è socio fondatore di KONTROLAB Service, una delle piu’ accreditate associazioni fotografi professionisti del panorama editoriale nazionale e internazionale, attiva in tutto il Sud Italia e presente sulla piattaforma GETTY IMAGES. Docente a contratto presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli., ha corsi anche presso la Scuola di Giornalismo dell’ Università Suor Orsola Benincasa e presso l’Istituto ILAS di Napoli. Attualmente oltre alle curatele di mostre fotografiche e l’organizzazione di convegni sulla fotografia è attivo nelle riprese fotografiche inerenti i backstage di importanti mostre d’arte tra le quali gli “Ospiti illustri” di Gallerie d’Italia/Palazzo Zevallos, Leonardo, Picasso, Antonello da Messina, Robert Mapplethorpe “Coreografia per una mostra” al Museo Madre di Napoli, Diario Persiano e Evidence, documentate per l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive, rispettivamente alla Castiglia di Saluzzo e Castel Sant’Elmo a Napoli. Cura le rubriche Galleria e Pixel del quotidiano on-line Juorno.it E’ stato tra i vincitori del Nikon Photo Contest International. Ha pubblicato su tutti i maggiori quotidiani e magazines del mondo, ha all’attivo diverse pubblicazioni editoriali collettive e due libri personali, “Chetor Asti? “, dove racconta il desiderio di normalità delle popolazioni afghane in balia delle guerre e “IMMAGINI RITUALI. Penitenza e Passioni: scorci del sud Italia” che esplora le tradizioni della settimana Santa, primo volume di una ricerca sui riti tradizionali dell’Italia meridionale e insulare.

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Nuove scoperte a Pompei, un pavimento a mosaico nelle antiche terme

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Pompei continua a far emergere reperti preziosi, testimonianze dell’antichità: un pavimento a mosaico del salone di un’abitazione più antica, cancellata per far spazio ad una parte delle terme e a botteghe, dopo il terremoto del 62d.C. La scoperta nel corso della campagna di scavi della Freie Universität di Berlino con l’Università Orientale di Napoli, a cui è stata affidata dal Parco Archeologico di Pompei.

“E’ una prova di quanto c’è ancora da scoprire nella parte già scavata di Pompei – spiega il direttore Gabriel Zuchtriegel – Le terme Stabiane furono scavate negli anni ’50 dell’800, ma solo adesso viene alla luce tutta la complessa storia dell’isolato nei secoli prima dell’ultima fase di vita della città. Grazie alle nuove ricerche dell’università di Berlino e dell’Orientale di Napoli, oggi si può cominciare a riscrivere la storia dell’isolato, inserendone un ulteriore capitolo, quello di una sontuosa domus con mosaici eccezionali e ambienti spaziosi, che occupava la parte occidentale dell’area delle terme fino a pochi decenni prima dell’eruzione nel 79 d.C.”.

Il mosaico è stato individuato nell’area delle tabernae: siamo nell’area occidentale del complesso delle Terme Stabiane,  precisamente in 3 tabernae nel vicolo del Lupanare, nel corridoio di servizio alle spalle della natatio ( piscina) e dei ninfei delle terme, nella palestra e presso l’originario ingresso del settore maschile delle terme su via dell’Abbondanza, che era stato chiuso dopo il terremoto.

 

 

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Cultura

Museo di Capodimonte, il fotovoltaico invisibile e l’organico in aumento

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È il primo grande museo nazionale con i tetti in fotovoltaico invisibili, Capodimonte, a Napoli, ha fatto da apripista per altri siti, altri musei per avviare un progetto di efficientamento energetico: Federico Mollicone, presidente della Commissione cultura della Camera ha aperto il suo giro di visite nei musei italiani proprio con Capodimonte. Con lui la commissione che sotto la guida del direttore del museo, Sylvain Bellenger, lo ha girato in lungo e in largo.

“Mostriamo vicinanza a Capodimonte, spiega Mollicone, che sta diventando anche luogo di narrazione e di diplomazia culturale con la prossima mostra al Louvre di Parigi. E’ un’eccellenza ma sappiamo anche che ci sono criticità strutturali che vengono dal passato. Con il ministro Sangiuliano e con la Commissione oggi qui il Parlamento sostiene l’indirizzo in corso che ha delle esigenze di bilancio, ad esempio sul personale e sui restauratori. C’è stato già un grande lavoro su questo e dalle prossime settimane si può rafforzare l’organico. Le criticità nei grandi musei, ha infine detto il deputato, ci sono, nonostante la passione di direttori come Bellenger e altri, ma ci sono limiti di finanza pubblica in strutture meravigliose che hanno problemi di riqualificazione e manutenzione. Il ministro ha presentato politiche attive di defiscalizzazione che estendano il bonus per portare veri sostegni strutturali, dopo il tanto che è stato già fatto con i fondi Ue”.

 

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Cultura

È morta Bice Biagi, figlia di Enzo, giornalista e scrittrice

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La giornalista Bice Biagi, figlia di Enzo,  è morta: aveva 75 anni. Lo ha reso noto Articolo 21, associazione alla quale la giornalista e scrittrice nata a Bologna contribuiva nel ruolo di garante. “Ha sempre avuto come impegno – ricorda Articolo 21 – la difesa dei diritti delle donne e come baluardo di riferimento la Costituzione”, coerente con l’insegnamento di suo padre Enzo. Fin da giovane del resto era stata protagonista di battaglie di libertà.

 

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